BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2011  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheDecriptazione Bibbia - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

VANGELI E PROTOVANGELI...

 
L'ANIMA DEL CREATO
E LA PIETRA ANGOLARE

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

GUARDARE IL SOLE »
NELLE SACRE SCRITTURE EBRAICHE "DIO PADRE E FIGLIO DI DIO" »

FIGLIO DI DIO - FIGLIO DI DAVID
Cercherò d'approfondire tali dizioni "Figlio di Dio - Figlio di David" e simili nei testi dell'Antico Testamento per provare a meglio comprendere come l'annuncio col cristianesimo della buona notizia della venuta nel mondo del Figlio di Dio abbia potuto trovare parimenti amici e oppositori nella cultura religiosa ebraica del I secolo d.C..

"Figlio di Dio" l'espressione si trova 46 volte nella traduzione C.E.I. della Bibbia canonica, di cui 2 sole volte nell'Antico Testamento, ma entrambe nel libro deuterocanonico della Sapienza 2,18 e 18,13:

  • "Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi avversari." (Sapienza 2,18)
  • "Quelli rimasti increduli a tutto per via delle loro magie, alla morte dei primogeniti confessarono che questo popolo è figlio di Dio." (Sapienza 18,13)
La prima volta nella Sapienza riguarda chi si oppone al modo di ragionare del mondo e crede che non ci sia nulla oltre la morte e poco avanti al versetto 13 aveva preannunciato il concetto con "Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore", mentre la seconda volta parla di Israele.
Questo di Figlio di Dio pare perciò un termine tutto cristiano, infatti, le altre 44 volte sono tutte nel Nuovo Testamento.
Nell'ebraismo residuale, cioè quello che resta dei discendenti che non passarono al cristianesimo conclusero che di Dio si può parlare per estrapolazione come padre, ma Dio resta di natura diversa e non ha "figli".
Su tale questione si concentrerà il successivo esame.

"Figli di Dio", invece, si trova 23 volte nella Bibbia, di cui 8 volte nell'Antico Testamento, 2 in Genesi 6, poi 3 volte in Giobbe capitoli 1 e 2 e ancora nel 38, indi nel Salmo 29 e ancora 2 volte nel libro deuterocanonico della Sapienza.
Verifichiamo come e dove sono le citazioni nei libri canonici dell'Antico Testamento.

In Genesi 6 "figli di Dio" è citato in un passo difficile di cui ho detto in "L'arcangelo Michele lotta con basilisco e leviatano" nel paragrafo "La rivolta degli angeli".
Quello di cui lì si parla non è il Dio vero, ma di chi si fa come Dio, un 'elohim con la lettera minuscola di cui il Faraone è l'archetipo ed allora i "figli di dio" sono i figli di coloro che si fanno chiamare "dio" considerati "dèi" dagli uomini, cioè re, faraoni, nobili e potenti (Vedi "Numeri nei Vangeli e nell'Apocalisse, annunci del Messia" nel paragrafo "Il 666 dell'Apocalisse").
Il libro di Giobbe invece ai capitoli 1 e 2 propone un'assemblea celeste ove vi sono raccolti i "figli di Dio" e lì si presenta pure satana, ma non dice di lui "figlio di Dio": "Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro." (Giobbe 1,6 e 2,1)
Del pari al capitolo 38 li nomina: "Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio?" (Giobbe 38,6s)
Particolare importanza acquista quella citazione della pietra angolare come vedremo in seguito.

"Salmo. Di Davide. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza." (Salmo 29,1)
Per estrapolazione si conclude che quei figli di Dio sono gli angeli che sono attorno al suo trono e aggiungo, appunto, quelli i in cui "dentro l'energia c'è " di 'Elohim.

C'è, infine, questo altro pensiero dai Proverbi: "Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello? Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama? Qual è il nome di suo figlio, se lo sai?" (Proverbi 30,4)
Questo figlio c'è e ha un nome!
Si comincia a profilare una possibilità se si associa questo versetto al discorso della pietra angolare.
È evidente che Gesù nel Vangelo di Giovanni si riferiva a quel versetto Proverbi 30,4 "Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna". (Giovanni 3,13-16)

Figli, figlio o santi dell'Altissimo
Si prefigura un popolo di santi che vivranno in un regno eterno, amati da Dio come fosse un padre, cioè figli adottivi:
  • "Io ho detto: Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. Eppure morirete come ogni uomo." (Salmo 82,6s)
  • "...finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno." (Daniele 7,22)
  • "e proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo." (Daniele 7,25)
  • "Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno." (Daniele 7,27)
  • "Sii come un padre per gli orfani e come un marito per la loro madre e sarai come un figlio dell'Altissimo, ed egli ti amerà più di tua madre." (Siracide 4,10)
Questi figli dell'Altissimo però sono ancora tutti soggetti alla morte finche arriverà il redentore il Goel di cui parla Isaia con riferimento al Messia, il servo di Iahwèh:

