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NEEMIA 4 - DECRIPTAZIONE
Neemia 4,1 - E fu al mondo ad esistere la rettitudine da una donna dal corpo. Accese in un seno in pienezza l'energia dentro per incantesimo e nel cuore Le si portò dentro il Signore. Per (poter) agire nel corpo dentro fu nella Madre per recarsi nel mondo dai popoli. Un angelo (arcangelo Gabriele) fu tra i viventi, si portò nel mondo da una donna di David, fu dalla Madre; così Le era dall'alto ad indicare l'entrata dell'Unigenito nel corpo. E la rettitudine entrò del Potente a chiudersi nella Madre cui aveva portato il segno. Sarà in un povero il Potente a vivere rettamente l'esistenza nel mondo. Nella prigione del serpente si recò nel mondo il Verbo. In un corpo giù fu la Parola che a riempire finalmente un vivente si portò. Fu a chiudersi in un corpo la potenza. Uscì a vivere in un vivente l'Unigenito per aiutare.

Neemia 4,2 - E fu a versarsi il Principe. Recò della rettitudine la potenza. In un vivente fu l'Uno a recare il cuore. Recò la maledizione al serpente a chiudere in un vivente. Dentro fu in un corpo a recare un fuoco potente per reciderlo con l'azione del fuoco portando a finire il serpente che recò la scelleratezza.

Neemia 4,3 - Ed inviò finalmente il Verbo al serpente il 'rifiuto'. Del Potente la maledizione per l'opprimere che portava recò all'angelo (ribelle). In azione in un vivente fu per aiutare i viventi. Per custodirli l'Altissimo nel mondo visse. Un giorno la Madre lo portò di notte nel mondo a vivere. Di persona fu al mondo vivo.

Neemia 4,4 - E fu l'Unigenito dal ribelle per la perversità sbarrare. Uscì la rettitudine alla luce. In cammino nella prigione entrò. Nel buco, a casa del serpente si portò. Nel mondo si vide il Verbo col corpo partorito, in una casa/famiglia entrò, si portò da primogenito di un inviato (Giuseppe) che la grazia portava del Potente. L'Unico un angelo recò dalla sposa del Potente il Figlio si portò ad indicare che dentro a chiudersi Le si portava per vivere nel mondo.

Neemia 4,5 - E fu a dirLe che si portava giù nel corpo per l'opprimere portato dalla potente calamità del peccare che recò il serpente alle origini. Lanciare desiderava l'Eterno nella donna nel corpo l'energia dentro per portare l'Unigenito. Dio finalmente si portò, dalla retta Madre si portò che lo partorì, in cammino per abitare tra i viventi si portò nel mondo in un sabato. Ad abitare venne la pienezza della rettitudine nel mondo.

Neemia 4,6 - E fu al mondo a stare rettamente da una donna in un corpo dentro l'Unigenito. Lo portò al mondo in Giuda. Fu tra i viventi ad entrare ad abitare. Fu a vivere da primogenito all'ombra della Madre, ma era l'Unigenito. Nel corpo portava la potenza, l'energia recava in azione d'un serafino. Per agire nella vita c'era a vivere un vivente retto. La potenza entrò in un vivente per abbattere la morte, felici tutti risorti li riporterà a casa, li porterà in alto, sarà tra gli angeli a riportarli.

Neemia 4,7 - E l'Unigenito in azione tra i viventi fu da simile. Sotto fu a portarsi per finire del serpente la putredine portata nella vita. A vivere nei fratelli nel corpo fu del serpente la perversità che portò i viventi ad entrare nel fango imprigionati a vivere. Fu in un vivente a portarsi l'Unigenito in azione. Per i viventi un forte aiuto venne in azione nella vita per salvarli. Il Verbo annunciato dai segni si vide da Madre partorito, dentro finalmente fu nel mondo a vivere nel corpo. Nelle midolla fu ad entrare di un vivente. E dell'arcobaleno il segno fu ad uscire tra i viventi.

Neemia 4,8 - E l'Unico in vista portò con l'Unigenito la speranza dei viventi. Ed iniziò per l'essere ribelle la maledizione chiusa in un corpo a stare in un vivente, e la maledizione in pienezza dal giardino fu in un vivente, ma Dio era completamente in un corpo entrato in azione nel vivente. Dio alla fine fu alla vista a portarsi nei viventi; in una persona fu ad entrare a vivere. Venne il Signore a stare, al mondo. Il grande e tremendo in questi l'Agnello recò. Si portò al mondo per la guerra portare. Dall'alto ai fratelli che erano ad anelare dentro degli angeli fu la rettitudine in un vivente recata per portare in casa all'angelo la fine. Fu così in un vivente l'energico fuoco a stare anelante di portare dentro a tutti la forza della rettitudine nella vita.

Neemia 4,9 - E fu al mondo a stare la rettitudine. Una donna povera dal seno la portò col primogenito che portò nell'esistenza. In una casa che era di un inviato che si portava rettamente fu un angelo a recare la conoscenza che il Potente l'energia Le recava. E fu il Verbo nel corpo ad entrarLe. Dio ad entrare fu nella Madre. Venne alla vista giù l'indicazione alla Madre a recare l'angelo che la Luce si portava dentro. (Era) sposa di un inviato a cui portò (anche) di Dio fuori l'annuncio che dalla matrice uscirà un uomo -Dio. Gravida come indicato La portò.

Neemia 4,10 - E fu ad entrare per stare con i viventi un angelo nel mondo. Fu a portarsi dalla Madre. Entrò Lui a chiudersi. Giù fu l'energia in azione in un corpo a stare. Per operare era nella Madre. Dentro l'energia entrò portandosi a chiudersi giù per stare tra i viventi. Nelle midolla di questa fu a versarsi per essere dalla Madre, portato a partorire; nel midollo fu di un vivente per uscire tra i viventi. Dal giardino fu ai viventi a portarsi fuori l'arcobaleno di cui si portò il segno. Ed uscì il Principe che fu inviato ad essere un vivente. E uscì alla luce in un corpo. Era della Madre il primogenito, in una grotta fu. La sposa dentro era nei confini di Giuda.

Neemia 4,11 - Uscirono sulla casa a portarsi gli angeli. Furono ai viventi dentro ad annunciare che una madre al mondo aveva portato fuori un angelo alla luce. L'Unigenito fu a vivere nel buco (dove) abita il serpente per agire per salvare l'esistenza dei viventi. Vi abitò l'Unigenito per strappar via la forza dell'essere impuro. In azione un fuoco gli uscirà da dentro. Nei viventi il serpente l'Unigenito spengerà. Riporterà i fratelli puri. Dal petto verserà il Crocefisso fuori della risurrezione il vigore.

Neemia 4,12 - Ed al mondo il Figlio fu a vivere. In un uomo a chiudersi nel corpo dentro si portò. Legato (avvolto in fasce) fu dalla Madre. Dall'alto ai viventi un segno dagli angeli fu portato e sulla casa si portarono gli angeli dov'era a vivere e fuori suonarono dentro le trombe per l'Unigenito che giù del Potente stava.

Neemia 4,13 - E dicevano che Dio uscito in una grotta era, da una Madre portato nel primogenito; potenti n'uscivano in giro a correre i lamenti. Ai viventi portò Dio ad esistere il segno che nel corpo usciva alla vista dei viventi: uscirono angeli nel mondo. Il partorito, dentro al mondo portato in un corpo da un grembo, si portarono ad incontrare. Stretto il figlio disteso era con la Madre. Dall'alto fuori l'annunciarono ai viventi che dai campi da lontano furono dalla Madre. In un uomo in vita l'Unigenito a chiudersi s'era portato.

Neemia 4,14 - Alla casa, i viventi che aspettavano, felici il segno ascoltarono e vennero per il suono uscito dalle trombe. Per il Nome uscito al segno a raccogliersi si portarono. Da Dio furono gli angeli a portarli (in quanto) Dio al mondo era ad abitare. Era stato il pane (a Betlemme =casa del pane) del Potente dagli angeli portato.

Neemia 4,15 - E dall'Unigenito li guidarono gli angeli, portarono a vedere che alla luce era con la Madre in casa un angelo al mondo portatosi a chiudersi giù per stare in un vivente. Nel midollo questi si era versato a stare a vivere dentro il corpo di un vivente che stretto era alla Madre. Per i viventi dall'alto aveva portato un segno luminoso sulla grotta l'Eterno. Giù venne una stella fortemente viva.

Neemia 4,16 - In cammino in un vivente dentro al tempo entrò nel mondo a stare l'Unigenito. Delle origini a vivere in un corpo finalmente ci fu la potenza in azione a rivivere in un uomo. E in un fanciullo si portò a stare la potenza. Fu ad abitare in una casa designata che si portava rettamente (ma) era di poveri. La potenza in un vivente fu ad entrare, lo fu per recare al potente angelo che portò ad entrare la notte del mondo. Per salvare dall'essere ribelle riportando al mondo il giorno all'opera uscì.

Neemia 4,17 - E l'Unigenito fu dall'angelo. Per incontrarlo fu recato dall'Unico in vita. E l'energia in azione in un corpo fu a recare in un uomo. Fu ad uscire dalla matrice di un custode. Dalla donna nel corpo del primogenito in una grotta fu. Per annullare l'Unigenito l'angelo racchiusa l'energia recò. Il soffio della risurrezione nel cuore gli era a vivere. All'empio è a rifiutare l'esistenza. La risurrezione da dardo gli porterà. Riusciranno vivi ad essere i viventi.

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