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SPIRITO SANTO E SANTITÀ. LA GRAZIA PORTATA DAL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger

SPIRITO SANTO E GRAZIA
Questo articolo è un mio approfondimento sul seguente pensiero di Santo Agostino (354-430 d.C.) vescovo d'Ippona: "Lo stesso unigenito Figlio di Dio, Gesù Cristo, unico Signore, è nato dallo Spirito Santo e da Maria Vergine. Lo Spirito Santo è anche Dio, non meno del Padre e del Figlio. Quindi, cos'altro significa l'intervento dello Spirito Santo nella nascita di Gesù Cristo se non la grazia? Poiché avendo la Vergine chiesto all'angelo in che modo sarebbe accaduto ciò che le aveva annunciato, dato che lei non conosceva uomo, l'angelo le rispose (Luca 1,35): Lo Spirito Santo scenderà su di te." (Enchiridion, sive de fide, spe et caritate, 37,11)

Per il cristianesimo un nuovo Adamo nasce da Maria, la nuova Eva.
Adamo = umanità precedente aveva fallito.
I figli del primo Adamo nascono dopo il peccato, cioè quando con Eva erano usciti dalla grazia di Dio e non potevano più sentire l'azione dello Spirito Santo.
Il Vangelo di Luca 1,28-35 segnala un radicale cambiamento:
  • L'angelo "Entrando da lei, disse: Ti saluto (rallegrati), o piena di grazia, il Signore è con te. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio." (1,28-30)
  • Subito dopo collegata alla grazia ecco il primo frutto: "Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all'angelo: Come è possibile? Non conosco uomo." (1,31-34)
  • La grazia apre ad un nuovo rapporto con Dio: "Le rispose l'angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio." (1,35)
L'umanità può così prendere atto che è iniziata l'epoca della grazia.
Tutto ciò, detto in grande sintesi, nell'ambito della mia ricerca di testi di secondo livello nei libri sacri ebraici della Bibbia, mi ha spinto ad una sub ricerca per verificare se le idee della grazia e dello Spirito Santo possano considerarsi veramente pure in quei testi antichi così strettamente collegate.
Nel prosieguo, infatti, presenterò anche testi decriptati col mio metodo riportato in questo Sito e in tali testi non mancherò di sottolineare se si troverà come sia importante il messaggio della promessa che il Messia porterà la grazia, quindi, lo Spirito Santo.

Nella Tenak, vale a dire nei testi sacri del canone ebraico, esclusi cioè i testi deuterocanonici concepiti in greco, l'espressione Spirito Santo si trova:
  • nel canto messianico di Isaia 63 che inizia con: "Chi è costui che viene da Edom" e al versetto, 10 e 11 cita il Santo Spirito: "Ma essi si ribellarono e contristarono il suo santo spirito. Egli perciò divenne loro nemico e mosse loro guerra. Allora si ricordarono dei giorni antichi, di Mosè suo servo. Dov'è colui che fece uscire dall'acqua del Nilo il pastore del suo gregge? Dov'è colui che gli pose nell'intimo il suo santo spirito; colui che fece camminare alla destra di Mosè il suo braccio glorioso, che divise le acque davanti a loro facendosi un nome eterno; colui che li fece avanzare tra i flutti come un cavallo sulla steppa? Non inciamparono."
  • nel Salmo 51 di Davide che inizia con "Pietà di me o Dio" e al versetto 13 recita "Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito."
Nella prima citazione il Santo Spirito è ripetuto due volte, entrambe collegate all'idea dell'acqua e della salvezza:
  • la prima con quella del Nilo da cui fu salvato Mosè;
  • la seconda ricorda l'evento del miracolo dell'apertura del mare.
È da notare che, la prima volta che la Bibbia parla di "santità", Maria, la sorella di Mosè, la profetessa, è protagonista in entrambi le suddette occasioni ricordate, infatti:
  • è lei che porta il cestello col bimbo Mosè al Nilo e, ansiosa e vigilante, resta in attesa e poi aiuta, offrendo alla figlia del faraone una balia che altra non era che la propria madre (Esodo 2,1-11).
  • in occasione del Cantico di vittoria di Mosè (Esodo 15,20s) ove, puntuale, la Torah ricorda che Maria con le donne, tra timpani e danze, cantò il famoso ritornello "Cantate al Signore perché ha mirabilmente trionfato: ha gettato in mare cavallo e cavaliere!" (Vedi: "Le Miriam della Bibbia e nella tradizione 1a parte" e "2a parte" articoli in .pdf nella rubrica "Vangeli e Protovangeli")
Quel canto venne elevato subito dopo quella liberazione "Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, tremendo nelle imprese, operatore di prodigi?" (Esodo 15,11)
Anche la seconda citazione, quella del Salmo 51 ha tra le lettere, nelle viscere del versetto 21, una citazione che porta in qualche modo a Maria; infatti, nella decriptazione, che poi presenterò, si legge del Cristo che dalla croce: "Per giovare portò la vergine... per perdonare".

Il concetto di Santo e la Santità nel contesto biblico è perciò collegato con l'evento pasquale; infatti, era Pasqua all'apertura del Mar Rosso e all'apertura del costato di Cristo. ("Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato - chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua." Giovanni 19,31-34)

Spirito in ebraico è "ruah" , e nel contempo indica anima e vento.
La stessa aria in cui tutti respiriamo e ci consente di vivere è "ruah".
Riferito a Dio è come il suo respiro, tanto che, dice San Paolo negli Atti degli Apostoli "In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo..." (Atti 17,28)

Santo "qadosh" , sta a dire consacrato, cioè riservato ad usi sacri, chi è riservato, separato per Dio e per la religione, immune da peccato.
Nell'ebraismo questo Spirito, che il Salmo 50 invoca, porta l'uomo ad essere retto e giusto "tzadik" ed il Talmud sostiene che il mondo continua a essere stabile solo se vi vivono almeno 36 "tzaddikim".

Dire "il Santo", equivale a nominare Dio, infatti:
  • "dice il Signore Dio, il Santo di Israele io sono il Signore tuo Dio..." (Isaia 30,15)
  • "il Santo di Israele, il tuo salvatore." (Isaia 43,3)
Iahwèh, l'ineffabile, è, quindi, il Santo di Israele, come riporta ancora il libro di Isaia in vari altri versetti 1,5; 12,6; 30,11-12-15 e 37,12-23.
Invece dell'allocuzione Spirito Santo o Santo Spirito, esistono così quelle di "lo Spirito del Signore" e "lo Spirito di Dio" ad iniziare da:

"...lo spirito di Dio aleggiava sulle acque." (Genesi 1,2)

I Vangeli colgono questa immagine della Genesi per sottolineare l'inizio di una nuova creazione quando propongono: "Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". (Matteo 3,16.17 - Marco 1,10.11 - Luca 3,22 - Giovanni 1,32)
Fino allora nella storia della salvezza narrata nella Bibbia "Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti" con la profusione dello Suo Santo Spirito fece agire alcuni prescelti da servi e amici "ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo." (Ebrei 1,1.2)

Il primo uomo nella cui persona quei testi sacri ebraici indicano che vi fu ritenuto agisse lo Spirito di Dio fu Giuseppe figlio di Giacobbe - Israele.
Il Faraone, infatti, dopo che Giuseppe fatto uscire dalla prigione, unico tra i sapienti convocati, gli aveva svelato il senso del sogno delle 7 vacche grasse e delle 7 vacche magre, "disse ai ministri: Potremo trovare un uomo come questo, in cui sia lo spirito di Dio?" (Genesi 41,38) ed aggiunse subito dopo a Giuseppe: "Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come te."

Altro personaggio che direttamente da Dio fu riconosciuto essere stato riempito del proprio Spirito fu Bezaleel (Vedi: "San Giuseppe - il carpentiere"), colui che nel deserto, come narra il libro dell'Esodo, rese possibile la traduzione in opera finita dell'Arca, della Tenda del convegno e di tutti gli arredi: "Il Signore parlò a Mosè e gli disse: Vedi, ho chiamato per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur della tribù di Giuda. L'ho riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, per concepire progetti e realizzarli in oro, argento e rame, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro." (Esodo 31,1-5) e lo ripete "L'ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro" (Esodo 35,31) e ancora: "Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore. Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l'efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura." (Esodo 28,3.4)

Lo Spirito del Signore, quindi Santo, fu senz'altro su Mosè e fu infuso sui 70 anziani quando il Signore disse a Mosè: "Radunami settanta uomini tra gli anziani d'Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi; conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. Io scenderò e parlerò in quel luogo con te; prenderò lo spirito che è su di te per metterlo su di loro, perché portino con te il carico del popolo e tu non lo porti più da solo." (Numeri 11,16-17) e poi su Eldad e Medad (Numeri 11,26).
Lo Spirito del Signore venne su Caleb, su Gedeone, su Iefte, su Sansone, ed anche su Saul. "Lo spirito del Signore investirà anche te... Dio gli mutò il cuore..." (1Samuele 11,6-9)

Si impara dalla storia di Saul che l'uomo resta sempre libero di fare il male e Saul liberamente lo fece.
Lo Spirito del Signore si posò allora su Davide.
"Disse il Signore: Alzati e ungilo: è lui! Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide." (1Samuele 16,12b.13)
Ormai in Saul operava lo Spirito cattivo: "Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava." (1Samuele 16,23)

E così via... lo Spirito del Signore ha sempre influito sulla storia d'Israele per preparare la salvezza; questo è l'insegnamento che suggeriscono i libri sacri. Lo spirito di Dio così operò con patriarchi, matriarche, giudici, re, profeti, sapienti ed altri personaggi ispirandoli per lasciare una traccia di Lui.

