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DIO NASCOSTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL MISTERO E LA BIBBIA
È entrato da tempi atavici nei pensieri dell'uomo che alcune volte i sogni possano rivelare il futuro.
Questa idea è stata accolta dagli autori ispirati dei testi della Bibbia ove spesso molte vicende importanti sono precedute da sogni premonitori indotti da Dio Unico, sogni che solo col Suo aiuto possono poi essere correttamente interpretati.
Al riguardo si pensi ai sogni di Giuseppe, l'undicesimo figlio di Giacobbe, e al dono che aveva d'interpretarli come racconta il libro della Genesi.
Su tale filone dei sogni interpretati con l'aiuto di Dio nel libro del profeta Daniele al capitolo 2 si parla di un sogno di Nabucodonosor, di una grande statua composita di vari materiali distrutta da una pietra caduta dall'alto, sogno di cui nessun mago e indovino del suo regno riuscì a svelare il significato recondito.
Il re indignato allora comandò che tutti costoro fossero uccisi.

A questo punto in 2,19 è detto: "Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo..."

Viene, quindi, in modo chiaro attribuito proprio a Dio il potere di concedere l'interpretazione a chi vuole perché la storia è in Suo potere come pure l'animo di ogni uomo.

Daniele in 2,20-22, infatti, benedì Dio con queste parole: "Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, perché a lui appartengono la sapienza e la potenza. Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza, concede la sapienza ai saggi, agli intelligenti il sapere. Svela cose profonde e occulte e sa quel che è celato nelle tenebre e presso di lui è la luce."

Daniele svelò il significato con i vari regni di ferro, di bronzo, di argilla che gli succederanno e Nabucodonosor concluse in 2,47 rivolto a Daniele: "Certo, il vostro Dio è il Dio degli dei, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero".

Strettamente collegato, in quanto. profetizzato nel sogno di Nabucodonosor è poi l'avvento del Regno di Ciro che emise l'editto di ritorno dei giudei dall'esilio babilonese.

Su Ciro che Dio scelse per i suoi disegni pur se questi non Lo conosceva, si trova nel libro di Isaia: "Ti consegnerò tesori nascosti e le ricchezze ben celate, perché tu sappia che io sono il Signore, Dio di Israele, che ti chiamo per nome." (Isaia 45,3)
(Vedi: "I geroglifici ebraici del libro di Daniele")

Il nascosto da luogo al mistero che comporta l'esistenza di qualcosa d'impossibile a percepire se non è tolto un velo o una chiusura per cui occorre avere la chiave per aprire una porta per vedere e percepire l'oggetto del mistero, il che equivale ad avere un'illuminazione particolare sulla questione.

L'uomo, più si addentra nella conoscenza della realtà che lo circonda e lo sovrasta o è nel proprio intimo, più si rende conto che sempre più grande è il mistero da svelare e ciò gli è ben chiaro visti gli sforzi che ha dovuto e fa per comprendere già soltanto le questioni scientifiche.

L'affare poi si complica o si semplifica a seconda dei punti divista a chi si presenta l'idea che possa esistere un Dio creatore e, allora, Questi diviene per lui fonte del mistero dei misteri e l'uomo, quale essere razionale, a questo punto ha due vie, rinunciare o ricercare.
Se non fa come lo struzzo, ossia nel secondo caso, comprende che se non è fornita una chiave non potrà addentrarsi nel mistero, occorre insomma trovare chi è già in avanti nella ricerca, perché il mistero è immenso come Dio e la ricerca è... eterna come Dio è eterno.
Una verità del mistero intanto è subito evidente: Dio è onnisciente, onnipotente e soprattutto meraviglioso e il fare la Sua conoscenza basta per impegnare con soddisfacente godimento tutta l'eternità.
Certo è allora che la Sua conoscenza si trasforma nella ricerca del compagno dell'esistenza, "l'amore dell'anima mia" del Cantico dei Cantici 1,7; 3,1.2.3.4 che con i toni di una passione ultraterrena "...perché forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!" (Cantico 8,6) traccia uno sviluppo del cammino di ricerca di Dio da parte dell'amata, per cui l'invocazione da parte di chi Lo cerca diviene "O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia..." (Salmo 63,2)

Il Creatore per farsi conoscere da chi lo cerca gli viene incontro con sorprese e gli prepara occhi adeguati per vederle per cui questi è portato a esclamare "grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio." (Salmo 86,10)

Queste "meraviglie" sono "nifel'aot" da verbo il cui radicale è "essere, meraviglioso, prodigioso, portentoso, miracoloso" in cui "si distingue, si segnala () l'Unico portando dei segni ".
Del resto in ebraico "'ot" significa proprio:

  • "segno, segnale", in Genesi 4,15 messo sulla fronte di Caino;
  • "prova" in Esodo 3,12;
  • "prodigio, portento" come in Esodo 4,8-9.
Da segnalare sono:
  • "prodigio celeste" in Geremia 10,3 "otot vemopetim";
  • "segni e prodigi o segni portentosi, miracoli" "'otot vemopetim", ossia segni che lasciano persuadere o seducono dal verbo come in Deuteronomio 6,22; 7,19; 26,8; 29,2; e Geremia 32,20-21.
Come se non bastasse il segno miracoloso della vita per non credere a un benevolo Creatore, Gesù ebbe a dire "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete." (Giovanni 4,48)

I Vangeli, infatti, segnalano con una certa frequenza la richiesta di segni a Gesù da parte dei discepoli, dai farisei e dai sadducei come in Matteo 12,38; 16,1; 21,31; Marco 8,11; Luca 11,16.29; Giovanni 2,19.23; 3,2; 4,48; 6,2.14.26.30; 7,31; 11,47; 12,18.37; 20,30.
I termini "mistero - misteri, misterioso - misteriose - misteriosi" nella traduzione C.E.I. della Bibbia del 1975 si trova complessivamente 44 volte di cui 15 nei libri dell'Antico Testamento e 29 volte in quelli del Nuovo.
Le 15 volte dell'Antico Testamento sono così ripartite:
  • 2 in Giudici 13,18-19;
  • 5 in libri deuterocanonici, Sapienza 14,15.23 e Siracide 3,22; 16,21 3e 39,7;
  • 8 in Daniele 2,18.19.27.28.29.30.47 (2 volte).
Nei testi in ebraico della Tenak dei libri inseriti nell'Antico Testamento ecco che "mistero" si trova nei seguenti modi:

Nel racconto della nascita di Sansone da madre sterile (Giudici 13,2) quando al padre si presenta un angelo e "Manoach disse all'angelo del Signore: Come ti chiami, perché ti rendiamo onore quando si sarà avverata la tua parola? L'angelo del Signore gli rispose: Perché mi chiedi il mio nome? Esso è misterioso. Manoach prese il capretto e l'offerta e sulla pietra li offrì in olocausto al Signore che opera cose misteriose."

Si presentò "l'angelo del Signore", "mal'ak IHWH", lo stesso che vide Mosè al roveto ardente (Esodo 3,2), ossia una manifestazione del Signore percepibile senza provocare la morte, di cui del resto Manoach aveva avuto timore si potesse verificare come poi dice il testo stesso.

Quel "misterioso" è "fel'i" e le lettere nel caso specifico stanno a dire che il Suo nome non si può pronunciare, " per la bocca non è ".
Del resto, il nome IHWH l'angelo l'aveva rivelato a Mosè per cui qui dice a Manoach solo che il Suo nome deve rimanere non pronunciato, ossia è ineffabile.
Cose misteriose è "mafel'a" e sta ad indicare che fa cose meravigliose come dare la vita di un figlio alla moglie sterile "la vita il Verbo del Potente origina ".

Nel libro di Daniele poi al capitolo 2, il cui testo è in aramaico, nella narrazione della spiegazione da parte del profeta del sogno di Nabucodonosor per 8 volte si trova la parola mistero di cui due al plurale, versetti 22 e 47.

Qui mistero è "raz" al plurale "razin" e il significato delle lettere suggerisce che è qualcosa che "la testa - mente Colpisce ".
Le 29 volte di "mistero" dal greco nel Nuovo Testamento sono così ripartite:
  • 4 nei Vangeli;
  • 22 nelle lettere di San Paolo;
  • 3 nell'Apocalisse.
Nei Vangeli, sul fatto perché Gesù parla in parabole che spiega poi ai discepoli propone "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli," (Matteo 13,11; Marco 4,10; Luca 8,10), poi Luca in 9,45 su fatto che Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini, dice: "...essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento."

San Paolo parla di mistero nei seguenti casi:
  • Romani 11,25 - sull'indurimento di una parte d'Israele verso l'incarnazione;
  • Romani 16,25 - Efesini 1,9 e 3,3-5.9, Colossesi 2,2 e 4,3 il messaggio di Cristo, rivelazione del suo mistero;
  • 1Corinzi 2,7 - su Cristo, sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta;
  • 1Corinzi 4,1 - gli apostoli "ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio."
  • 1Corinzi 13,2 - senza il dono della carità in pratica non serve conoscere i misteri;
  • 1Corinzi 14,2 - sul dire cose misteriose col dono delle lingue;
  • 1Corinzi 15,51 - "...vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati..."
  • Efesini 5,32 - "Questo mistero è grande", l'amore sponsale di Cristo e la Chiesa;
  • Colossesi 1,26.27 - Efesini 6,19 - "...far conoscere il mistero del vangelo";
  • 2Tessalonicesi 2,7 - sul "Il mistero dell'iniquità è già in atto..."
  • 1Timoteo 1,12 - "Rendo grazie a... Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero..."
  • 1Timoteo 3,9 - "...conservino il mistero della fede in una coscienza pura."
  • 1Timoteo 3,16 - "Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà: Egli si manifestò nella carne..."
Nel libro dell'Apocalisse si ha al 10,7 quando il settimo angelo suonerà la settima tromba e si svelerà "il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti", mentre in 17,5.7 si svelerà il mistero del male.

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