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SAN GIUSEPPE NEI VANGELI CANONICI »
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SAN GIUSEPPE NEL CATECHISMO
Riporto per completezza quanto il Catechismo della Chiesa Cattolica su San Giuseppe.
437 - L'angelo ha annunziato ai pastori la nascita di Gesù come quella del Messia promesso ad Israele: "Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore che è il Cristo Signore" (Lc. 2,11). Fin dal principio è "colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo" (Gv. 10,36), concepito come "santo" (Lc. 1,35) nel grembo verginale di Maria. Giuseppe è stato chiamato da Dio a "prendere" con sé "Maria" sua "sposa", incinta di "quel che è generato in lei... dallo Spirito Santo" (Mt. 1,20), affinché Gesù, "chiamato Cristo", nasca dalla sposa di Giuseppe nella discendenza messianica di Davide (Mt. 1,16).
488 - "Dio ha mandato suo Figlio" (Gal. 4,4), ma per preparargli un corpo, ha voluto la libera collaborazione di una creatura. Per questo, Dio, da tutta l'eternità, ha scelto perché fosse la Madre del Figlio suo, una figlia d'Israele, una giovane ebrea di Nazaret in Galilea, "una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria." (Lc. 1,26-27) "Volle il Padre delle misericordie che l'accettazione di colei che era predestinata ad essere la Madre precedesse l'Incarnazione, perché così, come la donna aveva contribuito a dare la morte, la donna contribuisse a dare la vita" (Conc. Vat. II Lumen Gentium 56.61).
497 - I racconti evangelici considerano la concezione verginale un'opera divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità umana. "Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo", dice l'angelo a Giuseppe riguardo a Maria sua sposa (Mt. 1,20). La Chiesa vede in ciò il compimento della promessa divina fatta per bocca del profeta Isaia: "Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio."
531 - Durante la maggior parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza degli uomini: un'esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla Legge di Dio, vita nella comunità. Riguardo a tutto questo periodo c'è rivelato che Gesù era "sottomesso" ai suoi genitori e che "cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc. 2,51s).
532 - Nella sottomissione di Gesù a sua madre e a suo padre legale si realizza l'osservanza perfetta del 4° comandamento. Tale sottomissione è l'immagine nel tempo dell'obbedienza filiale al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la sottomissione del Giovedì Santo (Lc. 22,42): "Non... la mia volontà". L'obbedienza di Cristo, nel quotidiano della vita nascosta, inaugurava già l'opera di restaurazione di ciò che la disobbedienza d'Adamo aveva distrutto.
533 - La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana.
583 - Gesù, come prima di lui i profeti, ha manifestato per il Tempio di Gerusalemme il più profondo rispetto. Vi è stato presentato da Giuseppe e Maria quaranta giorni dopo la nascita (Lc. 2,22-39). All'età di dodici anni decide di rimanere nel Tempio, per ricordare ai suoi genitori che egli deve occuparsi delle cose del Padre suo. Vi è salito ogni anno, almeno per la Pasqua, durante la sua vita nascosta; lo stesso suo ministero pubblico è stato ritmato dai pellegrinaggi a Gerusalemme per le grandi feste giudaiche.
1014 - La Chiesa incoraggia a prepararci all'ora della nostra morte ("Dalla morte improvvisa liberaci Signore": Litanie dei Santi) a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi "nell'ora della nostra morte" (Ave Maria) e ad affidarci a San Giuseppe, patrono della buona morte: "In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che fuggire la morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani?" (Imitazione di Cristo 1,23,1)
1655 - Cristo è voluto nascere e crescere in seno alla Santa Famiglia di Giuseppe e di Maria. La Chiesa non è altro che la "famiglia di Dio". Fin dalle sue origini, il nucleo della Chiesa era spesso costituito da coloro che, insieme con tutta la loro famiglia, erano divenuti credenti. Allorché si convertivano, desideravano che anche tutta la loro famiglia fosse salvata. Queste famiglie divenute credenti erano piccole isole di vita cristiana in un mondo incredulo.
1846 - Il Vangelo è la rivelazione, in Gesù Cristo, della misericordia di Dio verso i peccatori. L'angelo lo annunzia a Giuseppe: "Tu lo chiamerai Gesù: Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati." (Mt. 1,21) La stessa cosa si può dire dell'Eucarestia, sacramento della Redenzione: "Questo è il mio sangue dell'Alleanza, versato per molti in remissione di peccati." (Mt. 26,28)
2177 - La celebrazione domenicale del Giorno e dell'Eucarestia del Signore sta al centro della vita della Chiesa. Il giorno di Domenica in cui si celebra il Mistero pasquale, per la tradizione apostolica, deve essere osservato in tutta la Chiesa come primordiale giorno festivo di precetto. "Ugualmente devono essere osservati i giorni del Natale del Signore nostro Gesù Cristo, dell'Epifania, dell'Ascensione e del santissimo Corpo e Sangue di Cristo, della Santa Madre di Dio, Maria, della sua Immacolata Concezione e Assunzione, di San Giuseppe, dei santi Apostoli Pietro e Paolo, e infine di tutti i Santi". (Codice di Diritto Canonico, 1246,1)