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RICERCHE DI VERITÀ...

 
DAL TORCHIO DEL GETSEMANI A QUELLO DELLA CROCE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMA
Il libro del profeta Isaia nel complesso presenta 24 "Oracolo del Signore" e particolarmente interessanti sono i seguenti su Sion, la nuova Gerusalemme e sull'umanità riunita dal Messia in un nuovo unico Israele:

  • Isaia 54,5 - "...tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra."
  • Isaia 54,13 - "Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli..."
  • Isaia 66,9 - "Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria."
In definitiva, dice il profeta Isaia, accadrà una novità, verrà il Signore per un matrimonio (54,5), tutti diventeranno figli di Sion, discepoli del Signore (54,13) e sarà portato avrà successo il proselitismo, sì che tutte le genti, ossia tutti i popoli ne saranno coinvolti (66,9) e quest'ultima è la promessa fatta da Dio ad Abramo in Genesi 12,3: "...in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra."

Ora, "discepolo" in ebraico è "limmud" dal verbo "imparare, insegnare, spiegare, formare" LMD da cui viene anche il termine "Talmud".

Accade che il discepolo è da considerare certamente uno che ricerca ed è pieno di domande come i bimbi nella notte di Pasqua durante il Seder... perché stiamo svegli?... perché abbiamo digiunato? Che c'è di diverso questa notte? E allora "Limmud" "ai perché () portare aiuto " ed ha anche il senso di come presso "il Potente a vivere ci si porta alla porta "; questa, infatti, è la situazione di un discepolo del Signore, quella del Salmo 84,11: "Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende degli empi".

Quel giorno, in effetti, è "il buon giorno", com'è scritto nel testo ebraico, e "nei tuoi atri" sono i "bachatzeroeyk" cioè nel recinto - cortile , sottinteso del Tempio (Esodo 27,9 e seguenti per 7 volte; 38,9 e seguenti per 10 volte; Isaia 1,12; Geremia 19,14; Ezechiele 40,14) quindi, in un luogo chiuso ancora da un perimetro esterno, mentre anche sono lettere che indicano un recinto, ma in luogo aperto.

A questo punto è utile evidenziare che la frequenza di presentazione di "discepolo - discepoli" in C.E.I. 1975 è di 272 volte, ma nei testi dell'Antico Testamento oltre Isaia 54,14 solo altre 2 volte si trova "discepoli", (1Cronache 25,8; Isaia 8,16), mentre le altre 269 volte sono nel Nuovo Testamento, scritti tutti nel I secolo d.C. dopo le vicende di Gesù di Nazaret.
Ecco che la profezia di Isaia 54,13 sui discepoli pare proprio essersi avverata con la prima venuta del Messia, Gesù di Nazaret per la carne, ma Figlio Unigenito di Dio, morto, risorto e asceso al cielo, di cui alle Sacre Scritture cristiane, riflesso della fede delle prime comunità che ha prodotto con successo un grande proselitismo in tutto il mondo conosciuto e che dura da 2000 anni.
(Anche per il Talmud, peraltro, la redazione organizzata ebbe inizio dopo gli eventi del Cristo nella diaspora d'Israele seguita alla guerre giudaiche 66-135 d.C..)

La profezia di Isaia 54,5 e 66,9 del Signore Dio sposo e redentore che verrà in persona, leggasi dunque il Messia, in pratica equivale all'annuncio che vi sarà da parte del Signore una nuova alleanza con valenza di patto matrimoniale, nuova alleanza nel suo sangue versato per redimere tutti gli uomini.
Nell'ultima cena Gesù sigillò l'inizio del tempo di questo patto nuziale che si sarebbe compiuto nella Sua carne e nel Suo sangue col sacrificio pasquale e gli apostoli con cui sugellò quel patto, erano al momento tutto ciò su cui puntava il Signore per avere la "sposa".

Come dice il Cantico dei Cantici 8,8 "Una sorella piccola abbiamo, e ancora non ha seni"; questa era la situazione del nucleo di quei primi discepoli, una sorellina, una fidanzatina da cui verrà la sposa.
Ora, il Vangelo di Giovanni (90-100 d.C.), tardivo rispetto ai sinottici (55-70 d.C.), è l'unico che riferisce di un discepolo che Gesù "amava", il che da adito a pensare a un pensiero, attribuito al Signore, dedotto maturato dal meditato della comunità cristiana come sviluppo teologico sugli eventi accaduti.

