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RICERCHE DI VERITÀ...

 
INVESTIGHIAMO SUL PECCATO ORIGINALE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL SERPENTE E IL MESSIA
Nel libro dei Numeri si trova questo racconto: "Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero. Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo venne a Mosè e disse: Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi questi serpenti. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita." (Numeri 21,4-9)
Di ciò ho trattato nell'articolo in .pdf "Innalzare il Messia" inserito nella rubrica "Attesa del Messia".
Tale articolo si può placca integralmente nel discorso che si sto portando avanti e si integra in modo evidente col discorso che fa Gesù nel Vangelo di Giovanni al Capitolo 3.
Ne riprendo allora alcune parti.
Nel Vangelo di Giovanni al Capitolo 3, considerato una catechesi battesimale della Chiesa cristiana primitiva, Gesù ricorda quel evento che si trova nella Torah in quel capitolo 21 del libro dei Numeri: "...nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna." (Giovanni 3,13.15)
Il libro dei Numeri 21,6, infatti, racconta che "...il Signore mandò tra i popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì" ed il testo ebraico dice "nechashim hasherafim" ed il tradurre con "serpente velenoso" non è preciso, ma piuttosto è serpenti , infuocati o brucianti gli stessi che Isaia 30,6 indica come draghi volanti; il nome dei serafini in Isaia 6,2-6 deriva dalla medesima radice.
In un versetto successivo Numeri 21,8 "I Signore disse a Mosè: Fatti un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà, resterà in vita", ma qui il testo non dice né "serpente" né "velenoso", ma semplicemente uno "sharaf" da cioè "innalzare da vessillo"; poi Mosè fa un "nachash" "nachashet" "serpente di rame", come precisa il versetto successivo Numeri 21,9 e non lo "sharaf".

Tutto ciò per l'esattezza della traduzione.
Sembra poca la differenza, ma negli scritti biblici non solo ogni parola conta, ma ogni lettera; accade, infatti, che ogni lettera ha un preciso significato grafico, in quanto è un ideogramma che evocare una rosa di parole attorno ad un concetto di cui è da tener debito conto perché utili a spiegare più compiutamente il testo.
Tra l'altro in genere le lettere spiegano con i propri significati grafici anche le stesse parole in cui sono inserite, fornendo un predicato che la descrive.
Con i significati di "Parlano le lettere" farò degli esempi.
Sharaf = le lettere dicono "fuoco dalla testa soffia ", ecco l'idea di drago e se poi le lettere si accoppiano tra loro si ha "liberare " e "Verbo = Parola = " ed in sé c'è anche il radicale di guarire "guarire " concetti che poi vengono sviluppati nel discorso.
Bastone di Asclepio, per i latini Esculapio Tra l'altro la stessa farmacia o scienza dei farmaci è come noto legato all'idea di un serpente alato su un'asta il Bastone di Asclepio, per i latini Esculapio, antico simbolo greco associato alla medicina.
Asclepio era il dio della salute nell'antico pantheon greco istruito nell'arte medica dal centauro Chirone.
Accade poi che le lettere di "nachash" sono anche, come ho già sottolineato quelle del radicale del verbo "attendere alla divinazione" e con altra vocalizzazione servono per "incantesimo, sortilegio".
In definitiva il serpente innalzato è come un farmaco che non fa morire ed il Vangelo di Giovanni richiama quel evento e Gesù stesso porta il paragone come "...Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna", sostenendo d'essere lui stesso un farmaco, ma non per guarire solo in questo mondo, ma per guarire da una malattia antica; cioè è farmaco di immortalità.
Tra l'altro è Lui che nasconde il vero "il Risorto che guarisce ()".
Il Messia è parola che deriva dal radicale costituito dalle lettere del verbo "mashach" che significa: "ungere" impiegato per la prima volta in Genesi 31,13 in un sogno di Giacobbe.
L'olio con cui viene unto è "shemen" ha le stesse lettere di shmone, "otto" e otto è il numero del Messia, in quanto egli rappresenta il superamento del sette cioè del massimo dell'ordine naturale rappresentato dai sette giorni della creazione ed è come la luce che proviene dalle sette lampade del candelabro; c'è Lui.
Otto è il numero dell'infinito.
Ungere con "l'olio dell'unzione", shemen ha-mishchà già in uso nell'ebraismo, ora nei sacramenti cristiani che lo comportano - battesimo, cresima, ordinazione, era atto che come nel caso di sacerdoti, re, profeti richiamava la discesa di un'anima dall'alto, cioè d'un livello divino, sulla persona unta, e sta a significare il legare in terra in modo efficace una realtà che si voleva indicare decisa in cielo.
Le lettere ebraiche sono capaci di spiegarne bene il senso.
Accade, infatti, che "olio" shemen , ha le stesse lettere di "anima" neshamah , ma ordinate in modo diverso ( = e a lettera si può sempre considerare presente a fine parola, vedi le regole di decriptazione in "Parlano le lettere".
Secondo le predette regole, inoltre, la lettera , a fine parola , rappresenta un'onda d'energia, un invio (vedi scheda della lettere ebraiche a destra).
Accade poi che sono le lettere di "nome" perché = e il "Nome" è un modo per designare le potenze dell'Onnipotente, perciò shemen "il Nome invia ".
E cosa gli arriva dall'alto?
L'investe la Sua anima speciale, quella che sigilla in lui la volontà della sua esistenza in Dio, la o .
"L'energia accende nell'uomo ", energia ovviamente divina.
L'unzione è in pratica la ricezione del proprio vero nome, quello segreto, col quale Dio ci ha chiamati dopo averci creati, con la "Invia il Nome prescelto ".
È da ritenere infatti che ciascuno è stato pensato da Dio in un modo speciale e irripetibile imprimendo il carattere spirituale del conio dell'Unigenito onde con la "L'energia accende nel vivente del Crocifisso ".
Questa consente comunque che vi sia energia sufficiente per la risurrezione dai morti, in quanto la è "energia per la risurrezione dei morti ".
Dopo la vita dell'uomo vi sarà il giudizio sul suo operato e gli si chiederà se s'è comportato secondo il pensiero di Dio quando gli impose il Nome e se in esso ritrova traccia del conio originario con frutti come Gesù dice chiaramente nel discorso della montagna "Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli." (Matteo 7,19-21)
Col battesimo cristiano, in cui c'è l'unzione e la triplice immersione o infusione d'acqua, si impone il nome N.
Alle origini del cristianesimo, quando dopo il catecumenato si battezzavano gli adulti che avevano accolto il cristianesimo, il nome N che veniva imposto era diverso dal nome precedente, infatti: "N ti battezzo nel Nome del Padre, nel Nome del Figlio e nel Nome dello Spirito Santo...".
Il che, tra l'altro, ricorda che Dio cambiò il nome ad Abram, a Sarai, e a Giacobbe chiamandoli Abramo, Sara e Israele.
Il libro dell'Apocalisse, infatti, dice "Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve." (Apocalisse 2,17) e chi entra nel battesimo è chiamato a partecipare alla vittoria finale di Cristo.
Le lettere e del Nome si trovano sia in Mosè sia nel Messia .
Se leggiamo da destra a sinistra questi nomi lettera per lettera, si ha:

