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ATTESA DEL MESSIA...
ABRAMO, L'ARAMEO ERRANTE ED I PASTORI DI BETLEMME
di Alessandro Conti Puorger
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GIUDICI - TESTO E DECRIPTAZIONE
In linea col discorso che si e' venuto a delineare per Efraim, profezia del primo frutto atteso da parte di Dio, il capitolo 17 del libro dei Giudici pare proprio in sintonia. perché dal nome di Efraim che ricorda Giuseppe coglie il modo di introdurre un testo di secondo livello che riguarda la venuta della divinità tra gli uomini.
Il primo versetto inizia proprio ricordando in qualche modo Efraim.
"C'era un uomo sulle montagne di Efraim, che si chiamava Mica." (Giudici 17,1)
La sua decriptazione fornisce:
Giudici 17,1 - Per portarsi a stare nel mondo fu un uomo una madre a partorire. Il primo frutto alla madre portò il Nome e in un vivente ci fu la rettitudine di Iahwèh.
Dal nome di Efraim che ricorda Giuseppe l'autore coglie il modo di introdurre un testo di secondo livello che riguarda la venuta della divinità tra gli uomini.
Come si legge poi nel testo decriptato del capitolo il padre umano di questo primo, primogenito, frutto di Dio che verrà in terra da una donna, che si trova la moglie incinta ha dubbi, ma viene tutto chiarito da una illuminazione di Dio attraverso un angelo.
Ciò richiama i racconti della natività del Vangelo di Matteo e il sogno in cui il giusto Giuseppe di Betlemme, quindi di Efrata, ha da parte dell'angelo del Signore l'annuncio che da Maria, sua promessa sposa vergine nascerà Gesù, il Cristo.
Così il cerchio si chiude il primo frutto di Dio sarà ritenuto figlio di Giuseppe.
Riporto l'intero testo della traduzione C.E.I. di questo capitolo, la dimostrazione della decriptazione dei primi due versetti, e poi la decriptazione tutta di seguito.
Giudici 17,1 - C'era un uomo sulle montagne di Efraim, che si chiamava Mica.
Giudici 17,2 - Egli disse alla madre: Quei millecento sicli di argento che ti hanno rubato e per i quali hai pronunziato una maledizione e l'hai pronunziata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l'avevo preso io. Ora te lo restituisco. La madre disse: Benedetto sia mio figlio dal Signore!
Giudici 17,3 - Egli restituì alla madre i millecento sicli d'argento e la madre disse: Io consacro con la mia mano questo denaro al Signore, in favore di mio figlio, per farne una statua scolpita e una statua di getto.
Giudici 17,4 - Quando egli ebbe restituito il denaro alla madre, questa prese duecento sicli e li diede al fonditore, il quale ne fece una statua scolpita e una statua di getto, che furono collocate nella casa di Mica.
Giudici 17,5 - Questo uomo, Mica, ebbe un santuario; fece un "efod" e i "terafim" e diede l'investitura a uno dei figli, che gli fece da sacerdote.
Giudici 17,6 - In quel tempo non c'era un re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio.
Giudici 17,7 - Ora c'era un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda, il quale era un levita e abitava in quel luogo come forestiero.
Giudici 17,8 - Questo uomo era partito dalla città di Betlemme di Giuda, per cercare una dimora dovunque la trovasse. Cammin facendo era giunto sulle montagne di Efraim, alla casa di Mica.
Giudici 17,9 - Mica gli domandò: Da dove vieni? Gli rispose: Sono un levita di Betlemme di Giuda e vado a cercare una dimora dove la troverò.
Giudici 17,10 - Mica gli disse: Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d'argento all'anno, un corredo e vitto. Il levita entrò.
Giudici 17,11 - Il levita dunque acconsentì a stare con quel uomo, che trattò il giovane come un figlio.
Giudici 17,12 - Mica diede l'investitura al levita; il giovane gli fece da sacerdote e si stabilì in casa di lui.
Giudici 17,13 - Mica disse: Ora so che il Signore mi farà del bene, perché ho ottenuto questo levita come mio sacerdote.
