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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
"SCRUTATIO" CRISTIANA
DEL TESTO MASORETICO DELLA BIBBIA

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

I PARTE - LA MIA ESPERIENZA, LA "SCRUTATIO" - COM'È NATA L'IDEA »
COSA FECI? »
VOCABOLARIO A TAPPETO »
LE LETTERE DELLA MIA "SCRUTATIO" »
ALCUNE PAROLE DA ESEMPIO »
LE REGOLE PER LA "SCRUTATIO" »
UN VERSETTO COMPLETO »
COSA HO CONSEGUITO »
UN "VAI PURE AVANTI!" »
UN DISCORSO COLLATERALE E CONCLUSIONE »
II PARTE - ALCUNI SUPPORTI AL MIO SCRUTARE - COSA CONSIGLIO »
PER LA TRADIZIONE EBRAICA »
PERCHÉ LE LETTERE AVREBBERO TALE PROPRIETÀ »
LA TRADUZIONE IN GRECO DEI 70 »

IL CRISTO, IL MESSIA
Il credo finale dell'ebraismo e del cristianesimo sono identici, venuta del Messia e risurrezione, basati sulle Sacre Scritture ebraiche, parola di Dio, che l'hanno profetizzato, da cui vanno scrutati i passi che parlano di Lui.
Partenza e arrivo sono gli stessi, ma il cristiano crede nel Messia Figlio di Dio già venuto una prima volta, morto in croce e risorto che tornerà nella gloria.
L'ebraismo ha le Sacre Scritture dell'Antico Testamento nella veste integrale, per contro il cristianesimo ha una foto, le Sacre Scritture dell'Antico Testamento in greco, ma crede nella testimonianza di un incontro di chi ha visto la sintesi esistenziale, Gesù di Nazaret, il Cristo onde, il supporto delle Scritture è meno importante.
Usando il testo ebraico integrale ci capiremo meglio, potremo andare entrambi alla comune fonte e vedere che la storia di Gesù di cui ai Vangeli è in modo totalizzante nelle stigmate, cioè nei segni, delle Sacre Scritture ebraiche e non solo in sporadiche profezie discusse dagli ebrei, perché ciascun versetto ne parla attraverso quelle lettere, e sul fatto che le lettere vanno riferite al Messia e alla sua storia l'ebraismo potrebbe essere d'accordo.
Noi con l'annuncio dell'incarnazione del Figlio, Parola o Verbo di Dio, in Gesù di Nazaret abbiamo ricevuto quanto in effetti attendevano gli ebrei.
Come mai i farisei credevano nella risurrezione e i sadducei no?
I farisei avevano anche una lettura diversa e riconoscevano la Torah orale!
Anche il versetto che pare più lontano, uno che pieno di nomi, numeri, perfino una "sciocca" elencazione della Tenak è da vedere come una pagina che si attua in "Parola di Dio" che è da esplicitare.
Cristo integrale è uscito dalle Scritture per incarnarsi in una persona e divenire per l'umanità Torah vivente, quella che gli ebrei portano in processione e rivestono con mantello e corona, perché in quei rotoli circola lo Spirito di Dio.
Noi abbiamo preso quelle pagine da una traduzione greca e da quella siamo arrivati alle nostre Bibbie nelle varie lingue, fotografie sotto una certa angolatura di quelle Scritture che portano solo al ricordo, ed è nel cuore che vibra la persona vera conosciuta grazie alla tradizione degli apostoli che l'hanno vista e hanno ricevuto dalla viva voce gli insegnamenti.
Il testo ebraico fornisce il DNA della persona, in quanto ogni lettera ebraica, come ritengo, ha significati propri ove circola lo spirito del Vivente.
"Voi scrutate (eraunate-scrutamini) le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza... Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto." (Giovanni 5,39-46) e scrutare... è più di leggere, è bramarle, amarle, entrarci dentro.

Nel discorso della montagna con: "In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto" (Matteo 5,18) lo stesso Gesù sostiene che ogni lettera ha valore e prima aveva detto: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento." (Matteo 5,17)

Nella Torah, come si legge, però, rari sono passi riferibili a Lui che la compie in toto pur dove non capiamo, quindi, di tutta la sua vita vi deve essere traccia.
Sotto tale luce è da rileggere la pagina dei discepoli d'Emmaus di Gesù che spiega come ottenere riferimenti a Lui dalla Scritture, Mosè, Profeti e Salmi.

Per chi conosce le Scritture in ebraico l'attività dello scrutare ha bisogno d'una breve iniziazione, in quanto comporta aver visto un quid senza il quale non si può leggere ed a tale riguardo, il Vangelo (Giovanni 2,22) osserva: "Perciò quando risuscitò dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo e credettero alla Scrittura e alle parole che aveva pronunciato Gesù", crederono a "come" Gesù leggeva le Scritture (Giovanni 20,9): "Non avevano infatti ancora capito la Scrittura: che egli cioè doveva risuscitare dai morti."
Non le avevano capite, ma allora le avevano lette e dove le avevano lette!

La nota della Bibbia di Gerusalemme a tale versetto dice: "L'evangelista non cita alcun testo, vuole sottolineare lo stato di impreparazione dei discepoli circa la rivelazione pasquale, nonostante le Scritture", però poi il commentatore non indica alcuna scrittura tra le Scritture.
Il Cristo nei Vangeli, infatti, dice di varie profezie su di Lui che non trapelano dall'Antico Testamento con l'immediatezza e l'autorevolezza con cui Lui le propone e queste che Gesù dice esservi ma non si trovano esplicitamente, si potrebbero trovare con una lettura particolare di tipo "profetica" dei testi canonici ebraici.
Quando Paolo di Tarso annuncia il Kerigma dice: "Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici." (1Corinzi 15,3.4)
Le Bibbie commentate, al riguardo, o non commentano, o dicono che si tratta di generici riferimenti al complesso delle Scritture.
San Paolo è vero, vide il Cristo, rimase cieco per alcuni giorni, poi gli caddero squame dagli occhi, cioè, interpretò, capì che la favola che credeva tale e che si legge sotto il testo con le lettere era vera e subito nelle sinagoghe poté, senza altra preparazione, predicare il Cristo integrale, perché l'aveva già disponibile dalle scritture grazie agli studi col grande rabbunì Gamaliele.
Anche Gamaliele, risulta dal libro degli Atti, non si oppose all'idea del Cristo, perché? L'aveva "letta" nelle Scritture.
Eppure Paolo dichiara: "Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiarano che doveva accadere, cioè che il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani." (Atti 26,22b.23), ma nella Torah di Mosè letta in modo normale non si trova.

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