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TORAH - TARGUM PALESTINESI - VERSETTI SCELTI CON COMMENTI
di Alessandro Conti Puorger

UN ACCENNO SUI TARGUM DEL PENTATEUCO O TORAH
Il targum "targùm" (plurale "targùmim") è traduzione, in genere commentata, dall'ebraico in aramaico di uno o più libri della Tenak o Bibbia canonica ebraica.
I lettori - traduttori - commentatori si dicevano "turgeman" o "meturgeman" da cui in italiano medievale il "turcimanno" e "dragomanno".
Già alcuni secoli prima di Cristo l'ebraico non era più compreso da tutti i ceti sociali della popolazione della Palestina ove si parlava aramaico, idioma semitico, traslitterato dai giudei con gli stessi caratteri dell'alfabeto ebraico.
Nel 539 a.C., al ritorno dall'esilio babilonese, i reduci di nuova generazione del popolo ebraico in Palestina nell'uso pubblico corrente gradualmente dovettero sostituire l'ebraico con la lingua aramaica, ormai parlata in quel territorio occupato dalle popolazioni vicine, dopo l'esilio delle 12 tribù d'Israele avvenuto a più riprese (721 a.C. regno del Nord e 587- 586 a.C. regno del Sud).
Nel libro di Esdra alcuni documenti ufficiali da e per quelle terre, infatti, sono riportati in lingua aramaica (tutto il testo 4,8-6,18; 7,12-26 è in aramaico).
Il Talmud designa "targum" i testi biblici in lingua aramaica, cosicché quei brani su indicati sono i "targum di Esdra" cioè le parti aramaiche del libro di Esdra.
Del pari per "targum di Daniele" si indicano le parti di Daniele in aramaico, ossia Daniele 2,4 - 7,28, ma in seguito col termine di targum si intesero ogni traduzione della Bibbia in lingua aramaica per l'uso liturgico della sinagoga.
Nel libro di Esdra, prima di tali passi in aramaico, si trovano le lettere ebraiche della parola "targum", quando si legge: "Poi al tempo di Artaserse re di Persia, Bislam, Mitridate, Tabeèl (personaggi palestinesi) e gli altri loro colleghi scrissero ad Artaserse re di Persia: il testo del documento era in caratteri aramaici e redatto in aramaico." (Esdra 4,7)



(Aramaico è "'aramit", come scritto nel suddetto versetto - ultima di sinistra.)

Negli anni, col crescere delle nuove generazioni dei ritornati, la lingua del luogo venne a sopraffare l'idioma antico dei reduci e per gli usi liturgici nelle sinagoghe in Palestina e per uso privato fu sentita la necessità di traduzioni della Bibbia ebraica in aramaico.
Le autorità sinagogali, poco inclini a cambiamenti, non consentirono culto non in ebraico, ma poi si arrivò al compromesso della lettura di un brano ebraico seguito dalla traduzione aramaica.

È da ritenere che tale attività di traduzione almeno per il Pentateuco (Genesi, Esodo Levitico Numeri, Deuteronomio) fosse già iniziata all'epoca di Esdra, perché al capitolo 8 del libro di Neemia il racconto della lettura del libro della legge di Mosè dice: "Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse ad Esdra lo scriba di portare il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge. Esdra lo scriba stava sopra una tribuna di... leviti, spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi al suo posto. Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura." (Neemia 8,1- 4;7s)

Alla luce di quanto detto è chiaro che Esdra leggeva il libro in ebraico e i leviti lo traducevano con commenti al popolo.
Analogo processo si verificò più tardi anche a favore della lingua greca per le comunità ebraiche rimaste nella diaspora e per i proseliti che si aggiungevano che sentirono il bisogno della traduzione della Bibbia ebraica in greco, da cui la famosa traduzione detta dei Settanta (La Lettera di Aristea a Filocrate riferisce che il faraone ellenista Tolomeo II Filadelfo, 285-246 a.C. commissionò la traduzione in greco del Pentateuco per la biblioteca di Alessandria. Il sommo sacerdote Eleazaro di Gerusalemme nominò 72 eruditi ebrei, 6 scribi di ognuna delle tribù di Israele che inviati ad Alessandro vi provvidero; poi di seguito estesero la traduzione dell'intera Bibbia per le comunità ellenizzate.).
L'ebraico restò, però, la lingua ufficiale dotta e liturgica delle classi istruite alla stregua del latino, lingua politico giuridica in Italia ed in Europa fino al XVI-XVII secolo d.C. e che nel campo liturgico cattolico lo fu fino al Concilio Vaticano II.
Si dovette così contemperare la rigidità della tradizione con l'esigenza, sempre sentita dall'ebraismo, di divulgare capillarmente nel popolo la conoscenza delle Sacre Scritture, redatte nella lingua del santuario.
In definitiva nelle sinagoghe, alla lettura in ebraico di ciascun versetto della Torah, seguiva da parte del targumista la proclamazione in aramaico e subito dopo la traduzione, mentre, per gli altri libri la traduzione avveniva dopo ogni gruppo di tre versetti.
Accadeva, comunque, che il targumista venisse ad aggiungere spiegazioni sintetiche, chiarimenti di tempo e di luogo, collegamenti ad eventi raccontati in altri punti della Scrittura, tradizioni popolari, considerazioni esegetiche personali o di scuole rabbiniche, che contribuivano ad edificare ed istruire l'assemblea nonché ad iniziarla alla comprensione dello spirito della Legge.
Così, i racconti o le istruzioni, le norme ed i comandamenti della Bibbia, venivano fatti rivivere e vibrare per ricreare nel Popolo di Dio lo spirito della generazione dell'esodo.
Nel tempo, di tali aggiunte, che variavano di volta in volta ad ispirazione dei targumista, un certo numero divenne un corpo tradizionale consolidato con diversificazioni proprie delle singole scuole targuminiche.
Grazie a tali scuole le sinagoghe ebbero a disposizione testi delle Sacre Scritture tradotti in aramaico, appunto i Targum, traduzioni utilissime, soprattutto, per le sinagoghe dei villaggi in cui non sempre era disponibile un targumista.
In definitiva il targum riflette le idee del tempo e della scuola (Bet ha-Midrash) e tende a rendere accessibile anche con spiegazioni il testo a gente comune con allegorie e midrash, smussa passi oscuri e collega passi tra loro anche distanti.
Da Qumran provengono alcuni frammenti di targum dei libri di Giobbe e del Levitico, mentre i testi più antichi d'altra provenienza sono di ambiente palestinese tra la il 74 e il 135 d.C..
In questo mio excursus sui Targum mi interesso di quelli relativi alla Torah e solo dei più antichi pressoché coevi agli eventi dei Vangeli.
Tra questi i più noti sono:
  • i Targum Onkelos, traduzione quasi letterale dei cinque Libri di Mosè, che alcuni studiosi fanno risalire al 60 a.C., ma che ha inserimenti ed apporti successivi, scritto nel cosiddetto "aramaico imperiale", quello in cui sono redatte le parti aramaiche della Bibbia, include il testo ebraico del Pentateuco, i cinque Libri di Mosè, di cui è traduzione quasi letterale, ove con circonlocuzioni si sono eliminati caratteri antropomorfi di Dio, sono inserite variazioni di parti oscure e cambiamenti di nomi di località con la toponomastica esistente al momento della redazione (esempio: Babilonia per Sennaar e Arabi per Ismaeliti).
  • la famiglia dei Targum palestinese tra cui lo pseudo Jonathan, detto anche "Jerushalmi", più allargato per materiale haggadico dell'"Onqelos" rispetto alla sola traduzione e che secondo recenti studi sarebbe il padre del precedente tra cui fu trovata una edizione particolarmente completa detta Targum Neofiti I.
    (Questo manoscritto fu trovato nel 1949 a Roma, gia catalogato come targum di Onqelos. Proveniva dalla "Pia Domus Neophytorum", copiato a Roma nel 1504 per Egidio da Viterbo, ministro generale degli eremiti di S. Agostino. In un blocco di 42 volumi l'acquisì nel 1896 con la sigla "Neofiti I" la Biblioteca Vaticana. Il confronto con frammenti di targum palestinesi dalla Genizah del Cairo lo confermarono appunto con haggaddah e midrash propri dei Targum palestinesi.)
LA MIA RICERCA NEI TARGUM
Di fatto ogni traduzione, anche se solo letterale, è pur sempre una interpretazione del testo, ma a ciò, come accennato, nei "Targum" il "meturgeman" ridonda il testo con materiale haggadico, così i "Targum" sono importante fonte per conoscere il giudaismo, fucina da cui sono da collegarsi sviluppi esegetici poi in campo cristiano.
Gli studiosi, peraltro, sono oggi per lo più d'accordo nel riconoscere un'origine precristiana al materiale nei targum, pur se copiati in epoca della Misnah e dei Talmud perché riportano idee circolanti, comunque, in ambiente ebraico coevo alle origini del cristianesimo.
Sull'importanza del Targum per conoscere l'ambiente in cui è sorto il Vangelo, riporto il parere del noto studioso Roger Le Deaut: "...le ricchezze contenute nelle fonti targumiche fanno parte di quella tradizione del popolo di Dio, a cui gli autori ispirati hanno attinto per esprimere il messaggio di Cristo. Noi cattolici che insistiamo tanto, a ragione, sul valore della Tradizione dovremmo essere pronti a considerare con molta simpatia tutte queste ricchezze religiose che costituivano una parte della religione di coloro per mezzo dei quali ci è venuta la luce del Vangelo." (La Nuit Pascal, Rome, 1963, p. 58).

Agli inizi della mia ricerca nel campo biblico, seguendo tali considerazioni, a base della mia formazione, per dotarmi di più completi tasselli essendo la conoscenza di tali Targum utile per penetrare nello spirito delle tradizioni ebraiche e per cercare collegamenti sviluppati nella esegesi cristiana che completano il quadro di riferimento dell'ambiente della nascita del cristianesimo, mi parve utile portare attenzione ai "Targum du Pentateuque" - Editions du Cerf - 1979, preparati con il concorso "de l'Istitut des Sources Chrétiennes".
Tale testo riporta, in forma sinottica, i Targum denominati Neofiti I° e Pseudo - Jonatan, con note relative ad altri Targum paralleli, costituenti nei complesso la più aderente espressione della tradizione esegetica dei Targum Palestinesi.
Nella mia libreria ho trovato il lavoro fatto quando nel 1982, tradotti in italiano, estrassi versetti per me più interessanti per chiarimenti, aggiunte ed altro.
Ora, ho rivisitato tale lavoro, e lo presento implementato da considerazioni maturate nei successivi anni di ricerca.
Segnalo pure a commento ed a conferma ciò che ha un aggancio riferibile a quanto di significativamente favorevole ho ottenuto (Vedi: "BibbiaWeb.net") con lo strumento del metodo di decriptazione di cui mi sono munito ormai da oltre 10 anni (vedi "Parlano le lettere") a seguito della ricerca intrapresa alla luce dell'idea della leggibilità dei testi biblici ebraici considerando le lettere di quel alfabeto come ideogrammi (vedi: "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche").
In questi Targum alcuni dei versetti risultano integralmente variati rispetto a quelli biblici, altri presentano aggiunte e complementi.
In questi ultimi, per le parti non variate, faccio riferimento alla versione italiana della Bibbia curata dalla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.).
Nel testo dei Targum che presento, i versetti con la lettera (b) accanto al numero sono completamente aggiunti e si piazzano nel testo biblico di seguito al versetto con quel numero di riferimento. (Ad esempio, il versetto targuminico Genesi 33,2b si inserisce tra i versetti della Bibbia C.E.I. - Genesi 33,2 e Genesi 33,3.)
Alcuni versetti iniziano o terminano con puntini (...); la parte con i puntini è invariata rispetto ai testo biblico e si è, quindi, riportata soltanto la variante.
La lettura, ovviamente, è da condurre in parallelo con il testo biblico.

L'analisi allarga le conoscenze del contesto ebraico in cui il cristianesimo ha affondato le proprie radici ed è preparatorio alla venuta ed alla rivelazione del Cristo; Gesù di Nazaret in questa realtà è nato è vissuto ed ha operato.
Come ricorda S. Paolo nella lettera ai Romani, quella realtà, preordinata da Dio, è il ceppo dell'ulivo, in cui noi, oleastri, mediante il battesimo, siamo innestati per fruttificare con la nuova linfa dei Cristo, non per nostro merito, ma gratis, quali primizie della Sua morte e della Sua resurrezione, che fa fermentare ogni generazione, come il lievito fa fermentare tutta la pasta.

Di seguito, presento questo lavoro suddiviso per ciascun libro del Pentateuco.
Indico il capitolo e il versetto considerato in color seppia e poi le osservazioni.
Per gustare a pieno il dovuto peso degli inserimenti e dei commenti dei targumisti consiglio di seguire lo sviluppo dei versetti col testo della Bibbia C.E.I.

TARGUM DELLA GENESI
Genesi Capitolo 1 - Primo racconto della creazione
Genesi 1,1 - In principio la Parola di Dio, con Sapienza, creò e rese perfetti il cielo e la terra.
Sin dal primo versetto circola l'idea del Verbo = la Parola sottolineato dal Vangelo di Giovanni e che San Paolo nella lettera ai Colossesi così tratteggia: "Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui." (Colossesi 1,15-17)
Il pensiero cristiano ha poi ufficialmente sancito il dogma della SS. Trinità che però in nuce, cioè in embrione, agitava le menti: Dio Padre, la Parola il Figlio e lo Spirito Santo la Sapienza, cosicché il mondo fu creato da un atto di amore e volontà dell'intera Trinità.

Genesi 1,2 La terra era deserta ed informe, senza uomini, priva di ogni tipo di animale, le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito dell'amore di Dio aleggiava sulle acque.
La Comunità ebraica aveva elaborato che l'essenza di Dio è amore.

Genesi 1,3 - La Parola di Dio disse...
Conferma l'idea di Genesi 1,1.

Genesi Capitolo 2 - Eden
Genesi 2,15 - Il Signore Dio prese l'uomo e lo fece abitare nel giardino dell'Eden per rendere culto secondo la Legge e perché custodisse i suoi comandamenti.

Genesi Capitolo 3 - La caduta
Genesi 3,6 - E la donna vide Sammaele l'angelo della morte e si impaurì. Ella vide che l'albero era buono...
Interessante è che come nel Kerigma cristiano viene sottolineato che il potere del diavolo nel mondo è entrato con la paura della morte:"Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita." (Ebrei 2,14s)

Genesi 3,7 - Allora a tutti e due s'illuminarono gli occhi e conobbero che erano nudi, perché erano stati spogliati dal vestito di splendore con il quale erano stati creati e videro il loro disonore. Essi, allora, si...
(Vedi: "Il vestito d'Adamo")

Genesi 3,15 - Io metterò inimicizia tra te e la donna, tra la discendenza dei tuoi figli e la discendenza dei suoi figli. Accadrà che quando i figli della donna custodiranno i precetti della Legge si volgeranno verso di te e ti schiacceranno la testa, ma quando abbandoneranno i precetti della Legge tu ti volgerai verso di loro e li morderai al tallone. Ma, per loro vi sarà rimedio, mentre per te non ci sarà alcun rimedio, perché sono destinati ad essere nella pace, alla fine, ai giorni del Re Messia.
È sottolineata la presenza di chi è discendenza del serpente il "Razza di vipere" dei Vangeli (Matteo 3,7 e 12,34) e c'è chiaro riferimento alla vittoria finale nella guerra escatologica del Messia.

Genesi 3,21 - Dio, per Adamo e la sua donna, fece dei vestiti di gloria con la pelle del serpente, che gli aveva tolto, per metterli sulla pelle dei loro corpi al posto di quelli splendidi da cui erano stati spogliati.
Ritorna il pensiero di Genesi 3,15; suggerisce che i corpi umani sono un corpo animale, risultato del peccato e che abbiamo un corpo glorioso pronto per la risurrezione: "Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale." (1Corinzi 15,42-44)

Genesi 3,22 - Allora, Dio disse agli angeli che servono davanti a lui: Ecco che Adamo è solo sulla terrà come io sono solo nell'altezza dei cieli. Popoli numerosi nasceranno da lui e da lui sorgerà un popolo che saprà distinguere il bene dal male. Se conserveranno i comandamenti della Torah ed osserveranno i miei precetti vivranno ed esisteranno ancora, come l'albero della vita, per i secoli. Ma poiché non ha, conservato i comandamenti della Legge ed osservati i suoi precetti, noi, ora, lo scacciamo dal giardino dell'Eden, prima che stenda la mano, prenda i frutti dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre.
La comunità ebraica ritiene che il conservare in vita l'uomo pur se peccatore ha per Dio senso in previsione della nascita di un popolo che rispetti la Legge; il cristianesimo sposta l'attenzione sul "O Beata beata colpa che ci è valsa un tale Redentore!" (Messale Romano. Pasqua exultet).

Genesi 3,24 - Egli, dunque, scacciò Adamo dal luogo ove aveva fatto abitare la Gloria della sua Shekinah, fin dal principio, tra i due cherubini.
Prima di creare il mondo aveva creato la Legge ed aveva preparato il giardino dell'Eden per i giusti e la gèhenna per i cattivi, che è paragonabile ad una spada affilata, con due tagli.
È chiaro il riferimento all'arca dell'alleanza ed al Santo dei Santi.