Giudici 17,1-2 - C'era un uomo sulle montagne di Efraim, che si chiamava Mica. Egli disse alla madre: Quei millecento sicli di argento che ti hanno rubato e per i quali hai pronunziato una maledizione e l'hai pronunziata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l'avevo preso io. Ora te lo restituisco. La madre disse: Benedetto sia mio figlio dal Signore!
Giudici 17,1-2 - Per portarsi
a stare
nel mondo
fu
un uomo
una madre
a partorire
().
Il primo
frutto
alla madre
portò
il Nome
e
in un vivente
ci fu
la rettitudine
di Iahwèh
().
Iniziò
a vivere
in un corpo
la potenza
dell'Unico
che ai viventi
portava
la divinità
.
Il Verbo
si portò
in un vivente
,
in un primogenito
entrò
,
uscì
dal trono
().
Parlò
alla donna
()
che nel corpo
la potenza
avrebbe versato
,
che a chiudere
la potenza
della rettitudine
avrebbe recato
.
Venne
()
a starle
la divinità
che al sia
della prescelta
si portò
.
A scorrere
nella madre
iniziò
la vita
nel corpo
.
Da arca
()
nel primogenito
di questa
l'energia
fu
ad entrare
.
Inviato
nel mondo
uscì
dal trono
()
il Verbo
che nel primogenito
scelse
di stare
.
A scontrarsi
()
sarà
col serpente
che rovescerà
strappandolo via
()
dall'esistenza
e
porterà
alla fine
l'origine
dell'essere ribelle
().
Iniziò
nella madre
a stare
il Benedetto
.
Nel figlio
stava
il potente
Iahwèh
.
Giudici 17,1 - Per portarsi a stare nel mondo fu un uomo una madre a partorire. Il primo frutto alla madre portò il Nome e in un vivente ci fu la rettitudine di Iahwèh.
Giudici 17,2 - Iniziò a vivere in un corpo la potenza dell'Unico che ai viventi portava la divinità. Il Verbo si portò in un vivente, in un primogenito entrò, uscì dal trono. Parlò alla donna che nel corpo la potenza avrebbe versato, che a chiudere la potenza della rettitudine avrebbe recato. Venne a starle la divinità che al sia della prescelta si portò. A scorrere nella madre iniziò la vita nel corpo. Da arca nel primogenito di questa l'energia fu ad entrare. Inviato nel mondo uscì dal trono il Verbo che nel primogenito scelse di stare. A scontrarsi sarà col serpente che rovescerà strappandolo via dall'esistenza e porterà alla fine l'origine dell'essere ribelle. Iniziò nella madre a stare il Benedetto. Nel figlio stava il potente Iahwèh.
Giudici 17,3 - A portarsi fu a stare in esilio. Venne la divinità il Verbo a recare in un primo vivente nel mondo. Entrò la pienezza del Verbo che la potenza in un primo vivente recò. Si recò nella scelta a cui parlò. L'Unico in un vivente portò ad entrare la santità. Entrò il Santo nella scelta. Fu a venire così a far perire il serpente. Il Signore in un vivente fu per aiutare. Fu il Potente in un figlio a stare. Del Potente si vide una luce portata da indicazione che dal Verbo in giro ad accompagnare i viventi in una capanna portava. Nel tempo del mondo in una donna fu dentro. Un angelo si portò in cammino.
Giudici 17,4 - A portarsi fu per illuminare in casa sul primogenito che dalla prescelta usciva. Al retto (il marito della donna) della pienezza parlò che rifiuto alla matrice avrebbe portato. Si portò ad indicare che aveva versato nel nascosto l'Unico la vita per portarsi dai viventi. (Spiegò) Venne a stare dalla matrice del retto la pienezza per il Verbo che si portava. Della scelta alla prescelta un angelo nel mondo si portò. La potenza giù le porterà nel corpo il Verbo. Portato il sia dalla vista chi l'illuminava uscì ed il Verbo la riempì. Il Potente portò nella madre la pienezza della rettitudine ad entrare portò. Fu al mondo a stare dentro in un casa che era stata prescelta. Nella madre ci fù così Iahwèh.
