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di Alessandro Conti Puorger
 

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LA RIVOLTA DEGLI ANGELI
La rivolta degli angeli è un'idea antica che pervade la letteratura apocalittica, ma anche sottilmente il testo biblico canonico.
È sostenuto che traccia di tale rivolta trapela da questi versetti del Genesi: "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini ( ) erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di 120 anni. C'erano sulla terra i giganti a quei tempi e anche dopo quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi." (Gen. 6,1-4)
Per approfondire questo "episodio difficile" di tradizione Iahvista, da molti attribuito a leggende e miti popolari, li leggerò decriptando lettera per lettera.
Lì i figli di Dio sono bené-h'Elohim e le figlie degli uomini "benot h'Adam" e questi i termini sono ripetuti due volte.
Nella dizione figlie degli uomini non c'è possibilità d'errore d'identificazione, né valutazione di demerito; l'uomo di cui sono figlie è chiamato Adamo creato dal Signore Dio a cui ha comandato "siate fecondi e moltiplicatevi".
Un problema d'identificazione c'è per i "figli di Dio"; infatti alcuni hanno considerato unioni tra "angeli decaduti" e donne con la nascita di giganti, forse per spiegasi di ritrovamenti di grandi ossa di animali preistorici.
Altri ritengono che i figli di Dio siano della razza di Set e le donne della razza di Caino, ma tutti questi sono egualmente soggetti alla morte e Dio non ha escluso che tra le due razze non vi dovesse essere promiscuità.
Il testo però tra le due citazione dei "figli di Dio " inserisce un soliloquio di Dio stesso, ove Dio è indicato come Signore, senza la citazione di Elohim, come ad indicare che quel figli sono d'un dio che non è tale; dice, infatti: "Allora il Signore disse: Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo", vale a dire "non sono io l'Elohim di cui si parla!", cioè non hanno il mio spirito.
Quello di cui si parla non è il Dio vero, ma di chi si fa come Dio, un elohim con la lettera minuscola di cui il Faraone è l'archetipo ed allora i "figli di dio " sono i figli di coloro che si fanno chiamare "dio" considerati "dèi " dagli uomini, cioè re, faraoni, nobili e potenti (Vedi: "Numeri nei Vangeli e nell'Apocalisse: Annunci del Messia" nel paragrafo "Il 666 dell'Apocalisse").
Questi "dèi", con piramidi e mummificazione asserivano di vivere in eterno, e la notazione "uomini dell'antichità, uomini famosi" conferma l'idea.
Nel libro dei Numeri sono detti Elohim anche gli dèi egiziani: "Partirono da Ramses il primo mese, ...il giorno dopo la Pasqua... ...mentre gli egiziani seppellivano... i primogeniti, quando il Signore aveva fatto giustizia anche dei loro dèi."(Num. 33,3-4), e per dèi qui è usato .
Questi semidèi sono posseduti dal male, sono anti-Dio, e con tale idea la definizione i figli di dio si può leggere "dentro l'angelo che fu maledetto sta nei viventi ".
Il titolo le figlie degli uomini ( ) si può leggere "dentro per l'energia che reca tutto esce dell'Unico l'essere simili ()."
Nell'idea dell'autore del Genesi esiste, in effetti, una stirpe del serpente di cui al versetto "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe (seme del serpente) e la sua stirpe (seme della donna) ..." (Gen. 3,15a)
In definitiva, "figli di Dio" in effetti è "figli di un dio", di chi scimmiotta Dio, ed all'epoca i miti erano pieni d'eroi, come subito dopo ricorda il testo in Gen. 6,4.
In quei versetti si ripresenta la lettera (lasciata in Gen. 4,8 nella parola peccato) nella termine "belle" di Gen. 6,2 quando dice "i figli di dio videro che le figlie degli uomini erano belle", e "belle" TBT, può leggersi "cuore/utero dentro segna ", con soggetto sottinteso il "serpente", cioè il Faraone.
La lettera in egiziano non esiste come lettera singola, ma gli assomiglia il segno di un cuore che indica la parola "nefert", che significa "bello".
Esiste poi tra i geroglifici il radicale TBT che indica "pagare, ricompensare" che lascia pensare al mercato di queste "belle" con quei potenti.
Altra parola notevole è "i giganti" nefilim "emissari dalla bocca del Faraone sono tra i viventi " in cui c'è anche la parola "aborto NPL".
Si comprende così quella nota, che sembra ironica: "C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -" (Gen. 6,4a) che può riferirsi agli emissari del Faraone che ci saranno anche dopo, mentre di giganti un po' meno.
C'è un geroglifico NPD (D=L in egiziano) che ha come determinativo un coltello ed indica "carneficina", azioni che compivano questi tipi d'eroi."
A metà di quel versetto "... quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro figli..." (Gen. 4,2b) in effetti per figli il testo usa , in ebraico "potenti, valorosi, eroi", ma anche "violenti".
In egiziano GBR si può dividere in GB+R ove GB è il dio egizio della terra e indica "terra" ed R è "linguaggio"; perciò persone che "parlano il linguaggio della terra".
Le ultime parole del versetto (Gen. 6,4c): "sono questi gli uomini dell'antichità, uomini famosi" , ove per uomini usa 'aneshe , anziché 'adam .
Per i geroglifici (Vedi: "Chi ha scritto l'esodo conosceva i geroglifici") NSI è "figlio di faraone", (in ebraico principe è ) e con i segni quelle parole ebraiche che indicano "sono questi gli uomini dell'antichità, uomini famosi" si possono così decriptare: "le donne () nei corpi in seno () portavano al Faraone centinaia () di principi , nel mondo rinomati ".
L'incarnazione del male per l'ebreo biblico è infatti il Faraone, il primo nemico da cui Dio li liberò come racconta l'Esodo a segno di liberazione finale del nemico per antonomasia di tutta l'umanità.