"Dice il Signore, il redentore di Israele, il suo Santo, a colui la cui vita è disprezzata, al reietto delle nazioni, al servo dei potenti: "I re vedranno e si alzeranno in piedi, i principi vedranno e si prostreranno, a causa del Signore che è fedele, a causa del Santo di Israele che ti ha scelto". (Isaia 49,7)

Qui è indubbio che il Messia è il Santo di Israele, quindi Dio, un Dio in cammino .
Isaia, quel termine Goel lo ripete almeno 12 volte nell'ambito del suo libro.

Figlio di David - della stirpe di David
David figlio di Iesse di Betlemme è un nome prodigioso per l'Antico Testamento ove si trova ripetuto per oltre mille volte.
Il re amato come dice il suo nome dalla cui discendenza, secondo la profezia di Natan, si attendeva il dominatore il cui regno fosse eterno.
Per questo la profezia diceva "lui sarà per me un figlio..." (1 Cronache 17,3-13).
Betlemme città di David ridarà frutto, il ceppo di Iesse darà un germoglio:
  • "In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa." (Isaia 11,10)
  • "E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti." (Michea 5,1)
Giovanni nel suo Vangelo ricorda ciò sinteticamente: "Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?". (Giovanni 7,42)

Così i Vangeli e poi gli altri scritti neotestamentari esaltano per Gesù di Nazaret l'appellativo di "Figlio di David" per due fatti, per asserire che era di discendenza davidica e per sottolineare che quella profezia si era avverata.
Quel titolo si trova, infatti, per 58 volte, 16 in Matteo, 7 in Marco, 13 in Luca, 2 in Giovanni, 11 negli Atti degli Apostoli, e 9 negli altri scritti.
Viene così chiamato dai derelitti, ciechi (Matteo 9,27; 20,30s; Marco 10,47s; Luca 18,38s) una donna Cananea (Matteo 15,22) che chiedono guarigioni, dai fanciulli festanti a Gerusalemme (Matteo 21,15) e sulla croce verrà scritto "il re dei Giudei".

Lo stesso Gesù pone il quesito: "Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo (nel Salmo 110,1): Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?" (Marco 12,35-37; Luca 20,41-43)

San Paolo, nella lettera ai Romani, gente pragmatica, che non poteva certo entrare negli argomenti biblici sviscerati da centinaia d'anni dai rabbì d'Israele e ancora non risolti, va alla radice.
Qual è il fatto essenziale che supera tutte le prove e dimostra un rapporto speciale dell'uomo Gesù con Dio fino a far concludere che questo è un rapporto che ne dimostra la stessa natura e sostanza.
Il fatto inverò è, secondo gli autori e i testimoni della prima ora, che Lui è l'unico che è tornato dal cimitero senza aiuto di altri che da parte di Dio.
La risurrezione è la prova della sua divinità, quindi Dio gli è Padre.

"Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio, che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle Sacre Scritture, riguardo a Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore." (Romani 1,1-4)

Tale concetto è ribadito nella Lettera a Timoteo: "Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo," (2Timoteo 2,8)

Non solo, tutta la predicazione e la fede cristiana si basa su tale fatto.
Demolito questo non c'è prova che ci sia una decisione irrevocabile di Dio per la salvezza dell'uomo dalla condizione di soggetti alla morte.
Questa è la sintesi della fede del cristiano.
Se fallisse ciò tutto il resto sarebbe solo un vaneggiamento umano.
Nel brano 1 Corinzi 15,1-19 San Paolo fa il rendiconto della solidità della sua fede basandola su fatti, testimoni e sulle Sacre Scritture.
Comincia, infatti, a presentare le prove su cui basa la sua fede:

"Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto." (1Corinzi 15,1-8)
Sono tanti quelli che l'anno visto e quella lettera quando fu scritta molti erano ancora vivi "la maggior parte di essi vive ancora "e potevano contestarlo se Paolo avesse detto falsità.

Ciò detto, San Paolo va al nocciolo incalza e propone un discorso concreto.
Pone il catecumeno di fronte al dilemma di prendere atto che Dio ha fatto irruzione nel vivere umano portando all'uomo un cambiamento radicale, oppure di smettere di affannarsi a cercare, ma di continuare a vivacchiare per tutta la vita in attesa solo purtroppo della morte, perché oltre non si va.

"Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio... e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini... Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo." (1Corinzi 15,12-19-32)
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2011 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  VANGELI E PROTOVANGELI...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy