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ENTRA NELLA TUA CAMERA
Nel Vangelo di Matteo nel "Discorso della Montagna" Gesù conferma che Dio "vede nel segreto" dell'uomo.
Per tre volte Gesù usa questa espressione e lo fa con riferimento alle tre armi - elemosina, preghiera e digiuno - che servono per combattere le tentazioni del demonio:

  • Matteo 6,3-4 - sull'elemosina, "Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà."
  • Matteo 6,6 - sulla preghiera, "Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà."
  • Matteo 6,17-18 - sul digiuno, "Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà."
Quest'ultimo versetto poi è prezioso, perché afferma che, "il Padre tuo, che è nel segreto", quindi l'uomo ha in sé come accennavo un luogo segreto in cui c'è Dio, ma di tale posto l'uomo ha di fatto chiuso la porta e perduta la chiave, perciò si è reciso da Lui.
Una parola importante, da valutare bene per comprendere meglio il pensiero del Signore e che certamente Gesù ha pronunciato è "segreto", che in ebraico si dice in più modi, ma abbiamo una traccia in quanto dice "entra nella tua camera, chiudi la porta".

Ora, in ebraico "camera" si dice "choedoer" e, in effetti, c'è il concetto che vi sta un corpo dopo aver chiusa una porta .
Gesù ci dice che è una camera segreta particolare e personale dove s'incontra veramente l'amato, colui che ti ha voluto e ti ha fatto nascere, in definitiva l'amore della propria vita, l'amore dell'anima.
Questo pensiero ci porta al Cantico dei Cantici e in particolare al versetto 2,4 quando l'amata dice: "Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore."
Cos'è questa cella del vino che nel testo in ebraico è scritto "bait haiain"?

Ora il Cantico dei Cantici è stato riconosciuto che è allusivo al rapporto sponsale tra IHWH con Israele e con ciascuna anima.
Beh, infatti, tantissime volte nella Tenak o Bibbia ebraica si trova l'espressione "Casa del Signore" che spesso è nella forma "bait IHWH" perciò quel "bait" per la cella del vino può ben alludere al Tempio.
Del resto Gesù ebbe a paragonare il proprio corpo al Tempio: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere... egli parlava del tempio del suo corpo." (Giovanni 2,19-21)

Quindi, è da fare un parallelo tra il Tempio e il corpo dell'uomo.
In entrambi, Tempio e corpo dell'uomo, c'è un luogo separato dal mondo, quindi segreto, ove sta solo il Signore.
Gli stessi sacerdoti nel Santo dei Santi del Tempio non potevano entrare.
Solo il Sommo Sacerdote vi entrava una volta l'anno a Jom Kippur, ma legato con una corda in modo che se si fosse sentito male l'avrebbero potuto estrarre senza entrarvi.
Il vino, sangue dell'uva, per l'allusione al sangue e al sacrificio entrava tra i prodotti delle offerte necessari per i rituali di oblazione nel Tempio, in genere in occasione dell'"offerta" mattutina e serale compiuta presso l'altare dei profumi; al riguardo c'è un cenno in Levitico 23,13.
(C'è poi tutto un capitolo di Geremia, il 35, di cui in Appendice fornirò la decriptazione, che parla di vino nel Tempio rifiutato dai Recabiti per rispettare l'istruzione di "nazireato" del loro avo.)

Ogni uomo potenzialmente è un tempio di Dio e chiede all'uomo di rientrare in sé, di aprire la porta che ha chiuso ed entrare a parlare col Lui o almeno di desiderarlo con tutto se stesso e allora il Signore in qualche modo provvederà.
Nel Santo dei Santi, nella cella più interna del Tempio, peraltro, era stata riposta l'arca dell'alleanza nella quale c'erano le tavole della legge.

Si legge, infatti, che: "Per l'arca dell'alleanza ("berit" ) del Signore fu apprestata una cella ("debir" ) nella parte più segreta ("mipenimah" ) del tempio ( "bait")." (1Re 6,19)

Nel parallelo con l'uomo, il comando che aveva trasgredito che rappresentava il patto col Signore, la prima tavola dell'alleanza, è come se l'uomo l'avesse chiuso e nascosto nel proprio cuore ponendo un diaframma di frammezzo per dimenticarlo.

Questa cella è il "debir" ed è, appunto, un luogo che ha una "porta che dentro sta nel corpo ".
Questa cella "debir" sta nel mezzo del Tempio che definisce "bait" in un luogo "mipenimah" ossia interiore, profondo, parola che richiama anche il concetto di persona , appunto come fosse il corpo di un uomo; inoltre, il termine alleanza "berit" allude anche a qualche cosa del genere "dentro il corpo - testa è confinata ".

Come nella primitiva tenda del convegno, la dimora fatta costruire da Dio a Mosè nel deserto nel Tempio di Salomone e successivi tra il Santo e questa cella, il Santo dei Santi c'era una divisione.

Il comando a Mosè in Esodo 26 fu, infatti: "Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro d'artista.. Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d'oro, munite di uncini d'oro e poggiate su quattro basi d'argento. Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell'interno oltre il velo, introdurrai l'arca della Testimonianza. Il velo costituirà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei Santi." (Esodo 26,31-33)

Questo velo, in effetti, era in tendone tipo sipario, lì nel testo in ebraico chiamato per 4 volte "parokoet" .
Tra l'atro ho trovato che Giuseppe Flavio (Guerre Giudaiche V,5,4) dice che era molto pesante e robusto tanto che nemmeno due cavalli legati a questa grande cortina sarebbero riusciti a strapparla.


Tempio di Salomone

Un termine che si avvicina a "parokoet" e ha le stesse prime tre lettere è un avverbio, "poeroek" (ove = ), usato in Levitico 25,43.46.53 e in Ezechiele 34,4 per dire "duramente, brutalmente parlando" di schiavitù o di trattamenti rudi come se si soffocasse qualcuno ponendo "sulla bocca del corpo un mano a conca ".

Quel telo, quindi, chiudeva completamente l'apertura al Santo dei Santi, impedendo che correnti d'aria lo potessero sollevare e far vedere l'interno.
Era, quindi, una separazione che faceva presente un pensiero di imposizione che richiamava lo stare in esilio e la schiavitù, insomma una separazione obbligata per evitare il peggio.
Un altro termine con cui ci si riferisce al Tempio è "hekal" , nella Tenak usato oltre 80 volte.
Il suo radicale è quello del verbo "potere, avere potere, avere successo" e "hekal" si riverisce al "palazzo del potere", alcune volte definisce il palazzo del Re, ma più spesso, circa 60 volte il "palazzo" del potere spirituale, ossia il "Tempio".
Queste lettere fanno pensare a un pensiero enigmistico pensato dall'autore del Cantico che fa entrare l'amata nella cella del vino proprio prendendo spunto da quel termine "hekal" a "entrarvi sarà la sposa ()" ossia in ebraico la "kallah".

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