Genesi Capitolo 4 - Caino e Abele
Genesi 4,8 - Caino disse a suo fratello Abele: Vieni usciamo in campagna. Ed avvenne che quando tutti e due furono usciti in campagna Caino rispose e disse ad Abele: lo vedo che il mondo non è stato creato con amore, che non è ordinato secondo i frutti delle buone opere e che nel giudizio vi è preferenza di persone, perché la tua offerta è stata accolta con favore e la mia no. Abele rispose a Caino e disse: Il mondo è stato creato con amore, è retto secondo i frutti delle buone opere e nel giudizio non c'è alcuna preferenza di persona. Perché i frutti delle mie opere sono stati migliori dei tuoi la mia offerta è stata accolta con favore. Caino riprese e disse ad Abele: Non vi è né giudizio, né giudice, né un' altro mondo, alcuna ricompensa per i giusti, né punizione per i cattivi! Abele replicò a Caino dicendo: C'è un giudizio, c'è un giudice, c'è un altro mondo, c'è ricompensa per i giusti e punizione per i cattivi! Su tale questione si bisticciarono in piena campagna e Caino si alzò contro suo fratello Abele, io colpi: con una pietra in fronte e lo uccise.
È così evidenziata la posizione di un contrasto radicale tra chi crede in Dio e nella sua giustizia e che ritiene che il mondo sia un evento casuale senza una mente ordinatrice che lo guida.
(Vedi: "Visione su Abele, il pastore gradito al Signore")

Genesi 4,10 - Egli disse: Che cosa hai fatto? La voce del sangue dei figli che dovranno nascere da Abele, tuo fratello, grida contro te dalla terra fino alla mia presenza.
Suggerisce l'idea o che Abele avesse una moglie incinta da cui poi nacque una discendenza o che comunque Dio gli assicurerà una discendenza.

Genesi 4,26 - Anche a Seth nacque un figlio e lo chiamò Enos. Questa è la generazione in cui cominciarono a fuorviarsi, si costruirono idoli e li chiamarono con il nome della Parola di Dio.

Genesi Capitolo 5 - I patriarchi prediluviani
Genesi 5,24 - Enoch servì nella verità davanti a Dio e così non era più con gli abitanti della terra; perciò fu portato via e fu fatto salire nel firmamento, per una parola davanti a Dio, e lo si chiamò con il nome di Metratrone, il grande scriba.
In Enoch la grazia di Dio ha operato, perché per il Genesi questo patriarca non è entrato nella morte, e reca, così, speranza di soluzione finale positiva per tutti. Enoch fu il soggetto che portò all'acme la letteratura apocalittica, perché è la prima buona notizia per il fedele in un mondo desolato. È questa perciò la prima sconfitta del serpente antico. In cielo gli fu dato un nuovo corpo di fuoco e tu trasformato nell'angelo Metratron, importante angelo, lo scriba celeste. Nel misticismo ebraico è associato a Elia - anche lui rapito in cielo - ed è il soggetto di molte opere apocalittiche, dove sono descritte le sue esperienze. Quella tradizione immagina che quelle opere siano estratte dal libro che fu dato ad Enoch dagli angeli, contenente la conoscenza dell'albero della vita. Vedi: "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?" ove in linea col pensiero d'un testo nascosto sotto il testo ufficiale, mi domandai se i libri apocalittici di Enoch fossero reminiscenza di decriptazioni deducibili dalla stessa Genesi o da altri libri canonici, ma oggi non più rintracciabili per amnesia? Interessante è che il primo uomo, degno d'essere portato in cielo è, per la tradizione ebraica, strettamente legato alla scrittura. Ciò dimostra l'importanza che da sempre è stata annessa ai segni delle lettere secondo quella tradizione sono incise, sul trono di Dio e, combinando le stesse, è stato creato il mondo e sono il corpo della Torah. Enoch secondo il Genesi visse per 365 anni proprio nei tempi attorno ai quali apparvero i primi geroglifici, a cavallo del 3000 a.C.. Chi scriveva il Genesi, indirettamente, ma volutamente, sta così suggerendo che la scrittura è collegabile a questo patriarca in quanto contemporaneo dell'origine dei geroglifici, tipo di scrittura che l'autore del Genesi doveva conoscere visto che il libro è inserito nella Torah che la tradizione ritiene scritta poco dopo l'uscita dall'Egitto. Per la stessa tradizione ebraica, essendo a quel epoca ad esistere nel mondo, solo i discendenti dei patriarchi, come appunto sostiene la Genesi, quella scrittura da uno di questi doveva pur venire, perciò Enoch proteggendo, come angelo del cielo (Metratone) ha fatto ricadere sulla terra le idee dei segni preesistenti, scritti sul trono di Dio, che sarebbero stati accolti, ma in forma primitiva dalla cultura egiziana, poi purificati in quelli ebraici che sarebbero simili agli originali.

Genesi Capitolo 6 - Si avvicina il diluvio
Genesi 6,3 - Dio, mediante la sua Parola disse: Nessuno delle generazioni che devono nascere nell'avvenire sarà giudicato del giudizio della generazione del diluvio, che deve essere distrutta e sterminata dal mondo. Ecco che io avevo donato il mio Spirito ai figli degli uomini, ma essi sono carne e le loro opere sono malvagie. Ecco che io gli avevo regalato un tempo di 120 anni, perché facessero penitenza, ma essi non l'hanno fatta.
Anticipa che vi sarà un'alleanza con i nati dopo il diluvio, vedi: Genesi 9,11.

Genesi 6,4 - Shemhazai e Azael, che erano caduti dai cieli, erano sulla terra in quei giorni e così dopo che i figli dei grandi andarono verso le figlie degli uomini ebbero dei figli; questi sono i giganti del tempo passato, uomini rinomati.
Vedi: il paragrafo "La rivolta degli angeli" in "L'arcangelo Michele lotta con Basilisco e Leviatano" ove si conferma l'idea, qui è appena accennata, che i figli di Dio di cui si legge nella traduzione C.E.I. di questo brano sono i figli dei grandi dei potenti, di chi si fa come Dio e il criptato ottenuto riferisce appunto della discesa degli angeli ribelli nel mondo.

Genesi 6,14 - Fatti un'arca in legno di cedro...
Il versetto C.E.I. recita "Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti, e la spalmerai di bitume dentro e fuori."
Il testo masoretico in effetti parla di cioè di "alberi resinosi". L'idea del Targumista del legno di cedro porta il pensiero al legno usato nel Santuario.

Il testo con le lettere ebraiche del versetto della Bibbia ebraica è il seguente:




La decriptazione fornisce: "Si vedranno risorti entrare camminando ; tutti dentro alla fine nella (sala) del consiglio () staranno . Di zolfo avrà versato l'angelo nel mare ; finire si vedrà bruciare . Dal mondo verranno finalmente ad abitare ; fuori li porterà retti il Verbo nel corpo tutti . Verranno i viventi dal Tempio portati a vivere nell'assemblea , condotti su a casa , perdonati ."

"Si vedranno risorti entrare in camminando; tutti dentro alla fine nella (sala) del consiglio staranno. Di zolfo avrà versato l'angelo nel mare; finire si vedrà bruciare. Dal mondo verranno finalmente ad abitare; fuori li porterà retti il Verbo nel corpo tutti. Verranno i viventi dal Tempio portati a vivere nell'assemblea, condotti su a casa, perdonati."

"Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco." (Apocalisse 20,14-15)

"Ma per i vili e gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte".(Apocalisse 21,8)

Genesi Capitolo 7 - Il diluvio
Genesi 7,4 - Ecco che io regalo loro un tempo di una settimana, se si convertiranno li perdonerò, altrimenti farò scendere la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti ed annienterò dalla faccia della terra tutte le sue creature, che io ho creato.

Genesi 7,10 - E accadde che al termine dei sette giorni di lutto di Matusalemme le acque del diluvio furono sulla terra.
Vedi: in "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?" il paragrafo "I patriarchi pre e post diluvio" ed in particolare la tabella in esso inserita, ottenuta dai dati forniti da Genesi 5,10 e 5,11, da cui risulta che Matusalemme morì a 969 anni e com'è noto visse più di tutti, ebbe il figlio primogenito Lamech a 187 anni, anno assoluto 874, visse altri 782 anni, quindi morì nell'anno assoluto 1656, lo stesso anno del diluvio.
Interessante è l'elaborazione che coglie il targumista che conferma avvenire la morte di Matusalemme nello stesso anno del diluvio e precisamente sette anni prima. Ritengo che sia implicito in una lettura del nome tenendo presente che il radicale comporta anche il "mandare" e implicitamente una calamità un castigo, vedi: Levitico 26,22 e Amos 8,11; infatti il nome si può cosi spezzare "morto porterà a mandare (una calamità)".

Genesi Capitolo 9 - Il nuovo mondo
Genesi 9,20 - Noè cominciò a coltivare la terra e trovò un ceppo di vigna che il fiume aveva trascinato dal giardino dell'Eden. Lo piantò per avere una vigna, io stesso giorno germogliò e fece maturare i grappoli che egli spremette.
(Vedi: "Vino nella Bibbia: causa d'incesti e segno del Messia")

Genesi Capitolo 11 - Torre di Babele e patriarchi post diluvio
Genesi 11,4 - Poi essi dissero: Andiamo, costruiamoci una città ed una torre che raggiunga l'altezza dei cieli. Sulla sua sommità facciamoci un idolo e mettiamo una spada nella sua mano. Che essa costituisca contro di Lui una formazione di combattimento, prima che ci disperdiamo sulla faccia della terra.
Viene chiarito che quel "facciamoci un nome" delle Bibbia ebraica in effetti è "facciamoci un idolo".

Genesi 11,28 - Quando Nemrod gettò Abramo nella fornace di fuoco dei Caldei, perchÉ non voleva rendere culto ai suoi idoli, accadde che il fuoco non ebbe potere di bruciarlo; allora, il cuore di Haran fu diviso e si disse: Se Nemrod lo vince io sarò dalla sua parte, se, invece, Abramo lo vince io sarò dalla sua. Quando tutti quelli che erano là videro che il fuoco non aveva avuto ragione di Abramo nel proprio cuore dissero: Haran il fratello di Abramo non è forse pieno di divinazione e di sortilegi, sicuramente ha profetizzato sul fuoco perché non bruciasse il fratello! Subito cadde su di lui un fuoco dall'alto dei cieli e lo consumò. Haran morì sotto gli occhi di Tèrala, suo padre, essendo stato bruciato, nel suo paese natale, nella fornace di fuoco che i Caldei avevano preparato per suo fratello Abramo.
Spiegazione della morte del fratello di Abramo. Viene sostenuto che Abramo della linea dei primogeniti dei patriarchi era restato, come Noè, fedele nella fede del Dio Unico, mentre nella sua stessa famiglia già vi era una divisione e un dubbio tra Dio e gli idoli, impersonato nel fratello Haran.

Genesi Capitolo 12 - Chiamata di Abramo
Genesi 12,5 - Abramo, dunque, prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistato in Carran e tutte le anime che avevano convertito e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan.
Il targumista sta preparando a spiegarsi come Abramo avesse i 318 servi di cui poi al versetto nella Bibbia ebraica Genesi 14,14. In effetti, i rabbini poi chiariranno quel 318 col nome dell'unico servo Eliezier (Dio aiuta) il cui valore gimatrico, cioè di somma delle lettere che costituiscono il nome, appunto, è 318.
Il versetto Genesi 151s, infatti, recita: "Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo (cioè il tuo aiuto, la tua protezione); la tua ricompensa sarà molto grande. Rispose Abram: Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco (cioè non ho discendenza)."

Genesi Capitolo 13 - Abramo e Lot
Genesi 13,7 - Per questo nacque una disputa tra i pastori di Abramo ed i pastori di Lot. In effetti, i pastori di Abramo, proprio da lui avevano ricevuto l'ordine di non andare tra i Cananei ed i Periziti, perché questi avevano ancora potere nel paese; inoltre, facevano in modo che le loro bestie mangiassero, soltanto, quanto fossero arrivate ai luoghi delle loro pasture. I pastori di Lot, invece, lasciavano andare i loro greggi a mangiare liberamente nei campi dei Cananei e dei Periziti, che abitavano allora nel paese.

Genesi 13,13 - Ora gli uomini di Sodoma erano perversi gli uni contro gli altri e peccavano davanti a Dio, come impudicizia, versare sangue innocente e rendere culto idolatra.
Queste parole riecheggiano nelle disposizioni della Chiesa di Gerusalemme per bocca del vescovo Giacomo ai neofiti provenienti dai pagani "Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue." (Atti 15,19s)

Genesi Capitolo 15 - L'alleanza con Abramo
Genesi 15,11 - Le nazioni idolatre, che sono simili ad uccelli impuri, scesero per depredare i beni d'Israele, ma il merito di Abramo li proteggeva.

Genesi 15,12 - Il sole stava per tramontare quando un profondo sonno fu su Abramo ed ecco che quattro regni si levarono per asservire i suoi figli:
  • terrore, è Babilonia;
  • tenebre, è la Media;
  • spesse, è la Grecia;
  • cadde su di lui, è Edom, nazione perversa che cadrà e non si potrà rialzare.
Genesi 15,17 - Ecco che il sole calò e si fece notte. Ed ecco che Abramo guardava, finché si disposero dei sedili, si alzarono dei troni; la gèhenna apparve simile a una fornace, ad un braciere avvolto di scintille e di fiamme di fuoco nel quale cadevano i cattivi per essersi rivoltati contro la Legge durante la loro vita in questo mondo. Invece, i giusti che l'avevano conservata, sfuggivano al tormento. Ed ecco che Dio passò in mezzo agi animali.
La lettura del targumista è attualizzata all'inimicizia coi popoli nemici; Edom, cioè Esaù, ed Israele fratelli, eterni nemici... e la storia si ripete. La decriptazione però profetizza la fine del male. Il demonio è la causa dell'inimicizia. "E sarà ad uscire; sarà alla luce chi li ha salvati. Dentro l'Unigenito dal mondo li ha portati a vedere l'incantesimo. Fuori dall'esistenza avrà portato nel mondo l'angelo (ribelle) che entrerà per la fine in una fornace fumante. Recherà al serpente la sciagura. L'Unigenito l'avrà ridotto in desolazione. Brucerà il cattivo che da dentro i corpi sarà per l'energia entrata a venir meno; sarà ad uscire dai viventi il maledetto. (decriptazione di Genesi 15,17)

Genesi Capitolo 18 - Apparizione a Mambré
Genesi 18,1 - La Gloria del Signore gli apparve nella piana di Mambrè. Egli (Abramo) era sofferente per il dolore della circoncisione, seduto alla porta della tenda, nell'ora più calda del giorno.
Nel capitolo 17, la Genesi tratta, infatti, della circoncisione di Abramo.

Genesi 18,21 - Ebbene io vado a manifestarmi per vedere se dopo il grido che è salito davanti a me essi hanno fatto una distruzione totale. Sono colpevoli, ma se domandano di fare penitenza e desidereranno nell intimo delle loro anime che io non consideri le loro opere cattive saranno davanti a me come se io non le conoscessi.

Genesi Capitolo 19 - Distruzione di Sodoma
Genesi 19,26 - La sua donna guardò dietro l'angelo per sapere ciò che ne sarebbe stato della casa di suo padre. Infatti, ella era del numero dei figli dei Sodomiti e perché aveva peccato attraverso il sale, divulgando la presenza degli sfortunati, fu trasformata in colonna di sale. La sera che vennero ospiti da Lot, infatti, sua moglie andò dai vicini a cercare del sale, nell'intenzione di divulgare il loro arrivo.
Interessante è questo tentativo del targumista di spiegarsi il punto oscuro della moglie di Lot diventata una statua di sale. Commentatori sostengono che quel punto oscuro sarebbe niente altro che l'interpretazione popolare di una roccia salina di forma strana vicino alle sponde del Mar Morto.

Genesi Capitolo 21 - Nascita di Isacco
Genesi 21,6 - Sara disse: Dio, ha fatto per me una meraviglia chiunque sentirà si meraviglierà di me.
Sembra proprio che questo pensiero abbia potuto evocare nel "Magnificat" di Maria di Nazaret nel Vangelo di Luca il versetto "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome." (Luca 1,49)

Genesi 21,7 - Poi disse: Come era degno di fede il messaggero che fece questo annuncio ad Abramo e disse - che Sara è destinata ad allattare bambini - perché essa gli ha partorito un figlio nei tempo della vecchiaia.
E ancora il Magnificat "...come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". (Luca 1,55)
Dopo i versetti Genesi 19,33.34 "Abramo piantò un tamerice in Bersabea, e lì invocò il nome del Signore, Dio dell'eternità. E fu forestiero nel paese dei Filistei per molto tempo" viene inserito il seguente versetto aggiuntivo.

Genesi 21,34b - Abraham coltivò un giardino a Barsabea e vi collocò nutrimento per i viaggiatori. Ora, accadeva che dopo avere mangiato e bevuto volevano pagargli il prezzo dei cibo. Ma egli diceva: quello che voi mangiate è di colui che creò îl mondo con la Parola. Ed essi non partivano di là senza che fossero convertiti e senza che avesse loro insegnato a rendere gloria al Signore del mondo. Ed Abraham rendeva culto e pregava al nome della Parola del Signore, Dio dell'universo.

Genesi Capitolo 22 - Sacrificio di Isacco
Genesi 22,1b - Dopo questi avvenimenti accadde che Isacco ed Ismaele di sputarono tra loro. Ismaele disse: È a me che spetta l'eredità di mio padre, perché sono il primogenito. Ed Isacco: È a me che spetta l'eredità di mio padre, perché io sono figlio di Sara, sua moglie, mentre tu sei figlio di Agar, la serva di mia madre. Ismaele riprese e disse: Io sono più giusto di te perché io sono stato circonciso a 13 anni e se avessi voluto rifiutarmi avrei potuto non sottopormi alla circoncisione, ma tu sei stato circonciso ad 8 giorni. Se tu avessi avuto la conoscenza poteva accadere che non ti saresti prestato alla circoncisione. Isacco replicò e disse: Ecco, oggi ho 37 anni e se il Santo, benedetto egli sia, domandasse tutto il mio corpo io non rifiuterei.