Del resto "il Signore è giudice e non v'è presso di lui preferenza di persone" (Siracide 35,12) per cui quel discepolo appare essere la personalizzazione e la proiezione di quella "sorellina" che deve crescere per passare dal discepolo amato, desiderato e diventare "la sposa".
Nel Vangelo di Giovanni, infatti, a partire proprio dall'ultima cena dove sappiamo Gesù istituì la nuova alleanza patto di matrimonio nel suo sangue, per sei volte si trova quel dire che nel mondo laico ha aperto ogni tipo di fantasia, sul discepolo amato, in:
  • Giovanni 13,23 - "Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù", e il fianco ricorda Adamo dal cui fianco uscì la sposa, infatti, in greco, osserva in nota la Bibbia di Gerusalemme, è "nel seno di Gesù", essendo usata la stessa parola "kolpo" di Giovanni 1,18 quando si legge "nel seno del Padre"; questa citazione, perciò, è rivelatrice su questa figura;
  • Giovanni 19,26 - nel riportare la citazione parto dal versetto 25, "Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleope e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé". Ora, nel versetto 25 non è citato il discepolo che qualche tradizione suggerisce come Giovanni, ciò in quanto si trovano tracce di Maria a Efeso, ove c'era una comunità cristiana, la prima delle 7 Chiese dell'Asia minore richiamate nei capitoli 2 e 3 del libro dell'Apocalisse attribuito a Giovanni con Smirne, Pergamo, Tiatira, Sardi, Filadelfia e Laodicea. Non è poi da ritenere fosse Maria di Magdala per quanto diremo in seguito;
  • Giovanni 20,2 - nel riportare la citazione parto dal versetto 1 "Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!", quindi quel discepolo non era Maria di Magdala;
  • Giovanni 21,7 - è il momento della pesca miracolosa dopo la risurrezione di Gesù, "Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: È il Signore! Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare"... solo la sposa riconosce lo sposo;
  • Giovanni 21,20 - "Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: Signore, chi è che ti tradisce?" e ricorda la prima citazione, quella di 13,23;
  • Giovanni 21,24 - Il discepolo che Gesù ama deve attendere il ritorno del Messia e dichiara essere l'autore del IV Vangelo attribuito a Giovanni, infatti: "Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: Signore, chi è che ti tradisce? Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: Signore, che cosa sarà di lui? Gesù gli rispose: Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera." (Giovanni 21,20-24) "Noi sappiamo" al plurale, come se questo discepolo non fosse uno solo, ma la "Chiesa" adulta, 60 anni dopo la risurrezione.
È un fatto comunque che questo discepolo per il Vangelo di Giovanni è citato come presente nelle vicende solo dal momento della sancita nuova alleanza della Santa Cena, evidentemente seguì Gesù nel giardino del Getsemani, indi sotto la croce, al sepolcro e alla pesca miracolosa, pur se, di fatto, gli altri Vangeli sottolineano che tutti l'abbandonarono.
Tale discepolo peraltro è utile a far presente il pensiero del cristiano della Chiesa adulta nel guardare a quegli eventi con una visione retrospettiva.
Questo pensiero frutto d meditazioni della Chiesa primitiva sul mistero di Cristo, elaborato grazie allo Spirito Santo sui fatti accaduti, s'incarna in un'immagine, nella presenza costante di una figura che solo gli occhi di Cristo vedono in anticipo, una fanciulla meravigliosa, l'essenza idealizzata del progetto che ha per i suoi discepoli, "il discepolo che Gesù amava".

Questo discepolo è presente sulla barca con Pietro al momento della pesca miracolosa dopo la resurrezione di Gesù di cui dice in Giovanni 21, quando erano 8 in tutti, compreso Gesù risorto che appare sulla riva del lago, come Noè i 3 figli e le 4 mogli quando scende dall'arca e l'8 numero della pienezza tra cui c'è quel discepolo fa pensare alla visione escatologica della Chiesa tutta intera.
Diversi autori moderni mettono in discussione l'attribuzione, pur se riconosciuta dagli antichi Padri, del testo del Vangelo a Giovanni, apostolo del Signore e pensano a una "Scuola giovannea" sorta intorno alla figura di Giovanni apostolo.

Chi ha scritto queste testimonianze nel Vangelo detto di Giovanni, del pari, verso la fine del I secolo d.C. ha scritto l'Apocalisse, pare proprio essere un discepolo anonimo che in questo ultimo libro si definisce col nome di Giovanni, ma sarebbe allora un fratello di una comunità cristiana dell'Asia.
Che l'autore celi il proprio nome dietro di quello di un personaggio del passato, del resto è tipico della letteratura apocalittica... si pensi al libro di Enoch.
Il succo di quanto penso possibile in definitiva è che, dal momento dell'alleanza di promessa matrimoniale dell'ultima Cena in poi, Gesù ritenne il gruppo dei discepoli la sua "fidanzata" e questo gruppo solo in visione retrospettiva, divenuta la sposa di Cristo, si rese conto d'essere stata come tale considerata.
Sangue e acqua usciti dal cuore di Cristo in croce attestano quali i prodotti residui di un parto la nascita, appunto, di una nuova creatura che poi verrà rivelata dallo Spirito Santo essere proprio la Chiesa.

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