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ATTESA DEL MESSIA...

 
LO SPOSO DELL'ALLEANZA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL SANGUE DELL'AGNELLO
In Genesi 22,7.8, nell'ambito del racconto che è detto del "sacrificio d'Isacco", mentre padre e figlio di comune accordo salivano verso il monte Moria per compiere il sacrificio che Dio aveva chiesto, Isacco si rivolse ad Abramo e disse: "Padre mio! Rispose: Eccomi, figlio mio. Riprese: Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto? Abramo rispose: Dio stesso si provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio! Proseguirono tutti e due insieme."

Ciò che la C.E.I. traduce "agnello per l'olocausto", ripetuto due volte, nel testo ebraico è un "hasseh lo'lah" , quindi, quanto è definito agnello, in effetti, è un generico "seh" , un animale non da stalla, che sta "alla luce all'aperto ", un ovino o caprino, vale a dire un agnello o anche un capretto.
Una lettura profetica di quelle lettere "hasseh lo'lah" , tenuto che è il radicale del verbo innalzare, ne esce il pensiero che "uscirà la risurrezione nel mondo dal Potente innalzato ".

Ciò porta a quanto riferito al capitolo 8 dal Vangelo di Giovanni sul pane della vita al versetto 28: "Disse allora Gesù: Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato." e più avanti al versetto 56 disse: "Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia", ove con chiarezza collega il suo venire innalzato con quanto Abramo vide al momento del sacrificio di Isacco quando sacrifico in olocausto "o'lah" quanto aveva provveduto il Signore stesso.

L'angelo del Signore, infatti, fermò quel sacrificio e "Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio" (Genesi 22,13) e questo animale con le corna, l'ariete, è lì definito come un "'ail" .

Nel libro dell'Esodo, il secondo della Torah, poi si legge che Dio non si dimenticò dell'alleanza con i patriarchi e degli Israeliti nati da Giacobbe, nipote di Abramo, cui l'angelo di Dio, presentatosi in forma umana, aveva dato il nome di Israele (Genesi 32,29), infatti, si trova:

  • Esodo 2,24 - "Dio ascoltò il loro lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe."
  • Esodo 6,5 - "Io stesso ho udito il lamento degli Israeliti, che gli Egiziani resero loro schiavi, e mi sono ricordato della mia alleanza".

Come Dio si ricordò e li liberò?
Sul monte Oreb, circa 400 anni dopo il "sacrificio d'Isacco", in un roveto acceso da un fuoco che non lo consumava, a Mosè, un ebreo vissuto in Egitto, ma esiliato in Madian per sfuggire alla legge del faraone, si presentò l'angelo del Signore per provocare tramite lui, prescelto da Dio, la chiamata del suo popolo nato nel frattempo dai discendenti di Abramo.
La liberazione di quel popolo e di chi volle seguirli, tutti soggetti a pesante servitù, avverrà nel XIII secolo a.C. in occasione della prima luna piena di una primavera nel mese detto di "nisan", nel 15 di quel mese, il mese della festa di "Pesach" , termine che ricorda il saltellare, lo zoppicare, il camminare saltando, uno sgambettare festoso degli agnelli che saltano in alto scalciando con le zampe posteriori in quel periodo soprattutto quelli nati da poco tempo.

Si legge che fu data questa disposizione: "Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa." (Esodo 12,3) e poi è spiegato: "Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore ("kevashim" ) o tra le capre ("i'zzim" )". (Esodo 12,5)
Ora, per "agnello" è ripetuto sempre quello stesso termine "seh" detto da Isacco e ripetuto da Abramo in Genesi 22,7-8.
Si legge anche che fu disposto che: "al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto." (Esodo 12,6)

Poi, in 12,7 il testo prosegue con le seguenti parole, che riporto anche con i segni ebraici senza vocalizzazione e li decripto con le regole di "Parlano le lettere" e secondo i significati grafici delle loro schede nella colonna a destra delle pagine di questo mio Sito:

"Preso un po' del suo sangue,
lo porranno sui due stipiti
e sull'architrave delle case,
in cui lo dovranno mangiare."

Lo presento con i segni di dimostrazione e poi senza per facilitarne la lettura.
"E i potenti lo rovesceranno in prigione - luogo chiuso e della vita l'energia uscirà con il sangue . E inviato in croce per l'energia recata dall'innalzato () un: Da bere per me uscì (ossia disse: "Ho sete!" Giovanni 19,28). Un vivente lo colpì con un'asta e da questi in croce portò dall'alto a uscire il salvare () sperato (). Dal Verbo innalzato da dentro la croce fu con l'acqua una donna (). Dal corpo sarà originata la sposa () e verrà () a recare dentro al mondo la vita ."

E i potenti lo rovesceranno in prigione e della vita l'energia uscirà co sangue. E inviato in croce per l'energia recata dall'innalzato un: "Da bere per me" (quindi, "Ho sete!"), uscì. Un vivente lo colpì con un'asta e da questi in croce portò dall'alto a uscire il salvare sperato. Dal Verbo innalzato da dentro la croce fu con l'acqua una Donna. Dal corpo sarà originata la sposa e verrà a recare dentro al mondo la vita.

Pare proprio essere lo stesso evento che ha letto e ha riportato il Vangelo di Giovanni nel riferire gli episodi della crocefissione, fino alla morte in croce di Gesù di Nazaret, quando l'evangelista esclama con gioia che dal Suo costato sono proprio usciti acqua e sangue e lo ripete nella 1a lettera di Giovanni:
  • 1Giovanni 19,28-36 - "Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: Ho sete... chinato il capo, spirò. Era il giorno della Preparazione... giorno solenne quel sabato... uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua... avvenne perché si adempisse la Scrittura."
  • 1Giovanni 5,5-9 - "E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue, e questi tre sono concordi."
Il segno, quindi, sarà il sangue posto sulle case.

Quel testo fondamentale del libro dell'Esodo ripete che è un segno importante precisando: " È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d'Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d'Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne." (Esodo 12,11b.14)

Dovevano segnare, porre un segno, una croce + = la lettera "Taw" sugli stipiti della casa "bait" e si ha una lettura delle tre lettere di "bait" : "le case furono segnate " e in tale maniera è stato tratteggiato + + segnando gli stipiti e definendo così la parola "tebat" con cui fu chiamata l'arca che salvò Noè e il cestello che aveva salvato Mosè dal Nilo.
Sopra quelle case era stato posto il sangue dell'agnello "seh" e per quel sangue dell'Agnello del Potente sarà meritata la salvezza, perché accadrà che grazie a quello la "risurrezione uscirà ".

Ci sono poi quelle parole "flagello di sterminio", che ho evidenziato in grassetto, in ebraico "noegoef lemashechit" , in grado di fornire una ulteriore sorpresa in quanto vengono ad alludere che quella "energia scorrerà dal Verbo - Parola del Potente , dall'unto che sarà crocifisso ."

Quell'agnello, in effetti, si manifesterà essere un vero ariete "'ail" come quello che fu presentato al posto di Isacco, profezia che a essere sacrificato "l'Unigenito sarà del Potente ".

Da quel decriptato che ho presentato di Genesi 12,7 appare l'idea della Donna, sposa del Crocifisso e che lo sposo è il Messia, l'unto del Signore.

Risuona al riguardo quanto scritto nel libro del profeta Osea in 2,21-22: "Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore."

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