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ATTESA DEL MESSIA...

 
MALVAGI SALVATI DAI FRATELLI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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UN PENSIERO FINALE
Questo decriptato, che m'esonero dal commentare, presenta tra l'altro con semplicità il perché occorreva che Dio si facesse uomo, cioè il perché dell'incarnazione.
Il nostro istinto verso il male può essere vinto solo col rendere esplicita la natura divina del nostro soffio iniziale che poteva essere riacceso solo da un fuoco che apportasse la risurrezione.
Il sole che sorge, lo "Shoemoesh" è proprio Lui il "Risorto che salva ()" è Lui che e il Sole nella Citta della nuova Gerusalemme, infatti, "La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello." (Apocalisse 21,23)
Generazioni e generazioni di uomini si sono rinnovate sulla faccia della terra.
Per l'insito egoismo e per l'istinto atavico di primeggiare in ogni tempo s'è trovato tra queste chi ha assoggettato la natura e gli altri uomini, spesso con violenza, sì da essere definiti malvagi.
L'uomo nasce solo, invaso dall'istinto bestiale, ha avuto difficoltà ad acquisire il concetto di fratello, di un uguale a sé per diritti e ha appreso una regola "mors tua vita mea".
La Bibbia rappresenta sinteticamente questa realtà, prima con l'episodio di Caino e Abele, quindi, con la discendenza di Caino che in sé ha impresso tutto il vigore negativo del capostipite e lo incrementa da 7 a settanta volte 7.
Nella Bibbia la parola fratello, infatti, prima del diluvio si trova relegata all'episodio di Caino e Abele e alla discendenza di Caino.
Solo sull'Arca di Noè, immagine della Chiesa, l'assemblea degli uomini nuovi del Signore Risorto, si trovano fratelli - Sem, Cam e Iafet - con le loro famiglie al seguito di una famiglia che conduce, quella di Noè che rappresenta il vescovo.
Il diluvio e la relativa alleanza dell'arco nel cielo non cambiò però gli uomini, perché l'istinto al male era comunque chiuso nel loro cuore, ma fece solo comprendere ad alcuni che il rapporto con Dio e tra i fratelli poteva cambiare.
Quei Sacri Testi raccontano poi della scelta di Dio sul padre Abramo, eletto per creare una discendenza numerosa come le stelle del cielo, atta a ricevere concretamente la benedizione per condurre una vita degna della terra promessa.
La Bibbia ci insegna che comunque il cammino era irto di difficoltà.
L'amore tra fratelli era ancora un mito.
Si pensi a Esaù di cui ho presentato la discendenza ed a Giacobbe.
Si pensi poi a Giuseppe venduto schiavo dai fratelli.
L'Antico Testamento, libri sacri anche per la Chiesa Cattolica, contengono tante pagine e versetti con interminabili genealogie, che risulterebbero del tutto inespressivi per il fedele, ma sono la base storica che portano poi alla nascita di Gesù la cui genealogia è indicata con alcune diversità nei Vangeli di Matteo e di Luca.
C'è poco da fare, Gesù è figlio di Adamo, è discendente di Set, un lontanissimo fratello di Caino, ma non finisce qui, un suo lontano avo, Isacco, fu padre di Giacobbe suo ascendente ma anche di Esaù e un suo ascendente fu Giuda, un "fratello" di Giuseppe.
Gli antenati e le antenate di Gesù non sono tutti stinchi di santi!
Lo sa bene Gesù quando dice "...non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori". (Marco 2,17)
E chi non è peccatore davanti allo splendore della Sua Santità!
Questa è la realtà, buoni o malvagi sono uomini che Dio in Gesù Cristo ama e che vuole salvare, perché carne della propria carne.
Il pensiero biblico ha sognato per anni l'amore fraterno, basta pensare al salmo 133(1-3) "Ecco, com'è bello e com'è dolce che i fratelli vivano insieme! È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste. È come la rugiada dell'Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre."
(Il Salmo decriptato è nell'articolo in .pdf "Salmi del Salterio e di Qumran - Gesù e gli Esseni".)
In pienezza questo sentimento si è attuato e ci è stato esemplificato in Cristo, ma ciò nonostante anche se è ben chiaro che i cristiani sono fratelli di Cristo sono anche loro divisi in molte cose.
Siamo fortunati di vivere in questo tempo, dopo 2 millenni dalla Sua nascita, in cui ormai il Regno di Dio è vicino, in cui lo splendore di Cristo ha rivelato per noi e in nostro favore cosa sia in concreto l'amore per i fratelli, anche per quelli della discendenza di Caino.
"Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte? E Gesù gli rispose: Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette." (Matteo 18,21-22)
La buona notizia del Vangelo è sparsa ormai nei vari paesi, serpeggia tra i campi pronti a maturare la conversione del mondo.
Conversione in ebraico è "shubah" "nella luce portarsi dentro ad entrare " dal radicale .
In senso cristiano ed evangelico si può dire "del Risorto portarsi alla casa "; infatti, Gesù "...si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: Che cercate? Gli risposero: Rabbì, che significa maestro, dove abiti? Disse loro: Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio." (Giovanni 1,38s)
Quei due discepoli si erano convertiti a Lui.
La dottrina di Cristo col suo Spirito ha avuto modo di incidere cambiando al bene uomini di ogni nazione, facendoli santi, non tanto perché hanno eseguito i suoi precetti, ma perché hanno seguito la sua persona e gli sono stati veramente fratelli.

In effetti siamo amati anche se siamo cattivi anche se siamo come Esaù!
La nostra cattiveria, infatti, emerge ancora.
Purtroppo gli stessi cristiani che dovrebbero essere uno in Cristo ed essere riconosciuti da come si amano sono divisi in tante Chiese.
I fratelli, eppure, dovrebbero credere nello stesso Padre e nella stessa madre!
Dovrebbe, infatti, accadere quanto dice la lettera agli Efesini "Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. " (Efesini 4,1-5)
Tutto è pronto per poter accogliere la grazia della "converzione" onde far frutto.
Perché la buona notizia del Vangelo sia efficace nel mondo intero è però essenziale che ogni cristiano faccia tutto per quanto gli è possibile in favore dell'auspicata unità dei cristiani, pregando intensamente con lo stesso desiderio insito nella preghiera di Cristo: "Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi." (Giovanni 17,11)
D'altronde le lettere ebraiche di fratello "'Ach" suggeriscono proprio "una sola assemblea ", ossia una sola Chiesa.

a.contipuorger@gmail.com


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