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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
NASCERE DALL'ALTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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VASI DI CRETA »

IL PRIMO GIARDINO
In questa ritenuta seconda descrizione della creazione è detto che ancora "Dio non aveva fatto piovere sulla terra" (versetto 2,5) e salvo la traduzione di "'ed" con "polla d'acqua" (versetto 2,6), poi le parole "acqua, mari, pioggia o piovere" non vengono mai dette, il che pare voluto.
Quel "'ed" , quindi, era tutto e solo ciò che "irrigava il suolo" ossia tutta la faccia della terra:

"vehisheqah 'at kal peni ha'adamah" .

Ora , in effetti, è il radicale di "dare da bere, abbeverare, irrigare", quindi, pare proprio fosse Lui a irrigare tutta la faccia de suolo, ma con cosa?
Per suolo viene usata la parola "ha'adamah" , la terra rossa, quella lavorata e si torna al pensiero che poteva essere solo Lui a lavorarla per fa uscire l'uomo "'adam" ( = a fine parola) che ha le stesse lettere di rosso "'edom".

A questo punto, allora, con i significati delle icone delle lettere si può interpretare come "la Shin (la Sua luce) riversava sul mondo ", era quella che avrebbe acceso la vita, la lettera "shin" del suo Nome "Shem" .

Torniamo ora al testo di Genesi 2 al momento quando Dio prepara un luogo protetto per l'uomo:

  • Genesi 2,8 - "Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
  • Genesi 2,9 - Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
  • Genesi 2,10 - Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi."
Ecco alcune parole importanti del versetto 2,8:
  • "piantò" "itta'" le lettere dicono che Dio "fu per amore ad agire ", ma il pensiero va al radicale relativo allo "ingannare, sviare e al traviare" come in Ezechiele 13,10, per cui la motivazione recondita pare potesse essere per evitare che l'uomo si traviasse o venisse traviato;
  • giardino "gan" è come un terreno recintato, un frutteto, luogo protetto ove si può camminare in pace, infatti, "ganan" indica un luogo protetto.
Per quanto detto nel precedente paragrafo si coglie subito come in tale luogo sia a "scorrere l'energia ", sottinteso, ovviamente, di Dio.

Allora protetto da chi?

Le lettere suggeriscono anche: "per scappare all'angelo (ribelle)", infatti, pur se non viene detto il come e il perché questa realtà di un angelo ribelle è nell'aria e apparirà poi mascherato da serpente "nachash" in Genesi 3,1.

Pure tale realtà dell'angelo ribelle ha un'energia che gli era venuta da Dio cui s'era ribellato, ma certamente questa è a termine, e ha bisogno di ricaricarsi di quella che può assorbire come parassita dal soffio e dal respiro dei viventi.
  • in Eden "oe'den" un luogo di delizie, ma anche dove si trova dell'Eterno "e'd" l'energia . La parola "oe'den" si può dividere in + e "dan" ricorda il fiume Dan che sugli altopiani sotto la cima del monte Ermon si unisce con altri corsi d'acqua per formare il Giordano che, appunto, lancia () il Dan e fa scendere l'energia .
  • "a oriente" "miqqoedoem" da dove "viene avanti", direzione da cui si presenta... il sole, quindi, dove sorge, a est.
È evidente che sia l'albero "e'tz" della vita "chaiaim" , o meglio delle almeno delle due vite per il plurale forse duale usato, sia quello della conoscenza del bene e del male "hada't tob vara'" , non sono alberi "terreni", alimentati da acqua avente la formula chimica H2O ossia l'acqua fisica pur se sono piantati in terra, ma il loro alimento viene evidentemente dall'energia divina.

Qualche nota al riguardo:
  • "albero", pianta o legno "e'tz" ricorda "e'tzah" per "consiglio";
  • "vita" "chaiaim" e non semplice "chai" quindi, almeno delle due vite, perciò possibilità di rinascita e di vita che non si esaurisce;
  • "conoscenza del bene e del male" "hada't tob vara'" , con le lettere nasconde anche un "consiglio" pesante perché, se non ascoltato, porterà ad "aprire la porta del tempo , nel cuore si porterà ad abitare il portatore del male ".
Da cui si ricava un cenno che il tempo fu in effetti creato come rimedio da parte di Dio affinché il peccato non durasse in eterno.
Dal fatto che Dio prima plasmò l'uomo e solo dopo preparò quel luogo paradisiaco fa considerare che da tale circostanza la creatura uomo, nato senza padre ne madre terreni, avrebbe ben potuto ricavare che era molto amato da chi gli aveva dato la vita e gli offriva anche un luogo meraviglioso per vivervi, ma come sappiamo dai successivi avvenimenti di Genesi 3 così non fu, Adamo credette, infatti, a chi gli suggeriva il contrario.
Quel posto che Dio gli preparò era "a oriente" "miqqoedoem", ma ad oriente di dove?
Da dove l'aveva plasmato!

A questo punto do' per scontata la lettura del 1° paragrafo "L'ombelico del mondo" del mio articolo "Il giusto cammino della verità", che comunque propongo al lettore.

Per la tradizione ebraica Dio aveva plasmato la coppia "'adam" nel luogo della pietra d'angolo del mondo quello che sarà la pietra racchiusa poi dal Tempio di Salomone nel Santo dei Santi a Gerusalemme.
Il giardino per la tradizione, quindi, era a destra di Gerusalemme, nella zona ove c'è tutta una tensione da parte della Torah e dei profeti e dei Salmi.
In particolare m'interessa evidenziare che la prima parola della Torah nel libro del Genesi, "Ber'eshit" , tradotta usualmente con "in principio", dai saggi d'Israele è stata letta in più modi e quelle sei prime lettere furono anche divise in "Bar'à" "creò" e "shit" "un fondamento", ossia la Pietra della Fondazione, "Even ha-Shetiyà".

Una pietra affiorava a Sion nel Santo dei Santi su cui fu posta l'Arca e la tradizione sostiene che fosse la pietra fondamentale sulla quale il mondo fu creato.
(Vedi: "Ritorno al Sinai")

Il Tempio era detto in ebraico "bet ha miqdash" , cioè casa del Santuario ed era costruito nella tradizione rabbinica sul monte Moria, il luogo dove Abramo stava per sacrificare il figlio Isacco.
Nella stanza più interna, detta il Santo dei Santi, nel "Debir", in cui il Sommo Sacerdote poteva entrare ogni anno una sola volta, c'era la pietra di fondazione del mondo, la "Even Shetiyyah" .

Secondo la tradizione ebraica Adamo fu formato dalla polvere del monte Moria e quando fu espulso dal giardino dell'Eden si fermò là attorno, perché vicino c'era l'entrata per il paradiso e lì morì.
La tradizione cristiana, con Origene, scrittore e teologo cristiano del III secolo riteneva che il Golgota o Calvario fosse il luogo della sepoltura di Adamo il che tende a ribadire il ruolo di Gesù come "nuovo Adamo", fondatore della nuova umanità redenta (1Corinzi 15,21s).

Per questo motivo, l'iconografia cristiana nelle rappresentazioni della crocefissione, ai piedi della Croce è spesso presentato un teschio, quello di Adamo.
Quel giardino di delizie, il "Gan Eden", il paradiso terrestre, allora, per la tradizione ebraica era, a oriente... a destra del Tempio e quel fiume che attraversava il giardino era... il Giordano.


Ora, se da Gerusalemme si tira una linea verso Est, più o meno a 20 Km in linea d'aria s'incontra il Giordano, tra Gerico e il Mar Morto, proprio nel luogo ove la tradizione dice che avvenne l'episodio del battesimo di Gesù e l'entrata nella Terra Promessa del popolo d'Israele al tempo di Giosuè.

Questo è il pensiero di chi ha scritto la Torah e lo rivela quando dice in Genesi 13,8-13: "Abram disse a Lot: Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Separati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra. Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra - come il giardino del Signore... Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro: Abram si stabilì nella terra di Canaan e Lot si stabilì nelle città della valle e piantò le tende vicino a Sodoma. Ora gli uomini di Sodoma erano malvagi e peccavano molto contro il Signore."

