GLI ANIMALI, CANTICO PEREQ SHIRAH
E IL PECCATO D'ADAMO
di Alessandro Conti Puorger
UOMINI E ANIMALI
Per l'uomo che vede la propria ed altrui traiettoria di vita - infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia - è ineluttabile la constatazione che l'esistenza dei singoli individui della propria razza, concepita nell'esperienza del sensibile, è destinata a terminare.
L'essere umano è spettatore, infatti, in sé e negli altri dei segni di un progressivo cambiamento fisico e comprende che è costretto a subire l'inesorabile processo evolutivo del proprio corpo che, nella migliore delle ipotesi, cesserà di agire morendo di vecchiaia di durata non certa, inevitabile e non superabile ultima "malattia" d'esito sempre infausto.
Per chi è scampato a precedenti incidenti, malattie ecc. la vecchiaia è percepita quale attentato finale alla permanenza nel mondo sensibile col graduale abbattimento del residuo baluardo di forza fisica prima della dissoluzione in polvere del proprio corpo.
L'uomo si rende così conto d'essere il soggetto di una caducità intrinseca.
Su questa tematica l'autore del libro della Genesi, il primo dei libri delle Sacre Scritture della Tenak ebraica e della Bibbia cristiana, coi racconti della "creazione" - capitoli 1, 2 e 3 - prospetta la propria opinione sulla motivazione di tale caducità ed entrambe le tradizioni la considerano ispirata come del resto tutta la Torah.
Tali racconti saldano in un unico pensiero allegorico midrashico vicende antiche che si agitano nei miti dei popoli, ma che la profondità della meditazione dello spirito hanno distillato in un testo denso di profondi contenuti teologici - etici - esistenziali.
È da andare al primo capitolo ed ai sei giorni della creazione quando, procedendo per tappe che vanno di pienezza in pienezza, Dio creò l'uomo.
L'autore imposta i racconti ponendo come finalità ultima delle opere dei 6 giorni, appunto, l'uomo, collocato poi nel giardino dell'Eden che Dio stesso aveva piantato, perché la prima coppia vi crescesse libera e giusta.
(Vedi "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico" in "Ricerche di Verità".)
- Primo giorno - Dio disse: "Sia la Luce", e questa fece distinguere le tenebre.
"…Dio esisteva in sé perfettamente solo. Nulla esisteva che fosse partecipe della Sua eternità. Allora egli stabilì di creare il mondo. Come lo pensò, come lo volle e come lo descrisse con la sua parola così anche lo creò… Dio esisteva nella sua unicità e nulla c'era che fosse coeterno con Lui. Niente esisteva se non Dio. Egli era solo ma completo in tutto. In Lui si trovava intelligenza, sapienza potenza e consiglio. Quando volle, e nella misura in cui volle, egli, nel tempo da Lui prefissato ci rivelò il suo Verbo per mezzo del quale aveva creato tutte le cose… Pronunziando una prima parola, e generando luce da luce, presentò alla stessa creazione come Signore il suoi stesso Pensiero e rese visibile colui che egli solo conosceva e vedeva in se stesso e che prima era assolutamente invisibile per il mondo creato. Lo rivelò perché il mondo lo vedesse e così potesse essere salvato. Questi è la Sapienza che venendo nel mondo si rivelò Figlio di Dio. Tutto fu creato per mezzo di Lui, ma egli è l'unico che viene dal Padre." (Dal trattato "Contro Noeto" di Sant Ippolito, sacerdote.)
- Secondo giorno - Divise le acque di sopra da quelle di sotto col firmamento o cielo.
- Terzo giorno - Appare l'asciutto dal mare e si producono erba, alberi e frutti.
I primi tre giorni hanno come corrispondenti i successivi altri tre giorni:
- Al Primo corrisponde il Quarto, con formazione dei lucernari ed appare giorno e notte;
- al Secondo corrisponde il Quinto, con pesci nel mare, rettili e uccelli del cielo;
- al Terzo corrisponde il Sesto, con animali che mangiano erba e l'uomo semi e frutti.
Ogni giorno della creazione ha in sé due elementi tra loro posti a contro altare, uno solare luminoso, pienezza di quel giorno, l'altro complemento minore.
Primo giorno: luce - tenebre.
Secondo giorno: acque di sopra, cielo - acque di sotto.
Terzo giorno: terra dal mare e su queste, semi e frutti, erbe.
Quarto giorno: giorno - notte.
Quinto giorno: uccelli - pesci e rettili.
Sesto giorno: uomo - animali.
Alla fine di quel processo, la Genesi dice che "
In principio… Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e
moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su
ogni essere vivente che striscia sulla terra." (Genesi 1,1-27s)
Il primo dei precetti fu essere fecondi e moltiplicarsi secondo la propria specie e secondo ciò che la natura comporta per una corretta procreazione.
Il libro del Levitico poi sarà più esplicito: "Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio. Non ti abbrutirai con alcuna bestia per contaminarti con essa; la donna non si abbrutirà con una bestia; è una perversione." (Levitico 18,22-23)
È, peraltro, vietato anche incrociare tra loro specie diverse di animali - "kilayim" - come pure mischiare nello stesso campo semi diversi e formare tessuti con fibre diverse: "Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di specie differenti; non seminerai il tuo campo con due sorta di seme, né porterai veste tessuta di due diverse materie." (Levitico 19,19)
Questa è la regola dello "shaatnez" e sta ad indicare che nella creazione di Dio ogni cosa ha il suo posto e tale ordine non deve essere cambiato dall'uomo.
In quei versetti la Genesi per il "dominare" usa il verbo ebraico
ossia signoreggiare, vale a dire essere al disopra, ma non c'è la parola morte o morire il cui concetto apparirà per connesso all'albero della conoscenza del bene e del male e poi in bocca al serpente nel racconto di Genesi 3.
Tra l'altro le lettere di signoreggiare
suggeriscono un pensiero ecologista totalizzante: lui, l'uomo, deve essere "la testa
che li aiuterà
nel mondo
".
Il cibarsi e il dominare, così, non comportava morire od uccidere chicchessia.
Quando si parla peraltro di cibo, infatti, "…Dio disse: Ecco, io vi do ogni erba che
produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che
produce seme: saranno il
vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e
nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde. E così avvenne." (Genesi 1,29-30)
Esclude per l'uomo il mangiare animali e per gli animali il mangiare altri animali.
Intendo sottolineare i motivi di fondo che i racconti della creazione propongono a netta distinzione dell'uomo rispetto agli animali.