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DECRIPTAZIONE BIBBIA...
LETTERE EBRAICHE, SEGNI CELESTI DELLA TORAH
di Alessandro Conti Puorger
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ADAMO ED EVA E LA GIMATRIA
La gimatria, criterio di ricerca ebraico che come ho accennato si basa sul valore numerico della parola quale somma dei numeri attribuiti alle singole lettere fa porre l'attenzione sulle parole con identico risultato, perché hanno, in genere, profondi collegamenti o aiutano a trovare sviluppi di concetti.
Con tale strumento provo ad avvicinare quelle pagine relative alla prima coppia.
Ritorno dal tetragramma sacro ineffabile, YHWH il cui risultato numerico come visto è 26 e noto che il radicale di HYH
di esistere o esistenza risulta essere 20.
=
(
= 5) +
(
= 10) +
(
= 5) = 20
Con i significati grafici delle lettere esprimendo la lettera
il concetto di recare si conclude che YHWH
= 26 "reca
= 6 l'esistenza
= 20"
Lo stesso valore 20 di esistenza
lo fornisce anche la lettera
= 20.
Si potrebbe concludere per la gimatria che YHWH
= 26 è colui che reca
= 6 ciò che è la sostanza dell'immagine della lettera
= 20, ossia
=
(
= 20) +
(
= 6) = 26
La lettera
nasconde perciò un segreto perché numericamente corrisponde al valore numerico dell'esistenza ed è proprietà essenziale di Dio come l'esistere e nel mio decriptare la traduco col termine "rettitudine".
Se ne ricava che Iahweh
26 reca
la rettitudine
che per i criptatori è così importante tanto da considerarla appunto essenza
di Dio.
=
= 26
Prima della creazione, non esisteva il nulla, esisteva solo Dio.
Il radicale
()
è quello che indica il verbo "ardere", "bruciare" e credo proprio non sia un caso che appena Iahwèh si presenta per la prima volta a Mosè è in un roveto ardente "Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava." (Esodo 3,1s)
Ora la prima delle sefirot della qabbalah è proprio il contenitore di tale rettitudine
,
infatti, è chiamata "Keter"
ed inizia proprio con la
e porta al predicato "la rettitudine
indica
alla mente
".
Per la tradizione della qabbalah, infatti, secondo Rabbi Itzhaq Luria, per creare, la Luce infinita s'è contratta, ritirata, al "centro dell'infinito" e questo ritirarsi e/o contrarsi è la teoria del tzimtzum, fase che precede il big-beng.
Per creare qualcosa che non fosse se stesso, l'Infinito si sarebbe auto limitato ed avrebbe creato un ambito (lo spazio ne è solo un aspetto) privo di sé, ove la creazione ha potuto aver luogo, mantenuto da una forza al contorno chiamata Shaddai
"Onnipotente" o "Dio del campo", "forza
del campo
()"
che fa sì che non venga di nuovo invaso.
Con tale nome Dio si manifestò ai patriarchi (Esodo 6,3) e si trova molte volte in Genesi (17,1; 28,3; 35,11; 43,14; 48,3; 49,25) ed in Giobbe.
Questa forza si contrappone per volontà di Dio a se stesso.
È affermato che esistono, in ordine decrescente, quattro mondi:
- dell'Emanazione - "Atzilut", corrisponde alla Yod
di
;
- della Creazione - "Brià", corrisponde alla prima he
;
- della Formazione - "Yetzirà", corrisponde alla lettera vav
;
- dell'Azione - "'Assiya", corrisponde alla seconda he
.
Per i qabbalisti, Dio trova modo di rioccupare in un certo modo lo spazio lasciato vuoto; perciò c'è una seconda fase del tzimtzum.
Se rioccupasse questo spazio con se stesso Dio annullerebbe la possibilità della creazione ed allora, reintegra la non esistenza in forma rarefatta e contratta come raggio di luce che è l'energia dalla quale sono creati i mondi, cioè con un se stesso uguale e distinto, capace di essere percepito, perché assume la corporeità; il 1° giorno del libro del Genesi ne è il racconto, con i segni per Luce
leggo: "per l'Unico
reca
i corpi
"
e visto in forma cristiana "l'Unigenito
si porterà
in un corpo
"
e questa energia, per divenire materia si trasforma poi è captata da 10 ricevitori dette Sefirot, ampolle che raccolgono e condensano la luce che le ha create.
La luce, raggiunta la prima Sefirah la riempie e come abbiamo già visto l'eccesso passa alla successiva e via di seguito, fino alla quarta, ma questo contenitore esplode, come tutte le successive.
(La Qabbalà la definisce "rottura dei vasi"; è la teoria d'Isaac Luria - 1569 - alcune scintille d'energia sono rimaste intrappolate, compito dell'uomo è liberarle ed a ricomposizione - Tikkun - compiuta con tutte le luci finalmente riunite, la Torah rivelerà i misteri e le combinazioni verbali nascoste ed arriverà il Messia. Ogni individuo ha la propria parte da compiere con l'osservanza dei precetti con mistica kavvanah o intima intenzione.)
Le prime tre Sefirot, sono nel mondo a portata di mano dell'uomo, raggiungibili, ma separate: la corona eccelsa, la rettitudine, qualità precipua di Dio, l'intelligenza-prudenza e la saggezza-sapienza e la prima delle sefirot, che è la corona
,
inizia con la
che traduco "rettitudine", sostanza divina come "essere".
Si associa sempre l'idea di Dio con il concetto di amore che in ebraico è 'AHBH
=
(
= 1) +
(
= 5) +
(
= 2) +
(
= 5) = 13, cioè l'esatta metà del valore numerico di YHWH come ho già fatto notare in altro paragrafo; l'amare è, infatti, concetto di relazione che implica due soggetti che si amino, come sottolineato da "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra." (Genesi 1,27s)
Dio si produce come immagine in una coppia; amare
si può allora leggere: "l'Unico
nel mondo
in due
esce
".
Due che si amano 13 rappresentano Iahwèh 26.
Da ciò esce il concetto trinitario colto sinteticamente da Paolo con "La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello spirito Santo siano con tutti voi."
(2 Corinzi 13,13; interessante e curiosa combinazione, capitolo 13, versetto 13)
A cosa corrisponde anche il numero 13?
Abbiamo visto corrispondere a Unico = UNO
=
(
= 1) +
(
= 8) +
(
= 4) = 13
Uno 13 che ama 13 e uno 13 che ama 13 porta alla somma di 52.
E il figlio è proprio il risultato di quei due che si amano:
=
(
= 2) +
(
= 50) = 52
Nella seconda descrizione della creazione per "uomo" esce anche un altro termine oltre quello di Adamo, infatti, è detto: "Allora l'uomo
disse: Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna
perché dall'uomo
è stata tolta. Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne." (Genesi 2,23.s)
Accade che figlio
=
(
= 2) +
(
= 50) = 52 è una carne sola di quei due.
Lo stesso risultato si ottiene se si scrive "in padre e madre"
si ha ancora
(
= 40) +
(
= 1) +
(
= 6) +
(
= 2) +
(
= 1) +
(
= 2) = 52
Scrivendo "donna e l'uomo"
e leggendo da sinistra a destra si trovano 2 fuochi
e in mezzo Yahwèh
"il fuoco che non si consuma", la coppia perfetta è coesa e il suo cemento è Dio, perché c'è amore reciproco.
- Uomo o marito
=
(
= 1) +
(
= 10) +
(
= 300) = 311
- Donna o moglie
=
(
= 1) +
(
= 300) +
(
= 5) = 306
La somma 617 corrisponde a due lettere del fuoco
2(
= 300) = 600 e resta 17 chè è pari a "bene"
=
(
= 9) +
(
= 6) +
(
= 2) = 17
Quando marito e moglie si accendono tra di loro è bene.
Ritorno al versetto "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò..." (Genesi 1,27)
Maschio è "zacar"
e femmina "neqebah"
.
Maschio
"pungente, penetrante", "arma
su liscio
corpo
" vale 227
=
(
= 7) +
(
= 20) +
(
= 200) = 227
Femmina
"la forata", "energia
rovescia
dentro
al mondo
"
"energia
nel ventre
" ha un valore di 157
=
(
= 50) +
(
= 100) +
(
= 2) +
(
= 5) = 157
Sia nel maschio che nella femmina c'è il concetto di "essere puro, essere innocente" per i radicali di analogo significato
e
:
- ,
essere puro, innocente
()
nel corpo
;
- ,
esseri puri, innocenti
()
da dentro
usciranno
.
Il rapporto tra maschio e femmina della coppia primigenia, quindi davanti a Dio, è comunque puro.
Si pensi al valore delle lettere che possono avere influenza anche sui riti, infatti, per il figlio maschio... "per questi
un agnello
",
infatti questa è la regola del riscatto dei primogeniti.
Dal punto di vista della gimatria la differenza dei valori in ebraico tra maschio = 227 e femmina = 157 è pari a 70.
Lo stesso risultato di 70 si ottiene dalle lettere di Adamo ed Eva (Adam we Chavah)
:
-
=
(
= 40) +
(
= 4) +
(
= 1) = 45
-
=
(
= 6) +
(
= 8) +
(
= 6) +
(
= 5) = 25
Nell'immaginario della scuola dell'autore/i della Torah è ritenuto che tutti i popoli della terra fossero appunto 70, onde Adam ed Eva sta ad indicare la totalità del genere umano; e che da progenitori importanti la pienezza di discendenza fosse 70 lo provano i seguenti versetti:
- "I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta." (Genesi 46,27)
- "Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta..." (Esodo 1,5)
Su tale scia ci accorgiamo che il valore gimatrico di "come luce" essendo
= 20 luce e luce "'aor"
=
(
= 1) +
(
= 6) +
(
= 200) = 207 è pari al valore del maschio
= 227 ed in senso cristiano, come legge l'Apocalisse,
+
"questi
è l'Agnello
":
"La città (la nuova Gerusalemme) non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello." (Apocalisse 21,23)
Abbiamo osservato che Dio fece ad Adamo ed Eva delle tuniche di pelle
"aor con suono simile a quello di luce 'aor, ma con lettera iniziale diversa "a
anziché 'a
,
quindi con valore gimatrico diverso e pari a:
=
(
= 70) +
(
= 6) +
(
= 200) = 276
Alla luce 207 si è aggiunto un qualcosa che ha valore 69.
La pelle sostituisce la luce di cui erano vestiti, essendosi girati dalla parte opposta, infatti, "quando si sono girati"
equivale a:
=
(
= 2) +
(
= 60) +
(
= 2) +
(
= 5) = 69
Infine, altra proprietà di Yahwèh è l'amore al nemico, come insegna, insistendo molto, Gesù nel Discorso della Montagna (Matteo 5-7).
Amare il nemico è essenza del perdono che è dono non umano.
In ebraico amare il nemico su cui tanto insiste Gesù è
,
infatti il numero gimatrico che se ne ricava è ancora 26 come il numero di Iahwèh.
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