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SOFONIA - DIES IRAE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL PROFETA SOFONIA »

INFLUENZE SUL CRISTIANESIMO
Nella Bibbia cattolica il libro di Sofonia si trova nell'ambito dei libri profetici, del pari al 9° posto dei profeti minori, ma dopo i libri di Isaia, Geremia, Lamentazioni, Baruc ed Ezechiele.
Sofonia spera in un resto particolare d'Israele: "Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore il resto d'Israele. Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta. Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti." (3,11-13)
Una comunità del genere è ricordata poi nel libro dell'Apocalisse in 14,5: "Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia", modello della Chiesa perfetta finale, una piccola comunità povera, ma ricca interiormente, illuminata dalla fede in Dio e nella sua vittoria.
Sofonia definì subito dopo questo "resto" con l'immagine della Figlia di Sion: "Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non vedrai più la sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa". (3,14-18a)
Il "rallegrati... Figlia di Gerusalemme" (3,14) di Sofonia è stato ripreso nell'annuncio alla vergine Maria della nascita di Gesù dall'evangelista Luca con il "rallegrati, Maria!" con cui la Bibbia di Gerusalemme traduce "l'Ave piena di grazia " (Lc 1,28) e la cui traduzione C.E.I. sinora è stata "Ti saluto".
È Lei la Madonna, la nuova Gerusalemme a cui si rivolge Gabriele con le parole di Sofonia.

In realtà in greco è Kaire Kekaritomene "cairece caritwmenh", ove i termini "gioia" (Kàra) e "grazia" (Kàris) di cui la gioia è espressione, hanno la stessa matrice etimologica di "Kaire".
In greco perciò non è un semplice saluto come non lo è l'Ave latino che si trova in AVE MARIA, ma l'imperativo di un verbo che significa "mi rallegro, gioisco", quindi: un rallegrati! Gioisci!
Il saluto convenzionale nella vallata svizzera dell'Inn nella bassa Engadina in lingua romancia è "allegra" cioè rallegrati, che evidentemente ricorda l'antico valore dell'Ave latino.
Sulla minaccia per gli empi e la promessa per i giusti del "giorno del Signore" di cui: "Giorno d'ira quel giorno, giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità, giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze." (Sofonia 1,15-16) nella versione latina della Vulgata "Dies irae, dies illa, dies tribulationis et angustiae, dies calamitatis et miseriae, dies tenebrarum et caliginis, dies nebulae et turbinis, dies tubae et clangoris super civitates munitas et super angulos excelsos." ha ispirato l'inno medioevale "Dies irae dies illa" attribuito a Tommaso da Celano che descrive il giorno del giudizio con la tromba che raccoglie le anime davanti a Dio e ci sarà il giudizio.

"Dies Irae, dies illa
solvet saeclum in favilla
teste David cum Sybilla.
Quantus tremor est futurus,
Quando judex est venturus,
Cuncta stricte discussurus..."

"Giorno dell'ira sarà quel giorno
dissolverà il mondo terreno in cenere
come annunciato da David e dalla Sibilla.
Quanto terrore verrà
quando giungerà il giudice
a giudicare severamente ogni cosa..."

Nei prossimi paragrafi andrò più a fondo sul libro di Sofonia e proseguirò la mia ricerca, anche su questo libro, di testi di secondo livello estraibili dai libri biblici scritti in ebraico col mio metodo di decriptazione che ho espresso in tanti articoli in questo mio Sito che parte dalle regole e significati delle lettere di cui in "Parlano le lettere".
Nell'articolo "Sette sigilli e sette trombe il giorno del Signore" ho, peraltro già fornito la decriptazione con tale metodo di alcuni versetti di Sofonia 1,7; 1,14-16 e già si comprende la presenza di un discorso messianico.
Dalla completa decriptazione sarà chiaro come l'intero messaggio di secondo livello che si ottiene riguarda la venuta del Messia e conferma l'annuncio cristiano della venuta del Signore.
Per far ciò prima per comodità riporto nel prossimo paragrafo il testo in italiano del libro di Sofonia e poi entrerò nel vivo della decriptazione.
Sottolineo l'idea universalistica che trapela: "Allora io darò ai popoli un labbro puro perché invochino tutti il nome del Signore e lo servano tutti sotto lo stesso giogo." (Sofonia 3,9)
Tale idea prepara quella di una Chiesa universale trasversale in tutti i popoli.
Il giogo di cui parla quel versetto di Sofonia porta alla frase di Gesù: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". (Matteo 11, 28-30)
Questo giogo nel linguaggio rabbinico è la Torah che Gesù porta a compimento "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto." (Matteo 5,17s)
Gesù ha dimostrato che il perfetto adempimento della Torah, testimoniato con la sua vita e con la morte in croce in favore dei peccatori, porta alla risurrezione che ha meritato per tutti.
Non solo, ma ha portato anche l'inizio del compimento della storia del Messia, annunciata nella Torah, che concluderà al suo ritorno nella gloria col giudizio finale sul male.
Si può anche comprendere perché Gesù usa l'aggettivo di dolce per il giogo, ma per far ciò occorre attingere alla tradizione ebraica.
Nel mese ebraico di 30 giorni Tishrì (settembre ottobre) per l'ebraismo ricadono le seguenti ricorrenze: Rosh Ha Shanà (Capodanno), i dieci giorni penitenziali, Yom Kippur (il giorno dell'Espiazione), Sukkot (Festa dei Tabernacoli), Oshanà rabbà, Sheminì Azzeret.
Tishrì è il primo mese dell'anno cronologico o civile ed il settimo mese dell'anno religioso o delle ricorrenze festive, perché per l'inizio dell'anno religioso la Torah sceglie il mese di Nissan per la liberazione dall'Egitto nel 15° giorno del mese.
Il segno zodiacale associato al mese è la bilancia (in ebraico mazal Moznaym).
A questo mese è associata l'idea del giudizio.
Il primo giorno Rosh Hashanà, è il Giorno del Giudizio che non cade mai di domenica, mercoledì o venerdì e Dio è seduto sul trono.
Sono aperti i libri su cui è scritto tutto ciò che abbiamo fatto.
I buoni ipso factu sono iscritti per un anno buono nel Libro della Vita.
Gli altri debbono attendere dieci giorni fino a Yom Kippur quando il giudizio verrà sigillato e in quei 10 giorni fino a Yom Kippur, i 10 Giorni di Pentimento, ognuno cerca di compiere Mitzvot, opere buone, atti di carità (Tzedakà).
Prima di Rosh Hashanà ci si augura di essere scritti nel Libro della Vita e che il giudizio sia sigillato a Yom Kippur e si dice all'amico Ketivà (tu sia scritto) Vachatimà (e sigillato) Tovà (per il bene) e Shanà Tovà Umetukà ossia "Buon Anno Dolce".
Per la stessa tradizione Adamo ed Eva furono creati il primo giorno di Tishrei, il sesto della creazione nello stesso giorno Adamo peccò e cominciò il ciclo annuale. (Vedi: "La durata della creazione" e "Le feste ebraiche della venuta del Messia")

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