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CONCLUSIONI DALLA DECRIPTAZIONE
Il Cantico dei Cantici, che vuole far credere di sé di essere di più antica data, ha destato così il mio interesse; ho quindi proceduto su tale libro con l’idea di "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche", sviluppata poi in questa stessa rubrica "Decriptare la Bibbia".
Ho lì chiarito come ho inseguito il sogno d’estrarre dai testi antichi del canone ebraico, con regole definite, tutte sempre rispettate (in "Parlano le lettere" "Regole di lettura del criptato biblico"), testi di secondo livello inseriti dagli autori biblici.
Ho già accennato in "La perla nascosta nel rotolo di Rut del canone ebraico" che il mio interesse, sin dai primi momenti in cui iniziai a riuscire a far parlare i testi, si rivolse ai più antichi in quanto pensai che il vezzo degli ultimi redattori del Giudaismo fosse di tornare all’origine dell’ebraismo che con Mosè, di fatto, porta all’Egitto ed ai geroglifici, (Vedi: "Chi ha scritto l'esodo conosceva i geroglifici") quindi ad una lettura del grafico dei segni ebraici dotati d’espressività visiva evocante immagini che possono implicare una costruzione ed un messaggio degli stessi.
È divenuta così per me una realtà l’ottenere una voce inedita da tali scritti, che fa vivere momenti unici nel ritrovarla e nel leggere i risultati ottenuti.
I libri del Pentateuco, con gli altri della Bibbia ebraica, mi si sono, infatti, rivelati messaggi con due facce come un tappeto:
- l'esterna, visibile alla normale lettura, in cui gli elementi sono singole parole;
- l'interna, sottostante, segreta, solido supporto dell'ordito e della trama teologica, con regole precise in cui l'elemento minimo è la singola lettera ebraica vista come immagine.
In tale linea è così anche il "Cantico dei Cantici", di cui capitolo per capitolo riporto la soluzione della mia "scrutatio" che porta al testo nascosto ottenuto dalla traduzione lettera per lettera e non parola per parola col metodo inserito in "Parlano le lettere" con i significati di quelle ivi indicati.
Il risultato è sorprendente e, visto nel dettaglio, supera ogni possibile fantasia in quanto si ottiene un discorso continuo sensato ed inatteso.
Il decriptato segue la costruzione logica della lingua ebraica e così l’ho lasciato a scopi dimostrativi, per una facile verifica della congruità sulla scorta dei significati delle lettere dedotti nelle relative schede del metodo.
Come nel caso del libro di Rut, con la decriptazione del Cantico dei Cantici si ha la sorpresa di trovare un testo che riguarda la storia d’Israele.
Dalla lettura del criptato si ricava, infatti, che il "Cantico dei Cantici" riporta nei suoi 8 capitoli in forma lirica esterna 8 quadri - numero della pienezza - dei principali fatti della storia in cui Israele vi ha visto l’intervento di Dio, precisamente:
1° Quadro - "Mosè e il passaggio del Mar Rosso";
2° Quadro - "Il percorso nel deserto e la Toràh";
3° Quadro - "Dio con Mosè si forma il popolo";
4° Quadro - "Al Giordano, ove nasce il popolo d'Israele";
5° Quadro - "Storia di David, re di Gerusalemme";
6° Quadro - "David e Betsabea";
7° Quadro - "Salomone re";
8° Quadro - "Il Tempio di Salomone".
Perciò la storia esterna dell’amore di Dio per il suo popolo si basa sui fatti concreti che si leggono nella trama e nell’ordito.Le vicende narrate dal criptato si fermano proprio alla costruzione del Tempio.
La storia d'amore che si trova con la consueta prima lettura dell'opera riguarda, quindi, effettivamente il legame di Dio con il suo popolo, e quest’amore si basa su quei fatti e vicende concreti in cui Dio è intervenuto, descritti all'interno di questa storia in modo criptato, il che è una prova inattesa che fa fugare ogni possibile dubbio sul fatto che questo libro è un testo curato con funzioni liturgiche e celebrative.
Il Cantico dei Cantici, lo dimostra perciò il criptato che c’è sotto, oltre che essere una bella opera letteraria, è proprio un libro sacro, come vogliono le tradizioni ebraiche e cristiane accolte nella Chiesa cattolica ed anche dalla Protestante nonostante i vari detrattori.
