BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2012  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheLettere ebraiche e codice Bibbia - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
LA REGINA DEL SUD E SALOMONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

LA MITICA TERRA DI KUSH »
IL RACCONTO BIBLICO DELL'INCONTRO CON SALOMONE »

IL RACCONTO ETIOPE DEL KEBRA NEGAST
Un antico testo etiope, il "Kebra Negast", cioè "La gloria dei Re", del IV-VI secolo d.C. con redazioni ed aggiunte fino al XII secolo, scritto in base a tradizioni locali con spunti dall'Antico Testamento e Nuovo Testamento, da apocrifi, da commenti rabbinici, da "midrash" e dal Corano, tende ad asseverare la discendenza dei Re d'Etiopia da Salomone.
Quel testo sostiene che Salomone, Re d'Israele, ebbe un figlio dalla Regina Makeda, il nome che "Kebra Negast" da alla Regina di Saba.
Questo figlio fu Bayna-Lehekem da cui discenderebbe, come 225° Re d'Etiopia, l'Imperatore Ras Tafari Makonnen, il "Negus Negesti" incoronato nel 1930 chiamato Haile Selassie I, ossia "Potere della Santa Trinità", detto il Leone di Giuda, protettore dalla celestiale Zion, l'Arca della Legge di Dio.

Quel "Kebra Negast", costituito di 117 capitoli e da un'introduzione e considerato testo religioso della Chiesa ortodossa etiopica ed eritrea, è scritto nella lingua "ge'ez", l'antico amarico, lingua semitica parlata nell'Impero d'Etiopia fino al XIV secolo e usata ancora come lingua liturgica anche dai "falashah", etiopi di religione ebraica della comunità Beta Israel e dalla Chiesa cattolica etiope.
Quel testo, che parte da Adamo ed Eva ed arriva a Gesù Cristo, di fatto, prepara, amplia, sviluppa e prosegue nella parte centrale l'episodio dell'incontro Salomone - Regina di Saba.
La premessa è che, per la costruzione del Tempio di IHWH, Salomone fece chiamare mercanti da ogni dove per acquistare stoffe, legnami, attrezzi e quanto altro per la realizzazione del progetto.
Tra i mercanti c'era anche un certo Tamarim, ricco commerciante etiope, che al ritorno in Etiopia parlò a corte della saggezza del re.
La notizia incuriosì la regina di Saba, che, convocatolo, udendo il racconto, decise di recarsi in Israele.
Chiamò i signori del regno che le diedero aiuto con una carovana di ben 697 animali da soma, mule cariche di oro, cammelli pieni di aromi e pietre preziose.
Il tutto, più o meno, si sviluppa come nel racconto ufficiale della Bibbia.
Secondo il Kebra Negast però poi ci furono grossi sviluppi e fatti non detti.
I due, Salomone e Makeda per un tranello escogitato dal Re, trascorrono una prima notte insieme; ciò è narrato nei capitoli 29 e 30 del Kebra Negast.
Riporto il "piccante" racconto di come Salomone convinse Makeda a unirsi a lui.