Passando dal Faraone allo spirito in lui incarnato dalla decriptazione con i criteri di "Parlano le lettere" (ometto per semplicità la dimostrazione) dai versetti Gen. 6,1-4 ho ottenuto quanto in appresso.

Genesi 6,1 - E fu nel mondo la forza della rettitudine che c'era ad uscire ammalata nell'uomo per il serpente che nei corpi da padrone il soffio ad inviare fu.
Entrò nell'uomo la perversità ad abitare; con l'energia portò a segnare chi partorisce. E la potenza uscì dai viventi.

Genesi 6,2 - E fu nei corpi lo spirito dei morti dell'angelo (ribelle), essendo uscita la divinità che entrata era nei viventi.
Vennero figli portati segnati nel mondo, uomini (da cui) la rettitudine era nei cuori dentro finita per l'entrata energia della perversità.
Furono rovesciati nella prigione, portati dal serpente nel mondo.
Nei viventi l'angelo pose una piaga.
Il serpente delle donne i corpi che abitava ad accendere portava.

Genesi 6,3 - Furono ad iniziare esseri ribelli ad esistere nel mondo portati ad uscire dai potenti in cui la calamità portavano dell'angelo (ribelle) nei corpi.
Si portò a vivere dentro l'uomo il serpente per agire, perché abitandovi, sviando i viventi, fuori li portava dall'Unico.
Dentro gli bruciava di saziarsi l'essere portandosi a vivere nei giorni, dall'Unico fuori. Ma per l'agire di un Principe in un mare di fuoco l'angelo entrerà!

Genesi 6,4 - Nel mondo (de)caduto, fu nei viventi ad entrare, fu a portarsi dentro la terra ad abitare nei giorni dei viventi.
Entrato nel mondo dalle matrici portò a scorrere la vita.
Iniziò ad ardere la forza della rettitudine.
L'angelo accendendo contesa con l'Unico portò dentro (altri) angeli che furono con il maledetto a stare; la divinità che dentro abitava finì d'uscire dall'uomo essendovi (ormai) una potenza impura.
Il serpente entrato a vivere nel mondo, nei viventi entrando, entrò la superbia nei corpi a stare, nei viventi iniziò a bruciare il verme perverso.
Nei viventi iniziò l'oblio del Nome.

