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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL MANGIARE KASHER »

COS'È IL NOACHISMO
Il noachismo è un sistema morale tratto dalla Tradizione ebraica basato su leggi costituzionali dell'umanità e sui principi base del diritto unite all'idea di un unico Dio creatore e sulla mitezza dei costumi quali l'astenersi dall'idolatria, dalla bestemmia, dall'omicidio, dall'incesto, dal furto e da altri eccessi.
Non trattasi però d'un codice basato sulla ragione umana, ma è rivelazione divina, come la Torah.
Prevede in definitiva il rispetto di precetti (mitzvot bene Noach) che sono tratti direttamente o per deduzione dal patto che Dio contrasse mediante Noè con tutta l'umanità dopo il diluvio (Gen. 9,1-7) e che rispettavano evidentemente i Patriarchi prima della consegna della Torah a Mosè.

Genesi 9,1-7 - "Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell'uomo dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo. E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela".

Il Talmud babilonese (Sanhedrin 56-60) ne prevede più enumerazioni.
I maestri ebrei sottolineano che si tratta di categorie giuridiche comprendenti ciascuna più prescrizioni, infatti Benamozegh scrive: "Quale che sia il numero dei precetti noachidi, è certo che ciascuno di essi rappresenta non un comandamento unico, ma tutto un gruppo di obbligazioni della stessa natura".
Nella tradizione più comune ne furono considerati sette.
Dice, infatti, Maimonide: "Chiunque accetti i sette comandamenti e li osservi con cura è considerato un gentile devoto, e ha parte alla vita eterna, a condizione, però, che riceva e segua tali precetti perché Dio li ha imposti nella sua Legge e ci ha rivelato tramite Mosè, nostro maestro, che quelli sono i comandamenti ricevuti in origine dai figli di Noè."
Ogni abitante della terra che rispetta perciò quei "precetti noachici" o "noachidi", pur se non appartenente al popolo ebraico, i così detti gentili, se adempie a quei doveri è figlio di Noè, perciò è eletto da Dio ed è considerato "giusto".
Sono sei precetti di tipo negativo ed uno positivo l'obbligo della giustizia:

  1. Non adorare idoli;
  2. Non profanare il Nome, come ad es. bestemmiando, giurando;
  3. Non uccidere (omicidio);
  4. Non commettere atti sessuali illeciti;
  5. Non rubare;
  6. Perseguire la giustizia, istituendo giudici e tribunali;
  7. Non essere crudele con gli animali (quale consumo di membra di animale vivo).
E così decise la Chiesa delle origini al I Concilio di Gerusalemme.

Atti degli Apostoli 15,1-21 "Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi. Poiché Paolo e Bàrnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samarìa raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè. Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse: Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro. Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro. Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: 'Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò, perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall'eternità'. Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe".

È segno che si era arrivati alla fine dei tempi!
Nella tradizione ebraica esiste, infatti, il pensiero che:
  • nel mondo a venire (olam haba) tutti gli alimenti saranno definiti kasher;
  • nell'età del Messia i maiali diventeranno ruminanti e la loro carne sarà permessa.
I sette comandamenti noachici sostituiscono i 613 comandamenti della Torah e il figlio di Noè viene equiparato nella meta suprema della fiducia messianica della vita eterna al figlio d'Israele.
I popoli del mondo non hanno la Torah, ma in loro può nascere la devozione e i noachici sono in effetti i devoti del mondo (chassidé ummot ha 'olam).
Il devoto esercita chesed, cioè grazia e amore, mitezza e mansuetudine.
Maimonide nella Mishné Torah diede la formulazione: "I devoti dei popoli del mondo hanno parte alla vita eterna". (Hilckhot Teshuvvà 3,5)
I cristianesimo ha avuto tra i tanti altri meriti di aprire al mondo il succo della Torah che era in un primo tempo riservata a un solo popolo.

Credo che sull'argomento sia interessante quanto scrisse questo il grande filosofo ebreo Hermann Cohen (1842-1918) in" Religione della ragione dalle fonti dell'ebraismo" (Cap XV Immortalità e resurrezione):

"...Abbiamo visto che l'amore umano universale è la conseguenza messianica del monoteismo, che l'ha prefigurato nell'amore al forestiero. Per questo dovete amare il forestiero. Siete stati forestieri in terra d'Egitto. Voi conoscete lo stato d'animo del forestiero. La storia nazionale ha fornito il motivo per l'orientamento monoteistico della politica generale e di quella sociale. E il forestiero non diviene soltanto il forestiero della giustizia, ma anche il forestiero residente. La parificazione politica dei diritti veniva attribuita al non ebreo nel diritto e nello Stato ebraico dalla Torà. Ma anche in queste precisazioni giuridiche del concetto fondamentale religioso la coscienza ebraica non poteva ancora trovare una soddisfazione sufficiente. Così al forestiero (gher) sui aggiunse il figlio di Noè. Egli costituiva il completamento dei figli d'Israele. Il figlio di Noè riposa sul presupposto che la rivelazione e la religione non abbia avuto inizio soltanto con la rivelazione del Sinai. Già i Padri precedono lungamente tale rivelazione. Ma Noè sta in rapporto ancora più universale con la religione. Perché con Noè Dio ha stretto un patto con il genere umano e con la terra, che su entrambi non cada più rovina. Così tutti gli uomini stanno sotto la tutela di Noè nel patto di Dio con lui. In questo concetto religioso, il figlio di Noè richiede il suo fondamento, che devo diventare pertanto un complemento morale della religione specifica. I sette comandamenti dei figli di Noè costituiscono questo fondamento morale. Conformemente a ciò il primo di questi sette comandamenti riguarda la costituzione giudiziaria (dinim). Il diritto (di avere un giudizio) è il fondamento della moralità umana. Il costume non può fornire un surrogato sufficiente. Soltanto la formulazione di diritti e l'istituzione di un tribunale e di una costituzione giudiziaria forniscono il fondamento sufficiente. Il diritto formula per la moralità umana universale ciò che all'interno della religione è espresso dall'amore per Dio, come compendio di tutte le leggi.
...Il diritto sarebbe il vero fondamento della Torà e questa Torà fa valere se stessa in modo uguale per il forestiero e l'indigeno. 'Una Torà sia per voi, per il nativo e il forestiero che soggiorna presso di voi.' (Es. 12,49) Soltanto con questa uguaglianza giuridica sono diventati veraci l'amore per il forestiero e, in questo, il concetto di uomo. Così la Torà stessa esigeva, secondo il fondamento che le fu posto dal Deuteronomio, il concetto giuridico-politico dell'uomo."
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