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RICERCHE DI VERITÀ...

 
DAL TORCHIO DEL GETSEMANI A QUELLO DELLA CROCE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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ANTICIPO DELLA PASSIONE
Prendo in esame le pagine dei quattro Vangeli canonici relative all'episodio dell'arresto di Gesù al Getsemani e inizio col Vangelo di Marco 14,32-52:

"Giunsero a un podere chiamato Getsemani ed egli disse ai suoi discepoli: Sedetevi qui, mentre io prego. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate. Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu. Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole. Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino. E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta. Appena giunto, gli si avvicinò e disse: Rabbì e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro: Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture! Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono."

Ed ecco poi la segnalazione autobiografica di Marco che ho già segnalato: "Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo."

Fatti sedere i discepoli si allontanò con Pietro, Giacomo e Giovanni cui confidò il suo stato d'animo e andarono a pregare, poi li i lasciò a vegliare e andò più avanti a pregare da solo.
La preghiera di Gesù fu fiduciosa, quella di un figlio: "Abba, Padre"!
Umanamente è comprensibile che chiese "allontana da me questo calice!"

Questo dire ricorda quando sul Monte Moria, che era lì davanti sotto al Tempio: "Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: Padre mio! Rispose: Eccomi, figlio mio. Riprese: Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?" (Genesi 22,7)

Questa volta la risposta ci fu nel cuore e nella mente del Figlio... sei tu l'agnello... per l'olocausto ... per essere innalzato sul legno della croce, il supplizio con cui i Romani affliggevano i rei di morte e il Figlio in comunione d'intenti col Padre, come Isacco con Abramo, proseguì accettando "non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu".

Poi il racconto di Genesi 22,9 prosegue: "Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull'altare sopra la legna"; ma come potrebbe un uomo vecchio legare uno di 37 senza il consenso di questi.

Nel Talmud in Tankhuma' Vayera' 21 si legge: "Padre mio, io sono un forte giovane uomo, mentre tu sei anziano. Temo che se ti vedrò il coltello in mano, istintivamente sobbalzerò, rischiando di farti del male, potrei inoltre ferire me stesso e diventare inadatto al sacrificio o con un movimento improprio, ti potrei impedire di eseguire il sacrificio nella giusta maniera. Perciò ti chiedo di legarmi bene, affinché al momento decisivo io non manchi di rispetto e onore filiale e non rischi quindi di eseguire male il comandamento."; da qui il canto detto dell'Achedah: "Legami, legami forte, Padre mio, non sia che per paura io resista, e non sia valido il tuo sacrificio, e tutti e due siamo rifiutati".

Il racconto di Marco fa comprendere come all'angoscia per ciò che doveva avvenire s'accompagnava il desiderio di un umano conforto, rivelato dall'andare di Gesù avanti e indietro verso quei i tre discepoli, ma mentre Lui era in pieno combattimento, preso da umano timore per i dolori che gli si profilavano, tre volte prese atto della mancanza della loro capacità di vegliare e dell'incapacità di quelli di associarsi al suo dolore.

Ancora una volta il Signore vide che: "Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" e che il suo sacrificio era necessario per far scendere lo Spirito Santo su di loro perché venissero associarli nell'amore col Padre.

Il racconto evidenzia che appena arrestato "tutti lo abbandonarono e fuggirono" il che pare in contrasto col discorso del discepolo che Gesù "amava" di cui parla il Vangelo di Giovanni che invece conferma la vicinanza all'amato, oltre che nell'ultima cena (Giovanni 13,21-26) sotto la croce con la Madre di Gesù (Giovanni 19,25-27).

Questo discepolo che Gesù amava, peraltro, ha destato grande scalpore in chi, alieno dal rapporto d'amore di Dio con la comunità dei fedeli e con la singola anima proposto dal Cantico dei Cantici, pensa a "amore" terreno, e al riguardo sono state fatte varie ipotesi come se questi fosse Giovanni o Maria Maddalena.
Ecco le più rilevanti variazioni del parallelo brano di Luca 22,39-53:

  • Luca 39 - "Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; a i discepoli disse loro: Pregate, per non entrare in tentazione."
  • Luca 41 - "si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava."
Prevedendo la tentazione del demonio chiede anche agli apostoli di pregare perché, rafforzati spiritualmente, potessero accettare la storia e non si scandalizzassero, ma fossero pronti spiritualmente al suo arresto... ma non vi riuscirono.

Vi sono poi i due versetti 43 e il 44: "Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta (agonia), pregava più intensamente e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra" che non si trovano in alcuni manoscritti antichi, quindi, l'autenticità nel XIX secolo fu messa in discussione, ma invero i maggiori Padri della Chies, Ireneo di Lione, Giustino, Ippolito di Roma, Eusebio di Cesarea, Epifanio di Salamina, San Girolamo, Agostino d'Ippona, li considerarono autentici, ma non Marcione, Clemente di Roma, Origene di Alessandria. È plausibile che quei due versetti siano una nota originale di Luca non riportata nelle primissime edizioni; peraltro, quel Vangelo in 4,13 è l'unico che dice che il demonio poi sarebbe tornato a tentarlo al momento opportuno, appunto al Getsemani e mentre Matteo 4,11 nelle prime tentazioni dopo il Battesimo al Giordano parla di angeli che servivano Gesù, Luca non ne parla, ma poi riporta quella nota sugli angeli nella tentazione finale in quel giardino.

Solo una volta, secondo Luca, Gesù sveglia i discepoli dicendo: (46) "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione."

Poi quando venne l'Iscariota, (48) "Gesù gli disse: Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?"

Si parla anche qui della spada (50-51) "E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: Lasciate! Basta così! E, toccandogli l'orecchio, lo guarì", poi Gesù conclude l'episodio con un (53) "questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre."

Il fatto delle spade secondo Luca nel cenacolo prima di uscire fu preceduto da un discorso di Gesù evidentemente allegorico e allusivo alle Scritture che i discepoli non compresero e in cui li avvertiva di un prossimo combattimento: "Poi disse loro: Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa? Risposero: Nulla. Ed egli soggiunse: Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento. Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ma egli disse: Basta!" (Luca 22,35-38)

Luca, insomma, che è il collaboratore di San Paolo - fariseo, dotto, grande cultore della Parola - pone particolarmente in evidenza, ancor più di Marco, l'aspetto del combattimento; si parla di spada e di sangue che esce evidentemente dall'orecchio staccato di un soldato che lo vuole arrestare e di quello sudato da Gesù nel combattimento spirituale in forma di gocce di sudore.

Il sudore in ebraico è "zea't" e la prima volta si trova nella Bibbia è in Genesi 3,19, "Con il sudore del tuo volto mangerai il pane finché non ritornerai alla terra...", per cui conoscendo la mentalità dell'esegesi dell'epoca nello "scrutare" le Scritture questo è da raffrontare e ha attinenza certamente alla notazione che Gesù sudò gocce di sangue.

Tenuto conto che il pane "loechoem" ha le stesse consonanti di "lechoem" "combattimento" e sono il radicale di "combattere, guerreggiare" le lettere ebraiche di questo versetto di Genesi 3,19 si prestano a una lettura particolare:



"Dentro per colpirlo nel tempo dell'Unico il Verbo sarà in un retto . Chi indicò di mangiare (dell'albero della conoscenza del bene e del male) lo combatterà , all'eternità ritornerà retto a Dio dal mondo l'uomo - l'Adamo che uscì ."

Del pari, la prima volta che si trova "gocce" "nitepì" è in Giobbe 36,27 "Egli attrae in alto le gocce ("nitepì" ) dell'acqua e scioglie in pioggia i suoi vapori", ove è l'unica volta in cui si ritrova il termine "vapori" "'ed" usato in Genesi 2,6 per dire di una "polla d'acqua" che usciva dalla terra dopo la creazione (Vedi: "Nascere dall'alto") ed, allora, quelle gocce di sangue di Gesù sono "energie che dal cuore del Verbo sono ", allusive in quel giardino paradisiaco del Getsemani del combattimento e del sudore del nuovo Adamo per preparare la nuova terra del Regno dei cieli, la nuova Gerusalemme.

Del parallelo brano in Matteo 26,36-56 non trovo nulla di particolare da segnalare rispetto a Marco e Luca se non sulla questione della spada.

Gesù disse a quel suo discepolo che l'aveva usata: "Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?" (52-54)

E poi, conferma: "Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti. Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono." (56)

La testimonianza su questi fatti di Giovanni 18,1-12 che di seguito riporto integralmente completa il quadro generale.

"Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: Chi cercate? Gli risposero: Gesù, il Nazareno. Disse loro Gesù: Sono io! Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro Sono io, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: Chi cercate? Risposero: Gesù, il Nazareno. Gesù replicò: Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano, perché si compisse la parola che egli aveva detto: Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato. Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo? Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono..."

Vi sono quindi delle informazioni aggiuntive rispetto ai Sinottici, precisamente:
  • Gesù va incontro spontaneamente ai sopraggiunti - Giuda con un gruppo di soldati e guardie, con lanterne, fiaccole e armi - e per primo chiede: "Chi cercate?" e alla risposta "Gesù il nazareno" si presenta dicendo "Io sono", termine denso di significato, in quanto, così si presenta Dio nell'Antico Testamento al roveto. Gesù lo ripete tre volte, e alla seconda volta "indietreggiarono e caddero a terra", in quanto quel dire che allude al Tetragramma del Santo Nome IHWH, già da solo esplica il potere di vincere \ i più agguerriti; quindi, se avesse voluto, gli sarebbe stato facile fuggire.
  • Tutti i Vangeli parlano di uno dei venuti ad arrestarlo che da parte di un discepolo ebbe un orecchio tagliato da una spada, ma qui è fatto il nome sia del discepolo, Pietro, sia del ferito Malco, poi in 18,15 viene precisato che Simon Pietro lo aveva seguito con un altro discepolo conosciuto da Caifa, ma non precisa che quegli fosse quello che Gesù "amava".
  • In Giovanni 18,26s infine è citato un parente di Malco, pure servo di Caifa, che riconosce Pietro nel cortile della casa del sommo sacerdote, il che porta l'apostolo a rinnegare Gesù per la terza volta.
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