«E il re Salomone inviò un messaggio alla Regina, dicendo: Ora che sei venuta perché vuoi andare via senza vedere l'amministrazione del regno, i pasti degli eletti del regno di giusti allontanati dai peccatori. Tu vuoi acquistare la saggezza. Seguimi ora e siediti nel mio splendore nella tenda e completerò la tua istruzione e tu vedrai l'amministrazione del mio regno, perché tu hai amato la sapienza ed essa abiterà con te fino alla tua fine e per sempre.
E la Regina rispose dicendo: Dall'essere un pazza, sono diventato saggia seguendo la tua sapienza e da respinta dal Dio d'Israele sono diventata una donna scelta a causa di questa fede che è nel mio cuore e d'ora in poi farò adorare nessun altro dio all'infuori di Lui. E riguardo a ciò che tu dici, che tu vorrai aumentare in me la saggezza e onore, io verrò secondo il tuo desiderio.
Salomone gioì per questo e schierò i suoi eletti in abiti splendidi e aggiunse doppia fornitura al suo tavolo e dette disposizioni relative alla gestione della sua casa per ordinarla con cura.
Preparò tutto in pompa magna, nella gioia e nella pace, nella saggezza e nella tenerezza, con ogni umiltà e modestia.
E la Regina venne e passò in un luogo appartato in splendore e gloria e si sedette subito dietro di lui dove poteva vedere ed imparare e conoscere e si meravigliò oltremodo a quello che vedeva e da quello che sentì e glorificava il Dio di Israele nel suo cuore e lei è stata colpita con meraviglia per lo splendore della reggia, che ha visto.
Lei poteva vedere, ma nessuno poteva vederla, perché Salomone aveva organizzato con saggezza per lei.
Aveva abbellito il luogo dove era seduta e si era diffuso su di essa tende viola e ha stabilito tappeti e decorato con "miskât" e marmi e pietre preziose e ha bruciato le polveri aromatiche e cosparso di olio di mirra e cassia intorno e l'incenso sparso incenso e costosi in tutte le direzioni.
E quando l'hanno portato in questa dimora, l'odore dello stesso è stato molto piacevole per lei e prima ancora ha mangiato le carni prelibate soddisfatta del loro odore.
E con l'intento saggio Salomone le mandò carni che farebbe la sua sete e le bevande che sono stati mescolati con l'aceto e pesce e piatti a base di pepe.
E questo ha fatto e ha dato loro alla Regina per mangiare.
Il pasto regale finì gli amministratori ed i consiglieri e gli uomini giovani e servi partirono e rimasti soli il re si alzò e andò alla regina e le disse: tu riposati qui per il bene dell'amore fino all'alba.
E lei gli disse: Giurami per il tuo Dio, il Dio di Israele, che tu non mi prenderai con la forza. Perché se io, che secondo la legge degli uomini sono una fanciulla, vengo sedotta, dovrei tornare dal mio viaggio nel dolore e afflizione e tribolazione.
Salomone le rispose: Giuro che non ti prenderò con la forza, ma tu devi giurare a me che tu non prenderai con forza alcunché è nella mia casa.
E la Regina rise e disse: Sei un uomo saggio perché parli come un pazzo? Devo rubare qualcosa, o devo portare fuori di casa del re ciò che il re non ha dato a me? Non pensate che io sia venuto qui per amore di ricchezze. Inoltre, il mio regno è tanto ricco quanto la tua e non c'è niente che mi auguro che mi manca. In verità sono solo venuta in cerca della tua saggezza.
Ed egli le disse: giuriamo assieme.
Salomone: giuro che non ti mi prenderò con la forza.
Makeda: giuro di non prendere con la forza beni tuoi.
E il re salì sul suo letto in una parte della Camera e i servi avevano preparato per lei un letto sul lato opposto.
Salomone disse in segreto a un cameriere giovane, di non mettere la ciotola dell'acqua vicino al letto della Regina.
E la regina dormì un poco, ma si svegliò con la bocca secca per la sete, per il cibo che Salomone nella sua saggezza aveva dato per procurarle sete e lei era davvero in gran sete con la bocca secca.
Decise di bere l'acqua che aveva visto, vicino al letto del re Salomone.
Lo guardò con attenzione e pensava che dormiva un sonno profondo.
Salomone non dormiva e stava aspettando fino a che non si fosse alzata per rubare l'acqua ed estinguere la sete.
E lei si alzò e senza far rumore con i piedi, andò a l'acqua nella ciotola e alzò il vaso per bere l'acqua.
Salomone la prese per mano prima che lei potesse bere l'acqua e le disse: Perché hai rotto il giuramento che hai giurato che non vorresti prendere con la forza tutto ciò che è in casa mia?
Lei intimorita rispose, è forse il giuramento rotto per la mia acqua da bere?
E il re le disse: C'è qualcosa che hai visto sotto il cielo che è meglio dell'acqua.
La Regina concluse: Ho peccato e tu sei libero di giuramento. Ma lasciatemi bere l'acqua per la mia sete.
Lui le permise di bere acqua, e dopo aver bevuto acqua hanno dormito insieme.»

Salomone regalò a Makeda un anello da donare all'eventuale frutto del loro amore che di fatto nacque al ritorno di lei in Eritrea.
Il bimbo fu chiamato Bayna-Lehkem, detto Ebna Hakim, Figlio del Saggio.
Questi divenne Imperatore d'Etiopia col titolo di Menyelek I o Menelik, il primo della stirpe dei sovrani d'Etiopia.
Makeda, dal culto del sole dei suoi avi, si convertì al Signore Dio di Israele.
A ventidue anni Menelik va a Gerusalemme col prezioso anello, si fa riconoscere dal padre e, in sintesi, chiede un pezzo della copertura di Zion, l'Arca dell'Alleanza, affinché anche il suo popolo potesse venerarla.
A farla breve Menelik riesce a far fare una copia dell'Arca poi, con sotterfugio grazie anche all'aiuto di alcuni primogeniti ebrei, a trafugarne l'originale e con questa miracolosamente fugge con assieme il decalogo.
Salomone, a questo punto, commenta quel testo, comprende che assieme a Zion, avrebbe perso anche la benedizione divina.
In effetti, da quel momento, come si può verificare nella Bibbia, inizia la decadenza del regno d'Israele che si spaccherà in due, quello del Nord con un estraneo alla casata di Davide, Geroboamo e quello del Sud con re Roboamo, figlio di Salomone.
L'Arca non è più menzionata nella Bibbia, pur se per la tradizione ebraica è nascosta nei sotterranei del Tempio di Gerusalemme costruiti e chiusi poi appositamente prima della distruzione del Tempio.

La ricerca dell'arca è ricerca non archeologica ma mistica.
YHWH nella tenda del convegno e poi nel tempio di Salomone si faceva presente nel cuore del Santo dei Santi sopra il Kaporet dell'arca tra i due cherubini, quindi ove c'è la presenza di Dio là c'è l'arca.
Per la mistica giudeo-cristiana l'arca è proprio il segno della presenza di Dio.
Si pensi ad esempio la disposizione classica delle chiese ambrosiane: l'altare-arca con ai lati i due angeli-cherubini e sopra l'altare il corporale su cui Dio si rende visibilmente presente.
Così anche ogni chiesa etiope ha sull'altare "un'arca", un sacro legno dipinto che ha toccato l'arca principale tenuta ad Axum, che mai viene mostrata ai fedeli.