Genesi 22,1 - Subito queste parole furono intese dal Signore del mondo ed allo stesso momento la Parola di Dio tentò Abraham e gli disse: Abraham! E lui rispose: Eccomi!
L'inserimento di Genesi 22,1b intende chiarire:
  • il merito di Isacco nei riguardi di Ismaele;
  • la richiesta ad Abramo del sacrificio di Isacco che sarebbe stato così proposto da Isacco stesso.
Genesi 22,3 - ...prese due dei suoi servitori, Eliezier e Ismaele, e suo figlio Isacco. Poi tagliò del legno d'olivo, di fico e di palma, come conviene per l'olocausto, si alzò e andò verso il luogo che il Signore gli aveva detto.
Si aggiungono particolari e viene citato lo stesso Ismaele come testimonio della veridicità dell'evento.

Genesi 22,8 - Abraham disse: Dio stesso si è preparato un agnello per l'olocausto, altrimenti, sei tu l'agnello per l'olocausto. Ed andarono tutti e due, assieme, con cuore perfetto.

Genesi 22,10 - Dopo Abraham stese la mano e prese il coltello per sacrificare suo figlio, Isacco prese la parola e disse a suo padre: Legami bene che non mi dibatta per l'angoscia della mia anima, in modo tale che la tua offerta non sia valida e che sia precipitato, nella fossa della perdizione nel mondo che deve venire. Gli occhi di Abraham erano fissi in quelli di Isacco e gli occhi di Isacco erano fissi sugli angeli in alto. Isacco li vedeva, ma Abraham non li vedeva. Gli angeli dall'alto dicevano: Venite, guardate due unici nel mio mondo; uno sacrifica e l'altre è sacrificato. Quelle che sacrifica non esita e quello che è sacrificato porge la gola.
È inserimento importante entrato nella tradizione che cita le parole del canto detto "dell'aquédah" in ebraico legare, da quel "Legami bene" che i bambini cantano nella notte di Pasqua.
Nella notte pasquale ebraica i tre segni principali sono: Agnello, Matzah - pane azimo, e Maror - erbe amare.
L'agnello ricorda sia il comando di Mosè di preparare un agnello per mangiarlo quella notte e di segnare col sangue gli stipiti delle porte onde le case degli Israeliti fossero preservate (Esodo 12), sia il sacrificio di Isacco che viene presentato al Signore in favore della salvezza in cui i cristiani hanno visto profetizzato il sacrificio di Cristo.
A "Pesach" la famiglia ebrea offriva il sacrificio pasquale nel Tempio di Gerusalemme e il sacrificio dell'agnello pasquale, l'evento più solenne della festa, avveniva durante il pomeriggio della vigilia di "Pesach".

Genesi 22,14 - Dopo Abraham rese grazie e pregò in quel luogo dicendo: Ti prego Dio per il tuo amore. Tu sai che non ho avuto reticenza nel mio cuore e che ho cercato di compiere con gioia: la tua volontà. Così, quando i figli di mio figlio Isacco entreranno nell'ora dell'angoscia ricordati dell'aquédah del loro padre Isacco e salvali. Per questo tutte le generazioni diranno: Sui monte il Signore provvede.
Conferma quanto sopra ho annotato.

Genesi 22,20b - Dopo questi avvenimenti, dopo che Abraham ebbe legato Isacco, che Satana andò ad annunciare a Sara che Abraham aveva immolato Isacco, Sara si alzò, gridò fino a soffocare e morì di dolore.
Aggiunta al versetto Genesi 22,20.
Il capitolo 23, infatti, annuncia la morte di Sara.
Vedi: "La risurrezione dei primogeniti", ove ho provveduto alla decriptazione del racconto del Sacrificio d'Isacco che nasconde il racconto dell'apertura del mare di cui al racconto dell'Esodo.

Genesi Capitolo 25 - Esaù e Giacobbe
Genesi 25,27 - I fanciulli crebbero. Esaù divenne un uomo abile nella caccia degli uccelli e degli animali selvatici, un uomo che andava in campagna per uccidere le genti, Giacobbe, invece, divenne un uomo perfetto nelle sue opere, servo nella casa di studio di Eber per cercare sapienza da Dio.
(Vedi: il paragrafo "Esaù e Giacobbe - Genesi capitolo 25" di "Vino nella Bibbia: causa d'incesti e segno del Messia")
Eber, infatti morì, quando Giacobbe aveva 13 anni, l'età della bar-mitzvah, in cui un ragazzo ebreo è ritenuto adulto e responsabile per gli impegni religiosi, (vedi: "Cosa nasconde il racconto di Noè e del diluvio?") Giacobbe, perciò, ha ricevuto l'insegnamento diretto da parte dei patriarchi nella linea dei primogeniti di Noè e di Adamo.

Genesi 25,29 - Il giorno che Abraham morì, Giacobbe fece bollire una minestra di lenticchie ed andò a consolare suo padre. Esaù, allora, arrivò dalla campagna.
Era stanco, perché in quel giorno aveva commesso cinque peccati:
  • si era affidato al culto idolatra;
  • aveva versato sangue innocente;
  • era andato con una ragazza fidanzata;
  • aveva negato la vita del mondo a venire;
  • aveva disprezzato il diritto di primogenitura.
Genesi 25,32 - Esaù disse: Ecco che sto per morire e non voglio rivivere in un altro mondo. A che, allora, può servirmi il diritto di primogenitura ed una parte nel mondo che deve venire?
Questioni tutte accennate nel mio anzidetto studio su Giosuè e Giacobbe.

Genesi Capitolo 26 - Isacco a Gerar
Genesi 26,2 - Era nell'intenzione di Isacco di scendere in Egitto, ma Dio apparve e gli disse: Non scendere in Egitto, abita nel paese che ti indicherò.

Genesi 26,12 - Isacco seminò questa terra in vista dell'elemosina per donare la decima dei suoi beni ai poveri di Gerar; egli raccolse il centuplo. Il Signore lo benedisse.

Genesi Capitolo 27 - Giacobbe e la primogenitura
Genesi 27,1b - Accadde, quando Isacco divenne vecchio, che i suoi occhi furono troppo deboli per vedere. In effetti, quando suo padre l'aveva legato, egli aveva visto il trono della gloria e, da quel momento, i suoi occhi avevano cominciato ad indebolirsi. Chiamò il figlio maggiore il 14 di Nisan e gli disse: Figlio mio è questa la notte che gli esseri celesti lodano il Reggitore del mondo e che sono aperti i tesori delle rugiade. Gli rispose: Eccomi.
Le tradizioni rabbiniche, infatti, dicono che: "Isacco dopo aver subito l'esperienza traumatica dell'Aqedah, non ebbe più una vita normale, anche se a quel tempo aveva 37 anni. La sua vista era debole, perché mentre era legato, aveva guardato fisso il cielo e visto Dio. I suoi occhi erano stati colpiti dalle lacrime degli angeli, che erano cadute su di lui mentre essi piangevano ed egli aspettava di essere ucciso. La semplicità di Isacco spiega la sua preferenza per Esaù, che era davvero un figlio malvagio. Per Esaù fu facile suscitare una buona impressione in Isacco, che era ormai quasi cieco. Anche Giacobbe riuscì ad ingannare suo padre facendosi dare la benedizione che aveva riservato al figlio maggiore."

Genesi 27,40 - Tu (Giacobbe) vivrai della tua spada, servirai davanti a tuo fratello e gli sarai sottomesso. Quando i figli di Giacobbe studieranno la legge e conserveranno i suoi comandamenti essi poseranno il loro giogo sul tuo collo, ma quando lasceranno i comandamenti e di studiare la legge tu dominerai su di lui e toglierai il giogo di servitù dal tuo collo.

Genesi 27,41 - Esaù prese in odio Giacobbe per la benedizione che gli aveva dato suo padre e disse nel suo cuore: Non voglio fare come ha fatto Caino che ha ucciso Abele mentre era vivo suo padre, ma poi suo padre generò ancora Seth, Al contrario, mi debbo controllare fino a quando arriveranno i giorni del dolore per la morte di mio padre, ed allora ucciderò mio fratello Giacobbe e sarò assassino, ma ereditiere.
Esaù così era considerato più perverso di Caino che, di fatto, considerata la forma allegorica di tutta la Genesi, è profezia su Esaù, cioè su Edom, perché "Disse a Giacobbe: Lasciami mangiare un po' di questa minestra rossa , perché io sono sfinito. Per questo fu chiamato Edom ." (Genesi 25,30)
Col nome di Edom, cioè Esaù, l'antagonista e persecutore di Giacobbe-Israele, viene costantemente indicato negli scritti della letteratura rabbinica il nemico escatologico che tiene il popolo di Dio nell'ultima schiavitù dalla quale lo libererà il Messia ed ai tempi di Gesù; Edom era il termine convenzionale per indicare la potenza ostile dell'impero romano.
Si legge nella lettera agli Ebrei: "Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati; non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che in cambio d'una sola pietanza vendette la sua primogenitura." (Ebrei 12,15b)

Genesi Capitolo 28 - Giacobbe va da Labano
Genesi 28,10 - Cinque prodigi sono stati operati in favore di Giacobbe quando andò via da Bersabea.
Primo prodigio: le ore dei giorno furono abbreviate ed il sole tramontò prima del tempo, perché la Parola bruciava dal desiderio di parlare con lui.
Secondo prodigio: le quattro pietre che aveva messo come cuscino, al mattino le trovò riunite in una sola pietra.
Terzo prodigio: quando nostro padre Giacobbe si mise in cammino per andare a Harran la terra gli andava in contro e si trovò nello stesso giorno a Harran.
Quarto prodigio: la pietra che tutti pastori riuniti non erano riusciti a far rotolare dalla bocca del pozzo, quando arrivò nostro padre Giacobbe la sollevò con una sola mano ed abbeverò il gregge di Labano, fratello di sua madre.
Quinto prodigio: il pozzo si mise a debordare e l'acqua salì davanti a lui e continuò ad uscire per tutto il tempo che fu a Harran.


Genesi 28,11 - Capitò, così in un luogo dove passò la notte era tramonta, perché il sole era tramontato. Prese le pietre, le dispose come guanciale e si coricò in quel luogo.

Genesi 28,12 - Fece un sogno. Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli che lo accompagnavano dalla casa di suo padre salirono e annunciavano agli angeli in alto: Venite, vedete il giusto la cui immagine e seduta sul trono della Gloria, colui che bruciate daI desiderio di vedere. Allora gli altri angeli di Dio discendevano per contemplarlo...
Pare proprio profetizzata la discesa del Verbo e il versetto Genesi 28,12 starebbe bene anche nella descrizione degli angeli sulla grotta di Betlemme.
È da tenere presente che per la tradizione ebraica solo gli arcangeli sopportano la visione del Potente, vedi: i quattro esseri viventi dell'Apocalisse 4,6.
Il decriptato di Genesi 28,12 e 13 della Bibbia ebraica fornisce:

"E saranno nell'assemblea del Potente i viventi portati dal mondo. Tra gli angeli entreranno nei giri, perché vivranno tra le schiere. Con il corpo saliranno dal mondo, portati nel corpo dell'Unigenito. Risorti, ma vivi, camminando, saranno a vedere, entrandovi, i cieli, per la calamità dell'angelo (ribelle) usciti. I viventi, che dal serpente afflitti sono, in Dio rientreranno, essendo stato, chi male operava stando nei viventi, portato a scendere. Saranno i viventi a casa riportati. Ed entrata degli angeli l'esistenza, portati dal mondo, al cospetto dell'Altissimo si porteranno. E saranno l'Unico da vivi a vedere tra gli angeli stare. Sarà (colui che) dal mondo li portò fuori, (in cui) di Dio entrò a stare la forza. Al mondo, ai viventi, del Padre fu la rettitudine a recare. Dio nel mondo fu a stare. Giù (come) fissato entrò in terra. Da una Donna dal corpo venne alla luce. Per la rettitudine, che dentro dell'Altissimo c'era, il serpente l'afflisse. In croce l'inviò l'angelo (ribelle). Fuori portò da dentro dal ferito/colpito corpo in azione la rettitudine."

Genesi Capitolo 29 - Giacobbe da Labano
Genesi 29,9 - Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele col bestiame del padre, perché era una pastorella. In effetti, sul bestiame di Labano, era venuta una piaga di Dio e ne restava assai poco. Egli, allora, aveva scacciato i suoi pastori e aveva consegnato ciò che ne restava alle cure di Rachele, sua figlia.

Genesi 29,12 - Giacobbe rivelò a Rachele che era venuto per abitare con suo padre e per sposare una delle sue figlie. Rachele rispose e disse: Non è possibile abita re con lui, perché è un uomo furbo. Giacobbe rispose: Io son più furbo e sottile di lui e non ha potere di farmi del male, perché mi assiste la Parola di Dio. Quando seppe che era il figlio di Rebecca, allora, corse ad annunciarlo ai padre.

Genesi 29,13 - Dopo che Labano seppe della fama di forza e di pietà di Giacobbe, figlio di sua sorella; cioè, come aveva rubato a suo fratello il diritto di primogenitura e le benedizioni, come Dio gli era apparso a Bethel , come aveva rotolato la pietra e come il pozzo era salito ed era debordato davanti a lui, corse ad incontrarlo. Lo abbracciò, lo baciò e lo introdusse nella sua casa ed egli raccontò a Labano le sue vicende.

Genesi 29,14 - Allora, Labano gli disse: Davvero sei mio parente e simile a me! Così dimorò presso di lui per un mese.

Genesi 29,22 - Allora, Labano riunì tutti gli uomini del luogo e diede un banchetto.
Prese la parola e disse loro: Ecco sono sette anni che Giacobbe è arrivato a casa nostra, ai nostri pozzi non è mancata l'acqua ed i nostri abbeveratoi si sono moltiplicati. Ora, che consiglio mi date perché possiamo farlo rimanere qui ancora presso di noi per sette anni? Gli consigliarono l'artificio di maritarlo con Lia, anziché con Rachele.

Tutto gli riesce bene, è il timorato di Dio del Salmo 1:"Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere. Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde; perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti. Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina."

Genesi Capitolo 30 - Giacobbe e Rachele
Genesi 30,2 - Giacobbe si irritò contro Rachele e disse: Che viene da me il frutto del ventre? Chiedilo a Dio, perché è da Lui che vengono i figli ed è Lui che ti ha rifiutato il frutto delle viscere.
(Vedi: il paragrafo "I Patriarchi" in "Bibbia - Tracce di geroglifici nel Pentateuco - parte 1" articolo in .pdf).

Genesi 30,22 - Quattro sono le chiavi che sono nelle mani di Dio, Signore di tutti i secoli, e che non sono affidate nemmeno agli angeli ed ai Serafini: la chiave della pioggia, la chiave del pane, la chiave dei sepolcri e la chiave della sterilità.
La chiave della pioggia: è cosi che la Scrittura la spiega e dice: Dio vi darà i tesori del cielo.
La chiave del pane: è così che la Scrittura la spiega e dice: Apri la tua mano e sazi tutti i viventi in cui ti sei compiaciuto.
La chiave dei sepolcri, così la spiega la Scrittura dicendo: Ecco, che aprirò i vostri sepolcri e vi farò risorgere dalle vostre morti o popolo mio.
La chiave della sterilità, perché così la spiega la Scrittura, e dice: Dio nella sua misericordia si ricordò di Rachele ed ascoltò la preghiera di Rachele e decise con la Sua Parola di darle dei figli.

Vi è negli scritti biblici una grande allegoria tra la Torah, che esplicita la Parola di Dio e la pioggia, entrambe vengono dal cielo, la prima da quello spirituale e la seconda da quello fisico, ed entrambe si possono considerare lanciate . Non a caso, infatti, la prima pioggia d'autunno è detta . (Deuteronomio 11,14 e Geremia 5,24) e anche (Salmo 84,7), entrambe dallo stesso radicale di Torah: La pioggia ricorda la Torah. (Vedi: (Vedi: "San Giuseppe - L'arco di Dio" articolo in .pdf)

Genesi Capitolo 31 - La fuga di Giacobbe
Genesi 31,19 - Quando Labano era andato a tosare il suo gregge, Rachele rubò i piccoli idoli (teraphim) di suo padre; in effetti, era d'uso immolare un primogenito, di tagliargli la testa che si spargeva di sale e di spezie, poi si scrivevano formule magiche su una lamina d'oro che si metteva sotto la sua lingua, quindi si alzava su un muro e si parlava con lui. Era davanti a questi idoli che suo padre si prostrava.

Genesi 31,22 - Ora, dopo la partenza Giacobbe, i pastori non trovarono acqua ai pozzi. Attesero per tre giorni che i pozzi debordassero, ma. non accadde. Il terzo giorno capirono ed annunciarono Labano che Giacobbe era fuggito, perché era per suo merito che il pozzo aveva debordato per 20 anni.
L'acqua che esce spontaneamente da pozzi porta al personaggio di Miriam che, per la tradizione ebraica, è come un pozzo d'acqua artesiano; anche il nome Miriamm può indicarlo "acqua innalza ( = )".
I midrash dicono del pozzo di Miriam dato a Refidim che viaggiò col popolo nel deserto (in Mekhilta) e che il pozzo di Miriam si fermò in un punto del lago di Tiberiade (ove operava Gesù) e guarì un lebbroso (in Bamidbar Rabbah - commento del Pentateuco e dei 5 "rotoli" Cantico, Ester, Rut, Lamentazioni e Qohelet).
Il libro dei Numeri segnala "Ora tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria. Mancava l'acqua per la comunità". (Numeri 20,1-2)
Quel pozzo e la carenza d'acqua di cui è menzione nel Talmud alla morte della profetessa sta ad indicare la spontaneità della fede verso Dio che con Maria sgorgava viva come acqua di sorgente.
Nel libro dei Numeri 2,17s c'è il "cantico del pozzo" che Israele intona ai confini della terra promessa "...Questo è il pozzo di cui il Signore disse a Mosè: Raduna il popolo e io gli darò l'acqua. Allora Israele cantò questo canto: Sgorga, o pozzo: cantatelo! Pozzo che i principi hanno scavato, che i nobili del popolo hanno perforato con lo scettro, con i loro bastoni."
L'acqua è una similitudine per parlare della Torah che è sorgente d'acqua inesauribile, fresca, viva ed eterna, che discende dai cieli, riserva di fede e speranza per Israele e per chi ad essa va a dissetarsi ed Isaia ben conosce tale simbologia "O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte... Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace." (Isaia 55,1.10-12)
Dice il profeta Zaccaria 12,10 "Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto", poi in 13,1 "In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante" e in 14,8 "In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme". (Vedi: "Profezie nei vangeli: il protovangelo di Zaccaria")
I Vangeli rivolgono a Gesù queste profezie: "...chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna" (Giovanni 4,14) e "...chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Giovanni 7,38).
Sulla stessa scia dell'acqua che zampilla è la figura della Maria del N.T.
(Vedi: "Le Miriam della Bibbia e nella tradizione - 1 e parte 2" articoli in .pdf).

Genesi Capitolo 32 - La lotta con l'angelo
Genesi 32,3 - E Giacobbe quando li vide disse: Questi potrebbero essere messaggeri di Labano, fratello di mia madre, che ha ricominciato a perseguitarmi, oppure dell'accampamento di Esaù, mio fratello, che mi viene incontro od angeli mandati da Dio per liberarmi da tutti e due. Perciò, chiamò quel luogo Mahanaim (accampamenti).

Genesi 32,27 - Gli disse: Lasciami andare perché è arrivata l'ora che si alza la colonna dell'alba, in cui gli angeli dell'alto lodano Dio ed io sono il capo di quelli che lo lodano. Giacobbe rispose: Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto.
Vedi: paragrafo "Giacobbe allo Yabbok" di "La risurrezione dei primogeniti" dove ho decriptato Genesi 32,24-33 da cui si replica il racconto del miracolo dell'apertura del mare raccontato al capitolo 14 del libro dell'Esodo.

Genesi Capitolo 33 - L'incontro con Esaù
Genesi 33,2b - Poiché, egli si disse: Se Esaù viene per fare un massacro dei miei figli e per prendermi le donne lo farti con i primi nel frattempo ci leveremo ed ingaggeremo il combattimento con lui.
Questa strategia di dividere la propria carovana in due gruppi conferma la strategia che si ricava adottata per i fuoriusciti dall'Egitto e di cui ho detto nel citato articolo "La risurrezione dei primogeniti".

Genesi Capitolo 34 - La violenza a Dina
Genesi 34,31 - Simone e Levi risposero: Non era affatto conveniente che si dicesse nella assemblea dei figli d'Israele che degli incirconcisi ed idolatri hanno insozzato la figlia di Giacobbe, ma piuttosto è conveniente che si dica che gli incirconcisi sono stati messi a morte a causa della vergine figlia di Giacobbe degli idolatri. Perché, dopo ciò, Sichem figlio di Hamar, non possa vantarsi contro di noi dicendo di aver trattato nostra sorella come una prostituta".

Genesi Capitolo 35 - Giacobbe a Betel
Genesi 35,8 - Allora morì Debora, la nutrice di Rebecca, e fu sepolta sotto Bethel, ai confini della piana. È anche la che Giacobbe ricevette la notizia della morte di sua madre Rebecca e chiamò il luogo, Piana del Dolore.

Genesi 35,9 - Dio eterno, che il suo Nome sia benedetto oggi e nei secoli dei secoli!
Il tuo amore, la tua fedeltà la tua giustizia la tua potenza e la tua gloria non cesseranno nei secoli dei secoli. Tu ci hai insegnato a benedire il fidanzato e la fidanzata, dopo Adamo e la sua compagna. Tu ci hai insegnato a visitare i malati, dopo nostro padre Abramo, il giusto, quando gli sei apparso nella Piana della Visione, perché soffriva ancora per la sua circoncisione. Tu ci hai insegnato a consolare chi piange, dopo nostro padre Giacobbe, il giusto, guardo la sorte sorprese Debora, nutrice di Rebecca sua madre e Rachele morì vicina a lui durante il viaggio; si fermò, allora, con forti grida e pianse in una grande crisi di sconforto, ma tu, con amore, gli sei apparso e l'hai benedetto e consolato. Per questo la Scrittura dice che Dio apparve una seconda volta a Giacobbe al ritorno da Paddan - Aram e lo benedì.


Genesi 35,14 - Egli eresse là una stele, nel luogo ove aveva parlato con lui, una stele di pietra, e vi versò, una libazione di vino e d'acqua perché così debbono fare i suoi figli per la festa delle capanne, e sparse su di essa olio d'olivo.
Si legge nel testo in ebraico "Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Èfrata, cioè Betlemme. Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. Questa stele della tomba di Rachele esiste fino ad oggi." (Genesi 35,19s)

Genesi 35,21 - Giacobbe ripartì e piantò la tenda fuori dalla Torre dei greggi (Migdal 'Eder), luogo dove il Re Messia deve manifestarsi alla fine giorni.
Migdal-Eder , la Torre delle Pecore o del Gregge il luogo da cui verrà il Buon Pastore.
Girolamo (fine IV secolo) ricorda questo luogo la casa dei guardiani, di chi vigila, ad est di Betlemme, a circa 2 km dal centro abitato, nel il villaggio di Beit Sahur, ove la chiesa di Gerusalemme vi celebrava una festa la vigilia del Natale.
Beit Sahur è tra i campi detti di Booz ove si trovavano i pastori nella notte in cui nacque Gesù e poco distante a Siyar el-Ghanam vi sono o ruderi di una torre di guardia, ora incorporati in un ospizio francescano.
Questa è la località che indica il Targumista a est di Betlemme, specificando che in quel luogo sarebbe venuto il Messia. Il Talmud indica tale luogo e così la conferma la tradizione cristiana.

Genesi Capitolo 37 - Inizia la storia di Giuseppe
Genesi 37,2b - In effetti, li aveva visti mangiare della carne staccata da una bestia non ancora morta.
Spiegazione del perché Israele-Giacobbe preferiva Giuseppe, è che era simile a lui come afferma dopo, e lui non si sarebbe comportato in quel modo.

Genesi 37,3 - Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché le fattezze di Giuseppe erano come le sue e gli aveva fatta una tunica colorata.
Questa tunica colorata è una allegoria e nasconde l'idea che Giuseppe aveva in sé un vestito di splendore che ricorda il vestito di splendore di Adamo prima del peccato. Tunica, quindi con fondo bianco di lino e colori come quelli dell'iride. (vedi: commento a Genesi 3,7)

Genesi 37,13 - Accadde, dopo alcuni giorni che Israele disse a Giuseppe: Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo di Sichem? Ma, ho paura che gli Evei vengano ad ucciderli per aver ucciso Camor e Sichem con gli abitanti della città. Vieni, dunque, che t'invio da loro. Egli disse: Eccomi.

Genesi 37,14 - Gli disse: Va a vedere corre stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi. Lo fece partire, dunque, dalla valle di Hebron in virtù del profondo disegno di cui era stato parlato ad Abramo. In quello stesso giorno avvenne, poi, la fine dell'esilio d'Egitto. Giuseppe si alzò, dunque, ed andò verso Sichem.
Questo accenno all'uscito dall'esilio è un pensiero che viene fuori dalle lettere usate nel testo ebrico del versetto canonico ove è scritto: "Gli disse: Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi. Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem."
Per le parole in grassetto usa



"E verrà () a trarli fuori (). E dalle acque porterà ad uscire le pecore . A portarle fuori dallo stare in esilio () inviata sarà la Parola e sarà a mandarli liberi per il mondo ."

"E verrà a trarli fuori. E dalle acque porterà ad uscire le pecore. Per portarle fuori dallo stare in esilio inviata sarà la Parola e sarà a mandarli liberi per il mondo."

È prova inattesa che leggevano le lettere come le leggo io.

Genesi 37,21 - Ma Ruben intese e volle salvarlo dalle loro mani. Disse: Non lo uccidiamo per non essere responsabili del suo sangue.

Genesi 37,28b - Con le monete d'argento acquistarono dei sandali.
I sandali nascondono l'intento di guadagnarsi l'eredità che spettava al fratello, infatti, chi aveva dei diritti era uso che li riscattasse togliendosi un sandalo. Nell'antico Israele (vedi nella Bibbia la storia di Rut) esisteva, infatti, l'usanza relativa al diritto del riscatto o della permuta, onde per convalidare l'atto uno si toglieva il sandalo e lo consegnava come diritto di occupare quella terra o proprietà.

Genesi Capitolo 38 - Giuda e Tamar
Genesi 38,25 - Si fece uscire Tamar per essere bruciata e lei cercava i tre pegni, tra non li trovava. Alzò gli occhi verso il più alto dei cieli e parlò così: prego, per l'amore che viene dalla tua faccia, rispondimi in questa ora del mio sconforto ed illumina i miei occhi, perché possa ritrovare i miei tre pegni, cosicché da i miei seni possa suscitare tre santi che santificheranno il tuo Nome nella fornace di fuoco della valle di Doura. Nello stesso momento il Santo, benedetto Egli sia, fece segno a Michaele ed egli illuminò i suoi occhi e li trovò. Essa li prese e li gettò ai piedi dei giudici e disse: Sono incinta dell'uomo cui appartengono queste cose. lo, però, anche se venissi bruciata non farei conoscere il suo nome. Ma colui che è mio testimone tra me e lui nel rivederli gli metterà nel cuore di riconoscerli e mi salverà da questo giudizio. Quando li vide, Giuda li riconobbe e nel cuore si disse: Preferisco essere confuso in queste mondo, che è un mondo che passa, piuttosto che essere confuso davanti ai miei padri, i giusti, nel mondo che deve venire. Preferisco essere bruciato in questo mondo, per un fuoco che finisce piuttosto che nel mondo che deve venire in un fuoco inestinguibile. Questa è la giusta misura per quello che ho fatto a mio padre Giacobbe presentandogli la tunica di mio fratello Giuseppe.

Genesi 38,26 - E disse: Tamar è innocente, è di me che è incinta. Una voce discese dal cielo e disse: È dal mio amore che venuto il fatto. Allora si salvarono tutti e due dal giudizio e Giuda disse: Essa è più giusta di ne, perché io non l'ho data a mio figlio Sela. E non ebbe più rapporti con lei.
Tamar era stata moglie di un figlio di Giuda, ma gli morì il marito.
Secondo la legge del Levirato (Deuteronomio 25,5-10), allora solo usanza, il fratello del marito doveva subentrare per dare una discendenza al fratello morto, ma morì anche questo, poi morì la moglie di Giuda e Tamar cercò di avere discendenza da Giuda stesso, secondo il racconto in questo capitolo 38 della Genesi.
Con quello stratagemma entrò così nella genealogia di Davide.
Nella genealogia di Gesù, così, al capitolo 1 del Vangelo di Matteo si legge: "Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda..., Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò... Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide, Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa... Salatiel generò Zorobabèle... generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo." (Genesi 1,1-16)
Spiccano in questa genealogia del Messia, il Cristo, figlio di Dio, riconosciuto dal cristianesimo, il nome di 4 donne: Tamar, Rahab, Rut e Maria.
Ora, i pegni di Giuda a Tamar (Genesi 38,18) erano: Sigillo , cordone e bastone .
Segnalo che Zorobabele in Aggeo 2, 23 è considerato servo e "sigillo" di Dio, che i vangeli apocrifi raccontano che il bastone Giuseppe germogliò e per il cordone concludo essere "Parola che ad indicare è il Potente ", cioè il Messia.

Genesi Capitolo 40 - Giuseppe interpreta sogni
Genesi 40,12 - Giuseppe disse tra sé: Ecco quale è l'interpretazione finale dei sogno: i tre tralci sono i tre patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, la cui discendenza deve essere ridotta in servitù in Egitto e liberata da tre pastori fedeli, Mosè, Aronne e Miriam, che sono i grappoli. Per questo ha detto "presi l'uva e la spremetti nella coppa dei Faraone e posai la coppa nella sua mano", questa è la coppa di collera che il Faraone deve bere alla fine dei giorni. E poi, disse al coppiere: Vai a ricevere un buon salario per il sogno favorevole che hai fatto. E per te, ecco l'interpretazione: i tre tralci sono tre giorni che mancano alla tua liberazione.

Genesi 40,18 - Giuseppe disse tra se: I tre canestri sono tre pesanti servitù che Israele dovrà subire nei paese d'Egitto, nell'argilla, nei mattoni ed in tutti i lavori della campagna. Faraone emetterà nefasti decreti contro Israele e farà gettare i suoi bambini nel fiume, ma Faraone perirà e le sue armate saranno annientate quando i figli d'Israele usciranno liberi ed a testa alta. Al panettiere disse: Avrai un salario fissato per questo sogno, in quanto i tre canestri sono tre giorni.
Il targumista fornisce una spiegazione che evidentemente era il frutto di quanto era stato elaborato nelle Bet ha-Midrash sui due sogni del coppiere e del panettiere del faraone e li interpreta alla luce profetica di ciò che dovrà avvenire al popolo d'Israele come raccontato nel libro dell'esodo.
Ora, il panettiere produce pane dell'afflizione del Seder (ordinamento) di Pasqua, infatti, il sogno è funesto per il panettiere, mentre per il coppiere il sogno è favorevole perché richiama le coppe della benedizione dello stesso Seder.

Genesi Capitolo 41 - I sogni del Faraone
Genesi 41,40 - Tu stesso sarai l'intendente della mia casa. È con la decisione e l'ordine della tua bocca che sarà nutrito tutto il mio popolo. Solo per il trono io sarò più grande di te.
Il nome Josef in ebraico letto due volte con i segni indica proprio quel pensiero: sarà a portare a riempire le bocche (quando) sarà a portare in giro una parola .

Genesi 41,45b - Il Faraone chiamò Giuseppe: l'uomo che apre ciò che è chiuso.
Del pari: è a portare ciò che arrotolato a bocca aperta .

Genesi Capitolo 43 - Giuseppe incontra Beniamino
Genesi 43,33b - Egli teneva nella sua mano la coppa d'argento e la faceva tintinnare come fanno gli indovini e aveva posto il figlio di Rachele, Beniamino, accanto a lui.
I targumista, appunto come un incantatore, pone in evidenza la coppa d'argento che sarà un elemento importante nel capitolo successivo.

Genesi 43,34b - E con lui bevvero fino all'allegria, perché dal giorno dal quale erano stati separati da lui non avevano bevuto più vino, né lui né loro, fino a quel giorno.
La coppa d'argento e il vino richiamano la coppa d'argento che si usa per il qiddush, cioè per la santificazione... era proprio una Pasqua di liberazione.

Genesi Capitolo 44 - La coppa di Giuseppe
Genesi 44,18b - Perché nelle ore che siamo venuti a casa tua ci hai detto: Sono ricolmo dei timore di Dio! Ed, ora, i tuoi giudizi sono cambiati per divenire simili ai giudizi dei Faraone?
Ricolmo del timore di Dio avvicinato al concetto della coppa fa pensare al "berrà il vino dell'ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira". (Apocalisse 14,10)

Genesi Capitolo 45 - Giuseppe si fa riconoscere
Genesi 45,28b - Israele, allora, disse: Dio, ha avuto molta misericordia nei miei riguardi. Mi ha salvato dalle mani di Esaù, dalle mani di Labano e dalle mani dei Cananei che mi perseguitavano. Ho o visto e ho sperato molte consolazioni. Ma non speravo più che Giuseppe fosse ancora vivo! Andrò, dunque, e lo rivedrò prima di morire.

Genesi Capitolo 46 - Giacobbe in Egitto
Genesi 46,3 - Egli disse: Sono il Signore, Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto a causa della schiavitù che io ho decisa con Abramo, perché laggiù io ti farò una nazione numerosa.

Genesi 46,4 - Sono io che per la mia Parola scenderò a casa tua in Egitto. Vedrò i tormenti dei tuoi figli, ma la mia Parola ti esalterà, e sarà Giuseppe che chiuderà i tuoi occhi.