Giudici 17,5 - Portato al mondo il primogenito fu alla luce. In un vivente fu così ad entrare il Potente. Portò da Tempio della divinità nel mondo ad essere un vivente e fu visto alla luce dell'Unico il volto. Si portò per l'essere impuro portare a finire. Per guarire s'è dai viventi portato. Ci fu in un vivente la Potenza dell'Unico a venire per essere d'aiuto, in un primo si chiuse nel sangue; dentro l'energia fu recata e fu nel mondo a stare. La Potenza portò per la potenza spengere dell'angelo.
Giudici 17,6 - Dentro nei giorni tra i viventi entrò del mondo. Nei viventi per annullare la vita del serpente che a spengere fu la luce nei corpi della divinità. In un uomo ad entrare fu la risurrezione dei corpi. Dentro la sorgente fu a portare. Lo spazzerà bruciandolo nel mondo.
Giudici 17,7 - A portarsi fu nel mondo per stare dall'angelo nemico a vivere. Dentro sarà a finire la guerra il Signore, lo sbarrerà nel mondo. I viventi salverà. Dal Verbo strappato via sarà; lo splendore a rientrare riporterà. Per la perversità che all'origine il serpente portò sarà a portare Lui a scappare dai corpi risorgendo i viventi.
Giudici 17,8 - Portò a stare la potenza della rettitudine nel mondo in un uomo tra i viventi. Ad uscire alla vista fu col corpo dalla madre a Betlemme di Giuda. Il Potente a soggiornare in una casa da una donna dal corpo fu tra i viventi a scendere da primogenito portato. Fu in una famiglia quale primo partorito, primo frutto della madre. L'Eterno in una famiglia che era stata scelta per vivervi essendo di retti entrò. Dal Potente si vide una luce portarsi da segno per chi per via si portava.
Giudici 17,9 - A portarsi fu l'Unico a vivere nel corpo per il serpente che si portò nei viventi ad essere spento. Nei viventi l'annullerà. La fine in casa di portare desidera a chi essendo origine di amarezza maledetto fu. Porta al serpente il bastone. Sarà ad incontrarlo con la rettitudine che sta in un vivente che dentro sarà a finire il vigore nei viventi. Sarà lo splendore ad entrare. L'Unico ad uccidere sarà nel mondo il serpente in tutti. A scappare lo porterà dalle moltitudini l'Unico con la risurrezione dei corpi, forza delle origini.
Giudici 17,10 - A portare sarà quel primo a vivere nei corpi la potenza portando ai viventi la forza della rettitudine che aprirà la risurrezione dentro al mondo. Ai popoli aiuto sarà a portare nell'esistenza. Al serpente sarà un no dentro a portargli nel cammino. Uscirà il rifiuto all'angelo (ribelle) con la rettitudine che sarà a venire. Da energia potente la rettitudine agirà risorgendo i corpi. L'oppressione farà perire il serpente nei giorni; la vita porterà del nemico a spengere. La fortuna ci risarà per i viventi a cui riporterà la vita. Dalle tombe sarà tutti la rettitudine a riportare; sarà la potenza per lo spegnimento del serpente portato nell'esistenza.
Giudici 17,11 - E sarà a portali da Dio! Dal mondo ad accompagnarli sarà dal Potente di sabato. Verranno gli uomini portati a stare nell'esistenza degli angeli. A vedere col corpo il Potente condurrà retti. Dall'Uno a vivere da figli saranno portati.
Giudici 17,12 - Riportata sarà la pienezza ai viventi essendo la rettitudine rientrata. Quel primo alla fine sarà per mano dal mondo dal Potente a condurli a stare. Portati saranno ad entrare in chi sarà ad accompagnarli dagli angeli alla vista. Col corpo potente il sacerdote li porterà in cui saranno ad entrare. Dai giorni così usciranno.
Giudici 17,13 - Portato che sarà chi originò nei viventi il verme ad essere spento, dal tempo usciranno. Saranno stati aiutati per l'azione che a segnarli ci sarà stata. Della rettitudine la forza sarà stata dal cuore ove stava dentro al Signore ad uscire. Il serpente sarà stato per le bruciature ad uscire dall'esistenza. Entrata che la potenza sarà, al Potente portati saranno. Camminando entreranno tra gli angeli.
a.contipuorger@gmail.com
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