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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
VISIONE SU ABELE, IL PASTORE GRADITO AL SIGNORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SI PREPARA LA TRAGEDIA »
CAINO E ABELE »

GIUDIZIO SU CAINO - PRIMA ISTANZA - INDAGINE E DIFESA
Come accadde con Adamo, anche con Caino Dio procede ad un interrogatorio, nel quale Caino negò di sapere dov'era il fratello.

Genesi 4,9-10 - "Allora il Signore disse a Caino: Dov'è Abele, tuo fratello? Egli rispose: Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? Riprese: Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!"

L'autore introduce nel lettore l'idea della morte d'un uomo e il primo uomo che pare morire fu Abele, ucciso da suo fratello gemello Caino su suggerimento del demonio.
Abele fu ucciso, ma per il Signore non è morto, in effetti chi morì fu Caino.
Nel racconto, di fatto, non esce la parola morte; il peccato ricade sulle spalle dei giusti, ma per giustizia la morte rimbalza su chi la provoca.
Esperienza è che la morte si estende a tutti gli uomini da ciò, indi tutti in un modo diretto o indiretto provocano la propria morte.
Conclude San Paolo: "Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato" (Rom. 5,12); infatti, "...non c'è nessuno che non pecchi". (1 Re 8,46)
Il Signore non tace, cerca l'assassino e gli parla e domanda "Dov'è Abele?", simile al "Dove sei?" (Gen. 3,9) che fece ad Adamo che aveva mangiato dell'albero della conoscenza, infatti Caino ora è nelle stesse condizioni di Adamo, morto dentro.
Il Signore nei riguardi di Abele asserisce che è vivo, ne sente la voce dalla terra: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo."
Caino ha ucciso Abele in campagna , ma la voce di Abele Dio la sente venire dal suolo !
Il messaggio: "nella vita degli angeli sulla nube il vivente entra ".
Anche il nome di Abele a questo punto prende nuova luce: "entrerà ad abitare dal Potente ".
Quel dire da parte del Signore "Abele tuo fratello " è con le lettere un dichiarare "Nel mondo hai consumato () il primo che visse rettamente ".
Dice, infatti, il Qoelet "Dio ha fatto l'uomo retto..." (Qoelet 7,29)
Ce n'è stato almeno uno sulla terra, almeno Abele lo fu, perché fu gradito a Dio, ed è svanito, infatti: "L'uomo pio è scomparso dalla terra, non c'è più un giusto fra gli uomini: tutti stanno in agguato per spargere sangue; ognuno dà la caccia con la rete al fratello. (Michea 7,2)
Caino risponde "Non lo so - ".
Dalle lettere si legge: "non sono a conoscenza ove finito sia "
Se Caino ha preso la domanda in senso fisico, dove era il corpo del fratello lo sapeva, non lo dice... è bugiardo, mentre se ha preso la domanda come interrogativo di dove si va dopo la morte, dice la sua verità.
Il sapere cosa c'è oltre la morte comporta, infatti, acquisire una conoscenza che Caino non ha, perché s'è allontanato da Dio e così, di fatto, si confessa ateo, perché non pone lo stare con Dio dopo la morte come possibilità?
I peccati generalmente detti "di morte" sono apostasia, omicidio e adulterio e in Caino ne abbiamo già trovati due, omicidio e apostasia... e l'adulterio?
Il testo non ne parla a meno che quel "Caino lavoratore del suolo" (Gen. 4,2) non sia in senso figurato e 'adamah sia lì la femmina di Adamo.
Forse un accenno si può anche cogliere in Gen. 4,5a quando dice che Dio "non gradì Caino", ove, leggendo le lettere si può cogliere "da serpente sulla donna () agiva in campo aperto " e di donna ve ne era ancora una sola Eva (altri figli/e nacquero ad Adamo ed Eva dopo Gen. 4,25).
La tematica dell'incesto che può apparire gratuita e fantastica è però una realtà che si ritrova sviluppata in più episodi nel prosieguo del Genesi. (Vedi: "Vino nella Bibbia: causa d'incesti e segno del Messia".)
Tornando all'inchiesta, Caino cerca di difendersi ed in pratica dice che non sapeva di dover essere il guardiano-custode del fratello.
A difesa oppone una frase in forma interrogativa con la parola "guardiano " ov'è nascosto un sarcasmo: "Ne risorgerai in vita il corpo "?
Quel non lo so , comporta, sempre con le lettere, anche una scusa: "il serpente una calamità nel tempo è " e implicitamente, poi, col dire , l'invita, perché non "bruci quel essere ribelle ()"?
Come se Caino dicesse al Signore: anch'io sono stato vinto dal serpente!
Caino che non sapeva cosa voleva dire essere fratello, perché qualcuno gli aveva come divorato l'anima e la capacità d'amare.
Pare sentirsi riecheggiare quasi un'accusa al Signore. Perché lo consenti?
L'autore del Genesi scritto nel V-VI secolo a.C. conosceva il libro di Giobbe: "Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell'uomo? Perché m'hai preso a bersaglio e ti son diventato di peso? Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia iniquità? Ben presto giacerò nella polvere, mi cercherai, ma più non sarò!" (Giobbe 7,20s)

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