Dalla discendenza di Davide verrà il Messia, quello di cui Isaia (11,2) dice: "Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza, di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore."
I Vangeli l'annunciano venuto con Gesù di Nazaret.

Pure il Vangelo di Matteo 1,18.20 attribuisce la sua nascita allo Spirito Santo:
  • "Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo."
  • "Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo."
LA SANTITÀ NELL'EBRAISMO E NEL CRISTIANESIMO
Per proseguire ad investigare sul concetto di santità sono da premettere alcuni cenni su concordanze e divergenze tra ebraismo e cristianesimo su alcune problematiche esistenziali dell'uomo.
È da premettere, infatti, che le idee dell'esistenza dell'inclinazione buona e dell'inclinazione cattiva, che agiscono in modo esemplificativo nel caso di Saul, sono state veicolate dall'ebraismo nel cristianesimo.

L'ebraismo crede che il libero arbitrio dà all'uomo il potere di scegliere di operare tra le due inclinazioni.
È basilare al riguardo quanto discende dal racconto nel Genesi su Caino ed Abele in occasione del primo omicidio che fu l'atto che attestò l'entrata del morire nel mondo.
Il Signore, infatti, poco prima di tale occasione aveva messo in avviso Caino sull'esistenza dell'istinto cattivo dicendogli: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo." (Genesi 4,6s)
È esemplificativo a tale riguardo il breve Salmo 1 detto appunto delle "Due vie" che approfondirò in un successivo paragrafo.
L'inclinazione buona spinge l'uomo a servire in modo disinteressato Dio e gli uomini, mentre l'inclinazione cattiva è l'impulso dell'uomo all'egoismo, alla concupiscenza, al potere, in definitiva ad essere idolatra.
Per l'ebraismo l'inclinazione cattiva:
  • "è una componente indispensabile alla vita umana, in quanto senza di essa nessuno si sposerebbe e avrebbe bambini, o costruirebbe una casa, o si metterebbe in affari. (Genesi Rabba IX,7)
  • "Essa è cattiva perché porta con facilità l'uomo fuori dalla retta via e lo domina, come il lievito nella pasta, o come un invitato che prende il posto del padrone di casa." (Dizionario di usi e leggende ebraiche di Alan Unterman-Laterza);
Quando ciò avviene si commette peccato e satana, "lo spirito cattivo sovrumano" viene ad abitare nell'interno dell'uomo con i suoi sette spiriti e tutti sottostanno alla sua tentazione; anzi più grande è una persona, più forte è la tentazione al male.
Per l'ebraismo la cattiva inclinazione può essere inizialmente sottomessa con lo studio della Toràh e con le buone azioni e può essere rivolta al servizio di Dio; cosicché si servirà Dio con entrambe le inclinazioni.
Esperienza comune è che tutti ne siamo soggetti.

La domanda che sorge spontanea per il cristiano, che gode dei frutti del battesimo e può fruire del sacramento della penitenza, è come nell'ebraismo venga gestito il cercare di tornare allo stato di purità dai peccati.
  • È da premettere che nell'ebraismo il peccato originale, vale a dire l'impurità del serpente di cui al racconto del libro della Genesi, si tende a considerarla superata perché eliminata (o eliminabile?) con la consegna della Torah sul Sinai. Chi ha aderito all'ebraismo, perciò, ne sarebbe stato assolto.
  • I convertiti all'ebraismo e le coppie il giorno del matrimonio sono considerati come fossero appena nati e tutti i loro peccati vengono perdonati.
  • Il perdono si può poi cercare di conseguire col pentimento unito alle preghiere in sinagoga (il Kaddish), con i riti del Jom Kippur, il giorno del Giudizio annuale in cui si può essere perdonati dei peccati commessi nell'anno confessandoli e cercando di rimediare con opere di carità e procurandosi il perdono del prossimo.
    La mente e lo spirito in quei giorni debbono essere impegnati a riflettere per fare un esame di coscienza e analizzare le azioni fatte o non fatte nel corso dell'ultimo anno e la bocca recita le preghiere e la confessione delle colpe commesse, il "viddui", perché il Talmud afferma che "le parole che rimangono nel cuore non hanno effetto". (kiddushin 49b)
    Nei giorni di Kippur, in cui ci si prepara a fare un uso continuo della parola, è quindi importante e vitale riflettere sul proprio passato e vedere se si sia fatto un uso improprio della parola con calunnie, maldicenza e turpiloquio.
    È scritto, infatti: "C'è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene? Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde. Sta' lontano dal male e fa' il bene, cerca la pace e perseguila." (Salmi 34,13-15).
    La purezza che deve essere intrinseca alla preghiera, non può accompagnarsi con la maldicenza e Kippur è l'occasione per trasformare la propria lingua in lingua santa, ossia qodesh.
    L'uomo è l'unico essere parlante e Rashi (acronimo di Rabbi Solomon (ben) Isaac 1040-1105 d.C.) conclude che ciò che caratterizza l'uomo rispetto agli animali è che "gli è stata aggiunta la conoscenza e la parola", il buon uso di questa può portare l'uomo a raggiungere favorevolmente la missione assegnatali.
    Che vi sia una potenza per la parola pronunciata con bocca pura è dimostrato dal Salmo 8 "Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli" (Salmi 8,3), cioè è la parola dei bambini che sostiene il mondo.
  • Infine, anche la stessa morte, è atto che con le sue pene può portare al perdono secondo il giudizio di Dio.
L'ebraismo crede che: "Alla venuta del Messia Dio distruggerà l'inclinazione cattiva. I giusti che hanno resistito alle sue inclinazioni la vedranno come una grande montagna e si stupiranno d'essere riusciti a superarla. Ai malvagi che non sono riusciti a sottometterla, essa sembrerà sottile come un capello e si stupiranno di non essere stati capaci di dominare qualcosa di così piccino."
Per entrambi le fedi, ebraica e cristiana, resta comunque l'esistenza dell'istinto cattivo che è come un parassita che cresce accanto ad un albero buono.
Questo parassita non può essere sradicato, ma per l'ebraismo ci si può convivere limitandone i danni.
Il cristianesimo invece sostiene che è innestato all'albero una natura nuova per cui il parassita non potrà mai vincere in modo definitivo.
L'ebraismo poi ritiene che con il peccato d'origine d'Adamo è stata introdotta la morte nel mondo per la quale gli individui muoiono sia che siano senza peccato o che abbiano peccato.
Anche il cristianesimo crede questo, ma considera ciò è prova dell'esistenza del peccato originale che ci preclude la salvezza.
A questo punto c'è la divergenza in quanto il primo peccato del racconto di Adamo ed Eva per il cristianesimo diviene emblematico del peccato originale che ha colpito tutti gli uomini nati e nascituri facendoli decadere del primitivo stato di grazia.
C'è per il cristianesimo un impedimento per l'umanità alla vita divina e occorre un fatto decisivo di Dio che ci incorpori nel primitivo stato altrimenti non v'è garanzia che nonostante la morte i peccati sono o saranno perdonati?
In definitiva le opere buone, gli atti di carità e di giustizia, le preghiere e la rettitudine del cuore pur se sono condizioni necessarie, non sono da soli sufficienti per meritare e garantire il ritorno o l'entrare nello stato di grazia.
Il cristianesimo propone un fatto: un figlio d'uomo è stato risorto dai morti ed entrato col corpo nella gloria il che garantisce l'effusione dello Spirito Santo che ci consente di poter essere coeredi con Lui del Regno dei Cieli.
I Vangeli sinottici poi ci propongono che solo Gesù è riuscito a risolvere positivamente le tentazioni.
Il peccato originale è perciò annullato con la natura nuova di Cristo che è donata nel battesimo.
I peccati che vengono commessi durante la vita sono perdonati con il pentimento con il sacramento della confessione e con l'estrema unzione.
Dice al riguardo San Paolo nella lettera ai Romani: "Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria." (Romani 8,14-16)

La santità è una realtà complessa che concerne il mistero di Dio e, per estrapolazione, anche il culto e la morale.
Implica le nozioni di sacro e di puro, ma le supera.

"Santo", il "qadosh" ebraico significa in primis "separato" perché deriva da un radicale semitico che significa "tagliare, separare"; orienta perciò verso l'idea di separazione da ciò che è il resto, che l'uomo ha interpretato come profano.
Questa idea di separato non è però come l'idea di chi si è posto una frontiera, ad es. tra un tempio e l'esterno, perché allora basterebbe dire "sacro" cioè che tende a separarsi dal profano.
L'idea dietro a Santo è piuttosto di "diverso", non schematizzabile, e la parola di Dio lo rivela, ma non lo racchiude.