Genesi Capitolo 49 - Benedizione di Giacobbe
Genesi 49,1 - Giacobbe chiamò i suoi figli e disse loro: Riunitevi e purificatevi e vi annuncerò misteri nascosti, le date segrete, il premio dei giusti, le pene degli empi e quella che sarà la felicità dell'Eden. Si riunirono assieme le 12 tribù d d'Israele e circondarono il letto d'oro su cui era disteso. Ma dopo che si fu manifestata la Gloria della Shekina di Dio, il tempo fissato in cui doveva venire il Re Messia gli venne nascosto. Quindi, egli disse: Venite perché vi farò conoscere ciò che accadrà alla fine dei giorni.
Sorprendentemente il targumista programma l'annuncio di una rivelazione sugli ultimi tempi, una apocalisse col giudizio e il passaggio alla visione finale, confermando che anche il libro della Genesi annuncia la venuta esplicita del Messia, eppure il testo esterno finale della Bibbia canonica ebraica del presente capitolo non paiono soddisfare tale attesa in quanto con l'esposizione non concretizzano una tale promessa.
Nell'articolo "Le benedizioni di Giacobbe e di Mosè" tale questione esce in tutta la sua chiarezza.
Dalla decriptazione integrale di questo capitolo 49 del Genesi risulta, infatti, un racconto di secondo livello sull'epopea del Messia che da consistenza alle promesse del targumista e costituisce ulteriore prova della criptazione del testo e della validità dei risultati della ricerca che ho portato avanti in tale direzione.

Genesi 49,2 - Da Abramo, padre di mio padre, nacque l'impuro Ismaele, corre i figli di Chetura, da Isacco mio padre nacque l'impuro Esaù, mio fratello. E anch'io ho paura che tra voi il cuore di qualcuno si separi dai suoi fratelli per rendere culto agi idoli stranieri. Le dodici tribù di Giacobbe, assieme, rispesero e dissero: Ascolta, Israele, Iahwèh è nostro Dio, Iahvèh è uno. Giacobbe riprese e disse: Che il suo Nome sia benedetto e la sua gloria regni nei secoli dei secoli.

Genesi 49,3 - Ruben tu sei il mio primogeniti primizia del mio vigore e delle mie pene. Eri destinato ad ereditare la mia primogenitura, la dignità sacerdotale e la regalità. Ma, perché tu ha i mancato, figlio mio, la primogenitura è stata donata a Giuseppe, la regalità a Giuda ed il sacerdozio a Levi.

Genesi 49,4 - lo ti paragono Ruben figlio mio ad un piccolo giardino nel quale sono fiumi abbondanti d'acqua; non li hai potuti sopportare e sei stato sommerso. Cosi, Ruben, figlio mio, tu sei stato violento ed hai peccato. Ma non peccare di nuovo. Il peccato che hai commesso ti sarà perdonato e rimesso.

Genesi 49,8 - Giuda, tu hai confessato il tue peccato nel fatto di Tamar, perciò i tuoi fratelli ti loderanno e saranno chiamati Giudei per il tuo nome. Le tue mani ti vendicheranno dei tuoi nemici lanciandogli frecce quando vi accerchieranno ed i figli di tuo padre ti saluteranno come primo.

Genesi 49,9 - Sei simile Giuda, figlio mio, ad un leoncello, perché ha i trattenuto la tua anima dalla preda di Giuseppe e nel giudizio di Tamar sei riconosciuto innocente e sarai liberalo. Ti riposerai e diventerai potente, come leone e come leonessa chi oserà farti alzare.
Per il fatto di Tamar viene avvicinato il verbo "confessare" che in ebraico ha per radicale al nome di Giuda .

Genesi 49,10 - Re e principi non mancheranno nella casa di Giuda, né scribi e dottori della legge tra la tua discendenza, fino a quando viene il Re Messia l'ultimo dei suoi figli, al quale appartiene la regalità ed ai quale si sottometteranno tutte le nazioni.

Genesi 49,11 - Quanto è bello il Re Messia che deve sorgere da quelli della casa di Giuda. Egli cinge i suoi fianchi e scende ad ingaggiare il combattimento contro i suoi avversari ed uccide i potenti della terra. Fa rosseggiare i monti dei sangue degli uccisi e rende bianche le colline del grasso dei loro guerrieri. I suoi vestiti sono bagnati di sangue ed è simile colui che pigia l'uva.

Genesi 49,12 - Quanto sono belli gli occhi del Re Messia, più del vino puro per non aver visto impurità né aver sparso sangue innocente. I suoi denti sono più bianchi dei latte per non essersi nutrito di violenza e di rapine. Le sue montagne ed i suoi, frantoi rosseggeranno di vino e le sue colline biancheggeranno per i raccolti ed i recinti di greggi.
Il targumista nel commento di questi versetti Genesi 49,10-12 in modo esplicito e senza ombra di indecisione alcuna sulla interpretazione dei versetti propone la venuta del Messia da Giuda.

Genesi 49,14 - Issacar reca il carico della Torah e s'estende nei territori dei fratelli.

Genesi 49,15 - Egli vide che il riposo del giorno che deve venire era buono e che la sua parte del la terra d'Israele era piacevole, perciò piega le spalle allo studio della Legge e tutti i suoi fratelli gli pagano tributi.

Genesi 49,16 - Da quelli della casa di Dan sorgeranno riscatto e giudice, assieme tutte le tribù d'Israele gli obbediranno.

Genesi 49,17 - Vi sarà un uomo che si eleverà nella casa di Dan. La paura che ispirerà sarà gettata sui popoli e colpirà con forza i Filistei. Come un aspide si stenderà sulla strada e come una vipera si nasconderà sul sentiero. Ucciderà i guerrieri dei campo dei Filistei, colpirà al garretto i loro cavalli, ribalterà i carri e i cavalieri.

Genesi 49,18 - Ma questa sarà una redenzione momentanea, io, però, spere, nella tua salvezza o Dio.

Genesi 49,21 - Neftali è un messaggero rapido, simile ai cervo che corre sui picchi delle montagne per annunciare le buone novelle. È lui che annunciò a nostro padre Giacobbe, per primo, che Giuseppe era ancora vivo. Lui che si affrettò a scendere in Egitto, in tempo brevissimo, e riportò dai palazzo di Giuseppe il titolo di proprietà dei carro della grotta doppia. Quando la sua bocca annuncia nelle assemblee di Israele, latte e miele escono dalle sue labbra.
Quanto in grassetto è tradizione non altrimenti nota e prepara quanto lo stesso targumista dirà a commento del versetto Genesi 50,13.

Genesi 49,27 - Beniamino, tribù potente come un lupo che strana. Sulla sua terra dimorerà la Shekinah del Signore e sulla sua eredità si erigerà il Tempio. Il mattino si offrirà l'agnello dell'olocausto perpetuo fino alla quarta ora e aI crepuscolo un secondo agnello. Essi si divideranno il di più che resterà delle offerte ed ognuno ne mangerà la sua parte.

Genesi Capitolo 50 - Funerali di Giacobbe
Genesi 50,13 - I suoi figli lo portarono, dunque, nel paese di Canan. Esaù, lo venne a sapere e partì con forze dalla montagna di Gabla e venne a Hebron. Non voleva lasciare che Giuseppe sotterrasse suo padre nella grotta doppia. Così, Neftaii partì e correndo scese in Egitto dove arrivò nello stesso giorno e riportò il titolo di proprietà che Esaù aveva scritto a Giacobbe per la grotta doppia.
Il versetto della Bibbia masoretica Genesi 50,11 "I Cananei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e dissero: È un lutto grave questo per gli Egiziani. Per questo la si chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del Giordano."
Quell'Abel-Mizraim può essere lutto degli egiziani o prateria degli egiziani.

TARGUM DELL'ESODO
Esodo Capitolo 1 - Gli ebrei in Egitto
Esodo 1,15 - Ora, il Faraone raccontò che, mentre dormiva, in sogno aveva visto che tutto il paese d'Egitto era sul piatto di una bilancia ed un agnello era sull'altro e che piatto con l'agnello si abbassava. Subito mandò a chiamare tutti i maghi d'Egitto e narrò il sogno. Jannès e Jambrès, i loro capi, aprirono la bocca e risposero al Faraone: Dall'assemblea di Israele dovrà nascere un figlio che devasterà tutta la terra d'Egitto. Ecco, perché, il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, una si chiamava Sifra, questa è Jokebed, e l'altra Pua, questa è Miriam, sua figlia...

Esodo 1,19 - Le levatrici risposero al Faraone: Le donne ebree non sono come le egiziane. Sono attente ed esperte in sapienza. Prima che arrivano le levatrici, alzano gli occhi in preghiera, implorano la misericordia di Dio loro Padre che è nei cieli che ascolta le preghiere, mettono al mondo e sono liberate dai loro pesi.

Esodo 1,21 - Poiché le levatrici avevano timore di Dio si acquistarono una buona fama tra le generazioni della casa di Israele e la Parola di Dio costruì per loro (tramite loro) la casa della regalità e la casa del supremo sacerdozio. Miriam prese la corona della regalità e Jokebed quella del supremo sacerdozio.
Secondo il Targumista Sifra e Pua sarebbero i nomi egizi di Jokebed, la madre di Mosè, come risulta da Esodo 6,20, e di Maria la sorella.
Importante è nella tradizione ebraica e nei midrash la figura di Maria, la profetessa, considerata madre spirituale di Mosè (vedi: "Le Miriam della Bibbia e nella tradizione - 1 e parte 2" articoli in .pdf).
La corona della regalità fu presa poi, secondo i Vangeli Maria madre di Gesù.

Esodo Capitolo 2 - Nascita di Mosè
Esodo 2,1 - Amram, uomo della tribù di Levi, andò e prese sotto il baldacchino nuziale la sua donna, Jelkebed che aveva rimandato per paura dei decreto del Faraone. Lei era figlia di Levi ed aveva 130 anni quando la fece tornare da lui.
Conferma indirettamente il midrash di cui al predetto articolo, cioè, il padre di Mosè avrebbe deciso, su suggerimento di Miriam di riprendere la moglie, da cui si era allontanato per non procreare altri figli.

Esodo 2,13 - Il giorno dopo, uscì di nuovo ed incontrò due Ebrei, Dathan Abiram , che stavano rissando. Quando vide che Dathan aveva alzato la mano per colpire Abiram , gli disse: Perché percuoti tuo fratello?

Esodo 2,14 - E Datan rispose: ...
Vengono forniti i nomi dei personaggi che poi appariranno nel seguito dei racconti dell'Esodo sempre in opposizione a Mosè. (vedi: nota al versetto Numeri 16,26 di questi Targum)

Esodo 2,18 - ...Reuel, padre dei loro padre...
Per il targumista, Reuel sarebbe il nome del padre di Ietro, suocero di Mosè.

Esodo 2,21 - Quando Reuel seppe che Mosè era fuggito dal Faraone lo gettò in una fossa. Ma Zippora, la figlia di suo figlio Itetro, lo nutrì in segreto per 10 anni. Al termine, uscito dalla fossa, Mosè entrò nell'interno del giardinetto di Reuel, rendeva grazie e pregava Dio che aveva compiuto per lui miracoli e prodigi. Fu così che intravide il bastone di Zaffiro che era stato creato al crepuscolo, su cui era inciso il Nome grande e glorioso, con cui era destinato a compiere le meraviglie in Egitto, ad aprire il Mare ed a far scaturire acqua dalla roccia. Questi era conficcato in mezzo al giardinetto. Stese subito la mano e lo prese. Mese volle abitare con quel uomo e questi gli diede in moglie la figlia di suo figlio (Ietro).
Reuel, cioè Reu-'el, "amico" o "pastore" di dio, sacerdote di un dio locale, nella Bibbia ebraica canonica pare essere altro nome di Ietro.
Nel paragrafo "Mosè a Madian" in "Bibbia - Tracce di geroglifici nel Pentateuco - parte 2" articolo in .pdf) ho avvicinato il nome Zippora, moglie di Mosè, figlia di Ietro", che vuol dire uccellino, passerotto, per le stesse lettere ebraiche del radicale ZPR, a "punta di stilo".
In tale articolo ho sostenuto che vi sono tracce per considerare che Mosè, o la sua scuola, educato a corte del Faraone ed ai i geroglifici, ebbe l'opportunità di mettere a punto una forma di scrittura personale ed efficace aiutato anche dalla rudimentale cultura di quel area - personalizzata nella moglie Zippora.
Ricordo che siamo nella zona dei ritrovamenti delle iscrizioni rupestri sinaitiche e che era necessaria opera di spionaggio tra i due imperi, egizio e mesopotamico, con la scrittura di messaggi criptografici.
Quanto non si può dire con certezza l'ho scritto in forma di midrash in "Le lettere dell'Eterno per gli uomini".
Lo zaffiro in ebraico ha le stesse SPR di scrittura e Mosè col Pentateuco ha in effetti predisposto, proprio con la scrittura, un trono per Iahwèh, che altrimenti sarebbe restato ignoto, come ho chiarito in "Alfabeto ebraico, trono di zaffiro del Messia".

Esodo Capitolo 4 - Mosè e la circoncisione
Esodo 4,13 - Mosè disse: Perdonami, Signore mio, invia il tuo messaggio per bocca del Re Messia, che deve venire alla fine dei giorni.
Il testo canonico di questo versetto recita "Mosè disse: Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi mandare!". Chi doveva mandare Dio? Il targumista sa bene che tutto è in vista del Messia, soggetto del testo nascosto, e lo esplicita.

Esodo 4,24 - Mentre si trovava in viaggio, nei luogo ove pernottava, un angelo di Dio gli andò incontro e cercò di farlo nome a causa di Gherson, suo figlio, che non era circonciso. Mentre Eliezer, l'altro figlio, era circonciso per un accordo intervenuto col suocero.

Esodo 4,25 - Allora, Zippora prese una selce tagliente, tagliò il prepuzio di suo figlio e depose la parte tagliata ai piedi dell'Angelo Sterminatore e disse: Mio marito lo voleva circoncidere, ma suo suocero l'ha impedito. E, ora, il sangue di questa circoncisione serva per espiare in favore di mio marito.

Esodo 4,26 - L'Angelo Sterminatore si ritirò da lui. Allora, Zippora si mise a lodare Dio e disse: Quanto è caro il sangue di questa circoncisione che ha salvato mio marito dalle mani del Angelo Sterminatore.
(Vedi paragrafo "Mosè ebreo" in "Bibbia - Tracce di geroglifici nel Pentateuco - parte 2" articolo in .pdf).

Esodo Capitolo 9 - alcune piaghe
Esodo 9,20 - Giobbe, che tra i ministri del Faraone, temeva il Signore, fece ricoverare nella sua casa i suoi schiavi ed il suo bestiame.

Esodo 9,21 - Ma Balaam, che non fece alcuna attenzione alla Parola del Signore, lasciò nei campi i suoi servitori e i suoi animali.
Conferma le tradizioni ebraiche secondo cui il personaggio Giobbe è coevo a Mosè e che assieme a Balam erano alla corte del Faraone.
Su Giobbe vi sono molte opinioni, comprese quelle che vedono Giobbe un personaggio leggendario, un israelita o un pio gentile vissuto ai tempi di Mosè.
Nella letteratura talmudica, infatti, vi sono spunti che portano a Giobbe quale consigliere de faraone d'Egitto in contemporanea con i fatti dell'esodo e il Talmud al "Baba Bathrà 15a" assegna il libro a Mosè.
Questa opinione fu seguita da molti fino al secolo scorso.
Per i maestri del midràsh: "Mosè ha scritto la Toràh, la vicenda di Balaam (profeta chiamato per maledire gli ebrei) ed il libro di Giobbe"(TB.BB 15a).
In "Chi ha scritto l'esodo conosceva i geroglifici" ho segnalato le tradizioni ebraiche su Mosè (Shemoth Rabbà, Sefer ha jasha, Divrè ha jamim le Moshè Rabbènu) ove si trova anche questo racconto che così ho succintamente riassunto: "Il Faraone sta pranzando con la moglie e la figlia ha in braccio Mosè che ha l'età di tre anni e questi stende la mano, prende la corona dalla testa del re e se la mette. Per un sapiente presente Mosè merita la morte perché l'atto profetizza un attentato al trono, ma altri sostengono che il bimbo non sapeva quel che faceva. Per dirimere la questione si decide di verificare se Mosè ha la capacità di intendere e gli vengono posati davanti due bracieri, uno con carboni ardenti ed uno con pietre preziose. Un angelo devia la mano di Mosè che prende un tizzone, lo porta alla bocca, si brucia la lingua e diviene balbuziente. Ecco perché parlava il fratello Aronne."
Tre saggi, per la tradizione avevano partecipare alla decisione del Faraone di far buttare i bambini ebrei nel Nilo (TB Sotàh 11a):
  • Balaam, che ebbe l'idea, morì dopo 120 anni in guerra contro gli ebrei;
  • Giobbe, che tacque e dopo 120 anni trovò le sue disgrazie;
  • Ietro, che fuggì per non essere complice, dopo 40 anni diventò suocero di Mosè e dopo 80 anni raggiunse il popolo d'Israele sotto il Sinai, suggerendo a Mosè come praticare la giustizia al popolo (Esodo 18).
Esodo Capitolo 10 - altre piaghe
Esodo 10,7 - I ministri del Faraone gli. dissero: Fino a quando questo uomo qui sarà per noi una pietra d'inciampo...

Esodo 10,23 - Non si vedevano più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si poté muovere dal proprio posto. Ma per tutti i figli d 'Israele vi era luce per seppellire gli empi, tra quelli che erano morti, e per i giusti perché nelle loro case potessero dedicarsi allo studio dei comandamenti.

Esodo Capitolo 12 - La Pasqua
Esodo 12,4 - E se gli uomini della casa sono meno di 10, numero sufficiente per mangiare l'agnello, si uniranno ai loro vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone. Immolerete l'agnello calcolando quanto ciascuno può mangiarne.
Questa quantità di persone adulte 10 del rito familiare della Pasqua nella tradizione è detto minyan, ossia il numero, il quorum poi concretatosi in 10 ebrei maschi adulti, cioè che abbiano superato la bar mitzvah (superiori ai 13 anni che sappiano leggere le Scritture) necessario per il culto pubblico.

