RICERCHE DI VERITÀ...
NEL SANTO L'ALTARE DEI PROFUMI DAVANTI AL SANTO DEI SANTI
di Alessandro Conti Puorger
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ALTARE PER UNA VITTIMA PARTICOLARE »
LE CINQUE PARTI DI ESODO 30 »
L'ALTARE DI PROFUMI - ESODO 30,1-10 »
L'IMPOSTA PER IL CENSIMENTO - ESODO 30,11-16 »
LA CONCA DI RAME - ESODO 30,17- 21 »
L'OLIO DELL'UNZIONE - ESODO 30,22-33 »
IL PROFUMO - ESODO 30,34-38
Esodo 30,34 - "Il Signore disse a Mosè: Procurati balsami: storace, onice, galbano e incenso puro: il tutto in parti uguali.
Esodo 30,35 - Farai con essi un profumo da bruciare, una composizione aromatica secondo l'arte del profumiere, salata, pura e santa.
Esodo 30,36 - Ne pesterai un poco riducendola in polvere minuta e ne metterai davanti alla Testimonianza, nella tenda del convegno, dove io ti darò convegno. Cosa santissima sarà da voi ritenuta.
Esodo 30,37 - Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore.
Esodo 30,38 - Chi ne farà di simile, per sentirne il profumo, sia eliminato dal suo popolo."
Anche il profumo da bruciare sull'altare, secondo quanto dice questo brano, lo avrebbe prodotto Mosè "secondo l'arte del profumiere", ma vale quanto già detto su Bezaleel (Vedi: Esodo 37,29).
Gli ingredienti sono i quattro indicati dal testo:
- resina, che si ritiene sia lo storace,
- l'onice che sarebbe la conchiglia odorosa,
- il galbano,
- l'incenso.
In testi ebraici si trova "Prenditi degli aromi, della resina, della conchiglia odorosa, del galbano, degli aromi con incenso puro, in dosi uguali..."
Storace è la resina della pianta "styrax officinal" o "liquidamber orientalis", pianta originaria dell'India e di Giava, ambite nell'antichità per i suffumigi e per la composizione di incensi dal profumo resinoso e floreale, dolce e ambrato, ha proprietà cicatrizzanti ed espettoranti, cura tracheite, tonsillite e gengivite.
Onice o conchiglia odorosa a forma d'unghia, appunto onice, una conchiglia bivalve, odorosa perché emana profumo quando si apre.
Galbano "choelebbenah"
viene dalla pianta ferula gummosa o galbaniflua, della famiglia del finocchio e del cumino, della quale s'usa l'olio della gommoresina che fuoriesce dalla radice, bianco simile al latte che esposto all'aria indurisce e forma grani simili all'incenso, detti "lacrime di galbano".
Ha poteri calmanti e rilassanti.
In ambito cosmetico è utile per fissare i profumi.
Fa parte dei "sette oli sacri di Thekoa", antica città della Palestina a cui pervenivano le carovane dall'oriente prima di giungere a Gerusalemme: Galbano, Labdano, Olibano, Nardo, Mirra, Cannella, Incenso.
Il Galbano arso da solo emana profumo non gradevole, ma miscelato con altri li rende più piacevoli esaltandone le qualità.
Secondo il Talmud Keritot, Rashi suggerisce che la Torah include il galbano nella miscela per insegnare di non escludere i peccatori, anzi se s'uniscono ai riti e alle preghiere fanno parte della collettività ben accetta al Signore.
Incenso "lebonah"
è una gommo-resina odorosa prodotta da un arbusto che cresce spontaneamente in Asia e in Africa. la Boswellia "sacra", sgorga in gocce da incisioni sul tronco e solidifica al contatto con l'aria.
Bruciando produce molto fumo e un intenso profumo.
I quattro aromi erano in parti uguali, ma in effetti vi erano miscelati altri sette aromi che Rashi nel Talmud Keriot, nomina così: mirra, cassia, spinardo, zafferano, costus, corteccia, aromatica e cinnamomo.
Ogni componente era prima macinato fino a diventare una polvere sottile, indi venivano intimamente miscelati.
Il testo di Esodo 30,35 precisa infine che la composizione aromatica era "salata, pura e santa".
Si ritiene perciò che a quegli 11 ingredienti venisse aggiunto:
- sale di Sodoma per fissare i profumi,
- l'estratto della pianta eleva fumo, ha "Maalè Ashan" o "Leptadenia pyrotecnica" che miscelato al preparato aveva la proprietà di direzionare il fumo in alto ed evitava un'eccessiva espansione laterale.
La Chiesa Cattolica ed anche la Greco Ortotossa, usano bruciare "incenso" nelle Messe solenni e in vari riti, tra cui in quello per il commiato ai defunti.
L'incenso in tali riti ha vari significati e funzioni:
- rivolto all'altare e ai simboli religiosi, è per l'elevazione dei fedeli, segno di preghiera, adorazione e meditazione gradite, inteso a ricordare che Dio non apprezza offerte materiali, ma quanto viene di spontaneo da un cuore fedele; infatti: "Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso." (Luca 1,10) e "...un altro angelo e si fermò presso l'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull'altare d'oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi." (Apocalisse 8,3)
- di "colonna di nube", segno della presenza di Dio;
- dispensato sull'assemblea o sulle offerte, indica consacrazione a Dio delle persone e di quanto segnato.
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