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di Alessandro Conti Puorger
 

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LA PIETRA SCARTATA DAI COSTRUTTORI
Lo stesso profeta Isaia aveva parlato di una pietra d'inciampo e scoglio che fa cadere : "Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo. Egli sia l'oggetto del vostro timore, della vostra paura. Egli sia l'oggetto del vostro timore, della vostra paura. Egli sarà laccio e pietra d'inciampo e scoglio che fa cadere per le due case di Israele, laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme." (Isaia 8,13s)
Sono andato a cercare sulla Tenak o Bibbia ebraica quando è usato nella Torah per la prima volta quel termine che la traduzione C.E.I. indica come "scoglio", ma in effetti è roccia "soor" .
Quel termine è usato per la roccia di Esodo 17,6 ove il Signore dice: "Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia ne uscirà acqua e il popolo berrà. Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d'Israele."
Lì è assodato che la roccia è il Signore!

Non a caso in quel luogo inciampò il popolo d'Israele, infatti, "E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: Il Signore è in mezzo a noi sì o no?" (Esodo 17,7)

Il racconto in modo più esplicito e con maggiori elementi è ripetuto nel libro dei Numeri al capitolo 20: "Il Signore parlò a Mosè dicendo: Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai uscire per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al loro bestiam. Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato. Mosè e Aronne radunarono l'assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia? Mosé alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame. Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest'assemblea nella terra che io le dņ. Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove egli si dimostrò santo in mezzo a loro." (Numeri 20,7-13)
In questo racconto la roccia in effetti è rupe "soel'a" .

Quei termini roccia e letti con lettere separate ci riportano al pensiero decriptato precedentamente di Isaia 28,16 che a sua volta si collega alla crocifissione di Gesù e alla foratura del suo costato.
È lui roccia e la rupe che "sollevato , con un asta il corpo " "forarono , guizzò alla vista " l'acqua.
Da questo racconto si scopre che in effetti anche Aronne e Mosè i costruttori del popolo nuovo, inciamparono su questa rupe.

Nel salmo 118, canto per la liturgia della festa delle capanne o di Sukkot poi si parla di una pietra scartata dai costruttori: "La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi." (Salmo 118,22s)

"La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo" è frase citata da Gesù, che l'applica alla sua missione di morte e di gloria, dopo aver narrato la parabola dei vignaioli omicidi (Matteo 21,42) ed è richiamata anche da Pietro negli Atti degli Apostoli (4, 11-12): "Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".

Cirillo di Gerusalemme commenta: "Uno solo diciamo il Signore Gesù Cristo, affinché la filiazione sia unica; uno solo diciamo, perché tu non pensi che ve ne sia un altro... Infatti è chiamato pietra, non inanimata né tagliata da mani umane, ma pietra angolare, perché colui che avrà creduto in essa non rimarrà deluso." ("Le Catechesi", Roma 1993, pp. 312-313).

La pietra scartata nella parabola (Matteo 21,33) è il figlio, l'erede, e c'è una torre "C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò."

Lo stesso Talmud riferisce la pietra d'inciampo al Messia: "Il figlio di Davide non può apparire alle due case d'Israele prima che venga la fine... ed egli (Messia) sarà un santuario, una pietra d'inciampo e un sasso d'intoppo per entrambe le case d'Israele." (Sanhedrin 38a)
Il libro dello Zohar, citando il Salmo messianico 118 per il versetto 22, così commenta: "La pietra scartata - cioè quella che si è staccata dal trono di Dio ed è precipitata nell'abisso - dai costruttori - cioè dalle Sefirot dell'edificio cosmico - è diventata pietra d'angolo- cioè fondamento del mondo."
Ancora più esplicito è Rashi (acronimo di Rabbi Shalomon ben Isaac di discendenza davidica che in Francia 1040 - 1105 scrisse commenti basilari sui testi ebraici, commentatore richiamato spesso nell'esegesi rabbinica) nel commento del versetto di Isaia 28,16 e di Michea 5,2 dopo la profezia su Betlemme conferma che la pietra scelta rigettata del salmo 118 è il Messia, inizialmente rifiutato nonostante il suo essere la pietra angolare della storia della salvezza.
Questo commentatore cade però in contraddizione proprio sul servo di Iahwèh di cui al citato cap 53 di Isaia che non riferisce al Messia, ma al popolo che aveva subito e stava subendo gravi sofferenze.

Pur tuttavia vari rabbini dopo Rashi hanno creduto che Isaia parlasse del Messia come Servo Sofferente:

  • "Ora procederò a spiegare questi versi del nostro Messia, che Dio volendo verrà presto ai nostri giorni. Io sono sorpreso che Rashi e Rabbi David Kimchi non hanno, con i Targum, applicato il passo al Messia" (Rabbi Naftali ben Asher Altshuler, ca. 1650).
  • "Ho il piacere d'interpretarlo in accordo con i nostri rabbini, al Re Messia, ed avrò cura di aderire al senso letterale: così sarò libero dalle interpretazione di cui altri hanno preferito rendersi colpevoli". (Rabbi Moshe Kohen Ibn Crispin di Cordova e Toledo in Spagna, ca. 1350)
  • "I nostri rabbini di benedetta memoria con una sola voce hanno accettato ed affermato che il profeta parla del Re Messia. Ed anche noi aderiremo alla stessa opinione". (Rabbi Moshe Le Sheich, seconda metà del XVI° secolo)
  • "Ma egli è stato fiaccato... significa che il Messia porta le nostre iniquità le quali sono causa delle sue lividure, questo significa che il Messia non solo soffre per le nostre iniquità, ma egli deve portarle su di sé e soffrire per esse". (Rabbi Elijah de Vidas)
Quel Salmo 118 era proprio cantato in occasione della festa di Succot, festa messianica per eccellenza (Vedi "Le feste ebraiche della venuta del Messia").

