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ATTESA DEL MESSIA...

 
ABRAMO, L'ARAMEO ERRANTE
ED I PASTORI DI BETLEMME

di Alessandro Conti Puorger
 

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SCELTI TRA I PASTORI »

RE PASTORI IN EGITTO
Provo ora ad approfondire le cause di quella frase "tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani." (Genesi 46,34)

Nel Regno Medio, nel corso della XII dinastia, sotto il faraone Sesostris (Khakaurere Senwostre II) attorno al 1875 a. C. vi fu una grande espansione egizia verso oriente e la sottomissione di territori adiacenti al Sinai fino alla Tracia costituendone aree soggette a tributi, come risulta da notizie di Manetone, sacerdote egizio III secolo a.C. che produsse un documento con l'elencazione delle varie dinastie dei faraoni d'Egitto.
Quei territori, però, lentamente si organizzarono grazie a spunti della civilizzazione portata interpretata anche con idee ed esperienze provenienti dal polo delle civiltà orientali di cui di fatto erano snodo.
Tale situazione da parte di questi paesi, specie i confinanti, comportò rapporti sempre più intensi con l'Egitto.
In questi vassalli, però, era latente un progressivo pensiero di rivalsa.
All'inizio sembrò una pacifica ricerca di benessere da parte di popolazioni che avevano poca attitudine alla agricoltura estensiva, ma soprattutto alla pastorizia attirati dall'acqua e dalle pianure fertili del delta del Nilo.
Popolazioni nomadi e gruppi di pastori semiti, cananei, sempre alla ricerca di pascoli e di acqua, passavano dalla penisola del Sinai e si infiltrarono fino costituire una percentuale non irrilevante di popolazione fertili in tale pianure detto di Gosen e gradualmente si trasformavano in agricoltori e mano d'opera utile ai Faraoni.
Secondo il racconto biblico della Genesi in queste immigrazioni trova spazio anche il primo nucleo di Israeliti, cioè la famiglia fondatrice della stirpe, quella di Abramo che vi fece una capatina "Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani." (Genesi 12) e poi molti anni dopo di Giacobbe (Genesi 46,31-24).
L'arrivo di questi nomadi inizialmente non fu vissuto dai faraoni come una minaccia, ma quando cominciarono a sentirne il peso era già troppo tardi.
Vi fu, infatti, un lento consolidarsi dei vari principi vassalli che evidentemente trovarono tra loro una intesa che minava il potere centrale con ribellioni locali e invasioni sempre più mirate che ovviamente trovavano appoggi in seno allo stesso Egitto per gli insediamenti di fatto.
Ciò provocò lo sfaldamento del potere centrale nelle successive dinastie di faraoni.
L'espansione di questi principi orientali durò circa 50 anni e poi ci fu l'azione finale.

Ecco così apparire la dominazione degli Hycsos.
La denominazione Hycsos è derivata dal termine "Heqa kasut" con cui in Egitto definivano i sei re della XV dinastia nominati i "sovrani stranieri", o sovrani dalle colline ovviamente orientali. Il segno sta infatti ad indicare colline.
Si trattava principalmente di Hurriti ed Amorrei che occuparono il paese verso il termine del Medio Regno a partire delta del Nilo, termine che poi per estensione passò anche a principi locali vassalli dei regni posteriori.
Gli Hyksos approfittarono del momento di fragilità del Paese per imporre la propria supremazia e dalla parte orientale del Delta, partendo da Avaris città da loro fondata, ove avevano costruita una imponente fortezza, avanzarono verso Menfi, la occuparono ed esercitarono un potere che non però non andò mai oltre il Medio Egitto e conservò però il meglio della già consolidata civiltà egizia.
Gli Hyksos introdussero in Egitto l'uso del cavallo come animale da traino, del carro da guerra, spade curve, elmo e corazze.
Ad Avaris fu trovata una stele dell'epoca di Ramses II che porta la data di fondazione del tempio del dio Seth edificato dagli Hyksos ad Avaris verso la fine del XVII secolo a.C. "all'anno 400, quarto giorno del quarto mese dell'inondazione, del re dell'Alto e del Basso Egitto Seth, grande di valore, il Figlio di Ra, il suo diletto, amato da Ra-Horakhty".
Gli Hyksos, infatti, per reazione agli egizi, oltre che adorare le divinità siro-palestinesi, Anat e Astante, avevano adottato come dio dinastico proprio il rivale di Osiride.
Nella seconda metà del XVIII secolo a.C. (1667 ?) occuparono Menfi e solo alla fine del XVI secolo d.C. (1590 ?) gli egiziani col faraone Ahmose I riuscirono a cacciare gli invasori.
Africano conferma descrivendo la XV dinastia di cui da notizia Manetone come consistente in sei stranieri della fenicia che occuparono Menfi.

Ciò detto è da far parlare a questo punto la storia biblica del vice faraone Giuseppe inserita nel libro della Genesi nei capitoli 37-50.
Sappiamo che l'entrata in Egitto dei fratelli di Giuseppe e poi del padre Giacobbe avvenne 430 anni prima dell'uscita dall'Egitto, il famoso esodo del 14 di Nisan - 1° Pasqua: "Il tempo durante il quale gli Israeliti abitarono in Egitto fu di quattrocento trenta anni. Al termine dei quattrocento trenta anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d'Egitto." (Esodo 12,40s)
Questa uscita si può porre ai tempi del faraone Merenptah, succeduto a Ramses II.
Nel libro dell'Esodo si parla, infatti, di un faraone regnante per lunghi anni che costrinse all'esilio Mosè che non può che essere Ramsete II, e che solo alla morte di questi ci fu il ritorno un Egitto del grande profeta e condottiero con gli eventi che prepararono l'esodo.
Si è verso il 1220 a.C., il che, tenuto conto di quei 430 anni, porta il periodo in cui fu vice Faraone Giuseppe, Ioseph ben Iacob, nel 1650 a.C. in pieno periodo Hycsos.
Presumibilmente perciò, la famiglia di Giuseppe giunse in Egitto al tempo degli Hyksos, questi "re pastori" che tennero assoggettato il paese per più di un secolo.
La famiglia di Giacobbe vi entrò però non tra i conquistatori, ma come emigrata.
È da segnalare che tra i nomi che si citano per questi re pastori, si trova dopo il primo un tale Salitis che regnò circa 20 anni, un certo Yaqub-har.
Sotto il suo regno nasce in contemporanea la XVII dinastia tebana, che sarà a porre fine al periodo Hyksos, e gli ultimi faraoni Hycsos furono Apophis I e II.
Pare significativo che proprio quando la Bibbia parla di Giuseppe in contemporanea si trova citato il nome... Yacub.
Il faraone di Tebe, Ahmose I riuscì a cacciare gli invasori e da questo momento inizia per l'Egitto il periodo di conquiste tanto che Thutmose III (1496-1442 a.C.) estese il potere egizio su tutta l'Asia Minore.
Il territorio del Sinai divenne un serbatoio di tribù in continuo movimento e sede di fuoriusciti che desideravano una rivalsa, in definitiva una spina nel fianco dei faraoni.
Poi ci fu l'evento del periodo particolare del regno del faraone "eretico" Achenaton e dei suoi figli in cui ebbero certo una influenza pensieri di uomini asiatici e anche i funzionari, fuoriusciti alla caduta di Amarna capitale del nuovo Regno, ingrossò il numero dei rifugiati cospiratori nel Sinai, ove poi si rifugiò Mosè per sfuggire a Ramsete II.

Essendo gli Hyksos, cioè questi sovrani stranieri, dei semiti, ovviamente si circondarono di funzionari sulla cui fedeltà potevano contare con maggiore sicurezza di quelli che ovviamente parteggiavano per gli egizi e preferirono scegliere persone capaci di altra provenienza.
Ciò calza col racconto della Bibbia circa l'accoglienza che ci fu da parte di un faraone Hycsos nei riguardi di Giuseppe che era un asiatico.
Con questa ricostruzione calzano anche i seguenti fatti:

  • Il faraone "...fece montare (Giuseppe) sul suo secondo carro..." (Genesi 41,43) il che porta ad un tempo in cui i carri di guerra introdotti dagli Hycsos erano in uso, segnalazione questa dei carri da guerra precisa e voluta come risulta anche dalla successiva citazione;
  • il racconto della carovana per il trasporto in Palestina del feretro di Giacobbe da parte degli Egizi comandati da Giuseppe "Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente" (Genesi 50,6) di cui al capitolo 50 di chiusura del libro della Genesi (vedi: "Le benedizioni di Giacobbe e di Mosè");
  • "Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d'Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto potenti e il paese ne fu ripieno. Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. E disse al suo popolo: Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti..." (Esodo 1,6-10) il che sancisce l'entrata di una nuova dinastia che non fece distinzione tra nemici e semplici emigrati e classificò gli ebrei tra gli amici degli Hycsos, mentre di fatto avevano altra origine da cercare in Anatolia.
Giacobbe fu seppellito ad Hebron nella grotta di Macpela (Genesi 50,13) acquistata da Abramo ad un Hittita per seppellire Sara (Genesi 23).
La tradizione ebraica dice che quella grotta era la porta del giardino dell'Eden e che vi sarebbero stati sepolti Adamo ed Eva e che vi si sentiva l'odore del Paradiso.
In questa grotta furono poi sepolti tutti i patriarchi e tutte le matriarche, esclusa Rachele che fu deposta in una tomba fu vicino a Betlemme.
Sul collegamento della mia ricerca con la cultura egizia ricordo i miei articoli:
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