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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
LIBRO DI NEEMIA, ULTIMA PARTE,
IL LATO APOCALITTICO

di Alessandro Conti Puorger
 

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UN'APOCALISSE TRAPELA
DALLA PARTE FINALE DEL LIBRO DI NEEMIA

Non vi è certezza degli anni effettivi in cui operarono Esdra e Neemia, che addirittura paiono come operare in tempi diversi.
In quei libri, infatti, il citare i sovrani persiani di stesso nome senza precisare il numerale del loro ordine di successione può dar luogo ad imprecisioni di interpretazione.
L'ipotesi più accreditata è che Esdra arrivi a Gerusalemme nel 458 a.C. (Esdra 7,8) e Neemia nel 445 a.C. (Neemia 2,1) e vi rimase fino al 433 a.C..
Neemia, tornato in Persia, fece ritorno sotto il regno di Artaserse I morto nel 423.
Esdra e Neemia avrebbero così operato in Gerusalemme praticamente in contemporanea, ma paiono ignorarsi quasi totalmente; il che è sorprendente se ambedue furono ufficialmente inviati dallo stesso Artaserse.
Al riguardo, a titolo esemplificativo, è da sottolineare che il Capitolo 10 di Neemia, inizio dell'ultima parte di quel libro, dopo la lettura della legge da parte di Esdra (Neemia 8) e la cerimonia espiatrice (Neemia 9) che considero inserimenti non propri del testo "Neemia", è inserito un documento con un impegno stabile del popolo firmato dai capi, dai leviti e dai sacerdoti tra i quali, stranamente, non è citato Esdra.
Un Esdra si trova in Neemia 12,1 tra i sacerdoti e i leviti tornati (nel 520 a.C. vedi libri di Esdra e di Aggeo) a Gerusalemme con Zorobabele.
Il contenuto di primo livello dei quattro capitoli finali del libro di Neemia in definitiva riguarda:

  • 10,1-40, documento attestante l'impegno della comunità;
  • 11,1-24, Neemia organizza unificando (sinecismo) preesistenti realtà in uno stato, lista di popolazione giudaica a Gerusalemme;
  • 11,25-36, la popolazione giudaica della provincia;
  • 12,1-9, sacerdoti e leviti tornati con Zorobabele e Giosuè;
  • 12,10-11, genealogia dei sommi sacerdoti;
  • 12,12-26, sacerdoti e leviti al tempo del sommo sacerdote Ioachim;
  • 12,27-43, Dedicazione delle mura di Gerusalemme;
  • 12,44-13,3, la comunità funziona felicemente;
  • 13,4-32, la seconda missione di Neemia.
È evidente che per un popolo disperso la notizia di una risurrezione miracolosa e la nascita di un germoglio di stato nuovo faceva sperare il prossimo ritorno ai tempi, ormai entrati nel mito, dei regni di Davide e Salomone e quindi dell'approssimarsi delle promesse totalizzanti dell'ineffabile Iahwèh.
I sei versetti di Neemia 12,44-13,3 la comunità funziona felicemente suggeriscono, infatti, l'aspettativa di ulteriori sviluppi e miglioramenti viste le premesse dei fatti favorevoli avvenuti; un po' come si rileva dopo l'evento della risurrezione di Gesù nei sei versetti di Atti 2,42-48 sulla prima comunità cristiana in attesa della rivelazione finale e dell'apocalisse.
Colpisce che la seconda parte del libro di Neemia inizia con quel documento che impegna la comunità, che il cronista forse ha tratto dagli archivi del tempio.
Il documento così inizia: "A causa di tutto questo noi vogliamo sancire un impegno stabile e lo mettiamo in iscritto. Sul documento sigillato vi siano le firme dei nostri capi, dei nostri leviti e dei nostri sacerdoti. Sul documento sigillato firmarono Neemia il governatore, figlio di Akalià, e Sedecìa..." (Neemia 10,1s)
Per chi è iniziato a considerare l'eventualità d'una lettura di secondo livello nell'ambito di scritti "sacri" ebraici l'avviso è evidente " " è una "scrittura sigillata" che inizia col una elencazione di firmatari che, per la maggiore libertà che una serie di nomi offre rispetto a discorsi esterni logici, consente più facilmente l'inserimento di un criptato.
Nell'immaginario biblico il testo sigillato è diffuso ed è evocato come modo per velare un volto della realtà che non può essere divulgata a non iniziati.
Il profeta Isaia al riguardo propone "Poiché il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, ha velato i vostri capi." (Isaia 29,10) e prosegue "per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si da' a uno che sappia leggere dicendogli: Leggilo, ma quegli risponde: Non posso, perché è sigillato. Oppure si da' il libro a chi non sa leggere dicendogli: Leggilo; ma quegli risponde: Non so leggere." (Isaia 29,11s)
Con ciò Isaia avvisa che vi sono due livelli di lettura, uno per chi sa leggere, ed uno per chi sa leggere il criptato. Se si da, infatti, un testo sigillato da leggere, chi lo riceve si dovrebbe sentire autorizzato a togliere il sigillo e se risponde "Non posso, perché è sigillato" vuol dire che quel sigillo non è un marchingegno esterno, ma intimo alla lettura che il chiamato alla lettura non è in grado di togliere.
Isaia, così, aduso alle corti dei re di Giuda, sapeva bene che esistevano codici di criptazione e che i testi diplomatici permettevano letture nascoste e ci dice che i testi da lui prodotti, come peraltro i testi del Tempio oltre che del Re, hanno proprietà nascosta di potenziale diversa lettura.
Il profeta Daniele riprende il discorso del libro sigillato e lo evidenza come modo per celare la rivelazione finale, cioè quella che i cristiani dal greco apocaluYiV, la chiamano apocalisse: "Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta". (Daniele 12,1-4)
Quel testo di Daniele su libro sigillato che nasconde una rivelazione è infatti ripreso dal libro cristiano detto della Apocalisse di Giovanni: "E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli? Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse: Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli." (Apocalisse 5,1-5)
"Rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno", ma se fosse sigillato nel modo consueto ci si attenderebbe che il rotolo non si potesse aprire e, allora, non si potrebbe sapere che è scritto come le tavole della legge sui due lati, ma evidentemente quel sigillo ha caratteristiche diverse.
Il Germoglio di Davide, Gesù di Nazaret è colui a cui "Cantavano un canto nuovo: Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione." (Apocalisse 5,9)
Come ho già considerato in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche", questa parola disse Gesù di Nazaret agli Ebrei del suo tempo ed oggi, tramite i Vangeli, è rivolta ai Cristiani (ed ai Cattolici, che dal Concilio Vaticano II sono invitati a considerare le Scritture dell'A.T., sacre come i Vangeli): "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza." (Giovanni 5,39)
Il messaggio di Gesù contenuto in quel versetto è preciso; si può incontrare il Messia atteso nei libri che la tradizione, confermata da Gesù, attribuisce scritti da Mosè (cioè nella Torah - Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio - in senso stretto e, per estensione, in tutta la Bibbia ebraica), a condizione di credere in Mosè.
Quel Vangelo, infatti, prosegue: "Se credeste, infatti, a Mosè (cioè alla Torah), credereste anche a me; perché di me ha scritto" e continua: "Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?" (Giovanni 5,46s)
Ciò è molto categorico, cosicché ci s'attenderebbe trovare nella Torah profezie sul Messia, sulla sua missione, sulla resurrezione dei morti, sui tempi a venire e sui segni che compirà chiaramente riferibili a Gesù di Nazaret il che è molto, ma molto velato.
Basta seguire queste tracce che con le lettere ebraiche come immagini, tagliando all'occorrenza le parole dei testi delle Sacre Scritture ebraiche in modo diverso ed accogliendo l'invito di Gesù sul fatto che il Messia è il soggetto del testo nascosto per ottenere estesi testi messianici apocalittici i sette sigilli potrebbero essere le regole per ottenere la decriptazione (vedi il già richiamato "Parlano le lettere").
Basta al riguardo andare a verificare il mio "I geroglifici ebraici del libro di Daniele" in cui dai 384 versetti dei 12 capitoli del testo in ebraico ed aramaico (i versetti di Daniele dal 2,5 al 7,28) della Bibbia canonica ebraica ho ottenuto un testo congruente ed inatteso sull'epopea del Messia.
Ciò detto per non lasciare chi aprisse per la prima volta un mio studio per far comprendere cosa intendo per decriptazione del testo presento proprio i primi due versetti di Neemia 10 che parlano del documento sigillato.