L'Etiopia e gli etiopi erano legati all'Antico Testamento già prima del cristianesimo.
Ne fa fede la comunità di colore dei "falashah" o "falascià" (che vuol dire stranieri) detti Beta Israele o Casa d'Israele che hanno usanze collegabili con reminiscenze della religiosità ebraica antica.
Gli Atti degli Apostoli, infatti, attestano: "Egli (Filippo) s'alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina d'Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia." (Atti 8,27s)
Si trovano poi nella Bibbia citazioni che attestano come l'Etiopia fosse nella sfera del Dio d'Israele:

  • Salmo 68,32 - "Verranno i grandi dall'Egitto, l'Etiopia tenderà le mani a Dio."
  • Salmo 87,4-5 - "Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono; ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: tutti là sono nati. Si dirà di Sion: L'uno e l'altro è nato in essa e l'Altissimo la tiene salda."
  • Amos 9,7 - "Non siete per me come gli etiopi, israeliti?"
Salomone cercò il meglio che si potesse trovare in giro come materiali e personale specializzato nelle varie arti per le sue costruzioni, quindi interpellò i paesi vicini e favorì lo scambio commerciale.
Ciò si evince anche dal racconto nel "Kebra Negast".
Non solo, ma gli occorreva anche tanta mano d'opera.
Si legge in 1Re 9 che Salomone impiegò per le sue costruzioni anche mano d'opera non volontaria o comunque Israelita: "Questa è l'occasione del lavoro forzato che reclutò il re Salomone per costruire il tempio, la reggia, il Millo, le mura di Gerusalemme, Cazor, Meghiddo, Ghezer. Il faraone, re d'Egitto, con una spedizione aveva preso Ghezer, l'aveva data alle fiamme, aveva ucciso i Cananei che abitavano nella città e poi l'aveva assegnata in dote alla figlia, moglie di Salomone. Salomone riedificò Ghezer, Bet-Coròn inferiore, Baalat, Tamàr nel deserto del paese e tutte le città di rifornimento che gli appartenevano, le città per i suoi carri, quelle per i suoi cavalli e quanto Salomone aveva voluto costruire in Gerusalemme, nel Libano e in tutto il territorio del suo dominio. Quanti rimanevano degli Amorrei, degli Hittiti, dei Perizziti, degli Evei e dei Gebusei, che non appartenevano agli Israeliti e cioè i discendenti rimasti dopo di loro nel paese, coloro che gli Israeliti non erano riusciti a sterminare, Salomone li costrinse ai lavori forzati e tale è ancora la loro condizione." (1Re 9,15-21)
Evidentemente usò anche mano d'opera egiziana e nubiana che il faraone gli mandò; altra forse fu mandata dalla stessa Etiopia dopo la storia di Salomone e Makeda e molti evidentemente poi rimasero ed adottarono le usanze d'Israele pur non integrandosi completamente.
Sta il fatto che in più occasioni per le invasioni Assire, fino alla distruzione del Tempio del 586 a.C., ci furono fuoriusciti esuli d'Israele sia dal Regno del Nord sia da quello del Sud d'Israele che si portarono in Egitto ed in Etiopia.
A questi è da attribuire la diffusione dell'ebraismo in Etiopia.
Le tavole di Mosè, certamente almeno idealmente, le troviamo custodite e sorvegliate con amore e rispetto presso la chiesa Zion Mariam ad Axum, dove prima venivano offerti sacrifici secondo riti dell'Antico Testamento e oggi secondo il Vangelo.
Tutto ciò conferma che l'Etiopia è un paese di Dio.

I Falashah, di fatto, sono ebrei negri, macellano ancora l'agnello pasquale, non hanno tradizioni rabbiniche, non conoscono il mangiare Kasher e la proibizione di unire carne e latte, praticano anche la circoncisione femminile, non conoscono il Talmud e la Cabala, né la lingua ebraica, hanno soltanto tradizioni orali, non portano i tradizionali filatteri e l'ignoranza dell'ebraico può essere dovuta al fatto che erano venuti in etiopia in occasione della prigionia babilonese, quando molti ebrei parlavano ormai caldeo e non più la loro lingua originaria.
Come se tutto per loro si fosse fermato effettivamente ai tempi di Salomone senza gli apporti del "giudaismo" che nasce nel e dopo esilio in Babilonia.
Questi, i falashah per carestie e repressioni del governo etiope nel 1978 emigrarono in Sudan, ove trovarono ostilità, indi il governo d'Israele fece trasportare nel proprio territori con un massiccio ponte aereo fino al 1991 - Operazione Mosè, Operazione Giosuè ed Operazione Salomone - 90.000 falasha, pari al 90% della comunità di quelli ora in Palestina.
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2012 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  DECRIPTAZIONE BIBBIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy