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LA "BENEDETTA"
Il libro della Genesi al capitolo 12 segnala che la storia di salvezza di Dio nei riguardi dell'umanità ebbe inizio circa 40 secoli fa.
Il mistero di come Dio avrebbe portato avanti il suo disegno d'amore era ancora velato, ma fece un dono all'umanità.
Scelse un uomo, lo elesse.
L'elezione consistette nel regalargli di ascoltarlo e l'ascolto di Lui comporta un cammino, un'alleanza e il dono della fede che giustifica l'uomo.
Suscitò la chiamata di uomo che si chiamava Abram che udì queste parole: "Il Signore disse ad Abram: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra." (Genesi 12,1-3)
Vattene, lascia la tua storia precedente, il padre e la sua casa, la parentela e la terra, sradicati completamente e... seguimi.
Abram l'ascoltò!
Aveva settantacinque anni quando lasciò Carran assieme alla moglie, Sarai, e al nipote Lot!
Era vecchio, senza figli con una moglie sterile e pressoché coetanea.
In quei tre versetti della chiamata per ben cinque volte è pronunciato il verbo "benedire" o la parola "benedizione" e vi spicca una promessa che travalica gli interessi limitati di un uomo, ma assume aspetto universale, in quanto, "in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra".
Ciò fa comprendere che l'elezione di Dio supera le sorti individuali, ma coinvolge l'eletto nel disegno salvifico nei riguardi di un grappolo più o meno grande di persone fino ad arrivare anche a coinvolgere personaggi che hanno influenza sulla storia mondiale.
La risposta di Abram fu concreta, rispose "si" alla chiamata del Signore.
Si trova, infatti, subito dopo, al versetto quattro: "Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore...".
Cosa si attendeva Abram?
A questa domanda si risponde: una discendenza e una terra.
Questi sono solo possibili scopi utilitaristici collaterali, ma di scarsa rilevanza per un uomo ormai disilluso che aveva percorso tanta parte della propria vita.
Ritengo piuttosto che sentisse in modo prepotente il bisogno di dare uno scopo alla propria vita, ossia di riempire il vuoto esistenziale che evidentemente sentiva.
Il nome Abram
che vuol dire "padre
alto - elevato
",
in effetti, per l'età avanzata rischiava presto di diventare solo "padre di vermi
()".
Avere un figlio e una terra può dare sollievo, ma sempre padre di vermi sarebbe restato se non si fossero aperti i cieli.
E Abram sicuramente li avrà visto aperti davanti a sé e partì.
La promessa fu colta da Abram perché travalicava i limiti della vita terrena ecoinvolgeva la vita eterna.
La chiamata era stata forte e soprattutto credibile capace di dargli la forte spinta capace di metterlo in cammino, insomma era stato sedotto e coinvolto in un piano che lo superava.
Ad Abram
Dio, poi, in Genesi 17,5 cambiò il nome, gli aggiunse una "he"
e lo aprì alla vita, quindi, il suo nuovo nome fu Abramo
"padre
dal cui corpo
uscirà
la vita - la madre
".
Sarebbe uscita da lui la madre di tutti i nuovi viventi.
Avrebbe avuto un figlio attraverso cui sarebbero stati benedetti tutti gli uomini della terra, una discendenza speciale, questa era la promessa.
Era coinvolto in un programma che superava i limiti della vita terrena ed era certezza d'eternità, alleato stretto del Signore, suo amico suo familiare.
A lui il Signore rivelava tutti i segreti come dice in 18,17s: "Il Signore diceva: Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?"
Benedetto in ebraico è "barak"
e quelle lettere, lette con una visione prospettica della storia successiva suggeriscono che nelle reni di Abramo ci sarebbe stato "un figlio
Retto
".
Una stirpe nuova sarebbe nata da lui.
Sarebbe cambiata la stirpe, da stirpe del serpente maledetto a figli della "Donna" che schiaccia la testa al serpente di Genesi 3,15.
Da lui sarebbe uscita la benedizione
,
"la Benedetta", proprio quella Donna la cui stirpe avrebbe schiacciato la testa al serpente.
È da leggere sotto tale angolazione l'ultima parte, versetti 31-59, del capitolo 8 del Vangelo di Giovanni su Abramo.
Gli dicevano: "Il padre nostro è Abramo" (39), ma Gesù "Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro" (44)
Abramo fu il primo uomo dell'ascolto.