Questo risultato molto importante il lettore potrà verificarlo rendendosi conto come numerosissimi siano i riferimenti biblici relativi ai fatti raccontati.
La biunivoca corrispondenza tra i fatti ed i testo decriptato, sempre con regole fisse, dimostra la volontà del criptatore e la bontà del metodo ritrovato che ha del sensazionale.Trattasi d'un cantico che evidentemente esalta l’intronizzazione di Dio nel Tempio di Salomone e che, vista la datazione del V secolo a.C. attribuita dagli esperti, è stato scritto dopo la costruzione del II Tempio (520-515 a.C.).
Tra l’altro la volontà dell’autore anonimo è proprio di dimostrare che il Cantico è un ritrovamento antico, scritto secoli prima per l’occasione dell’intronizzazione di Iahwèh nel Tempio; infatti, i quadri storici nascosti che s’ottengono dal criptato si fermano a tale occasione.
Con ciò il Tempio stesso acquista poi, in forma profetica, l’aspetto di una attesa fisica dell’incarnazione ed il decriptato dell’ultimo versetto (Ct. 8,14) nasconde la profezia di Natan dell’incarnazione del Messia dalla casa di David come ritiene la tradizione ebrea e cristiana. (2Sam. 7,12-16 e in 1Cr 17)
Segnalo poi che l’anonimo autore che attribuisce a Salomone lo scritto lo fa anche nel criptato; infatti nel versetto Ct. 6,9 nei riguardi del primo figlio di David con Betsabea, che appena nato muore, lo scriba autore l’indica come fratello, come nota autobiografica, che porterebbe così a ritenere proprio in Salomone il vero autore, in quanto quel bambino che morì era, in effetti, il fratello maggiore.
Riporto di seguito, senza interruzioni, tutto il decriptato negli 8 quadri che ho ottenuto secondo regole predefinite e predichiarate.
Lascio ora la parola a queste pagine che erano nascoste e che escono fresche come quando furono scritte, in quanto le lettere da cui sono state prodotte, secondo la tradizione, sono state usate da Dio per la creazione e per la Torah ed erano scritte sul Suo trono.
Le regole di decriptazioni che adotto sono riportate in le "Regole di lettura del criptato biblico" di "Parlano le lettere", nella rubrica "Decriptare la Bibbia".
Tutti i versetti sono stati decriptati con tali regole, di cui a dimostrazione riporto il primo:
Ct.1,1 "Cantico dei cantici, che è di Salomone."
"Alla luce
è
.
La testa
esce
.
Sorto
è
nel corpo
.
È
vivo
!
Inizierà
dal principe
del Potente
la pace
nel mondo
."
Riporto anche l'ultimo versetto in cui vi è in forma profetica, l’attesa fisica dell’incarnazione di Dio in un uomo:
"Il Figlio dell’Uno si porterà da David, da una matrice uscirà in cammino, il Potente giù ad abitare sarà, un corpo si vedrà far frutto. Dell’Unigenito sarà la potenza a stare in un vivente, dall’alto generato sarà in una casa il Nome per stare tra i viventi."
Questa profezia è evidentemente lì nata come estrapolazione dell’idea Tempio per il desiderio che lo Sposo s’introni in corpo carne ed ossa ed è in pratica quella del profeta Natan a David di cui è detto in 2Sam. 7,12-16 ed in 1Cr. 17.
Di seguito riporto la dimostrazione di tale decriptazione.
Ct. 8,14 "Fuggi, mio diletto, simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra i monti degli aromi."
"Il Figlio
dell’Uno
(=)
si porterà
da David
,
da una matrice
uscirà
in cammino
,
il Potente
giù
ad abitare
sarà
,
un corpo
si vedrà
far frutto
().
Dell’Unigenito
sarà
la potenza
a stare
in un vivente
,
dall’alto
generato
()
sarà
in una casa
il Nome
per stare
tra i viventi
."
Quest’idea è in linea anche con un possibile decriptato insito nel titolo:
Ct. 1,1 "Cantico dei cantici che è di Salomone."
"La Luce
si lancerà
in dono
in un corpo
per stare
con i viventi
;
dell’Unico
il Principe
dal serpente
libererà
()
i viventi
nel mondo
",
vale a dire ci sarà un altro tempo in cui il Dio vivente entrerà in un Tempio non fatto da mani d'uomo!