Nei libri canonici dell'A.T. altra traccia chiara d'una forza che s'oppone nei cieli con riflessi sulla terra si trova nel profeta Isaia, libro molto più antico del Genesi.
Nel profeta Isaia (24,19-23), infatti, si legge: "A pezzi andrà la terra, in frantumi si ridurrà la terra, crollando crollerà la terra. Certo, barcollerà la terra come un ubriaco, vacillerà come una tenda; peserà su di essa la sua iniquità, cadrà e non si rialzerà. In quel giorno il Signore punirà in alto l'esercito di lassù e qui in terra i re della terra. Saranno radunati e imprigionati in una fossa saranno rinchiusi in un carcere e dopo lungo tempo saranno puniti. Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul monte Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà glorificato."
L'Apocalisse, infine, nel passo 12,1-13, sancisce con definitiva autorità canonica la rivolta confermando che i potenti della terra - come fu il Faraone - sono comandati dalle forze celesti in rivolta, infatti, "Tutto il mondo giace nel potere del Maligno" (Gv. 5,19), "il principe di questo mondo" (Gv. 12,31).
Il pianeta è perciò sotto l'influenza d'un angelo nefasto, il diavolo "peccatore fin dal principio" (Gv. 3,8), "padre della menzogna" (Gv. 8,44), onde "la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo" (Sap. 2,24), "omicida fin dal principio" (Gv. 8,44) "non v'è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna." (Gv. 8,44)
Paolo parla della guerra contro le potenze spirituali; "Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove." (Ef. 6,10-17)

La tradizione iconografica rappresenta l'arcangelo Michele:

  • con l'armatura che lotta contro il male in forma di drago serpente;
  • come guardia del paradiso in veste bianca ali policrome, lancia e globo;
  • in atto di pesare su una bilancia le anime, come faceva il dio egizio Anubi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica così sostiene che: "il male non è un'astrazione; indica invece una persona: Satana, il maligno, l'angelo che si oppone a Dio. Il "diavolo", "dia-bolos" è colui che "si getta di traverso" al disegno di Dio e alla sua "opera di salvezza" compiuta in Cristo" (2851) ed insegna che: "Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio... Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se si sono trasformati in malvagi." (391)
"A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte." (393)

Il peccato, però, pur se suggerito dal demonio tentatore, è compiuto dalla libera volontà dell'uomo, il maligno che induce e suggerisce il male è perciò solo un'attenuante davanti a Dio, perché come argomenta il Cardinale G.M. Martin Cottier, già teologo della Casa Pontificia, nel "Preambolo" al libro del presidente degli esorcisti "Esperienze e delucidazioni" di Don Grabriele Amorth:
  • il demonio agisce solo da fuori, su immaginazione e affetti di radice sensibile;
  • la sua azione è limitata dal permesso di Dio onnipotente";
  • "Dio solo può penetrare nel cuore profondo della persona, il demonio non ha il potere di entrare in questo sacrario."
In sintesi (Gv. 3,8) "Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo".

Anche il Corano nella già citata II Sura Al-Baqara così accenna alla vicenda della ribellione di un angelo.
"E quando il tuo Signore disse agli Angeli: - Porrò un vicario sulla terra - essi dissero: Metterai su di essa qualcuno che vi spargerà la corruzione e vi verserà il sangue, mentre noi Ti glorifichiamo lodandoTi e Ti santifichiamo? Egli disse: In verità Io conosco quello che voi non conoscete... Ed insegnò ad Adamo i nomi di tutte le cose, quindi le presentò agli Angeli e disse: Ditemi i loro nomi, se siete veritieri. Essi dissero: Gloria a Te. Non conosciamo se non quello che Tu ci hai insegnato: in verità Tu sei il Saggio, il Sapiente. Disse: O Adamo, informali sui nomi di tutte [le cose]. Dopo che li ebbe informati sui nomi, Egli disse: Non vi avevo forse detto che conosco il segreto dei cieli e della terra e che conosco ciò che manifestate e ciò che nascondete ? E quando dicemmo agli Angeli: - Prosternatevi ad Adamo -, tutti si prosternarono, eccetto Iblìs, che rifiutò per orgoglio e fu tra i miscredenti. E dicemmo: O Adamo, abita il Paradiso, tu e la tua sposa. Saziatevene ovunque a vostro piacere, ma non avvicinatevi a questo albero ché in tal caso sareste tra gli empi." (II 30-35)
Iblìs è il nome del diavolo nel Corano, derivato dal greco diaboloV diabolos.
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