BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2012  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheDecriptazione Bibbia - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RICERCHE DI VERITÀ...

 
NEL SANTO L'ALTARE DEI PROFUMI
DAVANTI AL SANTO DEI SANTI

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

ALTARE PER UNA VITTIMA PARTICOLARE »
LE CINQUE PARTI DI ESODO 30 »
L'ALTARE DI PROFUMI - ESODO 30,1-10 »
L'IMPOSTA PER IL CENSIMENTO - ESODO 30,11-16 »
LA CONCA DI RAME - ESODO 30,17- 21 »
L'OLIO DELL'UNZIONE - ESODO 30,22-33 »
IL PROFUMO - ESODO 30,34-38 »

IL MODELLO, IL SANTUARIO SPIRITUALE E IL SANTUARIO MATERIALE
Nella Torah il Signore esprime il desiderio di stare in mezzo al suo popolo: "Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro. (Esodo 25,8)



È stato notato dai saggi d'Israele (Shemot Rabbà 34,3) che questo verbo, "mi faranno" è espresso al plurale, come pure nel versetto successivo il "Faranno un'Arca", mentre nel resto del capitolo Esodo 25 i verbi sono al singolare, cioè Colui che parla si rivolge a Mosè.
Questa constatazione ha provocato il pensiero che ciò sia fatto ad arte onde far recepire che è bene che ciascuno del popolo potesse avesse parte attiva alla Torah.
Di fatto, poi, si leggerà che oltre alle offerte obbligatorie vi saranno offerte volontarie del popolo, onde ciascuno ha potuto partecipare, anche con ridondanza, all'opera, rappresentativa della trasmissione di Dio al mondo, monito alle generazioni future di fare altrettanto.
Quel "io abiterò", "shakanetti" , porterà alla costruzione e formazione del luogo ove abiterà, cioè della "hammishekkan" , "la Dimora", a modello di quella spirituale nel cielo.
Quel brano, infatti, continua così, "Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi." (Esodo 25,9).
In effetti i testi ebraici sostituiscono alla parola "modello" la traduzione "struttura" da cui la seguente traduzione letterale:
" Come tutto quello che io mostro a te, la struttura della Dimora e la struttura di tutti suoi arredi, così farete."
A Mosè, perciò, Dio ha mostrato .
Queste lettere sono anche quelle che in ebraico si usano per definire la parola "specchio", così si può concludere che Mosè avrebbe visto le realtà celesti come in uno specchio.
Santo Stefano, prima della lapidazione, nel suo discorso ricorda che "Nel deserto i nostri padri avevano la tenda della testimonianza, come colui che parlava a Mosè aveva ordinato di costruirla secondo il modello che aveva visto." (Atti 7,44)
Di fatto Mosè vide proprio il modello del Santuario, infatti, il capitolo 25 del libro dell'Esodo così conclude: "Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte." (Esodo 25,40)
La parola modello, in effetti, come detto, sarebbe perciò "struttura" , ma forse questo termine nasconde di più.
Dio poi descrisse tutto nel dettaglio, precisamente:

  • l'arca, in Esodo 25,10-21;
  • la tavola per i pani dell'offerta, in Esodo 25,23-30;
  • il candelabro, in Esodo 25,31-38;
  • la Dimora, in Esodo 26;
  • l'altare di rame, in Esodo 27,1-9;
  • il recinto della Dimora, in Esodo 27,10-19;
  • gli abiti per il sommo sacerdote, in Esodo 28;
  • indi nel capitolo 30 ciò di cui ho detto.
La Sacra Scrittura ci dice così che Mosè, vide la vera dimora, poi n'udì una descrizione da parte del Signore e la riportò nella Torah... ma non basta... ecco che, dopo, nel capitoli 35-40 dello stesso libro dell'Esodo viene nuovamente descritto il tutto.
La Torah così insegna che vi sono due Santuari, uno eterno, mostrato a Mosè sull'Oreb descritto nella Torah e uno costruito dal popolo, su indicazione della Torah scritta, ma interpretata dalla traduzione di quel testo decidendo di separare le parole in ebraico.
Siccome quanto realizzato è diverso da quanto veduto da Mosè, ma è soltanto una terrena interpretazione, si può pensare che sia anche diverso da quanto di fatto volesse essere descritto.
È, infatti, al riguardo da ricordare che i testi delle antichi rotoli della Torah avevano le lettere tutte separate ed equispaziate senza indicazione segni distintivi di fine parola e senza segni di vocalizzazione, onde il testo tradizionale, in definitiva, teoricamente, è una delle tante possibili decriptazioni del testo stesso.
Il Tempio materiale a cui comunque la misericordia di Dio s'adattò per amore del popolo d'Israele era però solo una figura provvisoria spirituale nella mente del popolo, che cercò d'interpretare al meglio quanto aveva compreso dalla propria interpretazione della Torah, ed che ciò sia avvenuto, quale sforzo del popolo, ma quanto fu conseguito era solo una figura che preparava l'originale, ma che non riuscì ad eguagliarlo.
Questa Dimora nel Deserto, su cui poi s'ispirò il I Tempio di Salomone, poi quello di Zorobabele e infine il II Tempio quello di Erode il Grande, in effetti, fu eseguita da Bezaleel (vedi: Esodo 31,2) , nome che fornisce anche il messaggio: "Vi abitava l'ombra della divinità ".
Questa sarebbe perciò un avviso subliminale che l'eseguito in effetti fu soltanto un'ombra della realtà di ciò che Dio voleva trasmettere e di quanto in effetti Mosè aveva percepito.
San Paolo, che ben conosceva le Sacre Scritture ebraiche e le scrutava attentamente, ha colto evidentemente l'idea dello "specchio" e così la esprime in 2Corinzi 3,14-18 "...le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore."
(Vedi: "L'incarnazione sotto il velo di Mosè" articolo in .pdf nella rubrica "Lettere ebraiche e Codice Bibbia")

Certamente in Mosè, cioè nella Torah, si parla del Messia, anche se il discorso non è immediato.
I Vangeli e i primi scritti cristiani erano però ben consci di ciò, infatti:
  • Giovanni 1,45 - "Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nàzaret".
  • Giovanni 5,45-47 - "Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?"
  • Luca 24,27 - "E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui."
  • Luca 24,44 - "Poi disse: Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".
Quindi Mosè vedendo come in uno specchio ha visto Lui, il Messia e non ha visto il Padre, ma solo ciò che del Padre è recepibile da parte dell'umanità.
Gesù Cristo è lo specchio di Dio Padre, lo conferma Lui stesso nel Vangelo di Giovanni:
  • Giovanni 1,17-18 - "Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato."
  • Giovanni 14,8-9 - "Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?" Analogo pensiero è in 1Giovanni 2,23 "Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre."
La XXII delle Odi di Salomone (scritti apocrifi cristiani del I Secolo) ripresa da un canto del Cammino neocatecumenale, cosi inneggia:

"Ecco lo specchio nostro è il Signore! Aprite gli occhi e guardatevi in Lui ed imparate com'è il vostro viso. Alleluia... Date gloria al suo Spirito.
Togliete la sporcizia dalle vostre facce. Amate la Sua Santità e rivestitevene; e sarete immacolati sempre davanti a Lui. Alleluia... Date gloria al suo Spirito.
"

Se poi si va a guardare bene la parola di "struttura" della Dimora, tradotta in genere, con modello, "tebenit" , che viene dal radicale ebraico di "fondare" e di "mattoni", ha comunque all'interno le lettere di figlio, "ben" = , onde si può anche intravedere questo pensiero.
Dio a Mosè "indicò il Figlio che sarà crocifisso ".
Il vero santuario è proprio Lui, Gesù di Nazaret, il Cristo che ci rivelò essere Lui il Tempio di cui Mosè aveva visto la "struttura" come in uno "specchio".

"Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato! I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: Quale segno ci mostri per fare queste cose? Rispose loro Gesù: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere. Gli dissero allora i Giudei: Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù." (Giovanni 2,13-22)

Il Vangelo di Matteo precisa che nel cacciarli disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri". (Matteo 21,13)

Aveva detto, infatti, il profeta Isaia 56,6-8: "Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare, perché il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli. Oracolo del Signore Dio che raduna i dispersi di Israele: Io ancora radunerò i suoi prigionieri, oltre quelli già radunati".

Chi ha compiuto e continuamente compie tutto ciò è proprio Lui; tutti gli entrano nel suo cuore e li offre al Padre.
Così l'altare d'oro dei profumi nel Santo davanti al Santo dei Santi rappresenta il vero e unico sacrificio a Dio di suo Figlio da cui sale la continua perenne preghiera al Padre che raccoglie i doni del popolo e li trasforma nell'unico sacrificio gradito a Dio, quello di se stesso e di chi chiede la grazia di essergli a immagine e somiglianza.
Ecco che entra in gioco quanto da Lui stesso affermato con "...scrutate le scritture... sono proprio esse che mi rendono testimonianza. " (Giovanni 5,39) a guisa che, seguendo particolari semplici regole nelle lettere ebraiche della Torah si potesse desumere che Lui, il Messia è il vero, Santo, e unico modello "tebenit" della Dimora di Dio nel mondo.
È questa particolare traduzione - effettuata rispettando sempre i significati di tutti i segni e le regole che ho trovate e ho predichiarate - che effettivamente fa spuntare un testo nascosto, la profezia completa sul Messia, compiuta da Gesù, il Cristo.
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2012 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RICERCHE DI VERITÀ...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy