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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA VIA
E IL DISCEPOLO COL LENZUOLO

di Alessandro Conti Puorger
 

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PRIMA PARTE: LA SORGENTE DELLA VIA - IL NUOVO EDEN »
LA SORGENTE DELLA VIA - IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMAVA »

LA SORGENTE DELLA VIA
LA QUESTIONE DEL CENACOLO

Quale prima sede della Chiesa nascente a Gerusalemme il libro degli Atti degli Apostoli indica la "sala al piano superiore", quella in cui gli apostoli si ritirarono al ritorno dell'Ascensione.
Se, infatti, seguiamo in tali Atti le vicende di Maria, la madre di Gesù, che dopo la consegna di essere madre del "discepolo" che Gesù amava, ha assunto sotto la croce la personificazione della Chiesa nascente, la nuova Eva uscita dal costato del nuovo Adamo, si trova: "Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui." (Atti 1,13s)
Questa descrizione di una "stanza al piano superiore" fatta da Luca, l'autore degli Atti, ci rimanda a quella della sala del Cenacolo dello stesso Luca nel suo Vangelo "Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate". (Luca 22,12)
È così confermata la validità della traduzione C.E.I. 2008, quando precisa che Giovanni portò con sé Maria, e non che la portò a casa sua come diceva in modo generico la traduzione precedente.
La casa ove abitò Maria fu, così, quella ove c'era la sala dell'ultima cena di Gesù con i dodici, cioè dove avevano celebrato l'ultima Pasqua.

La descrizione che si trova in Matteo di questa casa è molto sintetica.
Nulla, infatti, di specifico prospetta sulla sala.
Sottolinea solo che Gesù dice di andare in città da un tale preciso, che evidentemente conosceva bene, infatti, quel Vangelo così scrive: "Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua? Ed egli rispose: Andate in città da un tale e ditegli: Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli. I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici." (Matteo 26,17-20)
La descrizione del Vangelo di Luca poi, in effetti, è da pensare che non sia di prima mano, bensì solo riportata da quella del Vangelo di Marco in quanto, in questo Vangelo, da tutti gli esperti considerato precedente come redazione, sono riportati in modo pressoché identico tanti particolari.
In pratica, infatti, la descrizione che fa Luca è la stessa ed il Vangelo di Marco è riconosciuto dagli esperti essere stato la fonte anche del Vangelo di Luca.
È vero che Marco ha attinto pressoché tutte le notizie del suo Vangelo dalla predicazione diretta di San Pietro apostolo, ma vi sono alcune notazioni che paiono proprio essere personali.
In tale descrizione in Marco, infatti, si parla di:

  • un uomo con una brocca d'acqua che li condurrà ad una casa precisa, quindi un servo di una casa benestante;
  • il padrone di quella casa conosce il Signore;
  • la sala è al piano superiore;
  • è una grande sala;
  • la sala è arredata e pronta.
Pare quasi che Marco sia affezionato a quella sala e l'apprezzi particolarmente, anzi, come vedremo, la conosce bene.
Le parole precise sono: "Il primo giorno degli Azzimi, quando s'immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua? Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi. I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici." (Marco 14,12-17)
Il Signore aveva già preso accordi!
Manda due discepoli imprecisati, questi però non conoscevano quella casa.
Si nota poi un particolare, il Signore dice "gli direte: dov'è la mia stanza?"
Come a dire ...la mia sala, quella usuale... in cui celebro da sempre.
Di chi era quella casa?
Era evidentemente un posto che Gesù aveva frequentato.

Fu poi lì, in quella sala superiore che radunati circa in 120 elessero Mattia in sostituzione di Giuda Iscariota.
Fu lì, peraltro, che avvenne la teofania dello Spirito Santo: "Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi." (Atti 2,1-4)

Quando si parla nel libro degli Atti di un posto dove stavano i fratelli era quella sala al piano superiore, il ritrovo per la nuova Comunità:
  • "Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani." (Atti 4,23)
  • "Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza." (Atti 4,31)
C'è poi un episodio illuminante, quando miracolosamente a Gerusalemme Pietro fu liberato dalle catene e dal carcere: "Pietro allora, rientrato in sé, disse: Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva. Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni, detto Marco, dove molti erano riuniti e pregavano". (Atti 12,11s)
Si scopre così che il vero nome ebraico di Marco era Giovanni e che il nome di sua madre era Maria e che il luogo dove si riunivano i fratelli era la casa di lei, molto probabilmente del padre di Marco.
Marco - Giovanni si sente un privilegiato, è proprietario di fatto del Cenacolo, è omonimo a chi Gesù aveva consegnato la madre e la propria madre nella carne è omonima con Maria la madre di Gesù!
Quel racconto così prosegue: "Appena (Pietro) ebbe bussato alla porta esterna, una serva di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunciare che fuori c'era Pietro. Tu vaneggi! le dissero. Ma ella insisteva che era proprio così. E quelli invece dicevano: È l'angelo di Pietro. Questi intanto continuava a bussare e, quando aprirono e lo videro, rimasero stupefatti. Egli allora fece loro cenno con la mano di tacere e narrò loro come il Signore lo aveva tratto fuori dal carcere, e aggiunse: Riferite questo a Giacomo e ai fratelli. Poi uscì e se ne andò verso un altro luogo. Sul far del giorno, c'era non poco scompiglio tra i soldati: che cosa mai era accaduto di Pietro? Erode lo fece cercare e, non essendo riuscito a trovarlo, fece processare le sentinelle e ordinò che fossero messe a morte; poi scese dalla Giudea e soggiornò a Cesarèa." (Atti 12,13-19)
È da arguire che a Gerusalemme era noto quale casa fosse dove si riunivano, perciò Pietro saggiamente in tale occasione non vi si rifugiò, ma "uscì e se ne andò verso un altro luogo".
Pietro diede solo l'avviso che era libero, cosicché quando gli inviati d'Erode andarono a cercarlo non lo trovarono.

Il libro degli Atti riferisce: "Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno." (Atti 2,44s)
Se ne deve concludere che la casa di Gerusalemme, la prima Domus Ecclesiae, la casa dove stava Maria, era stata di fatto ormai, appunto, messa a disposizione della Chiesa.
"Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa figlio dell'esortazione, un levita originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli." (Atti 4,34-37)

Si apprende così che:
  • il vero nome di Barnaba era Giuseppe e Barnaba era il soprannome;
  • era nato a Cipro, ma evidentemente di famiglia ebrea;
  • mantenne il suo nome ebreo;
  • era un levita, vendette un terreno, evidentemente che aveva a Gerusalemme.
Nella lettera ai Colossesi di San Paolo apostolo si legge: "Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni - se verrà da voi, fategli buona accoglienza - e Gesù, chiamato Giusto. Di quelli venuti dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di consolazione." (Colossesi 4,10s)

Si apprende così che:
  • Marco e Barnaba erano parenti, cugini;
  • Marco e Barnaba erano stati circoncisi, quindi erano ebrei per nascita;
  • il nome ebraico di Marco era Giovanni e Marco vuol dire nato di Marzo;
  • la famiglia di Barnaba era benestante;
  • il cenacolo era del padre o della madre di Marco;
  • non si sa se Barnaba sia parente di Marco per parte di padre o di madre.
Barnaba è quello, come poi vedremo, che accreditò Paolo di fronte alla Chiesa, fu suo compagno nel primo viaggio missionario e nel primo Concilio di Gerusalemme.

La mia opinione e che Barnaba e Maria la madre di Marco sono figli di sorelle.
Partendo dalla considerazione che quel cenacolo era in una casa già frequentata da tempo da Gesù e che Barnaba era un levita, mentre Marco no, propendo appunto sul fatto la parentela tra Barnaba e Marco fosse per via materna.
Per contro, alla lontana Marco per via paterna forse poteva essere della tribù di Giuda legato a parenti di Betlemme e quindi in qualche modo anche a Gesù.
La tradizione pone quel cenacolo su un luogo da sempre attribuito alla famiglia di David, infatti, la tradizione anche ebraica conviene che sotto vi fosse la "tomba" o comunque un cenotafio di Davide.
Il cenacolo poi sarebbe stato il luogo tradizionale in cui Gesù celebrava la Pasqua con la sua famiglia:
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