Era al canto del Salmo 118 della processione solenne in cui l'ottavo giorno di quella festa, gli Ebrei si muovevano attorno all'altare col lulab e l'etrog.

Fa chiaro richiamo a questa festa e al Messia: "Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso. Dona, Signore, la tua salvezza, dona, Signore, la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Dio, il Signore è nostra luce. Ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell'altare. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. Celebrate il Signore, perché è buono: perché eterna è la sua misericordia." (Salmi 118,24-29), perciò è il Messia la pietra scartata dai costruttori.

Nell'ultimo giorno di sukkot, Hosha'anà Rabbah, si conclude il giudizio annuale iniziato a R'osh Hashanà aiutato dalla confessione e dal perdono di Kippur.
Tra la festa del perdono ed il tempo finale di Sukkot, infatti, c'è un tempo per far pace onde venire giudicati favorevolmente, perché la teshuvah (penitenza), la tefillà (preghiera) e la tzedakà (carità) cancellano il decreto negativo e ristabiliscono l'armonia nel cuore dell'uomo e nel creato.

"l primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori" (Levitico 23,40) e per alberi migliori è stato interpretato siano i cedri perché "Si saziano gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati." (Salmi 104,16)

Si forma, quindi, un mazzo frondoso, il Lulav, un ramo di palma, due di mirto e tre di salice e un rametto di cedro con un frutto Etrog o di agrume nato nella terra d'Israele, che simbolizza il frutto dell'albero della vita. Si tengono nelle mani nelle preghiere e al canto dell'Alleluia e degli Osanna con in una mano il lulab e con l'altra l'etrog scossi nelle quattro direzioni si fa una processione in sinagoga attorno alla bimah, la piattaforma su cui c'è l'ambone da cui si legge la Torah.
Prima del 70 a.C., l'ottavo giorno, i celebranti giravano attorno l'altare "Ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell'altare".
Quel giorno della festa dei Tabernacoli, è preannuncio del Paradiso.
In quel giorno si facevano libagioni d'acqua per ottenere la pioggia.

È da ricordare che "Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui..." (Giovanni. 7,37-39)

La pietra angolare scartata, ma divenuta testata d'angolo per un nuovo popolo acquistò grande importanza nella predicazione cristiana:
  • "Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà." (Matteo 21,43s; Luca 20,17)
  • "Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome... sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati." (Atti 4,11s)
  • "Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù." (Efesini 2,20)
  • "Che diremo dunque? Che i pagani, che non ricercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia: la giustizia però che deriva dalla fede; mentre Israele, che ricercava una legge che gli desse la giustizia, non è giunto alla pratica della legge. E perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo, come sta scritto: Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo e un sasso d'inciampo; ma chi crede in lui non sarà deluso." (Romani 9,30-33)
Nel Talmud scritto dopo le guerre giudaiche, a suo tempo si interrogarono sulla distruzione del Tempio:
  • "Perché il primo Tempio è stato distrutto? A causa di tre cose malvagie: idolatria, adulterio e assassinio. Ma il secondo Tempio dove la gente era occupata a studiare Torah e compiere buone opere ed atti di carità perché è stato distrutto? La risposta è: A causa dell'odio senza motivo, e l'odio senza motivo è un reato grave come le tre grandi trasgressioni dell'idolatria, dell'adulterio e dell'assassinio." (Yoma 9)
  • "Quaranta anni prima della distruzione del Tempio sono accadute le seguenti cose: la sorte per il capro di Yom Kippur ha cessato di essere soprannaturale, il filo rosso di lana che in questa circostanza veniva legato alla porta del Tempio e che diventava sempre bianco (a segno del perdono di Dio) ora rimaneva rosso e non cambiava più colore; la candela più occidentale del candelabro che stava nel santuario si rifiutava di bruciare in maniera continua e le porte del Tempio si sono aperte da sole". (Trattato Yoma 39b)
Il Talmud segnalando tali fatti premonitori li considera come indicazione che la Shekinah, o gloria del Signore, aveva lasciato il Tempio di Gerusalemme quaranta anni prima della sua distruzione quindici porta nell'anno 30 quando il Signore Gesù morì sul Golgota e i Vangeli segnalano la rottura del velo del Tempio.
Gesù aveva invitato Israele a credere in Lui, Messia, ma fu rifiutato o non riconosciuto, eppure:
  • "Tutti i profeti hanno profetizzato fino ai giorni del Messia." (Sanhedrin 99a)
  • "Tutti i profeti hanno profetizzato riguardo i giorni del Messia; ma nessun occhio l'ha visto, o Dio, oltre a Te." (Berakoth 34b)
"Tutti i profeti" e poi dopo i tempi di Gesù nessun altro profeta è stato accolto nel canone della Tenak.
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