Questo versetto di Osea chiarisce un po' il concetto: "sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò nella mia ira." (Osea 11,9) vale a dire sono diverso dall'uomo proprio per mentalità, dirittura, misericordia, rettitudine, ecc.

L'uomo a causa della caduta essendo peccatore non riesce a vedere il sacro, il divino, che però permea l'esistenza e il creato, perché vive nell'inganno, e illuso, crede che la realtà sensibile sia tutta la realtà ignorando quella divina o al massimo idolatra o panteista, così l'esistenza del profano è risultato di una errata conclusione dell'uomo.
Un discepolo domandò al rabbino suo maestro: "Dove si trova Dio? Il rabbino gli rispose: Dovunque lo si lascia entrare!"
La santità è, in definitiva, lo stato in cui un uomo, un oggetto, un certo spazio o periodo di tempo si sottrae dalla falsa idea dell'esistenza dominio profano ed, in modi diversi entra nella coscienza del divino.

A tale riguardo, di come Dio si rivela, il pensiero della cabbalah in poche parole il seguente.
Il mondo e l'universo per la cabbalah ebraica o "tradizione" è uno dei quattro veli in cui Dio si è nascosto per consentire una vita libera dopo essersi volontariamente condizionato Tzimtzum (Vedi: "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta").
  • Il primo velo, il più elevato, sarebbe definito Atzilut, il mondo dell'Emanazione ancora molto vicino all'Essenza divina che è la potenza emanatrice, mondo divino, popolato da realtà intime di Dio superiori alle angeliche con cui Dio secondo il suo volere può rivelarsi all'uomo che si trova fuori di quella realtà. È un mondo che non ha un'identità separata da quella di Dio, ed è piena espressione della Sua volontà.
  • Il secondo velo è indicato dalla cabbala come Briah, "Creazione" ove l'esistenza appare per la prima volta quale un'entità separata dal Creatore ma ancora con realtà tutte spirituali, ove si trova il "kissè ha-Cavod", il divino "Trono di Gloria"e gli angeli più elevati, del Servizio, quelli che cantano "Qadosh, Qadosh, Qadosh..."; Isaia, infatti, nell'ora della sua vocazione (740 circa a.C.) ebbe nel Tempio la visione del Signore seduto su un trono elevato, attorno a lui stavano i serafini ciascuno con sei ali e proclamavano: "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria." (Isaia 6,3)
    È Briah, con un parallelo fisico, come un "campo unificato" che riempie il "vuoto" dell'estensione spazio-tempo e che si manifesta producendo forze che si manifesteranno.
  • Il terzo velo Yetzirah, o Formazione è ancora un mondo soprattutto spirituale ove si trovano forme e immagini e idee superiori base e modello di esseri creati popolato dalle varie forme angeliche anche negative in quanto agisce già l'idea della libertà di scelta, che può portare ad agire autonomamente.
  • Il quarto ed ultimo e più basso velo sarebbe A'ssiah , il mondo del Fare, l'universo fisico e materiale, ove le creature divengono corpi materiali, la libertà di scelta è al massimo e si esplica anche nel male. Il suo nome indica azione, agire, operare ed è un mondo "migliorabile" che si può ottenere se si agisce L'Ebraismo suggerisce la pratica delle Mitzvot e delle buone opere con cui si può influenzare l'A'ssiah, onde non bastano le intenzioni, ma occorre "fare il bene" vale a dire la Volontà di Dio.
    In Esaù, il nome del gemello di Giacobbe, c'è la stessa radice della parola ebraica A'ssiah, ma questi scelse di male operare, mentre Giacobbe optò per la via di Dio, quindi del Santo e della santità.
    Dice Gesù al proposito di operare. "Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato (quindi fare la volontà di Dio) finché è giorno (finché c'è luce); poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo". (Giovanni 9,4-5)
    La santità di un uomo in questo mondo è convergenza d'intenti volontà e sentimenti dell'uomo e di Dio.
    L'uomo viene a partecipare all'essere divino con la grazia santificante dono di Dio per conformarne pensieri, azioni e sentimenti, per operare in modo santo, ma nel contempo la santità è conquista dell'uomo, che la desidera e la può raggiungere con quella grazia esercitando la virtù della carità.
    È necessari però essere docili ai buoni impulsi.
    Dice la lettera ai Romani: "Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto." (Romani 12,2)
    In sintesi si realizza il "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Matteo 5,48) del discorso della montagna.
    La santificazione è il disegno che esprime il desiderio di Dio per noi "Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione." (1Tessalonicesi 4,3)
In effetti la lettura con il significato delle lettere usate come icone, vale a dire di immagini di concetti, di cui alla mia ricerca di una forma di decriptazione che ho espresso in tanti articoli in questo Sito che parte, appunto, da metodo regole e significati delle lettere di "Parlano le lettere", la lettura di A'ssiah ci fornisce un pensiero simile a quello che esprime Gesù "agire,operare da luce nel mondo .
Sotto quel quarto livello non vi sarebbe altro.

Provo ad esprimere con l'uso delle lettere ebraiche, come è mio uso, quale sia il messaggio che viene dalle tre lettere associate che formano la parola "qadosh".
Di per sé graficamente la lettera indica versare, rovesciare, come una coppa che rovescia il contenuto interno, la lettera è una mano aperta che può dire aiuto e impedimento come una porta e la è la lettera di fuoco, quindi fa immaginare una luce. (Vedi schede delle lettere cliccando sui loro segni della colonna a destra delle pagine di questo sito)
Si pensi che sole "shoemoesh" in ebraico ha due lettere .
Il culmine di una curva, infatti, matematicamente ha tangente orizzontale e, se si percorre in salita, è il limite oltre cui il rovesciamento è impedito .
C'è una parola usata 4 volte nella Torah (Genesi 49,26, Deuteronomio 28,35; 33,16-20) e poche altre volte negli altri libri (2Samuele 14,25 - Giobbe 2,7 - Salmi 7,17; 68,22 - Isaia 3,17 - Geremia 2,16; 48,45) precisamente "qadeqod", ripetitivo rafforzativo di , il cui significato è sommità del capo, cervice, onde è lecito considerare che già un da solo possa vedersi come, vertice e cima.
Concludo allora che il "qadosh" si può considerare colui che è:

il vertice della luce .

Il Nome assoluto, cioè Dio, il Santo, ha in se la lettera che graficamente rappresenta il concetto di vita = , e la lettera del fuoco "'esh" che emette la luce, cioè origina luce .
Il libro della Genesi quale primo atto di Dio che propone per la creazione è una luce e il Vangelo di Giovanni proprio inizia lo sottolinea "In lui (il Verbo) era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta." (Giovanni 1,4-5)
Viene messo in evidenza in quei versetti l'idea della vita e della luce come proprio a ricordare le manifestazioni del Nome.
Direi che il sole a mezzogiorno rappresenta il "qadosh".
Questo astro, infatti, sta allo "zenit" è origine di luce, in questo caso fisica e se siamo all'equatore non provoca ombra.
Il pensiero che propone lo stesso autore di quel Vangelo nella Prima Lettera detta appunto di Giovanni è: "Dio è luce e in lui non ci sono tenebre." (Giovanni 1,5b) vale a dire è Santo.
Il Vangelo di Matteo mette in bocca a Giovanni Battista le seguenti parole: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco." (Matteo 3,11)
Queste stesse parole il libro degli Atti le pone in bocca a Gesù risorto "Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni". (Atti 1,5)

LA PRESENZA DELLO SPIRITO SANTO
La sorgente della santità è Dio e solo Lui la può comunicare agli uomini.

"Io sono l'Eterno che vi santifica." (Levitico 20,8)

Lo Spirito Santo " ruach ha-kodesh " è l'essenza divina che viene ad invadere gli uomini che parlano ed agiscono secondo la volontà di Dio.
Si pensi ai patriarchi ed ai profeti dell'Antico Testamento ed agli autori dei libri sacri che gli ebrei, come noi, credono scritti sotto impulso dello Spirito Santo.
Alcune volte la manifestazione dello Spirito Santo è eclatante e visibile.
Gli ebrei parlavano allora di Shekinah o manifestazione, cioè la "presenza" di Dio nella sua luce e gloria.
Al riguardo della Shekinah propongo la lettura del relativo paragrafo nell'articolo "Il marito della donna perfetta" articolo in .pdf nella rubrica "San Giuseppe".
Il roveto, il Sinai, la tenda del convegno, il Tempio di Gerusalemme, sono luoghi in cui si manifestò la Shekinà.
Racconta il libro dei Re, al Capitolo 8,10-13: "Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nuvola riempì il Tempio e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiervi il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio. Allora Salomone disse: Il Signore ha deciso di abitare sulla nube. Io ti ho costruito una casa potente, un luogo per la tua dimora perenne."
Da ciò il pensiero rabbinico che sostiene che la Shekinah non fu soddisfatta d'alcun posto in cui passò - il roveto, il Sinai, la tenda del convegno - fino a quando non scese in una casa rivestita di cedro, una dimora perenne e si stabilì nel Tempio, nel muro occidentale.
Il libro del profeta Ezechiele così profetizza: "Figlio dell'uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i miei piedi, dove io abiterò in mezzo agli Israeliti, per sempre... fra me e loro... solo il muro..." (Ezechiele 43,7.8)
Gli antichi maestri Giudei sostengono, la Shekinah, cioè la presenza di Dio, non s'è mai allontanata dal muro occidentale del Tempio, in quanto è scritto nel Cantico dei Cantici: "Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate." (Cantico 2,9)
Da ciò nasce la fede e tradizione del popolo d'Israele di pregare al muro del pianto che è il muro occidentale della spianata del Tempio distrutto dai Romani sotto l'imperatore Tito nel 70 d.C..
Nel Tempio di Gerusalemme, infatti, il Santo dei Santi era rivolto a ovest, direzione verso la quale si rivolgevano i fedeli durante il culto.
Il riferimento al punto cardinale suggerisce l'idea che la Shekinà è in opposizione al sole nascente e, quindi, ai culti solari dei popoli antichi.
È da ricordare ricorda che al momento del passaggio del Mar Rosso una nube agli ebrei illuminava la notte.
I Cristiani credono che Dio si sia manifestato, poi, in un Tempio, "non fatto da mani d'uomo", cioè nel corpo di Gesù, il Cristo, che fu rivestito del legno della croce, ma che è risorto e continua a fornire la sua presenza nella Chiesa che è il corpo in terra del Risorto; Lui è il diletto.
Gli antichi cristiani pensavano a questo abbandono del Tempio di Gerusalemme e della diffusione in tutto il mondo con l'episodio, raccontato nei Vangeli, della rottura del velo del tempio al momento della morte in croce di Gesù.
Nel libro apocrifo il Testamento di Beniamino è detto "Il velo del Tempio sarà strappato e lo Spirito Santo scenderà sulle nazioni come un fuoco che si spande."
Tra l'altro in ebraico muro "qir" è in senso figurato anche le parete del cuore come risulta in questo versetto di Geremia "Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato. Le pareti del mio cuore! Il cuore mi batte forte; non riesco a tacere, perché ho udito uno squillo di tromba, un fragore di guerra." (Geremia 4,19)
(Vedi: "L'epopea dell'arca del patto -Testi nascosti")
L'Israele di Dio è un Popolo santo, per lo Spirito Santo che Dio invia al popolo, riservato a proprietà esclusiva dal Signore per il proprio servizio ed ha la funzione d'intercedere per il mondo:
  • "Perché tu gli sia un popolo santo." (Deuteronomio 28,9)
  • "Siate santi perché io sono santo." (Levitico 11,45)
I sacerdoti sono santi, destinati al culto specifico "possiate discernere il santo dal profano, il mondo dall'immondo e possiate insegnare agli Israeliti tutte le Leggi che il Signore ha dato loro per mezzo di Mosè." (Levitico 10,10)
Il giorno in cui si legge la Legge è santo; infatti: Il sabato è per voi un giorno santo." (Esodo 31,14)

Domandò un discepolo ad un certo rabbi Natan "Che cosa si recita nel settimo giorno?" e questi: "Il Salmo: Cantico per il giorno di sabato - Salmo 92. È il giorno che è tutto riposo = sabato; in cui non si mangia, non si beve e non si commercia, in cui i giusti siedono con i diademi sul capo e si nutrono dello splendore della Shekinah, come è detto: "Essi contemplarono Dio e mangiarono e bevvero" (Esodo 24,11) a somiglianza degli angeli del servizio."
Nella tradizione ebraica (Genesi Rabbà), infatti, si dice che: "gli esseri celesti e quelli inferiori furono creati in un'unica occasione. Mentre quelli celesti sono nutriti dallo splendore della Shekinah, quelli inferiori non trovano da mangiare se non s'affaticano."
Ma dove per l'ebraismo, oggi, può trovarsi la Shekinah?
Dice Idra Rabbà nel libro dello Zohar: La Scekinah è in tre cose; nelle tavole, nell'arca e nell'armadio (aron) dove si tiene la Torah".
Le prime due sono perdute, ma il terzo, è ancora in tutte le sinagoghe, dove appunto ci sono i rotoli della Torah.
In parallelo per i cristiani c'è il tabernacolo in cui c'è il corpo di Cristo, compimento della Torah, sotto le specie eucaristiche.

È noto che il numero minimo di persone che occorre per una liturgia ebraica d'intercessione valida per il mondo è di 10 in ricordo della contrattazione d'Abramo con Dio prima della distruzione di Sodomia ove10 fu l'ultimo numero che fu proposto da Abramo quando disse "Non si adiri il mio Signore se parlo ancora una volta sola; forse la se ne troveranno 10 (di giusti). Rispose (Dio): Non la distruggerò per riguardo a quei 10." (Genesi 18,32)
Dice perciò rabbi Yiscmà: Ogni volta che dieci persone fanno ingresso in Sinagoga la Shekinah è con loro, come è detto: "Dio si alza nell'assemblea divina." (Salmi 82,1)
Da dove si deduce, però, che essa è anche con tre riuniti a giudizio?
Dal versetto: "giudica in mezzo agli dèi" (Salmi 82,2) e nel giudizio sono in tre: le due parti e il giudice.
Che sia anche tra due, donde lo sappiamo?
Perché è detto: "Allora parlarono tra di loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò." (Malachia 3,16)
Ma è forse anche con uno solo?
È detto:" In qualunque luogo dove io vorrò ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò ." (Esodo 20,24)

La Shekinah per l'ebraismo è sempre presente nei rapporti matrimoniali in quanto l'unione indissolubile di maschio e femmina è la sola che, nella sua pienezza possa dirsi divina: "E Dio disse facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza... Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò." (Genesi 1,1,26s)
Dice il Genesi rabbà del III secolo d.C.... non l'uomo senza donna, né la donna senza l'uomo e neppure entrambi senza la Shekinah.
La presenza della Shekinah sottolinea l'idea rabbinica della procreazione quale segno del favore divino, ma anche di dovere affidato all'Adamo primordiale ed ai successori.
A Hiyya ben Gamda, altro rabbì vissuto in terra d'Israele nel III e IV secolo d.C. è attribuito il richiamo di ricostruire, mediante il matrimonio, l'unità dell'immagine del Genesi.
Un uomo senza sposa, afferma, non è completo poiché è detto: "Li creò maschi e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini" (Genesi 5,2) Vale a dire che quando sono entrambi come uno solo possono dirsi uomo.

Il pensiero ebraico è che Dio continua a trasmettere al suo popolo lo Spirito Santo che in particolare è trasferito:
  • con lo scrutare la Torah e passa dal maestro al discepolo, come avvenne tra Elia ed Eliseo;
  • ai giovani fino ai 13 anni nell'insegnamento familiare, nella celebrazione della Pasqua in cui ha un ruolo importante la trasmissione della tradizione ai fanciulli, come pure in tutte le numerose feste della tradizione ebraica;
  • nelle scuole rabbiniche.
La gioia nelle feste con canti, musiche e danze sono segni che vi circola lo Spirito Santo e queste manifestazioni ebbero particolare importanza nel movimento chassidico, nato anche con intenti di protesta, intendeva provocare il risveglio religioso, fondato dal Baal Shem Tov in Polonia a metà del XVIII secolo e diffuso dal suo predicatore Dov Baer di Mezhirech, il "Maggid".
Al centro di ogni comunità chassidica v'era un capo carismatico, lo "tzaddik", al quale gli adepti attribuivano miracoli e lo ritenevano come un canale per far fluire nel mondo l'energia divina.
La gente era spinta a rimanere fedele a Dio ed ad avere esperienza di Lui anche nella gioia estatica attraverso il canto, la musica e la danza, tanto che per eccessi d'alcuni adepti fu tacciato anche di eresia.
Oggi s'è diffuso ed è cessato d'essere un movimento di protesta avvicinandosi all'ortodossia ebraica ed è diventato un'importante forza conservatrice che si oppone alla desacralizzazione moderna nella vita ebraica.

LE "DUE VIE"
L'inclinazione cattiva è in ogni uomo, ma abbiamo visto che va dominato, perché non si esplichi in azioni malvagie.
L'uomo quindi se non cerca di frenarlo sarà un empio.
Il breve Salmo 1, costituito solo da 6 versetti, detto appunto delle "Due vie" mette subito in evidenza all'inizio del libro dei Salmi questa situazione con le seguenti parole.

Salmo 1,1 - "Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;

Salmo 1,2 - ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Salmo 1,3 - Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Salmo 1,4 - Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;

Salmo 1,5 - perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

Salmo 1,6 - Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina."

Questo Salmo, e la sua naturale prosecuzione del Salmo 2, riconosciuto come messianico, sono stati oggetto di decriptazione che ho riportata in "Nel DNA dei Salmi: il Messia" articolo in .pdf nella rubrica "Attesa del Messia".

In effetti, ogni messaggio biblico ha più facce e la Torah è un corpo vivo che presenta reazioni diverse a seconda delle analisi cui si sottopone.
Nel mio articolo "La Torah annuncia l'epopea del Messia" riportavo l'idea rabbinica che ogni testo della Scrittura contiene innumerevoli significati, come è scritto: "Essa infatti non è una parola senza valore per voi" (Deuteronomio 32,47) ed è pure scritto: "Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: il potere appartiene a Dio, tua, Signore, è la grazia." (Salmi 62,12)
Rabbì Jochanan dice: Che cosa significa ciò che sta scritto: "Il Signore ha dato una parola, annunci per un'armata numerosa"? (Salmi 68,12)
Ogni parola che usciva dalla bocca della Potenza sul monte Sinai si divideva in settanta lingue.
È stato insegnato nella scuola di Rabbì Ishmael: "Non è forse così la mia parola: come il fuoco, oracolo del Signore, e come un martello che frantuma la roccia?" (Geremia 23,29). Come il martello picchiato su una roccia può sprigionare molte scintille, così ogni parola che usciva dalla bocca della Potenza si divideva in settanta lingue" (b.Shabbat 88b) vale a dire come un martello fa scaturire infinite scintille, così lo studio della Torah fa scoprire un'infinità di significati.
L'introduzione de libro "Simboli del pensiero ebraico" di Giulio Busi (Enaudi '99) riferisce che la tradizione nella lettura del messaggio biblico "assegnava alla Bibbia settanta facce, che indicavano in realtà, secondo l'uso linguistico semitico, il numero infinito dei significati racchiusi nel testo sacro. Entro ciascun versetto e, all'interno di questo, entro ogni singola parola si celava un profondo sedimentarsi di messaggi che si ritenevano depositati dalla sapienza divina sin dall'inizio dei tempi. La scommessa dell'esegesi stava nello svelare questi sensi occulti e nel ridare luce, anche solo per un attimo ad una delle facce intagliate nella materia sonora della lingua ebraica, con un'azione ermeneutica che tendeva ad estrarre l'essenza delle parole."
E... la decriptazione... altri non è se non un attrezzo particolare per studiare sotto un ulteriore aspetto la Torah, partendo dall'interno delle parole, dalle singole lettere ebraiche.
Tutto ciò è per dire che ogni decriptazione di per sé non è assoluta od esaustiva, ma è ulteriore contributo alla conoscenza di una realtà che riguarda l'Infinito e l'Eterno.

Tornando al tema di Caino e Abele e delle due inclinazioni la domanda che ci si può porre è come l'inclinazione cattiva sia entrata nell'uomo.
Lo stesso Salmo 1, interpellato per decriptazione in tal senso ci da anche una risposta che conferma l'idea della tradizione.
L'inclinazione è provocata da un istinto inserito nell'uomo all'origine.
Del pari occorre che l'inclinazione buona, che ha soggiaciuto, col dono della grazia di Dio che sarà in una persona, divenga un nuovo istinto per tutta l'umanità e vinca l'istinto ormai entrato nell'uomo, come s'evince proprio nel racconto di Caino e Abele "il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo." (Genesi 4,7)

La traduzione - decriptazione del Salmo 1 ispirata a quel pensiero dei due istinti, essendo frutto d'iterazione su vari versetti nel continuo rispetto delle regole ,essendo omogenea e ben connesso pare riuscita.

Nella presentazione, motivo il risultato ottenuto del primo versetto e poi il risultato completo dell'intero Salmo.

Salmi 1,1 - Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;




Salmi 1,1 - All'origine la luce nel corpo fu ad entrare nell'uomo . Nella donna () nel corpo il rifiuto entrò del serpente che la spense (). L'albero (del bene e del male) li segnò di empietà . Fu nei viventi a portarsi solo la debolezza () per il peccato . Fu la pienezza del risorgere che si portava dentro strappata via . Il corrompersi () a scendere fu nei viventi . Il serpente nell'uomo abitò .

Salmi 1,1 - All'origine la luce nel corpo fu ad entrare nell'uomo.
Nella donna nel corpo il rifiuto entrò del serpente che la spense.
L'albero
(del bene e del male) li segnò di empietà.
Fu nei viventi a portarsi solo la debolezza per il peccato.
Fu la pienezza del risorgere che si portava dentro strappata via.
Il corrompersi a scendere fu nei viventi.
Il serpente nell'uomo abitò.

("In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta." Giovanni 1,4.5)

Salmi 1,2 - La rettitudine che c'era all'origine nei viventi dentro finì e i corpi segnati furono dalla perversità.
L'innocenza giù si portò e dentro la Torah che segnata si portava fu allontanata.
Fu portata dai viventi a recidere essendo il serpente entrato.

Salmi 1,3 - Portata fuori fu dal mondo la rettitudine.
Il consiglio con l'illuminazione a finire portò del Potente.
Dal volto del Potente scappò nei giorni a vivere da una donna nel corpo, col frutto si portò.
Fu a scegliere l'angelo (ribelle) dentro al tempo di recarsi portandosi dall'alto nel mondo per condursi del Potente da nemico.
Ma il Potente gli porterà la rettitudine da rifiuto a riaccendere nei corpi per spazzarlo.
Con la risurrezione che uscirà sarà ad avere successo.

Salmi 1,4 - Rifiutato dalla rettitudine l'angelo uscirà.
L'empio che è una piaga che c'è dall'origine, piagato, dai viventi scenderà.
La felicità in tutti per l'aiuto nelle persone si riporterà con lo Spirito (Santo).

Salmi 1,5 - Agirà la potenza della rettitudine per l'angelo da rifiuto.
Obbedienti cambiati dalla risurrezione che ad agire sarà stata nei viventi.
Dentro i salvati il Verbo nel cuore porterà per chiuderli nel cuore dell'Unico. Saranno i viventi dentro l'eternità.
Tutti col Giusto saranno a vivere.

Salmi 1,6 - Retti saranno portati per stare alla conoscenza di Iahwèh.
Per l'aiuto nei corpi della rettitudine giusti saranno i viventi portati.
Le generazioni con l'Agnello risorto si vedranno.
Il primo fu tra gli uomini che il Padre avrà aiutato.

Il fatto che le regole lascino margini di libertà e che il singolo versetto può avere varianti di lettura non inficia la complessiva decriptazione.
Applicandosi a traduzioni estense come è il mio caso che ha ormai comportato l'esame col metodo di cui ho detto della maggior parte dei libri del canone i timori d'interpretazioni distorte sono fugati perché, dopo alcuni versetti, se il discorso non è sensato e le frasi sono frammentarie è da riverificare il tutto ed inserire le varianti consentite.
È proprio, peraltro, degli autori biblici ripetere i concetti fondamentali in varie forme per certezza di ricezione.
Nella lettura d'un versetto, se pare non colto il significato autentico, si ritroverà con altre parole in altri versetti e, se non è corretto, alla lunga sarà eliminato.
Affrontando poi capitoli e capitoli diversi e di vari libri biblici il testo procede come corrente di fiume maestoso in moto laminare anche con locali turbolenze.
Nel caso del Salmo 1, il risultato ottenuto, che riguarda l'azione all'origine che ha provocato l'inserimento dell'istinto bestiale non è sporadico, come si può verificare si presenta in passi di decriptazioni di altre pagine di passi di altri libri sacri presentate in altri articoli.

ISAIA 63 - UN TESTO MESSIANICO
Uno dei due testi della Tenak che ho indicato nelle Premesse in cui si trova l'espressione il Santo Spirito per ben due volte (versetti 10 e 11) è il Capitolo 63 di Isaia nell'ambito dei capitoli considerati il Trito-isaia (tra il 55 e il 66), scritti attribuiti ad autore ignoto del V sec. ai tempi di Esdra e Neemia.
Non solo, si trova anche citato lo spirito del Signore al versetto 14.
Il Signore si presenta tutto rosso, come se fosse un vendemmiatore che ha vendemmiato i popoli, figura messianica del giudizio finale sui popoli.
Fa pensare al famoso parallelo "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto." (Giovanni 15,1.2)
Si tratta di 19 versetti che si concludono con una invocazione "Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti."

A questo punto vale la pena di vedere cosa dice per decriptazione.
Per comodità riporto prima il testo C.E.I..

Isaia 63,1 - Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di rosso? Costui, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza? Io, che parlo con giustizia, sono grande nel soccorrere.

Isaia 63,2 - Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel tino?

Isaia 63,3 - Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno, li ho calpestati con ira. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti,

Isaia 63,4 - poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore e l'anno del mio riscatto è giunto.

Isaia 63,5 - Guardai: nessuno aiutava; osservai stupito: nessuno mi sosteneva. Allora mi prestò soccorso il mio braccio, mi sostenne la mia ira.

Isaia 63,6 - Calpestai i popoli con sdegno, li stritolai con ira, feci scorrere per terra il loro sangue.

Isaia 63,7 - Voglio ricordare i benefici del Signore, le glorie del Signore, quanto egli ha fatto per noi. Egli è grande in bontà per la casa di Israele. Egli ci trattò secondo il suo amore, secondo la grandezza della sua misericordia.

