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I CHERUBINI ALLA PORTA DELL'EDEN

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL BATTESIMO, RITORNO A CASA
Il battesimo è il primo momento della vita di Gesù descritto da tutti e quattro gli evangelisti.
Ora Giovanni, detto il Battista, s’era ritirato nel deserto della Giudea, presso le steppe di Moab sulla sponda sinistra del Giordano, nella Perea e lì viveva da eremita, anzi da nazireo, cioè da separato e consacrato.
Con lui c'erano dei discepoli (Gv. 1,35), predicava "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino" (Mt. 3,1) e battezzava quanti, confessando i propri peccati, accorrevano a lui da Gerusalemme, dalla Giudea e dalle zona adiacenti al Giordano.
Il vangelo di Giovanni precisa che la località era Betania, ma la "Betania, aldilà del Giordano" (Gv. 1,28b) per non confonderla con il villaggio dove abitavano Lazzaro e le sorelle Marta e Maria, alle pendici orientali del Monte degli Ulivi, vicino a Gerusalemme.
Quest'altra Betania, aldilà del Giordano è identificabile con l'antica Bet-Bara ("Casa del passaggio"), dalla parte opposta di Gerico rispetto al fiume, dove c'è un guado importante e le carovane passavano da li (Vedi Giudici 7,24), il guado di Hajlah che è un po' a nord, ma non di molto rispetto al punto che la tradizione indica per il miracoloso passaggio all'asciutto dell'arca con Giosuè ed in questo luogo venne anche Gesù per essere battezzato.
Dove c'è quel guado per le carovane il deserto per chi arriva si trasforma imprevedibilmente in una terra fertile e rigogliosa, un'oasi in contrapposizione sorprendente con la pietraia riarsa limitrofo.
Si è già accennato ("Il Giardino dell’Eden") come, per capire la predicazione del Battista, non si possa fare astrazione dalla geografia dei luoghi e come il "Preparate la via del Signore" da lui gridato, ripetendo la profezia di Isaia, diventava fisicamente evidente in quanto, colmando burroni e vallate ed abbattendo le colline verso sud, quel verde avrebbe riguadagnato tutto il deserto come era prima del peccato, quando il Giordano avrebbe potuto riprendere il suo corso fino al Mar Rosso.
Qui viene Gesù per l'inizio della sua missione a riprendere le tracce della via all'albero della vita, per fare un segno comprensibile agli ebrei del suo tempo, portandosi praticamente nel punto dov’era ritenuto palese l’effetto dal peccato, poco più a nord da dove il Giordano che, nato dall’Ermon si riteneva portasse l'acqua del cielo, aveva smesso di scorrere fino al Mar Rosso, per la depressione del Mar Morto.
Per gli abitanti di quell’area, infatti, l’unico nevaio che si potesse trovare in un raggio di oltre 1000 Km era su quel monte, bianco come il Vegliardo, l’Ermon visto come punto speciale di comunione con il cielo, consacrato a portare l’energia di Dio, tramite il Giordano che da lui nasce.
Giovanni Battista, di Gesù dice: "Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua, perché egli fosse fatto conoscere ad Israele" (Gv. 1,31).
Gesù viene, quindi, in forma ufficiale, perché sia noto a tutto Israele che ora c'è una nuova traccia da seguire; che Lui, di fatto, è il nuovo Giordano, è Lui che porta la vita.
Sacerdoti e leviti, mandati dai farisei, in pratica chiedevano a Giovanni con quale autorità compisse l’atto, infatti: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? (cioè il Messia)" (Gv. 1,25) e da queste domande si può intuire come ci fosse un'attesa d’essere battezzati, cioè sommersi da un'acqua che viene da Dio, il compimento d’una attesa escatologica della riconquista di una comunione perduta; e risponderà lui battezza con acqua soltanto "ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: l'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo" (Gv. 1,34b).
Il vangelo di Matteo (3,11c) precisa "Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco"; cioè l'acqua è solo segno fisico esteriore di un’acqua che scendere dal cielo.
Sintetica ed essenziale è la descrizione del Vangelo di Marco, scritto per i Romani, gente pratica: "uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce del cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (Mc. 1,10.11).
Ogni atto qui descritto s’inquadra nella tesi che si sta sviluppando e quel vide aprirsi i cieli è segno del momento atteso dagli uomini di tutti i tempi, la prova del trascendente,; è l’informazione evangelica che s’è riaperto una varco fra cielo e la terra, tra Dio e l'uomo e scende lo Spirito Santo, l'amore che Dio ha per l'uomo in forma di colomba e Dio stesso parla, dopo tanto tempo in modo inequivocabile: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto.
Gesù è così per gli evangelisti il ponte tra il Padre e l'uomo, il nuovo Giordano spirituale che collega al Padre, è la traccia per la Vita Eterna, Lui è la Via.
È Lui il nuovo tempio, in quanto dal suo costato uscirà l’acqua profetizzata da Ezechiele che risanerà dal Mar Morto (47,8-10) figura del peccato.
Gesù, infatti, con la passione in croce profetizza poi fisicamente la comunione tra le acque di Dio, rappresentate dal Giordano, tramite le acque del suo costato che gli usciranno dalla croce con il sangue per ridonare il paradiso e la salvezza a tutti gli uomini.
L’immagine dei quattro esseri viventi, i Cherubini del giardino che si vedono da ogni direzione del carro di fuoco di Ezechiele, verranno poi ripresi nel libro dell’Apocalisse (4,7-8) e l'iconografia cristiana v’ha visto gli evangelisti.
Quel carro è figura dell’evangelizzazione che va ai quattro angoli del mondo, chiama e riporta i figli di Dio; Gesù, infatti, inviò i suoi discepoli come i Cherubini dell'Arca "... a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi" (Lc. 10,13) "...e dite loro: s’è avvicinato a voi il Regno di Dio" (Lc. 10,9).
Il parallelo con i Cherubini che distrussero Sodoma e Gomorra diviene esplicito: "E se non li accoglieranno io vi dico che quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città" (Lc. 10,12).
I Cherubini, che indicano la via all'albero della vita, sono ora i discepoli di Gesù di Nazaret; "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro" (Mt. 18,20) come fossero i Cherubini sull’Arca e Lui è il paradiso.
I cristiani che rimmergono nelle acque del battesimo nel Suo Nome entrano nella comunione delle acque di vita.

a.contipuorger@gmail.com


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