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SAN GIUSEPPE...
I SOGNI NELLA TORAH E IL MIO SOGNO
di Alessandro Conti Puorger
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L'ONIROMANZIA NEL TALMUD - TRADIZIONI E MITI EBRAICI »
SOGNARE E SONNO CON LE LETTERE EBRAICHE »
I FRUTTI DEI PRIMI SONNI »
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IL LIBRO DEI GIUBILEI
Il Libro dei Giubilei è testo canonico per la sola Chiesa copta.
L'originale era in ebraico, scritto tra il I e II secolo d.C., utilizzato dagli Esseni di Qumran, perché citato nella loro opera "Documento di Damasco", e frammenti di versione ebraica sono stati trovati in quelle grotte, ma resta solo nella versione etiopica, assieme al Libro di Enoch, anche lui canonico per quella Chiesa.
La serie degli avvenimenti narrati si sviluppa in 50 capitoli - dal capitolo 1 della Genesi fino al capitolo 12 dell'Esodo - suddividendo il tempo in giubilei, ossia in periodi di 49 anni, ma parafrasa i testi con inserzioni proprie su alcuni episodi arricchendoli con storie e leggende create nei secoli dalla fantasia popolare.
È un "midrash" della "Torah" che spiega vari eventi col mondo degli angeli, intermediari tra Dio e l'uomo ed è lì attribuita un'origine più antica alla Legge di Mosè tanto che già i patriarchi osservavano leggi e festività giudaiche.
Il libro intende colmare la lacuna di come Mosè, che la tradizione considera autore della Genesi, sia arrivato a conoscere i fatti precedenti.
Chi parla e sviluppa il racconto è l'angelo della presenza, "angelus faciei".
Abramo è presentato come l'uomo giusto sul quale, nei cieli, si gioca una sfida tra Dio è il principe Mastemah, simile a quella che nella Bibbia si svolge tra Dio e il Satan nei confronti di Giobbe.
Mastemah con Belial, manifestazioni di Satana, sarebbe un angelo sceso in terra per corrompere le figlie degli uomini, il suo nome significa inimicizia (Osea 9,7), infatti, "mastim" è participio hiphil di "satam "colui che è negativo" o "nemico", onde "il principe di Mastemah" è "il principe di inimicizia", quindi "ostilità", ne parla Giubilei 10,8-9; 11,4-6; 48,9-12 e 49,2 ove Mastemah fa da consulente di Dio, saggia le anime degli uomini, consiglia Dio di provare la fede di Abramo, cerca di far uccidere Mosè, opera per l'uccisione dei primogeniti Egiziani e incoraggia gli egiziani a seguire gli Israeliti nel Mar Rosso, dove poi morirono.
Ho citato questo libro perché opera che fa capire lo stato dello sviluppo dell'idea sugli angeli nel pensiero ebraico di quei tempi vicini a quelli dei Vangeli.
Per il tema che interessa spicca come una perla questo pensiero su Enoc: "Enoc fu il primo, fra gli uomini nati sulla terra, ad imparare la scrittura, la dottrina e la scienza e affinché gli uomini conoscessero i periodi degli anni secondo la regola di ogni luna, scrisse nel libro i segni del cielo secondo la regola delle lune. Egli fu il primo a scrivere le testimonianze e le fece ascoltare alla umanità, nelle famiglie della terra, e indicò i settenni dei giubilei, indicò i giorni degli anni, così come noi gli avevamo indicato. Egli vide il passato ed il futuro in visioni notturne, in sonno, e quel che accadrà all'umanità, alle sue generazioni, fino al giorno del giudizio. Tutto egli vide e conobbe, lo scrisse e lo pose a testimonianza, sulla terra, per l'umanità e le sue generazioni. E nel dodicesimo giubileo, nel settimo settennio, prese in moglie una donna chiamata Edena, figlia di Danel figlia della sorella di suo padre e costei, nel sesto anno di quel settennio, gli generò un figlio ed egli lo chiamò Matusalemme e stette, poi, sei giubilei con gli Angeli di Dio e gli mostrarono tutto quel che era in terra e nei cieli, la potenza del sole, e scrisse tutto e testimoniò contro i "vigilanti" che avevano peccato insieme con le figlie dell'uomo poiché avevano cominciato ad unirsi con le figlie della terra e ad essere impuri e testimoniò, Enoc, contro tutti loro. Ed egli fu preso di tra i figli dell'uomo e noi lo portammo, per la grandezza e la gloria, nel giardino di Eden ed eccolo, colà, a scrivere il giudizio e la condanna del mondo e tutta la malvagità dell'umanità. E a causa sua, mandò il diluvio su tutta la terra di Eden, poiché colà egli fu posto come segno per testimoniare contro tutti i figli dell'uomo per dire tutte le azioni delle generazioni fino al giorno del giudizio. Ed egli suffumigò di incenso la plaga occidentale del santuario, caro al Signore, sul monte a sud poiché nella nuova creazione, per la santificazione della terra, quattro luoghi sono, sulla terra, consacrati al Signore: il giardino di Eden e, nel suo interno, il monte dell'est; questo monte sul quale tu stai oggi il monte Sinai e il monte Sion." (Giubilei 4,17-26)
È così esplicitamente detto e confermato che, di fatto, ai tempi di Gesù molti ritenevano che quanto aveva ricevuto Mosè sul Sinai e riferito a lui dall'angelus faciei era di fatto quanto ricevuto in sogno da Enoc.
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