Esodo 12,15 - Per sette giorni mangerete azzimi, ma l'estremo limite per far sparire tutto il fermentato dalle vostre case sarà la sesta ora pomeridiana del 14 di Nisan che precede la festa...
A quel ora del tramonto iniziava fatti il 15 di Nisan, giorno della festa.

Esodo 12,40 - I giorni che i figli d'Israele abitarono in Egitto furono trenta settimane di anni, cioè 210 anni, ma il numero era di 430 anni da quando Dio aveva parlato ad Abramo, il 15 di Nisan tra gli animali dei sacrificio, fino a che uscirono dall'Egitto.
Il targumista sostiene che l'episodio della promessa ed alleanza con Abramo di cui al capitolo 15 della Genesi avvenne in una notte di Pasqua.

Esodo 12,42 - Questa è una notte di veglia per Dio che fece uscire liberi i figli d'Israele dal paese d'Egitto. Quattro sono le notti scritte nei libro dei memoriali del Signore del mondo:
  • la prima notte: quando Dio, si manifestò sul mondo per crearlo, il mondo era confusione e caos e la tenebra si spandeva sulla faccia dell'abisso e la Parola di Dio era la luce e brillava. Egli la chiamò la prima notte;
  • la seconda notte, quando apparve ad Abraham;
  • la terza notte, quando Dio apparve agli Egiziani a metà della notte e la sua mano uccise i primogeniti degli Egiziani e si compì la Scrittura che dice "Israele è mio figlio primogenito (Esodo 4,22)
  • la quarta notte: quando il mondo arriverà alla sua fine per essere disciolto ed Egli si manifesterà per liberare il popolo della casa d' Israele dalle nazioni e Mosè salirà dal deserto con il sue gregge ed il Re Messia verrà dall'alto con il suo gregge e andranno via insieme.
Questa è la notte riservata dall'Angelo Sterminatore per tutti i figli d'Israele in Egitto, per liberarli, nello stesso modo, dal loro esilio durante le loro generazioni.

Quattro notti sono così scritte tuttora nel libro dei rituale (Seder) della Pasqua ebraica; in particolare la seconda notte però ha due interpretazioni, quella del versetto Esodo 12,40 di cui sopra e quando Il Signore si manifestò ad Abramo dell'età di cento anni, mentre Sara sua moglie, aveva novanta anni, affinché si compisse ciò che dice la Scrittura: Certo Abramo genera all'età di cento anni e Sara partorisce all'età di novanta anni. Isacco aveva trentasette anni quando fu offerto sull'altare. I cieli si abbassarono e discesero e Isacco ne contemplò le perfezioni e i suoi occhi rimasero abbagliati per le loro perfezioni.

Esodo Capitolo 14 - Il miracolo del mare
Esodo 14,13 - Sulle rive del Mar Rosso i figli di Israele si divisero in quattro parti:
  • una disse - Buttiamoci in mare;
  • un'altra disse - Ritorniamo in Egitto;
  • e un'altra disse - Allineiamoci e combattiamo;
  • l'ultima - gridiamo forte per confonderli.
Mosè disse:
  • alla prima - Non temete nulla, ma disponetevi a vedere redenzione che Dio oggi compirà per voi;
  • alla seconda - Non ripartite, perché come è vero che oggi vedete gli Egiziani, non avrete più modo di vederli di nuovo;
  • alla terza - Non combattete perché Dio riporterà la vittoria;
  • ed all'ultima - Tacete, rendete gloria, lode e potere al vostre Dio ed ascoltatelo.
Nel mio studio "La risurrezione dei primogeniti", in base a varie considerazioni, sono pervenuto che vi sono elementi per considerato possibile la divisione dei fuoriusciti in due gruppi, di cui solo uno di questi due, i giovani primogeniti ben armati, fu spettatore del miracolo dell'apertura del mare e di questi alcuni rimasero colpiti dagli egiziani. Questa suddivisione di posizioni prospettata dal targumista non pare in contrasto con tale possibilità, anzi, in un certo senso, pare venire a confermarla.

Esodo Capitolo 15 - Canto di vittoria
Esodo 15,12 - Il mare e la terra disputarono tra di loro.
Il mare disse alla terra: Raccogli i tuoi figli.
La terra disse al mare: Raccogli le tue vittime.
Né il mare, né la terra li volevano inghiottire.
La terra non voleva riceverli per paura che le si domandasse di loro nel giorno dei giudizio, come si domanderà del sangue di Abele.
Allora, Dio, stendesti la tua destra sulla terra con la promessa che non li reclamerai nel mondo che deve venire e la terra, così, aprì la bocca e li inghiotti.

Il versetto canonico dice semplicemente "Stendesti la destra: la terra li inghiottì", cioè non fu il mare ad inghiottirli, e il targumista lo spiega.

Esodo 15,18b - Gli Israeliti dissero: Venite, deponiamo una corona di maestà sulla testa del nostro liberatore, che fa morire e non muore, che fa cambiare e non cambia, perciò la regalità gli appartiene, è il re dei re, nei secoli dei secoli.
Questo commento è apposto dopo il testo del versetto Esodo 15,18 che recita "Il Signore regna in eterno e per sempre."

Esodo 15,19b - Allora, dal fondo del mare per loro sprizzarono acque dolci, alberi da frutta, verdure e frutti scelti.

Esodo 15,25 - Mosè prego Dio e Dio gli indicò un albero amaro. Ii Signore vi impresse il Nome grande e Glorioso e lo gettò nelle acque che diventarono dolci. In quel luogo...

Esodo Capitolo 16 - La manna
Esodo 16,5 - Ma il sesto giorno, quando prepareranno per loro ciò che dovranno mangiare il giorno di sabato, faranno un piatto comune e si uniranno per potersi portare l'uno verso l'altro. Si procureranno il doppio di quello che raccoglieranno ogni altro giorno.

Esodo Capitolo 18 - Incontro con Ietro
Esodo 18,20 - Gli insegnerai gli statuti e la Legge. Gli farai conoscere le preghiere che dovranno dire nelle sinagoghe, la via da seguire per visitare i malati, per seppellire i morti e compiere opere di misericordia, come pure il modo di agire nella linea dei diritto, nei riguardi degli empi nei limiti della Legge.
Parla Ietro il suocero di Mosè.
Ietro è un sapiente da cui Mosè, secondo il Pentateuco ha tratto vai insegnamenti. (Vedi: "Cantico e Tempio di Salomone: Inni al Nome ineffabile")

Esodo Capitolo 19 - Arrivo al Sinai
Esodo 19,17 - Allora, Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento per andare ad incontrare la Shekinah di Dio, che sradicò la montagna e la sollevò nei cieli, ed era trasparente, e loro si mantennero sotto la montagna.
Mosè fu così elevato con la montagna.

Esodo Capitolo 24 - Conclusione dell'alleanza
Esodo 24,10 - Alzarono gli occhi e videro la Gloria di Dio e sotto Io sgabello dei suoi piedi, che era disposto sotto il trono, come un'opera di pietra di zaffiro, per ricordare la schiavitù alla quale erano stati asserviti i figli d'Israele, con l'argilla ed i mattoni da parte degli Egiziani. Mentre le donne pestavano l'argilla con i loro uomini, ci fu là una fanciulla deliziosa, incinta; perse suo figlio e fu pestato con l'argilla. Gabriele discese e ne fece un mattone che trasportò nell'alto dei cieli e lo dispose come appoggio dello sgabello, simile in purezza al cielo stesso.
Questo racconto inserito dal targumista si collega alle tradizioni dei sacrifici dei cananei i cui potenti che si assicuravano il compiacimento e la fortuna da parte dei propri idoli anche sacrificando un proprio figlio che muravano sotto il gradino della porta di ingresso dei propri palazzi.
Di fatto il sangue di Abele chiama Dio dalla terra nell'allegoria si concretizza con quel neonato morto per l'odio del potente fratello nemico, l'Egiziano, messo a perenne ricordo di Dio, in trasparenza in quello sgabello che lo vede ogni volta che guarda verso la terra.
La terra è figurativamente lo sgabello dei piedi di Dio "Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi" (Isaia 66:1), "...io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello." (Matteo 5,33-36)
"Sgabello" in ebraico si dice in due modi, "hadom" e "koeboesh" .
Il primo ricorda il sangue ed l'essere simile e il secondo è anche il radicale di "calpestare" e con la finale usando la lettera sin anziché la shin significa agnello" "koeboes".
Quella simbologia porta alla considerazione che Dio vide come erano stati calpestati, come il sangue chiamava dalla terra, all'idea del figlio e della somiglianza e dell'agnello.

Esodo Capitolo 28 - L'efod
Esodo 28,17 - Coprirai il pettorale con un'incastonatura di pietre preziose, in quattro file corrispondenti ai quattro punti cardinali del mondo:
  • prima fila, cornalina, topazio e smeraldo; su di esse sarà inciso distintamente il nome delle tribù di Ruben, Simeone e Levi;
  • seconda fila, turchese, zaffiro e berillo, corrispondenti alle tribù di Giuda, Dan Neftali;
  • la terza fila, giacinto, agata ed ametista, per le tribù Gad, Aser e Issacar;
  • la quarta fila, crisolito, onice e diaspro, per le tribù di Zabulon Giuseppe e Beniamino.
Rispetto al testo canonico, che non si esprime, la tradizione ha attribuito ad ogni pietra il nome di una delle 12 tribù d'Israele.

Esodo Capitolo 33 - L'ordine di partenza
Esodo 33,6 - I figli d'Israele si sbarazzarono dei loro vestiti sui quali era il nome che gli era stato donato dopo la montagna dell'Horeb.

Esodo 33,7 - Mosè li prese e li nascose nella sua tenda d'insegnamento della Legge. Prese la tenda e la dispose fuori dell'accampamento. Chiunque, con cuore puro si convertiva a Dio, andava verso la Tenda della casa d'istruzione; gli confessava i suoi errori e pregando gli veniva perdonato.
È lo stesso pensiero di Genesi 3,7 e riporta ai concetti espressi in "Il vestito d'Adamo".
Con questa storia viene da pensare che Mosè avesse come avuto il mandato di ricostituire le condizioni di purità e quindi un certo potere di "perdono" per cui conservava i vestiti nuovi di tutti per, penso a ridare a ciascuno il suo al momento che servisse.

Esodo Capitolo 39 - L'abito del Sommo Sacerdote
Esodo 39,37 - ...ed il candelabro fuso e le sue lampade disposte per corrispondere ai 7 pianeti che si spostano nelle loro orbite nel firmamento, di giorno e di notte, e l'olio per illuminare...

TARGUM DEL LEVITICO
Le prescrizioni rituali che si traggono dal Levitico per regolare la vita ebraica sono 613, di cui 365 negative, corrispondenti al numero dei giorni solari in un anno, e 248 precetti positivi pari al numero delle ossa del corpo di un uomo.
Per contro molte di queste prescrizioni sono lontane dal pensiero cattolico, ma nel contempo il libro è conservato religiosamente nel Canone dei testi sacri.
Gesù (e poi San Paolo) critica la cieca applicazione di singole prescrizioni, ma il libro fa parte delle Ora, l'insieme di tali argomenti, che sembrano tra loro in contrasto, avrebbe una soluzione convergente e soddisfacente se il testo contenesse nella parte sommersa un testo nascosto.
In ebraico il titolo è E chiamò "waiqer'a" corrispondente alla prima parola con cui inizia il libro.
Leggendo le singole lettere vengono i seguenti pensieri:
  • e sarà a versarsi col corpo l'Unigenito ;
  • si recherà per obbedienza () nel corpo l'Unigenito ;
  • si porterà il diletto Unigenito ;
  • e sarà a versarsi alla vista .
Questa idea è stata confermata dal risultato della decriptazione a tappeto che ho provveduto a fare per l'intero libro da cui esce su un messaggio completo sul Messia.
(Vedi "Le feste ebraiche della venuta del Messia" dove ho inserito la decriptazione dei capitoli 16 e 23)

Levitico Capitolo 1 - Olocausti
Levitico 1,1 - Quando Mosè ebbe completato di erigere la Tenda, rifletté e nel suo cuore disse: Sulla montagna del Sinai, in cui la santificazione e l'unzione furono di un momento, vi sono salito, soltanto, quando Dio mi ha parlato. Nella Tenda della Riunione, la cui santificazione, come l'unzione, è eterna, è giusto che non vi entri prima che Dio non mi abbia parlato. Allora, la Parola chiamò Mosè dalla Tenda del Convegno e disse: ...
Faccio notare che secondo il Targumista chi parla è la Parola o Verbo.

Levitico Capitolo 8 - Riti di consacrazione
Levitico 8,15 - Mosè immolò il torello, prese il sangue e col dito lo mise tutto attorno sui corni dell'altare. Purificò l'altare di ogni sospetto di violenza e di rapina. Mosè, infatti, si diceva: Può essere che i capi degli israeliti abbiano preteso dai loro fratelli con violenza per l'offerta dei lavoro della Tenda? Può anche essere che tra gli israeliti si trovi qualcuno il cui cuore non era disposto ad offrire per lavoro, ma che ha portato per paura, contro la propria volontà, dopo aver inteso la voce dell'araldo. Poi versò il resto del sangue sulla base dell'altare e lo consacrò, facendo l'espiazione su di lui.
Intende spiegare il perché occorreva purificare l'altare.

Levitico Capitolo 9 - Servizio dei sacerdoti
Levitico 9,2 - (Aronne) Procurati un giovane vitello per il sacrificio per il peccato, affinché Satana non ti accusi a motivo del vitello che hai fabbricato a Horeb Ugualmente prenderai un ariete per l'olocausto, perché sia ricordato, in tuo favore, merito d'Isacco, che suo padre ha legato sul monte. Tutti e due saranno senza difetto, offrili al Signore.

Levitico 9,3 - Poi dirai agli Israeliti. Prendete anche voi un giovane capro per farne un sacrificio per i peccati, perché Satana non vi accusi per il capro che le tribù d'Israele immolarono per ingannare. Poi, per l'olocausto, prendete un vitello, perché vi siete consegnati al servizio del vitello d'oro, ed un agnello, nato nell'anno, perché sia ricordato in vostro favore il merito d'Isacco, che suo padre ha legato come un agnello. Saranno entrambi senza difetto.
Il "capro che le tribù d'Israele immolarono per ingannare" è l'animale del gregge che i fratelli di Giuseppe scannarono per intridere del suo sangue la veste di Giuseppe che portarono al padre per fargli credere che il figlio prediletto fosse stato ucciso da una bestia feroce. (vedi: Genesi 37,31)

Levitico 9,6 - Allora Mosè disse: Ecco, ciò che il Signore vi ha ordinate di fare! Levate le cattive inclinazioni dal vostro cuore e la Gloria del Signore vi apparirà.

Levitico Capitolo 22 - Gli animali sacrificati
Levitico 22,26b - Un tempo ti ricordavi in nostro favore della serie delle nostre offerte, quelle che rinnoviamo ogni anno dopo l'altro e le offerte facevano per noi espiazione per i nostri errori. Ma, ora, che gli errori hanno procurato la distruzione del culto, non abbiamo più da offrire dai nostri greggi. Il torello è stato scelto per ricordare l'uomo vecchio che veniva dall'Oriente e che nella sua vecchiaia è stato benedetto in ogni cosa. Egli, infatti, corse al suo recinto e portò un vitello grasso e perfetto, lo consegnò al suo servo, che si affrettò a prepararlo. Fece cuocere degli azzimi e li diede a mangiare agli annunciatori e meritò l'annuncio che da Sara sarebbe nato Isacco. Dopo di che, l'agnello è stato scelto per ricordare il merito del giusto che si fece legare su una montagna, come un agnello in olocausto sull'altare, ma Dio lo liberò nella sua grande misericordia. I cieli si abbassarono e discesero. Isacco ne vide la perfezione ed i suoi occhi si oscurarono per l'altezza dei cieli. Per tutto questo meritò che un agnello prendesse il suo posto per l'olocausto. Poi fu scelto un capretto per ricordare i meriti dell'uomo perfetto, che, appunto, rivestito di pelli di capretto, preparò il cibo a suo padre e così ricevette le benedizioni. Queste sono le offerte dei tre patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe. Perciò, sta scritto nel libro della Legge: ... (segue versetto canonico Genesi 22,27)
Quella nota del targumista sulla distruzione del culto fa considerare che la nota sia stata introdotta dopo la distruzione di Gerusalemme da parte dei romani.
In definitiva il torello ricorda Abramo, l'agnello Isacco e il capretto Giacobbe.

Levitico 22,27b - Popolo mio, figli d'Israele! Come io sono misericordioso nei cieli, così voi sarete misericordiosi sulla terra.
Fa venire a mente il Padre Nostro... rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai vostri debitori.

Levitico Capitolo 23 - Rituale per le feste
Levitico 23,41b - Voi abiterete in una capanna i cui due lati saranno costruiti secondo le regole ed il terzo avrà almeno l'altezza di una spanna in modo che la parte in ombra sia più grande della parte soleggiata. Sarà fabbricata, per abitarvi in vista della festa, con rami di piante che crescono nella terra che ciascuno si sarà procurato. La sua larghezza sarà almeno di 7 spanne e l'altezza, interna almeno di 10 spanne.
Per la capanna di Succot.