Isaia 63,8 - Disse: Certo, essi sono il mio popolo, figli che non deluderanno e fu per loro un salvatore

Isaia 63,9 - in tutte le angosce. Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con amore e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di sé, in tutti i giorni del passato.

Isaia 63,10 - Ma essi si ribellarono e contristarono il suo santo spirito. Egli perciò divenne loro nemico e mosse loro guerra.

Isaia 63,11 - Allora si ricordarono dei giorni antichi, di Mosè suo servo. Dov'è colui che fece uscire dall'acqua del Nilo il pastore del suo gregge? Dov'è colui che gli pose nell'intimo il suo santo spirito;

Isaia 63,12 - colui che fece camminare alla destra di Mosè il suo braccio glorioso, che divise le acque davanti a loro facendosi un nome eterno;

Isaia 63,13 - colui che li fece avanzare tra i flutti come un cavallo sulla steppa? Non inciamparono,

Isaia 63,14 - come armento che scende per la valle: lo spirito del Signore li guidava al riposo. Così tu conducesti il tuo popolo, per farti un nome glorioso.

Isaia 63,15 - Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? Non forzarti all'insensibilità

Isaia 63,16 - perché tu sei nostro padre, poiché Abramo non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore.

Isaia 63,17 - Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vi e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità.

Isaia 63,18 - Perché gli empi hanno calpestato il tuo santuario, i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo santo?

Isaia 63,19 - Siamo diventati come coloro su cui tu non hai mai dominato, sui quali il tuo nome non è stato mai invocato. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti.

Isaia 63,1 - In un vivente è per colpirlo entrato in casa.
Dell'Unico la forza porta ai viventi.
Nella prigione dell'oppressore alla violenza è a vivere.
Da madre in una stalla questi entra nel mondo.
La mano porta col corpo dalla sposa; dall'ignominia la condurrà su.
Agendo nel mondo, dentro le moltitudini il vigore recherà.
Dall'Unico inviato è tra i lini il Figlio.
Nel fango, nella polvere entra con un corpo a casa del serpente per soccorrere.

Isaia 63,2 - I vita per aiutare si reca in azione in un uomo il Potente.
Il Potente nella vergogna la rettitudine reca.
Dalla perfidia è così un retto per via in cammino per finirla.

Isaia 63,3 - La Parola porta in un corpo al mondo in giro la rettitudine.
Alla fine è dal serpente da solo.
È stato portato dal seno in vita ad esistere dalla Madre.
Dall'Unico è stato inviato in un uomo.
In un primogenito che ha scelto è stato portato il magnifico.
Così in vita da casa l'ira è stata portata dall'Unico al verme.
La pienezza di vita dentro racchiusa in un uomo è stata portata.
È con questi l'energia giù chiusa in vita in azione in un cuore.
Il destino è a portare così al serpente.
Dai viventi del serpente la vergogna è l'Unigenito a riscattare; ne finirà l'esistenza.

Isaia 63,4 - Così ad esistere è stata portata a vivere l'energia versata in un vivente a casa del serpente. Dentro si è portata la luce, inviata finalmente nel cammino.
L'Unico l'ha recato al serpente.
È in un casa nel primogenito entrata.

Isaia 63,5 - Portato dal Padre è il Cuore, l'ha portato in un primogenito, è stato inviato per aiutare, recato in una Donna che ha scelto che l'ha portato in vita.
Ai viventi lo porta l'Unico, è per inviare la pienezza.
Reca in vita la rettitudine ed indica che la reca a sorgere dall'alto ad esistere.
Per colpire il male è a portare il veleno per finire dall'esistenza la perversità.
L'Unico nel buco alla piaga la fine inviata è stata.

Isaia 63,6 - E il Padre lo porta precipitoso in vita a stare tra i viventi.
Dentro l'ira è stata portata dalla Donna così al verme a casa il veleno per finirlo gli è stato portato.
L'Unico ha recato in un corpo la forza per sbarrare il serpente.
Dall'Unico un corpo da amo scende col veleno.

Isaia 63,7 - La grazia è.
Del Signore ha iniziato puro ad esistere un corpo.
Finalmente al mondo del serpente lo porta.
Indica che è entrato che porta al mondo la rettitudine dall'alto alla prigione.
Sorge in un corpo in cammino in un vivente dal serpente ad abitare il Signore.
Reca nel corpo dentro il Cuore, lo reca a casa del serpente.
Ad abitare è per scelta in Israele il Beato a slattarsi dalla Madre.
La rettitudine in un utero è stata portata e così alle moltitudini la grazia è a recare. (È piena di grazia)

Isaia 63,8 - Portata è stata dall'Unico dalla madre in vista la rettitudine per i popoli.
È al mondo dalla madre uscito il Figlio.
È a vivere dal serpente un uomo.
Un accidente gli porta ad esistere nel mondo.
A stare dal serpente esce per i viventi del Potente il salvatore.

Isaia 63,9 - A casa della sposa scende con un corpo puro il "no" al nemico.
Lo porta la pienezza così in una persona che è a portargli la calamità.
In dono a vedere ai viventi a casa l'amore completo porta e dentro il veleno al serpente per finirlo reca.
Lui per redimere i viventi porta dell'Essere l'energia.
Il Cuore del Potente ai viventi portato è stato, inviato per bruciare per l'Unico dalla vita il maligno che dei viventi fu del peccare la causa/il perché.

Isaia 63,10 - E dal mondo dei vivi ad uscire l'amarezza porterà ed i dolori condurrà l'Unigenito alla fine.
Lo Spirito Santo reca, porta ad esistere il soffio alla sposa.
In vita al serpente guai dentro al mondo gli porta per incontrarlo, la guerra a casa gli vive.

Isaia 63,11 - Portatosi è in un puro corpo, è in vita, è dal malvagio i viventi a salvare.
In azione da vivente gli porterà guai al mondo.
Gli uscirà dal seno del Potente la vita.
Con l'acqua sarà a vivere dall'Unigenito in croce la compagna. Giù l'Unico l'invierà, la condurrà da quel primogenito.
Ad esistere nel mondo uscirà la risurrezione dei viventi.
Da dentro la verserà alle moltitudini.
La recherà l'Unigenito dalla croce.
Il corpo riporterà dalla tomba (una lettura di Spirito ).
Rovescerà la porta da risorto si porterà (una lettura di Santo ).

Isaia 63,12 - Dal circonciso/tagliato è ad esistere la sposa.
È ai viventi che è stata inviata con l'acqua a sorgere nel mondo per un colpo al corpo (che ha circonciso il cuore di Gesù ).
L'ha portata in vista dalla croce la Parola.
L'Unigenito dal corpo in croce l'ha portata da dentro e versata in vista con l'acqua è stata la Madre.
Ai viventi dalla Parola inviata è al mondo la Madre dal serpente ad operare portata dal colle e il fuoco dal seno porterà al serpente la Madre.

Isaia 63,13 - In vita portata al serpente è la rettitudine della Madre.
Da dentro la croce uscita dal morto, così in pienezza si porta a convertire i viventi con la Parola.
Il "no" della rettitudine al delitto reca.

Isaia 63,14 - La rettitudine dentro al mondo viva fuori dall'intimo versata si vede uscire dalla croce. In giro con lo spirito dal Signore crocefisso inviata è stata la grazia.
(Luca 23,46 "Gesù, gridando a gran voce, disse: Padre nelle tue mani consegno il mio spirito. Detto questo spirò.)
Retti apostoli ha inviato al mondo in cammino agli sviati con l'acqua la sposa che agendo li fa sorgere.
Si portano ai confini in cammino ad illuminare gli uomini glorificando il Crocefisso.

Isaia 63,15 - Al mondo da dentro il cuore ai viventi il cielo ha portato.
L'ha recato nel corpo l'Unico al mondo ai viventi.
Colpito dentro dal serpente ha versato la santità.
La rettitudine ha recato dalla croce col soffio l'Unigenito nell'oppressione.
Originata è stata al mondo, versata agli apostoli dall'Unigenito crocefisso.
Così si portano in cammino alla prigione ad indicare l'esistenza retta.
Al mondo ai viventi portano gli apostoli dal seno ad esistere la misericordia.
Sono ad affliggere il serpente.
È uscita dalla croce l'ira attesa.

Isaia 63,16 - La rettitudine è venuta al mondo.
Dal Padre è stata inviata, portata così è stata dall'Unigenito Figlio al mondo.
In pienezza è la conoscenza inviata, dagli apostoli portata che sono a far sorgere il corpo/popolo di Dio.
Al serpente guai sono per la rettitudine ad esistergli col corpo.
Gli apostoli a portare iniziano l'indicazione che al mondo il Signore dal Padre è stato inviato a portare il riscatto, l'energia portano ai viventi, dalla perversità li liberano alla vita retta.

Isaia 63,17 - Con il "lemàh" (Dal serpente i viventi escano! Il grido che lancia Gesù) dalla croce completamente in azione gli apostoli ha portato il Signore con la madre.
In aiuto per i deboli è stata così dalla croce versata in dono dal chiuso del cuore l'energia che porta ai viventi la forza nel corpo per venire retti.
Del Risorto portano dentro la potenza in seno.
L'energia per servire è così riaccesa dentro i cuori; sono l'eredità retta.
("Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemà sabactàni? che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Matteo 27,46; il Vangelo riporta le parole anche in ebraico così testimonia il verificarsi della profezia.)

Isaia 63,18 - Per il Potente dei viventi i pastori sono alla conquista, si portano ai popoli.
Dal Santo così giù dal corpo è stato il frutto portato in pienezza.
A riempire ha portato i viventi di santità con la rettitudine.

Isaia 63,19 - Al mondo il vino ha portato al peccare del serpente ai viventi con potenza l'Unico per liberarli dal serpente.
(Luca 22,29b "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi.")
Dalla croce da dentro a vivere un "no" energico ha versato dal corpo.
Dall'Unigenito sorto dalle piaghe dell'innalzato è uscito con la Madre al serpente.
Ha recato l'Unico alle menti a vedere il segno che dal cielo scende la purezza, col soffio inviata è stata dal monte: è la Madre con gli apostoli colpi al serpente a portare.
(Il testo in ebraico di Isaia indica che si squarciò il cielo, il relativo criptato racconta nel contesto della morte in croce un segno dal cielo, i vangeli testimoniano che si fece buio su tutta la terra e si squarciò il velo del tempio.)

Dalla lettura del decriptato si comprende che lo Spirito Santo porta ad una natura nuova.
Messaggi deducibili con le stesse lettere che lo formano sono:
  • "in un corpo si porta a chiudere il Santo ".
  • (prima nel corpo di Maria, poi in Gesù, e poi nel popolo cristiano)
  • "I corpi riporta dalle tombe versando d'aiuto la risurrezione ";
  • "Alla mente porta la legge con l'aiuto per illuminarla ."
Questa ultima lettura avvicina l'idea della Pentecoste ebraica della consegna della legge con quella cristiana della discesa dello Spirito Santo in forma di lingue di fuoco, che illuminano le menti visto che parlarono in varie lingue come ci dicono gli Atti: "Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento (in ebraico è il ) che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi." (Atti 2,1-4)
Se poi in si considera di immaginare invertite le lettere la si ha che ha ovviamente lo stesso valore gematrico, ossia del valore somma delle lettere.
Ora è il radicale di "vuotare" e di "vuoto" e è il radicale di "rinnovare" e di "hadash "nuovo, straordinario, inaudito" e quindi porta all'idea l'idea che le cose nuove e straordinarie, sia come fatti della storia, sia per rinnovare le menti, siano apportate dallo Spirito Santo.
Dal vuoto cose nuove
Nella mente porta a versare cose nuove .

"Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi". (Ezechiele 36,26-27)
Per il cristianesimo il battesimo è il sacramento il segno esterno efficace che racchiude la grazia della natura nuova nello Spirito.
Gesù stesso, infatti, come abbiamo visto negli Atti degli Apostoli 1,5 dice ai discepoli "Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni".
Il Vangelo di Matteo in chiusura riporta le parole del Risorto: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo." (Matteo 28,19)
Lo stesso libro degli Atti riporta che Pietro nell'incontrare a Cesarea Cornelio e molte altri ebbe a dire ai fedeli che l'accompagnavano e "si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo... "Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi? E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo" (Atti 10,45-47s)

Lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù, di Cristo, di Gesù Cristo:
  • "(Paolo e Timoteo) Attraversarono quindi la Frigia e la regione della Galazia, avendo lo Spirito Santo vietato loro di predicare la parola nella provincia di Asia. Raggiunta la Misia, si dirigevano verso la Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, attraversata la Misia, discesero a Triade". (Atti 16, 6-8)
  • "Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene." (Romani 8,9)
  • "So, infatti, che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo." (Filistei 1,19)
SALMO 51 - PIETÀ DI ME O DIO - DECRIPTAZIONE
Altra pericope della Bibbia ebraica ove appare l'espressione Spirito Santo è il Salmo 52 versetto 13.

Se però si va a guardare il testo in ebraico nel versetto 14 che in italiano recita "Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso" in ebraico è scritto nel seguente modo.



Quelle lettere ebraiche evidenziate in verde con cui è citato il salvare e la salvezza e animo si possono leggere "Spirito di Gesù" e Gesù è il Messia, il Cristo per i cristiani.
Penso che agli scrutatori cristiani dei primi secoli ciò non sia sfuggito.
Trovo tra l'altro proprio sullo Spirito di Cristo questa nota nella lettera 1 Pietro che calza alla perfezione con quanto sto presentando, infatti, basta ad esempio cercare brani con la parola salvare, e salvezza che si trovano brani profetici relativi a Gesù.

Il brano è il seguente: "Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che dovevano seguirle. E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo." (1Pietro 1,10-12)

La decriptazione col mio metodo di quelle lettere del versetto 14 del Salmo 51 fornisce il seguente testo.

Salmi 51,14 - Ne usciranno risorti , sarà dentro a rientrare la potenza che c'era nel sesto (giorno della creazione) per la portata energia . Gesù la rettitudine porterà . Dal corpo porterà la grazia . L'aiuto sarà da dentro ad uscire dal crocefisso . Dal foro di una piaga () ad inviarla sarà .

Ho così provveduto alla decriptazione dei 21 versetti che costituiscono questo importante Salmo penitenziale di cui riporto il testo italiano e tutta di seguito la decriptazione:

Salmi 51,1 - Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

Salmi 51,2 - Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea.

Salmi 51,3 - Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.

Salmi 51,4 - Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.

Salmi 51,5 - Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Salmi 51,6 - Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.

Salmi 51,7 - Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre.

Salmi 51,8 - Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell'intimo m'insegni la sapienza.

Salmi 51,9 - Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve.

Salmi 51,10 - Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato.

Salmi 51,11 - Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe.

Salmi 51,12 - Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.

Salmi 51,13 - Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.

Salmi 51,14 - Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.

Salmi 51,15 - Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.

Salmi 51,16 - Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia.

Salmi 51,17 - Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode;

Salmi 51,18 - poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti.

Salmi 51,19 - Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

Salmi 51,20 - Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme.

Salmi 51,21 - Allora gradirai i sacrifici prescritti, l'olocausto e l'intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.

Concludo questo ulteriore tassello della mia ricerca raccomandando la lettura tutta di continuo del testo seguente.

Salmi 51,1 - Il Potente la vita angelica giù chiuderà.
Ai viventi questa una madre porterà dal corpo. Di Davide...

Salmi 51,2 - ...nella casa entrerà la divinità.
La Colomba in una prescelta invierà.
L'energia dentro sarà nel primogenito di una retta donna nel corpo.
Abiterà nel primogenito la divinità nella casa prescelta nel settimo (giorno della creazione).

Salmi 51,3 - La grazia inviata sarà da Dio nel mondo ove sono i viventi.
Il vigore in pienezza ai fiacchi per la rettitudine nei corpi abiterà.
In un utero ci sarà la rettitudine.
Un vivente dalla tomba uscirà.
Il soffio della risurrezione ad agire sarà.

Salmi 51,4 - Entrerà in un corpo dentro al mondo la rettitudine.
Abiterà nel buco ove l'angelo (ribelle) sta.
In un seno portò l'angelo un giorno il peccato.
Finito sarà.
Un utero per partorire angeli ci sarà.

Salmi 51,5 - La rettitudine ci sarà col volto che il risorgere dalle rovine inizierà.
Inviato sarà dall'Unico l'aiuto in azione per portare il peccato a finire.
Ci risarà lo splendore.
Risaranno integri in forza dell'aiuto.

Salmi 51,6 - La potenza in tutti abiterà, la debolezza del peccato finita sarà.
Porterà fuori il male da dentro con le rovine che per l'angelo (ribelle) ci sono.
La rettitudine agirà, a risorgere sarà tutti; saranno perciò tutti giusti.
Da sola dentro la debolezza avrà finito, questa l'avrà spento.
Dentro si riaccenderà il soffio nei cuori nei retti.

Salmi 51,7 - Entrata l'energia della rettitudine agirà e porterà l'angelo a sentire le doglie del parto.
Il serpente finito sarà portato che dentro si chiuse nei cuori all'origine essendo un veleno per tutti.
L'energia ci risarà dell'Unico.
La vita ci risarà.

Salmi 51,8 - Entrata l'energia delle origini negli uomini l'innocenza riscenderà in tutti dentro i cuori.
Dalla tomba si riporteranno tutti e dentro piena integrità con la sapienza rientreranno.
Da tutti il portato aiuto spazzerà l'angelo (ribelle) che c'è.

Salmi 51,9 - Finito il peccare che il frutto (dell'albero del bene e del male) all'origine a stillare portò, originerà l'essere mondi in tutti per la rettitudine che li abiterà.
In un buco l'angelo un giorno brucerà il Potente.
Scapperà la maledizione che dentro c'è per l'angelo.

Salmi 51,10 - Alla fine la risurrezione nei viventi spazzerà l'angelo.
Sarà a fuoco simile per l'angelo, ma risorgerà i viventi che dalle tombe usciranno.
Da tutti scapperà la potenza che dall'angelo entrò dall'albero della morte.
Con l'aiuto della rettitudine sarà a finire.
(Nel racconto del giardino dell'Eden l'albero della vita aveva un contro altare, l'albero della conoscenza del bene e del male, ma risultò essere l'albero della morte.)

Salmi 51,11 - Nel mondo si nascose nelle persone ove c'era la rettitudine.
Nei viventi si chiuse nei cuori, guai portò in tutti col peccare.
L'energia a finire fu nelle midolla entrando.

Salmi 51,12 - Nel cuore puro creato dal Potente fu il maledetto a cambiare.
Portandosi la grazia con la rettitudine si porterà energia nuova che curerà dentro l'esistenza.

Salmi 51,13 - Dio alla fine brucerà il serpente con la forza della rettitudine.
L'energia ci risarà nei viventi. Il serpente nelle persone sarà arso.
Lo Spirito Santo affliggerà il serpente.
Alla fine ne rovescerà il veleno.
Nei viventi la vita angelica ci risarà.

Salmi 51,14 - Ne usciranno risorti.
Sarà dentro a rientrare la potenza che c'era nel sesto (giorno della creazione) per la portata energia.
Gesù la rettitudine porterà.
Dal corpo porterà la grazia.
L'aiuto sarà da dentro ad uscire dal crocefisso.
Dal foro di una piaga ad inviarla sarà.

Salmi 51,15 - Di Dio nei viventi l'aiuto entrerà.
Il soffio della risurrezione ad agire sarà.
A rivivere le generazioni rette saranno.
Arso il peccato sarà nei viventi.
Dio sarà così la forza della risurrezione a recare.
Da dentro la recherà.

Passo i verbi al passato riferendomi agli eventi di Gesù di Nazaret.

Salmi 51,16 - Fuori a scendere fu per il serpente tra i lamenti per i viventi il sangue.
Un mare di divinità ad entrare fu tra i viventi.
Dio nel mondo era stato in croce per la risurrezione portare.
Nel tempo fu.
Dalla croce dal corpo l'energia inviò.
La potenza ai simili ad inviare fu il giusto in croce retto.

Salmi 51,17 - Il Signore fu sul monte calvo in croce.
Fu dalla croce il Verbo crocifisso nella tomba portarono.
Il Verbo era stato tormentato.
Gli fu d'aiuto il lodare al crocifisso retto.

Salmi 51,18 - Per la rettitudine gli fu la potenza a rivenire.
Dalla tomba il Verbo si rialzò.
Dalle ferite/colpi dentro la tomba portò l'Unico al crocifisso l'energia.
Riuscì alla vista, si riportò potente fuori.
Dal Potente venne col corpo salendo dal mondo.

Salmi 51,19 - In sacrificio fu Dio nel mondo per il cambiamento.
Portò la grazia dallo stare in esilio con il corpo nel mondo.
Dal cuore l'inviò.
Un risorto dentro col corpo riportò, inviò l'aiuto delle rettitudine nel mondo.
Da Dio nel mondo ci sarà la pienezza.
Dal Crocifisso dentro questa entrerà.

Salmi 51,20 - Ad uscire fu dal cuore la forza dentro al mondo dall'Agnello.
Giù portò l'energia della rettitudine.
Venne giù la colomba (Spirito Santo) dalla croce dal Figlio nel mondo.
Nella tomba portato morto fu col corpo a riportarsi risorto con potente vita.

Salmi 51,21 - Il primogenito colpito in croce innocente salito in sacrificio pur essendo giusto per il peccare dei potenti fuori portò la sposa.
Fu il rifiuto di Questi.
Per giovare portò la vergine l'ucciso per perdonare.
Era-è-sarà la madre.

CONCLUSIONE
Questo articolo contribuisce a presentare sotto l'aspetto particolare delle lettere ebraiche e della decriptazione il tema dello Spirito Santo che è argomento antico, ma non lo pare tanto dalle traduzioni come ci sono pervenute.
Pur tuttavia la tradizione cristiana con la propria esegesi dei testi ha contribuito e in tempi molto vicini agli eventi fondanti di Gesù di Nazaret a considerarne l'importanza e lo ha portato a definirlo persona divina.
Nel battesimo del Giordano Gesù fu unto, "consacrato in Spirito Santo e potenza" (Atti 10,38) poi "Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo". (Matteo 4,1)
I discepoli provenienti dai proseliti che leggevano la Bibbia in greco.
Nei testi tradotti in greco del così detto "Antico Testamento" la figura dello Spirito Santo non pare troppo definita e resta nascosta.
Eppure l'Antico Testamento è tutto pervaso dal soffio dello Spirito Santo e i libri biblici stessi sono stati scritti sotto il Suo impulso.
Interessante è che nel 55 d.C. Paolo, raggiunto Efeso (Atti 19,1-5) "trovò alcuni discepoli e disse loro: Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede? Gli risposero: Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo. Ed egli disse: Quale battesimo avete ricevuto? Il battesimo di Giovanni, risposero. Disse allora Paolo: Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù. Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano."
Lo Spirito non è solo una forza di Dio, ma persona della S.S.Trinità.
Formalmente la parola Trinità che non appare nelle Sacre Scritture fu usata per la prima volta da Teofilo vescovo di Antiochia (168-181).
La Trinità, una sostanza e tre persone, è un dogma cristiano che, assieme all'unicità di Dio e la divinità del Verbo (contro l'eresia di Ario) è condiviso dalle chiese ortodosse, cattolica e riformate (luterani, calvinisti, anglicani, ecc) definito nel primo concilio di Nicea nel 325 d.C. come deduzione dai libri profetici del Nuovo Testamento dei primi Padri della Chiesa e attesa dalla tradizione cristiana fino del popolo cristiano.
San Gregorio Nazianzeno (329-390 d.C.) nato dopo quel Concilio osservava che nell'Antico Testamento abbiamo conosciuto chiaramente il Padre e abbiamo cominciato a conoscere il Figlio. Nel Nuovo Testamento abbiamo conosciuto chiaramente il Figlio perché si è fatto carne ed è venuto in mezzo a noi. Ma si comincia a parlare anche dello Spirito Santo. Gesù annuncia ai discepoli che, dopo di Lui, verrà il Paraclito... Ora nel tempo della Chiesa, lo Spirito Santo è in mezzo a noi e possiamo conoscerlo. Questa è la pedagogia di Dio, il Suo modo di procedere: con questo ritmo graduale, quasi passando di luce in luce siamo arrivati alla piena luce della Trinità.
Leone XIII, nella prima enciclica sullo Spirito Santo Divinum illud munus (1897) tra l'altro lo evidenziava come "il grande sconosciuto".
Eppure Gesù di Nazaret è il Messia, è l'atteso, e la sua venuta apre per l'umanità il frutto della santità, segno che la grazia di Dio è ormai disponibile per tutti gli uomini di buona volontà.
Tra la sua prima venuta e l'attesa della seconda nella gloria si attua la profezia di Gioele: "...effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito." (Gioele 3,1.2)
Questi versetti del Capitolo 3 di Gioele sono richiamati nel capitolo 2,17-21 degli Atti degli Apostoli nell'ambito del 1° Kerigma di San Pietro dopo la Pentecoste a Gerusalemme.

Gioele 3,1 - A portare ad esistere di fratelli un corpo sono i retti apostoli dall'Unigenito risorto che col soffio recò la rettitudine, venuta con lo Spirito la forza dall'alto.
Per la rettitudine nei cuori a sorgere un corpo portano gli apostoli.
Dentro per l'Unico recano figli che sono alla retta vita condotti.
Portata dal Figlio Crocefisso fu la retta Madre, in questa versò l'energia.
È così che nei viventi nelle assemblee la potenza e la vita reca del Crocefisso. Sono esseri forti, inviati a casa in lini bianchi, sono della retta Madre al petto ove sono dagli apostoli portati tutti.
Sono nel corpo/popolo dell'Unigenito condotti.

Gioele 3,2 - Ed in cammino per il misfatto uscì dal Servo ad esistere la Madre portata dall'alto, uscì dal Calvario.
L'annuncio del Crocefisso dentro fu per la Madre.
Che era in vita riuscito aprì ai viventi del mondo.
Dell'Unigenito la risurrezione la parola portò.
Della rettitudine dell'Unigenito Crocefisso lo Spirito ci fu.

Mi riservo prima o poi di presentare decriptato l'intero libro del profeta Gioele.
La decriptazione di questi due versetti di quel profeta conferma che l'ampia citazione dei versetti delle sacre scritture nei testi del Nuovo Testamento, come ho fatto presente in "Vangeli, profezie attuate dal Cristo", assicurava ai cultori della parola del tempo di accedere alle fonti ebraiche, anche se i libri erano ormai letti in generale nella traduzione in greco dei 70, e rendeva possibili ai cultori della parola pure la lettura dei testi di secondo livello di quei versetti se venivano cercati nella Bibbia ebraica.

a.contipuorger@gmail.com

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