Del resto la Gerusalemme messianica di Apocalisse 21 ripropone aspetti di quel giardino, il fiume d'acqua viva, albero della vita.
È la nuova creazione, patria di quanti sono scritti nel libro della vita dell'Agnello, è la città santa, la sposa dell'Agnello, splendente della gloria di Dio.

A questo punto il Signore fece spuntare gli alberi nel giardino "graditi alla vista e buoni da mangiare, poi un "fiume usciva da Eden per irrigare il giardino", quindi, ancora con acqua che viene da Lui, evidentemente quella che è nella parola cielo "shamaim" + originato dalla e dalla nel Suo Santo nome "Shem" .

Siamo in una realtà che non conosciamo, il tempo non era come lo viviamo noi, si era ancora in un eternità particolare creata dall'Eterno e l'acqua non era acqua, ma come abbiamo considerato, era energia che usciva da Dio.

Continuando sul discorso del "giardino", dal testo di Genesi 2,10-14 si legge: "Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l'oro e l'oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d'onice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione d'Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate."

Da Eden usciva un fiume "nahar", ma non dice di acqua, ossia "un'energia che generava ()", "l'energia da un monte "her" ".
Di questo fiume che usciva da Eden non viene detto il nome, ma come abbiamo compreso è il Giordano che porta energia dal monte Ermon "Chermon" e con le sue nevi fa presente l'Eterno che, appunto, è "consacrato a portare energia ".
(Vedi: "I cieli aperti")

Questo fiume era con la sua energia irrigava il giardino e allora non era costretto a disperdersi nella conca chiusa del Mar Morto che non era ancora sprofondato, e formava 4 corsi, in ebraico 4 teste, cioè 4 capi, ma il testo, ripeto, non dice la parola acqua.

I nomi dichiarati per questi corsi d'energia divina sono Pison, Ghicon e gli ultimi due hanno i nomi dei fiumi principali della Mesopotamia, i ben noti:
  • Tigri "Chiddoeqoel" "dell'Uno ( = ) versa la potenza ";
  • Eufrate "Perat" per dire che fa fruttificare.
Gli altri due Pison-"Pishon" e Ghicon-"Gichon" entrambi con la lettera N finale ricordano l'energia che recano e al riguardo si veda il "Il giardino dell'Eden".

A questo punto: "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse." (Genesi 2,15)

Alla situazione di Adamo, padre di tutti gli uomini, creato fuori dal giardino è da porre in parallelo Abramo, padre del popolo d'Israele, nato a Ur, vicino al Tigri e all'Eufrate, fuori dalla Terra promessa.
L'aver poi fatto vivere Adamo nel giardino ci porta al popolo d'Israele in Canaan, quindi, alla cacciata di Adamo dal paradiso si propone l'esilio d'Israele a Babilonia, ed ecco la successiva tensione messianica per la restaurazione del Regno di Davide.

A tale proposito per gli esuli di ritorno dalla schiavitù di Babilonia, il deserto assume le vesti del giardino come propone il profeta Amos 9,14: "Farò tornare gli esuli del mio popolo Israele... pianteranno vigne e ne berranno il vino; coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto."

In Isaia 51,2s si trova lo spunto per quel parallelo: "Guardate ad Abramo, vostro padre, a Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai. Davvero il Signore ha pietà di Sion, ha pietà di tutte le sue rovine, rende il suo deserto come l'Eden, la sua steppa come il giardino del Signore."

Posto Adamo nel giardino, ecco che: "Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire." (Genesi 2,16-17)

In questi due versetti in ebraico il verbo per "mangiare" si presenta 4 volte e non 3 come in italiano e la parola "morte" si presenta 2 volte e non 1, infatti, quando dice "Tu potrai mangiare" scrive e per "dovrai morire" scrive .