Levitico Capitolo 24 - Legge del taglione
Levitico 24,12b - Questa è una delle quattro cause che furono portate davanti a Mosè ed egli li giudicò secondo la decisione dall'alto. Vi erano cause d'ordine pecuniario e d'ordine capitale. Nelle cause d'ordire pecuniario Mosè fu svelto, ma nelle cause capitali fu lento. Ciò perché fosse di insegnamento ai giudici che sarebbero dovuti venire dopo di lui. Mosè disse: Io non ho compreso. Ciò, perché i giudici a venire non si vergognassero di fare una lunga inchiesta nei casi difficili ricordandosi di Mosè che aveva detto: Non ho compreso, finché...

Levitico 24,14b - (vedi: Levitico 24.14) ...imponendo loro le mani, precipitandone il colpevole, appendendolo e seppellendolo.

TARGUM DEI NUMERI
Numeri Capitolo 2 - Censimento
Numeri 2,3 - L'accampamento d'Israele aveva una lunghezza di 12 miglia ed una larghezza di 12 miiglia. A est, verso oriente, si accamperà l'insegna del campo Giuda con le sue schiere, in quadrato su 4 miglia di lato. Il suo stendardo era di fine stoffa, di tre colori, corrispondenti alle tre gemme che si trovano sul pettorale - cornalina, topazio e carbonchio - e vi erano tracciati, in tutte lettere, i nomi delle tre tribù Giuda, Isaccar e Zabulon. Nel mezzo era scritto: Che Dio si alzi, che siano dispersi coloro che ti odiano, che i tuoi nemici fuggano davanti a te. Era anche disegnata la figura di un leone, perché...

Numeri 2,10 - Lo stendardo del campo di Ruben è a sud. Ruben si accamperà con le sue schiere, ciascuna su un quadrato di 4 miglia di lato. Il suo stendardo era di fine stoffa, di tre colori, corrispondenti alle tre gemme che si trovano sul pettorale - smeraldo, zaffiro e diamante - e vi erano tracciati, in tutte lettere, i nomi delle tre tribù, Ruben, Simeone e Gad. In mezzo era scritto: Ascolta Israele! Dio, il Signore à uno! Vi era tracciata anche la figura di un cervo. In effetti, vi sarebbe dovuto essere la figura d'i un toro, ma Mosè la fece cambiare in relazione al peccato dei vitello d'oro. Il capo che fu preposto fu il capo della tribù di Ruben, Elisur, figlio di Sedur.

Numeri 2,18 - Ad occidente starà l'insegna dei campo di Efraim con le sue schiere; ciascuna si accamperà su un quadrato di 4 miglia di lato. Lo stendardo aveva i colori corrispondenti alle gemme dei pettorale - opale, turchese ed onice - con i. nomi, in tutte lettere, di Efraim, Manasse e Beniamino. In mezzo era scritto: E la nube del Signore era su di loro durante il giorno, quando partivano dal campo. Vi era anche tracciata la figura di un lupo. Il capo che fu preposto fu il capo della tribù di Efraim, Elisama, figlio di Ammiud.

Numeri 2,25 - A nord starà lo stendardo del campo di Dan con le sue schiere, ciascuna. su un quadrate di 4 miglia. Lo stendardo aveva i colori corrispondenti alle gemme del pettorale - acquamarina, crisoberillo e diaspro - con i nomi di Dan, Neftali ed Aser. In mezzo era scritto: - Ritorna Signore, abita con la tua gloria in mezzo ad Israele - che si proclamava quando l'arca si fermava. Vi era anche tracciata la figura di un aspide. Il principe che fu preposto a capo della schiera fu il capo della tribù di Dan, Achiezer, figlio di Ammisaddai.


Accampamento d'Israele


La freccia circolare indica come si mettevano in marcia.
L'ordine di movimento a spirale della levata del campo d'Israele nel deserto, essendo idea di conquista da parte di Dio del mondo, è stata assunta anche allegoricamente a simbolo della evangelizzazione cristiana.
La spirale, infatti, porta alla mercabah, il carro di fuoco che si ritroverà poi in Ezechiele e che annuncia il ritorno dall'esilio per la riconquista della terra promessa. (Vedi: "Il carro di fuoco di Ezechiele: ufo e/o macchina del tempo?")

Numeri Capitolo 3 - I Leviti
Numeri 3,6b - I Leviti saranno divisi in 24 parti.

Numeri Capitolo 5 - Acque amare
Numeri 5,28b - Essa risplenderà e metterà al mondo un figlio maschio.
Cosa accadrà ad una donna incinta e non infedele nel caso di dubbio di infedeltà contro il marito se supera la prova della acque amare descritta in tale capitolo 5 dei Numeri.

Numeri Capitolo 6 - Benedizione
Numeri 6,24-27 - TI BENEDICA IL SIGNORE E TI PROTEGGA, in tutte le tue occupazioni e ti guardi dai demoni di tutte le ore del giorno e della nette. IL SIGNORE FACCIA BRILLARE IL SUO VOLTO SU DI TE E TI SIA PROPIZIO, quando sarai occupato nelle studio della Legge e che te ne riveli i segreti. IL SIGNORE RIVOLGA SU DI TE li SUO. VOLTO E Ti CONCEDA PACE, faccia risplendere su di te lo splendore mentre preghi e ti dia pace in tutto il tue territorio. COSÌ PORRANNO la benedizione del MIO NOME SUGLI ISRAELITI E IO, con la mia Parola, LI BENEDIRÒ.

Numeri Capitolo 11 - Tappe nel deserto
Numeri 11,6b - Disgrazia al popolo il cui pane è dal cielo e che mormora.

Numeri 11,26b - Eldad profetizzò: Ecco che le quaglie vengono dai mare e saranno una piaga per Israele. Medad disse: Ecco che Mosè viene tolto da mezzo l'accampamento per essere riunito ai suoi padri e che Giosuè sorgerà dopo di lui. E, poi, tutti e due assieme profetizzarono: Alla fine dei giorni Gog e Magog saliranno a Gerusalemme e saranno vinti dal Re Messia. Allora, tutti i morti d'Israele risorgeranno e saranno nella gioia che è stata riservata per loro sin dal principio e riceveranno la ricompensa per le loro opere.
Evidentemente il targumista era un fariseo e credeva nella risurrezione.
Interessante sono i temi apocalittici della venuta del Re Messia, della guerra contro Gog e Magog di cui parla, appunto, anche l'Apocalisse e del giudizio finale.

Numeri Capitolo 12 - Lebbra di Miriam
Numeri 12,12b - Eppure quando eravamo in Egitto ella vide il rostro esilio, la nostra schiavitù ed il nostro errore nel deserto. E, ora, che è giunto il momento di uscire e prendere possesso del paese d'Israele, deve essere scartata a da noi?

Numeri 12,14b - Per te farò attendere le nubi della mia Gloria finché non sarà guarita.
Poiché Miriam aveva atteso un ora sulla sponda dei fiume per vedere la sorte di Mosè, la Gloria Dio, col tabernacolo e tutto Israele, l'attese per 7 giorni ed i pozzi, nel frattempo, non sgorgavano acqua.

Meriti della profetessa Miriam che non trapelano dalla Bibbia canonica, ma che erano nella tradizione ebraica, come quello di essere la madre spirituale di Mosè, perché senza l'intervento di essa verso il padre, che non voleva più aver figli dopo l'editto del faraone contro i neonati maschi ebrei, non sarebbe nato.

Numeri Capitolo 16 - Rivolta di Core, Datan e Abiran
Numeri 16,19 - Core convocò tutta la comunità contro di loro all'ingresso della Tenda dei Convegno. Era diventato orgoglioso per la ricchezza che si era procurata in Egitto tra i tesori di Giuseppe e cercava di far disperare Mosè e Aronne. La Gloria del Signore apparve a tutta. la comunità.
Quanto in grassetto è la parte aggiunta al versetto da parte del targumista.

Numeri 16,26 - (Mosè) Parlò alla comunità e disse: Allontanatevi dalle tende di questi uomini empi (di Datan e Abiram) che dopo la loro giovinezza in Egitto sono possibili di morte. Hanno divulgato il mio segreto quando misi a morte l'Egiziano, al mare hanno provocato l'ira del Signore, quando è caduta la manna hanno profanate il Sabato raccogliendola anche in quel giorno. Ora, si sono dati convegno contro la Parola del Signore. Perciò, è bene che li scomunichiamo. Non toccate nulla di ciò che è loro, perché non periate a causa di tutti i loro peccati.
(vedi: nota al versetto Esodo 2,14 di questi Targum)

Numeri Capitolo 20 - Le acque di Meriba
Numeri 20,2 - Poiché il pozzo aveva regalato l'acqua per i meriti di Miriam, quando Miriam mori iI pezzo rimase occultato e non vi fu più acqua per la comunità. Ci tu, quindi, un assembramento contro Mosè ed Aronne.
Ancora meriti di Miriam a cui sono sempre associati sorgenti d'acqua.

Numeri 20,11 - Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte; la prima volta sgorgò sangue e la seconda volta uscì acqua in abbondanza, ne bevve la comunità e tutto il bestiame.
"Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate." (Giovanni 19,33-35)
"E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità." (1 Giovanni 5,5s)

Numeri 20,29 - Ora, quando l'anima di Aronne riposò in pace, le nubi della gloria se ne andarono. Tutta la comunità vide Mosè discendere dalla montagna con gli abiti stracciati. Piangeva e diceva: Sono infelice a causa tua, Aronne, fratello mio, colonna della preghiera d'Israele! Gli uomini e le donne d'Israele piansero anche loro Aronne per trenta giorni.

Numeri Capitolo 21 - Conquista della Transgiordania
Numeri 21,1 - Il re cananeo di Arad che abitava il Negheb avendo saputo che Aronne era morto, l'uomo pio per i cui meriti la nube della Gloria aveva circondato Israele, che Miriam la profetessa era morta, che i pozzi non facevano più sgorgare acqua e che Israele veniva per la via di Atarim da cui erano saliti gli esploratori, attaccò battaglia contro Israele e fece alcuni prigionieri.
L'inserimento a commento riguarda la parte in grassetto.

Numeri 21,1b - Infatti, quando gli esploratori erano tornati, gli Israeliti che erano accampati a Reqem erano ripartiti, tornando indietro fino a Maserot e poi fino a Reqem per quaranta anni.

Numeri 21,14 - Per questo si dice nei libro delle Guerre del Signore: Vaeb e Sufa, che colpiti dalla lebbra erano stati- cacciati all'estremità dell'accampamento, annunciarono ad Israele che Edom e Moab si erano nascosti tra le montagne per tendere un' imboscata. Allora il Signore fece avvicinare le montagne ed il loro sangue scorse nelle acque dei torrenti dell'Arnon.

Numeri 21,15 - I torrenti del loro sangue scolarono verso la sede di Ar, fino alla frontiera di Moab.

Numeri 21,17 - Ecco che Israele, quando ritrovò il pozzo di Miriam, cantò questo canto di lode: Sgorga o pozzo, cantatelo!

Numeri 21,18 - Pozzo che i principi del mondo Abramo, Isacco e Giacobbe, hanno sacavato, che i saggi del popolo, i 70, hanno riacquistato e che i maestri del popolo, Mosè ed Aronne, hanno misurato con i loro bastoni e che, dopo il deserto, è stato regalato ai popolo!

Numeri 21,19 - E dopo averlo ricevuto come un dono il pozzo si tra sformò per loro in un fiume impetuoso che si mise a salire con loro sulle montagne ed a discendere con loro nelle valli. Faceva il giro dell'accampamento ed abbeverava ciascuno nella propria tenda.
È evidente che si tratta di un'acqua spirituale.

Numeri Capitolo 22 - Verso Gerico
Numeri 22,27b - Dieci sono le cose che sono state crea dopo il compimento del mondo, all'inizio dei sabato: la manna, il pozzo, il bastone di Mosè, lo shamir - cioè il diamante con cui Mosè incise i nomi sull'Efod - l'arcobaleno nel cielo, le nubi della gloria, la fossa nella terra, la scrittura delle Tavole dell'alleanza, i demoni e la parola agli asini.
Realtà che si trovano nei racconti del Pentateuco che vengono da un potere connesso alla trascendenza che di fatto creò il mondo in 7 e non in sei giorni e operò anche di sabato.
(Vedi: "La durata della creazione")
La parola degli asini prepara il racconto dell'asina di Balaam in Genesi 22,22-35.

Numeri Capitolo 23 - Oracoli di Balaam
Numeri 23,9 - Balaam disse: Eccomi a considerare, questo popolo è stato condotto fin qui per i meriti dei loro pii patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, che sono simili alle montagne, e delle loro pie donne, Sara, Rebecca, Rachele e Lia, che sono simili a colline. Ecco, questo è un popolo destinato a possedere il mondo, perché non è come gli altri popoli.
La divinazione, l'interrogare gli idoli, la magia e la stregoneria col falso profetismo erano attività importate dai paesi vicini ad Israele; si pensi ad esempio ai maghi del Faraone.
Il profeta Balaam dal paese dei Caldei sull'Eufrate fu chiamato a profetare contro Israele, ma che invece di maledirli li benedì.
Ballam poi fu ucciso (vedi: Genesi 31,8).

Numeri Capitolo 25 - Israele a Peor
Numeri 25,4 - Allora Dio disse a Mosè: Prendi tutti i capi del popolo e stabiliscili come giudici, affinché pronuncino sentenza di morte contro chi si fuorviato dopo Peor. Tu li crocifiggerai sul legno (appenderai al palo) in presenza della Parola di Dio, con la faccia ai sole, all'inizio del giorno, li farai calare al tramonto e li sotterrerai. Allora, l'ira di Dio si allontanerà da Israele.

Numeri Capitolo 29 - Festa
Numeri 29,1b - Col Shofar per far fuggire con il rumore del suono Satana che viene per accusarvi.
Lo Shofar è tromba o corno di acclamazione che annuncerà il Messia.

Numeri Capitolo 31 - Festa
Numeri 31,8b - Baalam disse a Pincas: Se ci risparmierai la vita, giuro per sempre, che non maledirò più il tuo popolo. Pincas rispose: Non sei tu che consigliava Labano, l'Arameo di sterminare Giacobbe nostro padre, che sei disceso in Egitto per distruggere la sua discendenza, che quando uscirono dall'Egitto lanciasti contro loro Amalec e che sei stato assoldato per maledirli? Ma quando hai visto che quello che facevi non serviva a nulla e che Dio non ti ascoltava hai consigliato Balaq di disporre le sue figlie ai crocevia dei loro cammini per farli fuorviare, ed a causa di ciò ne morirono 24.000. Perciò, mi è impossibile risparmiarti la vita. E l'uccise.

Numeri Capitolo 33 - Tappe dell'Esodo
Numeri 33,4b - Gli idoli di metallo fuso si liquefecero, gli idoli di pietra e di argilla furono fatti a pezzi, quelli di legno furono ridotti in polvere e quelli presi tra gli animali morirono.
I versetti precedenti a cui si innesta questa aggiunta riferiscono: "Partirono da Ramses il primo mese, il quindici del primo mese. Il giorno dopo la pasqua, gli Israeliti uscirono a mano alzata, alla vista di tutti gli Egiziani, mentre gli Egiziani seppellivano quelli che il Signore aveva colpiti fra di loro, cioè tutti i primogeniti, quando il Signore aveva fatto giustizia anche dei loro dèi." (Genesi 33,2-4)

Numeri Capitolo 35 - Sui Leviti
Numeri 33,25b - ...(il Sommo Sacerdote) che il giorno dell'Espiazione nel Santo dei Santi prega per le trasgressioni gravi e perché il popolo di Israele non cada nell'idolatria, nell'incesto e nell'effusione di sangue.
Le stesse disposizioni della Chiesa di Gerusalemme in Atti 15,19s.

TARGUM DEL DEUTERONOMIO
Deuteronomio Capitolo 1 - Prologo
Deuteronomio 1,1 - Ecco le parole di rimprovero che Mosè indirizzò a tutte Israele. Li riunì attorno a lui quando si trovavano oltre il Giordano. Prese la parola e disse: Forse che, Israeliti, la Legge non vi è stata regalata nel deserto alla montagna del Sinai e non vi è stata spiegata nelle pianure di Moab? Quanti segni e prodigi Dio ha compiuto per voi e con voi dopo il passaggio del Mar Rosso, dove vi ha fatto una strada per ciascuna tribù! Ma voi siete stati senza fede a Paran avete provocato la sua collera a causa del rapporto degli esploratori e decretò nei vostri confronti - non entrate nel paese d'Israele. Voi avete mormorale per la manna che faceva scendere dal cielo, ma si è ricordato in vostro favore dell'alleanza che ha stabilito con i vostri padri, con Abramo, con Isacco e con Giacobbe, della Tenda della Riunione, dell'arca dell'alleanza ed ha deciso, per la sua Parola, di perdonare i vostri errori.

Deuteronomio 1,2 - Il cammino da percorrere era per voi soltanto una marcia di 11 giorni dall'Horeb, per la via della montagna di Gabla, fino a Reqem-Geah. Ma, perché vi siete allontanati da Dio e avete provocato la sua ira siete stati trattenuti per 40 anni.
Dal monte Sinai tradizionale al guado del Giordano (Gabla si tratta evidentemente di montagna nella regione di Edom), ove gli Israeliti entrarono poi nella terra promessa davanti a Gerico con Giosuè, in linea d'aria vi sono 400 km.
La via praticabile per evitare montagne e lungo corsi d'acqua è di circa 600 km.
Un popolo in cammino con pochi carriaggi, donne, bambini e anziani può percorrere non più di 150 km a settimana (sabato riposo), quindi 4 settimane. Quegli 11 giorni rafforzano l'idea che l'Horeb biblico fosse più vicino come ad esempio: il Monte Karcorum vicino a Kadesh Barnea.
(Vedi: "La resurrezione dei primogeniti")

Deuteronomio Capitolo 4 - Dio è vicino
Deuteronomio 4,7b - È uso dei popoli portare i loro dei sulle proprie spalle, così gli sembrano vicini. Invece, la Parola di Pio siede sul suo trono, alto ed elevato, e sente le nostre preghiere, in qualunque momento realizza ciò che chiediamo.

Deuteronomio Capitolo 5 - Decalogo
Deuteronomio 5,6 - Il primo comandamento, quando uscì dalla bocca di Dio, era come scintille e lampi e luci di fuoco; una luce di fuoco, alla sua destra ed una luce di fuoco alla sua sinistra, volante e che si alzava nell'aria del cielo. Ritornava e girava attorno agli accampamenti d'Israele e rivenendo si imprimeva sulle tavole dell'alleanza. E gridando, disse così: Popolo mio, figli d'Israele, io sono il vostro Dio che vi ha riscattato e fatti uscire, liberi, dal paese d'Egitto, dalla condizione degli schiavi.
Veramente una immagine spettacolare che ha acceso l'immaginazione, ma che in sostanza si riassume nella sintesi: le lettere ebraiche sono state inviate da Dio e le tavole sono scritte dal dito di Dio.

Deuteronomio 5,17 - Non vi siano omicidi, né compagni, né complici di omicidi, che non si vedano nell'assemblea di Israele bande di assassini e che i figli che nasceranno da voi non apprendano, così, ad essere una banda di assassini, perché è per le colpe degli assassini che la spada è sfoderata sul mondo.

Deuteronomio 5,18 - Non siate adulteri, né compagni, né complici di adulteri, che non si veda nella casa d'Israele gente adultera e che figli che nasceranno da voi non apprendano, così, ad essere persone adultere, perché è per le colpe degli adulteri che la morte esce sul mondo.

Deuteronomio 5,19 - Non siate ladri, né compagni, né complici di ladri, che non si veda nella casa d'Israele gente ladra e che i figli che nasceranno da voi non apprendano ad essere ladri, perché è per le colpe dei ladri che la carestia esce sul mondo.

Deuteronomio 5,20 - Non pronunciate falsa testimonianza, né siate compagni, né complici di falsi testimoni e che i vostri figli non divengano, così, falsi testimoni, perché è per le colpe dei falsi testimoni che venne liberato il bestiale selvaggio contro i figli degli uomini.

Deuteronomio 5,21 - Non bramate, non desiderate, non siate compagni, né complici di chi brama e che i vostri figli non divengano, così, persone che desiderano. Che nessuno tra voi desideri la moglie del suo prossimo, né la casa del suo prossimo, né il suo campo, né il suo servitore, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né ciò che appartiene, comunque, al tuo prossimo. È, infatti, a causa di chi brama che non cade la pioggia e la siccità venne sul mondo, che le potenze si gettano sui figli dell'uomo per impadronirsene e che viene l'esilio sul mondo.

Deuteronomio Capitolo 6 - La legge dell'amore
Deuteronomio 6,5 - Amerete Dio con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra vita, con tutte le vostre ricchezze.
Molto chiaro più chiaro del più usato "che con tutte le vostre forze".

Deuteronomio 6,6 - Queste parole che oggi vi dà siano impresse sulle tavole del vostro cuore.

Deuteronomio Capitolo 8 - La legge dell'amore
Deuteronomio 8,9 - Paese ove non mangerai con scarsità pane, ove non mancherai di nulla, un paese in cui i sapienti pronunceranno decisioni scintillanti come il ferro ed i cui studiosi porranno questioni solide come il bronzo.

Deuteronomio Capitolo 26 - Il re è la Parola
Deuteronomio 26,17 - Oggi avete costituito re su di voi la Parola di Dio, perché sia per voi Dio Redentore, marciamo nelle vie che sono diritte davanti a lui, osservando i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue norme ed ascoltando la voce della sua Parola.
Quelle parole in grassetto chiariscono la tensione e l'attesa del Messia Re colto da tutti i Vangeli al momento del processo a Gesù.
(Vedi: in "Numeri nei Vangeli e nell'Apocalisse, annunci del Messia" paragrafo "Cristo Re e i 144.000").

Deuteronomio 26,18 - E la Parola di Dio vi ha scelto in questo giorno come unica scelta nel mondo, perché così è scritto: Chi è come il tuo popolo Israele, popolo di unici sulla terra; perciò, voi sarete per lui un popolo amatissimo, in modo particolare per osservare tutti i suoi comandamenti.

Deuteronomio Capitolo 27 - La legge scritta
Deuteronomio 27,8 - Voi scriverete sulle pietre tutte le parole di questa Legge con una scrittura chiara e distinta, si leggerà in una lingua, poi si tradurrà in 70 lingue.
Il Talmud 'Eruvin 13b dice: "La Torah ha settanta volti; queste e quelle sono le parole del Dio vivente".

Deuteronomio 27,26b - Tutte queste parole furono dette al Sinai, ripetute nella Tenda della Riunione e pronunciate una terza volta nella piana di Moab. Dodici formule, una per ciascuna tribù, in modo che per ogni comandamento furono stipulate 36 alleanze.

Deuteronomio Capitolo 28 - Benedizioni
Deuteronomio 28,14b - Quando il profeta Mosè cominciò a pronunciare le seguenti parole di rimprovero, la terra fu scossa, i cieli tremarono, il sole e la luna si oscurarono e le stelle ritirarono il loro chiarore. I patriarchi gridarono dal loro sepolcro finché tutte le creature fecero silenzio e gli alberi non fecero più muovere il fogliame. I patriarchi dissero: Disgrazia ai nostri figli quando avendo peccato queste male cadranno su di loro! Come potranno sopportarle? Può darsi che siano colpiti di sterminio, che il nostro merito non possa proteggerli e che nessun uomo si alzi per pregare in loro favore? Una voce dall'alto del cielo così parlò: patriarchi, perché anche se venisse a mancare il merito di tutte le generazioni il vostro merito non sarà dimenticato non sarà annullata l'alleanza che ho stabilito con voi e li proteggerà. Allora, Mosè tra di sé pensò: "Anche se indirizzo verso loro dei rimproveri, è in modo condizionale che essi siano macchiati di castigo." E prendendo la parola disse...
Mi pare che il succo sia che i meriti dei Patriarchi è tale che la protezione su Israele è sicura aldilà delle necessarie dichiarazioni di maledizione da parte di Mosè in mancanza del rispetto di tutti i comandi e di tutta la Legge e l'uomo poi può sempre attendere un perdono.

Deuteronomio Capitolo 29 - Alleanza in Moab
Deuteronomio 29,14 - ...ma tutte le generazioni che sono esistite dall'origine sono tutte con noi in questo giorno, con noi davanti al Signore nostro Dio, come pure tutte le generazioni che debbono esistere fino alla fine dei secoli, anche esse sono qui con noi in questo giorno.

Deuteronomio 29,17b - Infatti, non vi sia tra di voi uomo il cui cuore si scaldi nei pensiero del peccato, perché questo è simile ad una radice conficcata nel suolo. In quanto, l'inizio del peccato è dolce come il miele, ma alla sua fine è amaro come veleno e assenzio mortale.

Deuteronomio Capitolo 32 - Cantico di Mosè
Deuteronomio 32,1 - Quando per il profeta Mosè arrivò il tempo fissato per essere ritirato dai mondo, disse nel suo cuore: Non voglio prendere a testimonio contro questo popolo testimoni che gustino la morte in questo mondo, ma testimoni che debbano essere rinnovati nel mondo a venire. Ma il Signore proclamò: Creerò cieli nuovi ed una terra nuova. Perciò, Mosè disse: Ascoltate cieli io voglio parlare, oda la terra le parole della mia bocca!
Di questo "Cantico di Mosè" in appendice a "Le benedizioni di Giacobbe e di Mosè" ho riportato la decriptazione dei 52 versetti da cui esce integra ed evidente una splendida pagina sull'attesa del Messia.

Deuteronomio 32,3b - Mosè disse: Quando sono salito sul monte Sinai, ho visto il Signore di tutti i secoli dividere il giorno in quattro parti, tre ore consacrate allo studio della legge, tre consacrate al giudizio, tre ad unire l'uomo. e la donna ed a decidere chi elevare e chi abbassare e tre per provvedere al sostentamento di tutte le creature. In effetti, così è scritto...
Il targum pare confermare questo orientamento apocalittico del cantico di Mosè, infatti, cita le parole di Isaia, parole verranno ricordate dagli scritti cristiani relativi agli ultimi tempi:
  • "Ecco infatti io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, e farò di Gerusalemme una gioia..." (Isaia 65,17.18)
  • "Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me - oracolo del Signore - così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome." (Isaia 66,22)
  • "E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia." (2Pietro 3,13)
  • "Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo." (Apocalisse 21,1.2)
Deuteronomio 32,8 - Quando, l'Altissimo donò il mondo in eredità ai popoli che erano nati dai figli di Noè, quando divise le scritture e le lingue tra i figli degli uomini nella generazione della divisione, in quel tempo le divise tra i 70 angeli, principe delle nazioni, con i qual i si era manifestato per vedere le città. In quel momento stabilì le frontiere delle nazioni in relazione ai numero totale dei 70 di Israele che scesero in Egitto.
(Vedi: "L'Arcangelo Michele lotta con basilisco e leviatano")

Deuteronomio 32,26 - Ho deciso, per la mia Parola, di ritirare da loro il mio spirito di santità; io lascerò soltanto un piccolo numero così come l'uomo che miete non lascia che un solo solco. lo abolirò il loro ricordo dal libro della genealogia dell'uomo.

Deuteronomio 32,50b - Subito Mosè aprì la bocca in preghiera e parlò in questo modo: "Padrone dell'universo, ti prego. Che non sia simile un uomo che aveva un unico figlio che fu fatte schiavo. Egli andò a riconquistarlo con una grossa somma d'argento, gli insegnò la saggezza e le arti, lo fidanzò ad una donna, alzò per lui lo stendardo reale, gli preparò I'appartamento di nozze, dispose per lui il letto nuziale sul quale fu ad alzare il baldacchino. Riunì i compagni dello sposo, fece cuocere il suo pane, immolò le sue bestie e preparò il suo vino. Quando arrivò il momento per suo figlio di unirsi alla sua sposa e gli amici dello sposo stavano per cominciare il banchetto questo uomo fu citato in tribunale e chiamato davanti al re e condannato a morte; non si volle nemmeno soprassedere all'esecuzione perché, potesse vedere la gioia di suo figlio. È così anche per me. Io l'ho fatto uscire da l'Egitto per la tua Parola, gli ho insegnato la tua Legge, gli ho costruito il Tabernacolo per il tuo Nome. E quando è arrivato il momento di passare il Giordano per prendere possesso del paese, eccomi condannato a morire. Ti piaccia darmi un rinvio finché non abbia passato il Giordano e potuto vedere la felicità d'Israele, dopodiché io morrò. Il Padrone dell'universo gli replicò così...
Il targumista parteggia per Mosè.

Deuteronomio Capitolo 34 - morte di Mosè
Deuteronomio 34,5 - Mosè, il maestro d'Israele, era nato il 7 del mese di Adar e fu portato in cielo il 7 dello stesso mese. Una voce discese dal cielo e disse: Venite, tutti voi che venite in questo mondo e vedete l'angoscia di Mosè che ha penato e non ne ha tratto profitto alcuno.
Ma è stato onorato di quattro corone:
  • la corona della Legge, perché l'ha presa dal cielo;
  • la corona del sacerdozio;
  • la corona della regalità senza l'uso di spada, di cavallo e di armate;
  • la corona dei buon ricordo, per le sue opere e la sua umiltà.
Allora, Mosè, il servo di Iahwèh fu riunito ai suoi padri in quel luogo, nel paese di Moab, su un bacio della Parola del Signore.


Deuteronomio 34,6 - Benedetto sia il Nome del Signore dell'Universo che ci ha insegnato le vie perfette! Ci ha insegnato a rivestire gli ignudi per aver lui stesso rivestito Adamo ed Eva. Ci ha insegnato ad unire i fidanzati per aver unito Eva ad Adamo. Ci ha insegnato a visitare i malati, dopo che apparve nella piana di Mambré ad Abramo che soffriva ancora per la circoncisione. Ci ha insegnato a consolare coloro che sono nel dolore, dopo che apparve a Giacobbe alla morte di sua madre. Ci ha insegnato a nutrire i poveri, per aver fatto scendere il pane dal cielo per i figli d'Israele. Ci ha insegnato a seppellire i morti, dopo la morte di Mosè; in effetti, si manifestò a lui con la sua Parola e con gli angeli del servizio. Michele e Gabriele alzarono il letto d'oro, incastonato di diamanti, di sardonici, di berilli, con cuscini pregiati, fasce di porpora e lenzuoli bianchi. Metratrone, Yofiel, Ouriel e Yefifia, maestri di sapienza, lo fecero stendere. Poi Dio, con la sua Parola, lo porto via e lo seppellì nella vallata davanti a Bet-Peor. Ma nessuno, fino ad oggi, ha saputo dove sia la sua tomba.
Dio stesso ci ha dato l'esempio delle opere di misericordia.

CONCLUSIONI
Ho così presentato questo spaccato, anche se non esaustivo, sui Targum Palestinesi della Torah che hanno riguardato 202 versetti tutti con interessanti integrazioni e commenti del targumista al testo canonico, di cui 36 del tutto aggiuntivi (indicati con la lettera "b") che toccano complessivamente 84 capitoli del Pentateuco e precisamente:
  • Genesi, su 36 capitoli, versetti presentati 101 (di cui 11 versetti aggiunti "b");
  • Esodo, su 15 capitoli, versetti presentati 32 (di cui 2 versetti aggiunti "b");
  • Levitico, su 6 capitoli, versetti presentati 10 (di cui 5 versetti aggiunti "b");
  • Numeri, su 16 capitoli, versetti presentati 33 (di cui 12 versetti aggiunti "b");
  • Deuteronomio, 11 capitoli, versetti presentati 26 (di cui 5 versetti aggiunti "b");.
Questi versetti li ho scelti perché presentano una tradizione viva esistente ai tempi in cui si formò all'interno dell'ebraismo la setta cristiana.
In quei versetti, che ampliano per il popolo la Torah, circola come ho evidenziato in modo molto più palese rispetto al testo canonico della Torah, l'attesa del Messia, Parola di Dio incarnata.
Ciò aiuta a comprendere come allora fosse possibile che dall'ebraismo uscisse la setta cristiana che fu pronta a riconoscere in Gesù di Nazaret, visto risorto, il giusto crocifisso, la roccia che versò acqua e sangue, il Verbo-Parola di Dio.
I sapienti di allora venuti dopo Esdra col Giudaismo, di cui a partire dal II secolo a.C. molti i farisei evidentemente anche targumisti, avevano tratto dalla Torah canonica conclusioni particolari che erano a distillare dai testi.
Nel contempo a questi, specialmente in quei due secoli prima di Cristo, crebbe la letteratura apocalittica, ma il ponte con questa, infatti, è proprio la Torah.
Questi Targum sono una voce che rende possibile sostenere, e non ho mancato alcune volte di sottolinearlo, la possibilità di una lettura segreta della Bibbia di cui ho trattato in:
Per utilità del lettore indico i versetti dai Targum inseriti (i color seppia); in grassetto è il capitolo e tra parentesi il numero del singolo versetto:
  • GENESI 1(1-2-3) - 2(1-5) - 3(6-7-15-21-22-24) - 4(4-10-26) - 5(24) - 6(3-4-14) - 7(4-10) - 9(20) - 11(4-28) - 12(5) - 13(7-13) - 15(11-12-17) - 18(1-21) - 19(26) - 21(6-7-34b) - 22(1b-1-3-8-10-14-20b) - 25(27-29-32) - 26(2-12) - 27(1b-40-41) - 28(10-11-12) - 29(9-12-13-14-22) - 30(2-22) - 31(19-22) - 32(3-27) - 33(2b) - 34(8-9-14-21) - 37(2b-3-13-14-21-28b) - 38(25-26) - 40(12-18) - 41(40-45b) - 43(33b-34b) - 44(18b) - 45(28b) - 46(3-4) - 49(1-2-3-4-8-9-10-11-12-14-15-16-17-18 21-27) - 50(13)
  • ESODO 1(15-19-21) - 2(1-13-14-18-21) - 4(13-24-25-26) - 9(20-21) - 10(7-23) - 12(4-15-40-42) - 14(13) - 15(12-18b-19b-25) - 16(5) - 18(20) - 19(17) - 24(10) - 28(17) - 33(6-7) - 39(1)
  • LEVITICO 1(1) - 8(15) - 9(2-3-6) - 22(26b-27b) - 23(41b) - 24(12b-14b)
  • NUMERI 2(3-10-18-25) - 3(6b) - 5(28b) - 6(24-27) - 11(6b-26b) - 12(12b-14b) - 16(19-26) - 20(2-11-29) - 21(1-1b-14-15-17-18-19) - 22(27b) - 23(9) - 25(4) - 29(1b) - 31(8b) - 33(4b) - 35(25b)
  • DEUTERONOMIO 1(1-2) - 4(4b) - 5(6-17-18-19-20-21) - 6(5-6) - 8(9) - 26(17-18) - 27(8-26b) - 28(14b) - 29(14-17b) - 32(1-3b-8-26-50b) - 34(5-6)

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