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SAN GIUSEPPE...

 
SAN GIUSEPPE - IL CARPENTIERE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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VICENDE DI GIUSEPPE
La storia essenziale di Giuseppe come si ricava dalle notizie riportate dai vangeli canonici si può così riassumere.
Giuseppe era della tribù di Giuda, appartenente alla famiglia di Davide, esercitava il mestiere di "Técton" (cosi nel testo greco di Mt. 13,55 e di Mc. 6,3), termine che può tradursi "artista, artefice, fabbro, falegname, carpentiere, scultore", nella Volgata "faber" e per la tradizione, carpentiere più che falegname, ma il termine greco comporta anche l'accezione d'architetto, costruttore, ingegnere.
Il padre di Giuseppe per Luca era un Elì e per Matteo un Giacobbe, padre genetico per Giulio Africano, subentrato per la legge del levirato ad Elì morto.
Giuseppe (per Egesippo) avrebbe avuto per fratello un Cleofa, perciò zio di Gesù e si discute se tale Cleopa o Cleofa si possa identificare col padre della Maria moglie di Alfeo padre d'un Giacomo, uno dei due apostoli con lo stesso nome.

I Vangeli nominano:

  • un discepolo di Emmaus di nome Cleopa (Lc. 24,18);
  • una Maria di Cleopa sotto la croce (Gv. 19,25).
La tradizione dei Padri è che Maria sia figlia di Gioacchino, anche lui della stirpe di Davide, e di Anna; quindi, anche Maria sarebbe della stirpe di Davide.
Questa Anna era vedova, risposata con Cleofa (che la tradizione indica come fratello di Giuseppe), da cui aveva avuto una figlia, anch'essa di nome Maria, che i Vangeli menzionano appunto come Maria di Cleofa.
Maria di Cleofa sposò un certo Alfeo da cui nacquero 4 maschi, (tra cui Giacomo il Minore), e 2 femmine, il che spiegherebbe i "fratelli" di Gesù, in quanto in ebraico cugini e fratelli s'indicano con lo stesso vocabolo di fratelli.
Per completare il quadro delle parentele citate nei Vangeli, gli apocrifi indicano che Anna avesse una sorella dalla cui figlia Elisabetta, sposata con il sacerdote Zaccaria, nacque Giovanni Battista.
Giuseppe era promesso sposo di Maria che si trovò incinta senza che lui l'avesse "conosciuta; egli, che la voleva ripudiare in segreto, poi la sposò.
Ci fu il censimento indetto da Cesare Augusto e Giuseppe e Maria, da Nazaret in Galilea dove abitavano, si portarono a Betlemme in Giudea, città d'origine della famiglia di Davide, per farsi registrare.
Tale censimento fu decretato (Lc. 2,2) quando Quirino era legato della Siria, tra l'11 e l'8 a.C., quando fece guerra agli Omonadensi in Cilicia.
La storia essenziale di Giuseppe come si ricava dalle notizie riportate dai vangeli canonici si può così riassumere.
Vari storici pongono la nascita di Gesù nel 7 a.C.(alcuni riprendendo un'ipotesi di Keplero, per la famosa stella pensano una congiunzione Saturno-Giove nei Pesci, evento che si ripete ogni sette secoli circa e da raffronti coi calendari ci fu nel 7 a.C.. L'anno 1994 sarebbe stato il 2000° dalla nascita di Gesù Cristo - il I anno d'una nuova era non si conta).
Maria, presso Betlemme, in una stalla (citata da Luca - Matteo parla di una casa), perché non avevano trovato albergo, partorì il figlio e dopo i rituali otto giorni Giuseppe lo riconobbe giuridicamente, alla circoncisione lo chiamò Gesù.
I Vangeli appunto attestano che Gesù è Figlio di Dio e che Giuseppe ne ha la paternità legale, il che dà e dava di per sé titolo sufficiente per i diritti d'eredità per discendenza; quindi come Giuseppe, era chiamato "figlio di Davide", altrettanto a pieno titolo Gesù era chiamato "figlio di Davide".
Dopo 40 giorni dalla nascita la Santa Famiglia si recò al Tempio di Gerusalemme per la purificazione di Maria e per presentare il bambino al Signore, cioè per il suo riscatto secondo la Legge di Mosè (vedi Luca).
Avvenne anche la visita dei Magi (vedi Matteo), ma non è precisato in che momento esatto collocarla; è precisato solo che fu a Betlemme in una casa ove la Santa Famiglia in quel tempo abitava.
Giuseppe per di ritorsioni del re Erode, come racconta il Vangelo di Matteo, fu costretto a fuggire; rifugiò la famiglia in Egitto e là restarono fino alla morte di quel re che avvenne nell'anno 750° di Roma.
La strage degli innocenti citata da Matteo (2,16) per confermare il compimento d'una profezia di Geremia (31,15): "Un grido è stato udito in Rama un pianto e un lamento grande" non è provata, ma che Erode abbia fatto assassinare anche qualche davidico di Betlemme nel timore vantasse pretese per il trono a Roma non è da escludere ed è in linea con la figura che la storia ci tratteggia per tale re sanguinario che assassinò i figli Alessandro, Aristobulo ed Antipastro, annegò il genero, strangolò la moglie Marianna.
Giuseppe Flavio racconta che Cesare Augusto, con un gioco di parole, disse di lui: "È meglio essere un maiale (in greco his) di Erode, che suo figlio (hios)", perché, essendo Ebreo, Erode non mangiava carne di maiale.
Dall'anno in cui risulta avvenuta la morte d'Erode, si ricava che la Santa Famiglia rimase in Egitto dal 7- 6 a.C. fino al 4 - 3 a.C..
Rientrato in Israele, Giuseppe si ritirò con la famiglia a Nazaret ove abitavano (vedi Mt. 13,53-56 e Mc. 6,1-4) altri parenti di Gesù.
In occasione d'un pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, quando il bambino ha dodici anni, c'è l'episodio di Gesù che discute nel Tempio coi dottori, poi Vangeli non forniscono altri episodi su Giuseppe.
I vangeli citano "sorelle" e "fratelli" di Gesù - Giacomo, Giuseppe o Ioses (forse Iosef), Simone e Giuda (ma traduzione della parola ebraica di fratelli implica anche cugini).
Gesù iniziò il suo ministero quando aveva trenta anni e più e a Cafarnao (Gv. 6,41-42) conoscevano sia lui, sia Giuseppe (che evidentemente avrà avuto modo di frequentare per il lavoro di Gesù e Giuseppe tale città anche prima dell'inizio del ministero) e dal "Ma non è lui il figlio del falegname?" (Mt. 13,55 e paralleli) si ricava che Gesù era ritenuto dai concittadini di Nazaret a tutti gli effetti figlio di Giuseppe.
Da ciò si deduce che Giuseppe s'era sposato in età ed in condizioni per essere legittimo e credibile padre di Gesù, e che non era morto da molti anni.
Il fatto che non è nominato Giuseppe negli episodio delle nozze di Cana e poi di Maria con i parenti che cercano Gesù, fa poi presumere che la morte di Giuseppe risalga a prima del ministero di Gesù; la consegna poi dalla croce di Maria sua Madre al discepolo Giovanni, rende certi che Giuseppe era morto.

