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I CHERUBINI ED UN POPOLO
Passano le generazioni, dopo oltre quattro secoli i discendenti di Israele, un popolo, è schiavo in Egitto e Dio suscita il liberatore Mosè; la storia è nota, un popolo esce dalla schiavitù in una notte di Pasqua.
Dio ormai parla a Mosè faccia a faccia.
Il nostro tema, ricordo, era ricercare gli indicatori della traccia, i Cherubini che erano stati messi a custodire la via all'albero della vita.
Bene! Ecco che riappaiono e li vede tutto il popolo e questi sono proprio il motore del racconto del Genesi scritto ultimo del Pentauteuco.
Dio infatti consiglia a Mosè di porre bene in vista per il popolo il segno dei Cherubini quando nel libro dell’Esodo dà le prescrizioni per la costruzione dell'Arca dell’alleanza: "Nell'arca collocherai la testimonianza che io ti darò. Farai il coperchio, o propiziatorio, d'oro puro. Farai due Cherubini d'oro; li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. I Cherubini avranno due ali stese disopra proteggendo con le ali il coperchio, saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei Cherubini saranno rivolte verso il coperchio ... Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due Cherubini che saranno sall'arca della testimonianza..." (Es. 25,16-22).
L'arca con i Cherubini dalle ali incrociate, ad intimare attenzione, è nomade durante il pellegrinare di secoli nel deserto e nella terra di Canaan fino alla completa conquista della Palestina, da Mosè a Giosuè; poi con i giudici ed i re Saul e David, non ha stabile dimora, è sulle stanghe portate dai Leviti in vista del popolo ed i Cherubini con lo sguardo rivolto al coperchio in pratica dicono: il sacro é qui!
Qui c’è la testimonianza, c’è il decalogo scritto su tavole di pietra, questa legge, ora è la via all'albero della vita, la via alla santità.
Questa legge è l'essenza di Dio, è la promessa che Lui trasformerà chi appartiene al suo popolo e così hanno creduto e credono gli Ebrei; infatti, nel Levitico (19,1), prima di dare il decalogo dice a Mosè: "Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: siate santi, perché io il Signore, Dio vostro, sono santo".
Tutta la legge è un commento alla santità di Dio che Dio promette al popolo: "Io vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne". (Ez. 36,26); cioè questa legge su tavole di pietra che sta nell'arca (1Re 8,9) sarà viva ed assicurerà la vita nei cuori di chi la segue.
Mosè nel Deuteronomio (32,46), dopo che tutta la Torah, fu pronunziata al popolo d'Israele, dice: "Porrete nella vostra mente tutte le parole che io oggi uso come testimonianza contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, perché cerchino di eseguire tutte le parole di questa legge. Essa infatti non è una parola senza valore per voi; anzi è la vostra vita; per questa parola passerete lunghi giorni sulla terra di cui state per prendere il possesso, passando il Giordano."
Questi libri che costituiscono di fatto il commento al decalogo che sta nell'arca, Mosè ordinò che venissero posti accanto all'Arca: "Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come testimonio contro di te; perché io conosco la tua ribellione la durezza della tua cervice" (Deut. 31,26.27).
È evidente allora la funzione di questi Cherubini, indicare e proteggere, difendere e conservare, essere traccia visibile come si legge nel profeta Ezechiele: "Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa, io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco" (Ez. 28,14).
Anche sul velo nella tenda per la separazione tra il santo ed il "santo dei santi", saranno disegnati dei Cherubini: "Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di Cherubini, lavoro di disegnatore" (Es. 26.41).
Il disegno di questi Cherubini per la separazione dal Santo dei Santi sarà poi una costante per tutte le sedi stabili successive; cioè per il tempio di Salomone (959-952 a.C.), per il secondo tempio (520-515 a.C.) e poi per il tempio di Erode (19-9 a.C.).
C'era un divieto: "Non farti immagine alcuna; non ti prostrare dinnanzi ad essa" (Es. 20,4 Deut. 5,8) "Non elevate immagini scolpite per prostrarvi" (Deut. 7,25) "Maledetto l'uomo che fa una immagine scolpita" (Deut. 27,15), eppure queste immagini dei Cherubini sull'arca e sul velo furono volute dallo stesso Dio, perché segno che li è presente il santo, la via all'albero della vita.