  • Mosè "aprirà al Nome ";
  • Messia "nasconde/racchiude il Nome .
Accade che Messia, participio passato di ungere, quindi "unto - consacrato", si può scrivere sia che , questo ultimo letto ancora da sinistra a destra propone che "in un vivente il Nome " che converge con l'idea di un Dio vivente e, per i cristiani di Dio che s'incarna.
Per la gimatria, il Messia ha i seguenti valori:
  • = ( = 8)+ ( = 300) + ( = 40) = 348;
  • = ( = 8) + ( = 10) + ( = 300) + ( = 40) = 358.
La gimatria o gematria, regola che, attribuiti i numeri ad ogni lettera, fa associare parole o frasi con lo stesso valore di totale numerico per trarne deduzioni utili all'esegesi del testo, porta a considerare che c'è equivalenza tra la lettera + = 40+10 = 50 e la lettera = 50; cioè accade che per tale regola c'è equivalenza tra e come se fosse una specie di acqua , un mare speciale.
Ecco che così che le pagine del diluvio e dell'apertura del Mar Rosso possono aprirsi in modo nuovo pensando non soltanto all'acqua concreta, ma anche ad un'acqua speciale. (Vedi: "La risurrezione dei primogeniti" e "Cosa nasconde il racconto di noè e del diluvio?")
A questo punto viene spontaneo sostituire alle lettere che si trovano nel Messia una ed accade che diviene .
Le lettere , come abbiamo considerato, formano la parola citata nell'episodio dei "serpenti velenosi" in Numeri 21 che abbiamo visto voler dire "serpente", "rame", "sortilegio - divinazione".
Per la gimatria si verifica così una stretta corrispondenza tra Messia e rame e serpente, il che conferma che quella pagina di Numeri 21 deve parlare nel testo nascosto del Messia come risulta dalla decriptazione presentata nell'articolo in .pdf "Innalzare il Messia" inserito nella rubrica "Attesa del Messia".
Abbiamo così imparato un'altra cosa: quando nel testo biblico ebraico si trova ungere, serpente, rame c'è sotto il Messia.
Dio, il Creatore, "'Elohi", la SS.Trinità, appena si verificò l'evento della caduta dell'uomo per colpa dell'incantatore "nachash" furono maturi i tempi per la venuta dell'incantatore del incantatore, il serpente di rame di Numeri 21, il Messia che sarà il farmaco per guarire l'uomo.

parti seguenti:    

IL FRUTTO DELL'ALBERO DELLA VITA »

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