I Vangeli apocrifi, tra pie storielle con tanti aspetti fantastici, hanno anche notizie che s'appoggiano a più solide tradizioni o testimonianze dei primi secoli che arricchiscono la storia di San Giuseppe desumibile dai Vangeli canonici.
C'è lì la tradizione sia d'un Giuseppe attempato e di uno giovane e/o maturo, lavoratore efficiente, ma non è accettato della ortodossia che Giuseppe da vedovo si fosse risposato con Maria Vergine, come pure che questa sia stata sottoposta alla prova delle acque amare.

Elementi desumibili dagli apocrifi accolti per la storia di Giuseppe sono:
  • i nomi dei genitori di Maria: Gioacchino e Anna, secondo una tradizione del II secolo (vedi San Giovanni Damasceno 650-749 d.C. Discorsi per la natività della B.V.);
  • Gioacchino, e quindi Maria, è indicato com'appartenente alla stirpe di Davide;
  • Gioacchino ed Anna non riuscivano a generare ed Anna fece il voto al Signore di dedicargli il figlio che fosse nato; nacque Maria che secondo il voto fu dedicata al Signore fino all'età di 12 anni (vedi "Le Miriam della Bibbia e nella tradizione" ("1a parte" e "2a parte")
  • la scelta di Giuseppe come marito di Maria avvenne per un segno di Dio (il bastone di Giuseppe fiorisce o n'esce una colomba);
  • Maria viaggia sempre su un asinello (incinta o con il bambino) fino a Betlemme, a Nazaret, per l'Egitto e al ritorno;
  • la grotta-stalla del presepio, un bue e un asinello (quello di Giuseppe);
  • Maria di Cleofa, sorellastra di Maria, madre di Giacomo il minore;
  • la tradizione della morte di Giuseppe assistito da Gesù e da Maria, è accettata anche da San Bernardino da Siena: Si deve pertanto piamente credere che alla sua morte (di Giuseppe) siano stati presenti il pio Gesù Cristo e la sacratissima vergine sua sposa";
  • gli angeli Gabriele e Michele che presentano l'anima di Giuseppe in Paradiso; da ciò la tradizione di invocare gli angeli nelle esequie perché presentino l'anima del defunto al trono dell'Altissimo;
  • la tradizione dell'angelo custode la troviamo già nella "Storia di Giuseppe il falegname";
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