Neemia 10,1 e 2 - A causa di tutto questo noi vogliamo sancire un impegno stabile e lo mettiamo in iscritto. Sul documento sigillato vi siano le firme dei nostri capi, dei nostri leviti e dei nostri sacerdoti. Sul (documento) sigillato firmarono Neemia il governatore, figlio di Akalià, e Sedecìa,

Riporto di questi il testo in ebraico con lettere separate e senza segni diacritici e di vocalizzazione e rammento che i testi sono scritti da destra verso sinistra.

Neemia 10,1 -
                       

Neemia 10,2 -

Inizio la decriptazione lettera per lettera e riporto con la giustificazione quanto ottenuto che ripeto poi tutto di seguito come risultato finale.

Neemia 10,1 - Si portò a casa di una sposa (). A questa venne () dall'Unico un angelo . Che la grazia avrebbe portato dell'Agnello le indicò . Ne sarebbe stata la madre . L'Amen al mondo si porterà dalle Scritture a stare tra i viventi . Si porterà dall'alto al mondo di nascosto . Un segno portò alla madre per illuminarle la mente . Il sia l'angelo portò al Potente che a portarle fu l'energia e la rettitudine al mondo col Figlio portò .

Neemia 10,2 - Portatosi dall'alto ad entrare di nascosto , al termine dalla madre portato fu in vita . Per guidare () i viventi fu nel mondo ad entrare alla fine in un povero . Indicò al padre un angelo che racchiudeva la sposa () Iahwèh (). Giusto essendo ne uscì ...

Neemia 10,1 - Si portò a casa di una sposa. A questa venne dall'Unico un angelo. Che la grazia avrebbe portato dell'Agnello le indicò. Ne sarebbe stata la madre. L'Amen al mondo si porterà dalle Scritture a stare tra i viventi. Si porterà dall'alto al mondo di nascosto. Un segno portò alla madre per illuminarle la mente. Il sia l'angelo portò al Potente che a portarle fu l'energia e la rettitudine al mondo col Figlio portò.

Neemia 10,2 - Portatosi dall'alto ad entrare di nascosto, al termine dalla madre portato fu in vita. Per guidare i viventi fu nel mondo ad entrare alla fine in un povero. Indicò al padre un angelo che racchiudeva la sposa Iahwèh. Giusto essendo ne uscì...

Con riferimento ai racconti dei Vangeli riferiti a Gesù figlio di Maria di Nazaret pare di trovarsi al momento dell'annunciazione.
Pur se il testo decriptato pare partire senza antefatti come se il documento fosse un elemento di un testo più lungo amputato, poi dalla lettura del seguito riporto ci si rende conto che è in se stesso completo.
Ciò detto, presento la decriptazione in continuo dei quattro capitoli finali di Neemia 10-11-12-13 e mi astengo da inutili commenti.
In un paragrafo successivo proporrò alcuni spot metterò in evidenza con la lente d'ingrandimenti alcuni elementi interessanti.
Riporterò poi, per comodità, il testo C.E.I di quei quattro capitoli.
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