Lo "shem'a"
,
ossia "l'ascolto", divenne carne in lui, pur se la moglie era sterile ebbe una discendenza speciale, l'ascolto
gli "accese
il seno
()",
ebbe una discendenza; in effetti, fu "il Nome
ad agire
".
Comprese, il patto con Dio era un patto eterno.
Il vero Dio, l'Unico, che si rivelerà al popolo d'Israele che nascerà dal nipote di Abramo, Giacobbe, in quel momento era velato a tutti gli uomini e "l'interesse" terreno più immediato era di aver un popolo da eleggere, perché Gli fosse da vessillo nell'umanità.
Da un discendente di Abramo sarebbe nata la donna che avrebbe messo al mondo il Figlio di Dio.
Dio si sarebbe incarnato nella sua casa.
Dio e Abramo sarebbero diventati parenti stretti, in pratica avrebbero diviso lo stesso figlio.
I Vangelo di Luca mette in evidenza proprio questo fatto.
Maria, figlia di un discendente di Abramo, fu la madre vergine nella carne del Messia, il figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo.
Un altro figlio di Abramo, Giuseppe, fu lo sposo di Maria e lo riconobbe legalmente come padre.
All'annuncio dell'angelo Maria porse orecchio e con tutta se stessa accolse quanto ascoltato e dette il suo "si" come fece il padre Abramo, dicendo, "Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola". (Luca 1,38)
Anche in Lei l'ascolto, lo "shem'a"
,
Le "accese
il seno
(),
e concepì per opera dello Spirito Santo" "Ruach Qadosh"
"nel suo corpo
portò
a chiudersi
il Santo
",
il Figlio di Dio.
Elisabetta, sua cugina, quando l'incontrò, disse a Maria con parole che la collegano alla benedizione ricevuta da Abramo: "Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo" (Luca 1,42)
Maria poi nel "Magnificat" ricordò il padre Abramo e la promessa che Dio gli aveva fatto: "...come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza per sempre". (Luca 1,55)
Ecco che Lui, Abramo fu il Padre della fede!
La fede per l'ebraico è una speranza certa, infatti, è "'amunah"
dal verbo
"essere affidabile, essere duraturo, sperare in modo fermo" da cui il termine "Amen" per dire: è sicuro, è vero, è certo, così è, il nostro "così sia!".
Dice, infatti, la lettera agli Ebrei in 11,1: "La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede."
In Genesi 15,6 si trova che il Signore specificò poi l'entità della discendenza e sollecitò Abram a guardare al cielo e al numero delle stelle e questi "...credette
al Signore che glielo accreditò come giustizia ("tsedaqah"
)."
Abram credette, ossia ebbe fede
,
quindi sperò al di là di ogni speranza terrena, Dio glielo computò
,
considerò per lui "chiuso
lo stare in esilio
()",
lo ritenne un atto di giustizia
,
ossia lo giustificò cioè lo fece "giusto
nel mondo
"
e, ancora più in dettaglio, lo "sollevò
dalla polvere
,
dalla minuzia del mondo
"
e lo considerò proprio amico, rientrato nella sua grazia.
Sino a quel momento un solo uomo, Noè, era stato ritenuto "giusto" dal Signore (Genesi 6,9; 7,1) e nessun altro nell'Antico Testamento è definito come tale.
Nel Nuovo Testamento, poi, il primo "giusto" che si trova è in Matteo 1,19: "Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto."
Vi è perciò una stretta correlazione tra Abramo e Giuseppe lo sposo di Maria la Benedetta tra tutte le Donne!
Queste parole furono riprese da San Paolo nella lettera ai Galati:
- Galati 3,6-9: "Come Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia, riconoscete dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunciò ad Abramo: In te saranno benedette tutte le nazioni. Di conseguenza, quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme a Abramo, che credette..."
- Galati 3,14.16: "...perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito... Non dice la Scrittura: E ai discendenti, come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo... Dio invece ha fatto grazia ad Abramo mediante la promessa."
- Galati 3,29: "Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa."
In Romani 4,12 poi lo stesso San Paolo precisa che Abramo ebbe fede prima della circoncisione!
Gesù stesso in Giovanni 8,56 concluse: Abramo "esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia" ossia nella fede intravide la venuta del Figlio e questa speranza è strettamente connessa alla fede come si comprende bene da quanto ha detto Ebrei 11,1.
Fu il padre dell'Amen di cui dice l'Apocalisse in 1,5s: "Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen." In 3,14: "Così parla l'Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio" e in 22,20: "Amen. Vieni, Signore Gesù."
Si trova nella lettera agli Ebrei 11,8-19: "Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso... da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare... Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo."