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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
I CHERUBINI ALLA PORTA DELL'EDEN

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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VISIONE DEL CARRO DI FUOCO
Nel 573 a.C. presso il canale Chebar che scorreva nel cuore della Bassa Messopotamia, da Babilonia fino a Uruch per circa 160 Km e questi era un canale d’irrigazione che tagliava un'ansa del Tigri, vicino a Ur cittè d’Abramo all’estremo confine della terra promessagli da Dio ricomincia una chiamata.
Attorno a questa città, infatti, Abramo, oltre 1.200 anni prima conduceva la vita da nomade sentì il Signore dirgli: "Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò" (Gen. 12,12).
In questa terra nel 582-581 a.C., circa 600 anni dopo la conquista della terra promessa di Giosuè, vi furono deportati i Giudei quando ci fu l'esilio Babilonese, evento in cui i profeti hanno visto l'opera di Dio per purificare il suo popolo e portarlo ad un ulteriore salto nel cammino della fede.
È il tempo d’una grande tensione, iniziano le profezie della liberazione, dell'attesa escatologica del Messia ed un resto ritrova la saldezza nella religione.
Per non venire assimilati dai Babilonesi osservarono scrupolosamente la festa del sabato e fanno circoncidere i figli per distinguersi dai vicini.
Intensa fu l'attività letteraria e le antiche tradizioni vennero rielaborate e preservate, in pratica nasce il giudeismo e grande fu la fioritura profetica.
Appunto nel 573 a.C. il profeta Ezechiele lungo tale canale Chebar ebbe la nota visione della "Merkabah", il carro di fuoco di Iahvèh che ha acceso tante fantasie:
"Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinio di fuoco, che splendeva tutto intorno e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l'aspetto: avevano sembianze umane e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali ... Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d'uomo; tutte e quattro avevano le medesime sembianze ... Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciscuno andava diritto avanti a sé. Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d'uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e ognuno dei quattro, fattezze d'aquila ... Ciascuno si muoveva d'avanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro. Tra questi esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori ... Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese... Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell'Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d'un accampamento ... Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l'aspetto della gloria del Signore" (Ez. 1,4-17.22-24.26-28a).
(Vedi "Il Carro di fuoco di Ezechiele: Ufo o macchina del tempo?" che si inquadra nella tematica affrontata in relazione a quanto detto in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche".)
È la splendida descrizione della Scekinà, la Gloria del Signore, che è la visione di realtà spirituale filtrata all'uomo attraverso elementi sensibili.
Tra la realtà e ciò che si capta, che si riesce a ricordare, che si riesce a scrivere e che l'altro riesce a ricevere ci possono essere salti enormi; tuttavia il risultato di questa descrizione e veramente sensibile.
Ora nel carro di fuoco della visione ci sono questi quattro esseri con le fattezze d’animale e d’uomo che ricordano i "Karibu" babilonesi, geni della forma mezzo umana e mezzo animale che custodivano templi e palazzi ed erano alle loro porte; secondo l'iconografia orientale erano sfingi alate, esseri dalla testa umana, corpo di leone, zampe di toro e ali d'aquila che rappresentano le qualità dei custodiva: uomini, forti, saggi ed agili.
I Cherubini che si trovavano sull'Arca divengono animati e divengono i portatori della Merkabah, presenza di Iahvèh in quanto Iahvéh "siede sui Cherubini", "cavalca i Cherubini" (1Sam. 4,4; 2Sam. 6,2; 2Sam. 22,1; 2Re. 99,15; Sal. 18,11-80,2-99,1) ed Ezechiele stesso in un altro passo dice: "Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d'Israele lungo il canale Chebar e riconobbi che erano Cherubini" (Ez. 10,20).
Sull'Arca sono due, qui quattro, ma l'Arca è modello monodirezionale, in quanto portato dal Leviti per il popolo che la deve seguire, ed è la razionalizzazione semplice d’una visione piu' complessa, infatti qui il carro è un modello ad un livello più raffinato, poichè può andare nelle quattro direzioni dove sono stati dispersi gli Israeliti, ed è realizzato in modo che in ogni direzione si possano vedere due Cherubini e Dio in mezzo come per l’Arca.
Peraltro, nella descrizione delle successive visioni di Ezechiele relative al tempio futuro (Ez. 40-44) non c'è indicazione della presenza dell'Arca (evidentemente andata distrutta con il primo Tempio), ma quando il Tempio viene riempito della Gloria del Signore descrive: "Ecco che la gloria del Dio d'Israele giungeva dalla via orientale ed il suo rumore era come il rumore delle grandi acque e la terra riplendeva della sua gloria. La visione che io vidi era simile a quella che avevo vista ... presso il canale Chebar. Io caddi con la faccia a terra. La gloria del Signore entrò nel tempo per la porta che guarda a oriente" (Ez. 43,1-4).
Il segno è evidente, il Signore, Dio stesso viene fino a lì, a Babilonia a prendere gli esuli, si metterà lui stesso alla testa e si ricostituirà la carovana come per l'uscita dall'Egitto, come il percorso nel deserto, come per l'ingresso nella terra promessa con Giosuè.
Lui stesso con i suoi Cherubini indicherà la traccia e soprattutto darà la forza necessaria.


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