Mangiare degli alberi "e'tz" , quindi, è lecito, ma il "consiglio" "e'tzah" è non mangiare "lo' ta'kol" di quello che potrebbe portare il male, perché il tentatore, "il serpente verrà () col mangiare "; del resto un albero che fornisce frutti doppi, bene e male, non è affidabile.
L'atto poi del mangiare di quell'albero va interpretato come + l'aver accettato che è "giusto - corretto il serpente " e comunque certamente è porta confusione in quanto indifferentemente è fare "uno del tutto " perché quell'albero, "consiglia", bene e male.
Se ne mangerai "dovrai morire" ossia di "morte morirai" e, leggendo le lettere, si ha "il vivere si porterà alla fine per l'innocenza portata a finire ."

Adamo pur avendone mangiato non morì subito, ma visse 930 anni (Genesi 5,5); comunque, morì durante la 6a tappa della creazione nello stesso "giorno" in cui nacque e peccò, infatti "giorno" viene chiamata da Genesi 1 la durata di ciascuna delle 7 tappe della creazione.

Il tempo degli uomini del resto non era ancora iniziato.
Si era ancora in una realtà diversa dall'attuale, con Dio presente che parla faccia a faccia con l'uomo in una dimensione tra tempo ed eternità.
Il tempo come lo conosciamo, infatti, è da considerare che inizi al momento del primo peccato avvenuto al metà di quella 6a tappa, per cui Adamo visse 6 ore, ¼ di quel "giorno", per cui in "La durata della Creazione" ipotizzai che la durata della precessione degli equinozi fosse alla base del pensiero dell'autore ispirato che scrisse di quelle tappe (930x4x7= 26.040 circa i 25.800 della precessione).

Adamo aveva scelto quanto suggeriva il serpente piuttosto che quello che aveva detto il Signore che si ritirò dal giardino da cui allontanò anche Adamo, perché non mangiasse dell'albero della vita e rimanesse sempre sotto il dominio del demonio.
Il pensiero del Signore era di rimediare alla morte di Adamo usandola per liberarlo dal serpente e di risorgerlo dai morti purificato, ma dopo un cammino d'illuminazione affinché, consenziente, l'uomo si ricredesse e fosse convinto dell'amore di Dio verso di lui.

Ora Dio aveva soffiato il Suo spirito il "nishmat" che tra l'altro è "l'energia che risorge dai morti " ecco che per questo non poteva che togliere il suo soffio o renderlo sterile, altrimenti Adamo sarebbe risorto nel peccato eterno.

Al riguardo è importante ricordare che prima del diluvio il Signore disse in Genesi 6,3: "Il mio spirito ( ossia il mio soffio "nishmat" ) non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita ( i suoi giorni) sarà di centoventi anni."

La conclusione è che la coppia "Adamo" era stata creata a immagine e somiglianza del figlio di Dio, ma tutti i discendenti nati sotto l'influsso dello spirito del maligno non erano figli, ma "figliastri", frutti selvatici venuti per un inganno dalla vigna buona che il Signore aveva piantato.

Occorreva che la vigna fosse reinnestata, infatti, dice "Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set." (Genesi 5,3), quindi, a immagine e somiglianza solo di Adamo dopo il peccato; peraltro, il figlio Set la coppia in questione l'ebbe a 130 anni, vale a dire 10 anni dopo i 120 del sopra citato versetto del commento di Dio di Genesi 6,3.
Del resto, in aggiunta, su questo tema, Genesi 3,22-24 propone che Dio disse: "Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre! Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita."

Nel testo ebraico si trovano parole importanti che alludono alla successiva storia di salvezza che prepara Dio per l'uomo; le indico e riporto i commenti:
  • "pose" "veishekken" , ove il verbo sta per "dimorare, prendere alloggio" e simili e ricorda il Tabernacolo "mishkan" termine usato 56 volte in Esodo, 4 nel Levitico, e 39 nel libro dei Numeri, "la dimora" ove c'è la "presenza" o "Shekinah" divina, parola usata negli scritti rabbinici;
  • "cherubini", "kerubim" , ricordano i due cherubini sul coperchio dell'arca dell'alleanza che era posta nel Santo dei Santi nel Tempio di Gerusalemme;
  • "spada", "choeroeb" porta a pensare al monte Oreb "choreb" o "inciso" ove Mosè incontrò il Signore che poi gli dette le Tavole dell'Alleanza;
  • "via", "doeroek" e "vita", "chaiim" sono parole che ci portano a Gesù che si propone come albero di vita quando dice nel Vangelo di Giovanni 14,6s: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto."
Della parte in grassetto del versetto 24 riporto il testo in ebraico:



Questa parte con i significati delle singole lettere fornisce il seguente messaggio che presento giustificato e poi tutto di seguito:

"...ma sarò a dimorare tra i viventi , verserò nel sangue la potenza in cammino , l'energia eterna invierò , riverrà la rettitudine nei corpi ad abitare , sarà in un vivente a portarsi , verrà () la potenza fuori dal cuore aperto inciso , uscirà dal morto , uscirà dal Verbo la rettitudine , il Crocifisso potente risorgerà , i viventi lo vedranno (), indicherà la via per l'albero della vita ."

"...ma sarò a dimorare tra i viventi, verserò nel sangue la potenza in cammino, l'energia eterna invierò, riverrà la rettitudine nei corpi ad abitare, sarà in un vivente a portarsi, verrà la potenza fuori dal cuore aperto inciso, uscirà dal morto, uscirà dal Verbo la rettitudine, il Crocifisso potente risorgerà, i viventi lo vedranno, indicherà la via per l'albero della vita."

Adamo uscì dalla porta di Eden a oriente, e a "oriente del giardino" Dio pose i cherubini a guardia per evitare l'ingresso.


Interessante è che se si allarga quella mappa geografica da Gerusalemme verso oriente si arriva in Mesopotamia proprio dalla città da cui poi ritornerà Abramo nella terra promessa, ossia l'antica Ur dei Caldei che ha la stessa latitudine della Città Santa.

Con il peccato di Adamo la creazione prese una svolta e, come ho accennato, apparve la dimensione "tempo" così come lo viviamo oggi.

Non solo vi fu un decadimento di tutto, per cui, ad esempio, ciò che prima scorreva e irrigava come energia = divenne semplice acqua = ed ecco che quei fiumi di energia, il Giordano e quei 4 capi che uscivano dal Giardino divennero fiumi e mari in comunicazione ancora con l'Ermon, ma poi col peccato di Sodoma e Gomorra vi fu anche l'interruzione del collegamento.
Il decadimento diviene evidente se si pensa ai valori numerici delle lettere, infatti, = 50 e = 40 e la loro differenza è proprio 10 = , la lettera che rappresenta l'Essere l'iniziale di IHWH il Tetragramma Sacro, il Nome del Signore, per cui dal punto di vista gimatrico, cioè della somma dei valori delle lettere, = 50 = + per cui l'energia si può ritenere che sia "dell'Essere l'acqua ".

Ora, il pensiero rabbinico è che parole con lo stesso valore somma hanno un'affinità, insomma, qualcosa in comune, fatto da considerare un segnale all'esegeta per andare a cercare di comprendere quale sia il sottile legame che le connette.

A questo punto viene evidente che la risposta che Dio intende dare al serpente "nachash" di Genesi 3,1 è il Messia, il "Maeshiach" visto che avendo in comune la e la e nella seconda e sostituiscono la della prima hanno lo stesso valore gimatrico di 358.

= ( = 300) + ( = 8) + ( = 50) = 358
= ( = 8) + ( = 10) + ( = 300) + ( = 40) = 358

Del resto in Numeri 21,9, Mosè fece un serpente "nechash" di rame "necheshoet" "...e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita."

Gesù, il Messia ricorda questo fatto nel colloquio con Nicodemo in Giovanni 3,14 e il discorso che fa è fondamentale per il tema "Nascere dall'alto" di questo articolo: "Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna." (Giovanni 3,13-16)

Chiunque crede in Lui rinasce dall'alto e ha la vita eterna!
Come si può verificare da vari episodi riportati nei libri dell'Antico Testamento quando i protagonisti principali della storia della salvezza a cominciare da Abramo si avvicinano alla Terra Promessa ecco apparire angeli: al riguardo si veda "I Cherubini alla porta dell'Eden".

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