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DA ISOLE, NAVI DI TARSIS E TIRO, IL MESSIA
di Alessandro Conti Puorger

LE ISOLE DEI PAGANI
C'è nella Bibbia un pathos particolare nei riguardi dei popoli lontani che si spostano con le navi, provenienti dalle isole.
Isole, navi, e popoli stranieri sono forieri di novità.
Le navi dei tempi della Bibbia, a remi e con vele erano, infatti, spinte dalla volontà dell'uomo con i motori di allora, le braccia umane che spingevano sui remi stessi, ma anche dal vento, imbrigliato con accorgimenti dallo spirito dell'uomo che usa la natura, ma alcune volte erano preda di un vento speciale su cui l'uomo poco aveva potere e che faceva presente lo Spirito di Dio, il Vento Orientale che scuote le navi di Tarsis, anche quelle cioè più imponenti, quello che viene da dove sorge il sole, immagine di Dio: "Poiché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine." (Salmo 84,12)
Quel vento, c'è poco da fare, annuncia Uno che ha un potere superiore: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito". (Giovanni 3,8)
Basta pensare alla nave che aveva preso il profeta Giona: "...il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi." (Giona 1,4)
Ciò presenta l'aspetto dinamico della storia rispetto alla statica degli uomini e dei popoli stanziali, un'aria nuova.
Chi muove il tutto?
Il Signore della storia!
Questi agisce ed agirà.
Il Messia, infatti, verrà alla fine dei tempi, tempi però che per i cristiani sono già iniziati ed il Messia s'interessa di tutti, perciò anche dei pagani pur se abitano le isole più lontane.
In linea con la ricerca che porto avanti ormai da tempo, tramite quegli argomenti - navi, isole, Tarsis - ho cercati testi i secondo livello che riguardino il Messia, convinto che negli scritti antichi ebraici quello è il tema di tali testi nascosti, in base a prove provate di cui ho diffusamente detto nei miei articoli nelle varie rubriche del mio sito "Bibbiaweb.net" condotte in relazioni alle ipotesi ed ai principi di:
L'ombelico del mondo per le Sacre Scritture ebraiche antiche o Tenak, inserite nel l'insieme di libri che chiamiamo Bibbia, è ovviamente Gerusalemme a cui fa contorno la Giudea, indi la Palestina, poi il resto delle terre emerse che è il mondo dei pagani in cui figli d'Israele peraltro possono trovarsi dispersi.
Il profeta Geremia, infatti, col versetto "...innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele" (Geremia 31,7) conferma che il pensiero biblico è, appunto, del primato d'Israele, centro del mondo.
Il termine "isola" nella Bibbia, peraltro, apre ad un'idea più vasta di quella che è nel pensiero occidentale.
Ha, infatti, l'accezione di nazione, non esclusivamente di terra circondata dal mare, ma di regione e territorio lontano che si possa comunque raggiungere per mare: "Ascoltate, genti, la parola del Signore, annunciatela alle isole più lontane e dite: Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge". (Geremia 31,7)
Se v'è un mare che separa quello che era ritenuto il centro del mondo da un'altra terra ferma quella terra ferma, piccola, o anche grande come un continente, era così pur sempre definita un'isola.
Le isole sono in genere abitate dai figli di Iafet, perciò da pagani.
In esse però sono dispersi anche figli d'Israele, ma accadrà nel giorno del Messia che "In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa. In quel giorno il Signore stenderà di nuovo la mano per riscattare il resto del suo popolo superstite dall'Assiria e dall'Egitto, da Patròs, dall'Etiopia e dall'Elam, da Sènnaar e da Amat e dalle isole del mare. Egli alzerà un vessillo per le nazioni e raccoglierà gli espulsi di Israele; radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra." (Isaia 1,10-12)

Il tutto era pensato collegato via mare dal Mediterraneo.
Ancora ai tempi di Erodono, IV-V secolo a.C., un secolo almeno successivo alla redazione finale del libro della Genesi, poco si sapeva di terre fuori del Mar Mediterraneo e il mondo abitato o "ecumene" era visto molto limitato.

Ecumene di Erodoto

Da tempi immemorabili i popoli affacciatisi sul Mediterraneo erano diventati anche marinai e s'erano insediati nelle loro isole e commerciavano con l'Egitto, la cui storia inizia attorno al 3.000 a.C., prima delle altre civiltà storiche quali siriani, cretesi e micenei.
I testi egizi fanno cenni a tali marinai, commercianti, pirati, mercenari, portati dal "vento del Nord" al Delta del Nilo, chiamati Haunebut.


I testi delle Piramidi, datati 2500 a.C. chiamano il Mediterraneo "il cerchio che circonda gli Haunebut" o anche "il verdissimo degli Haunebut". (Da segnalare che la regina Ahhotpe viene appellata come principessa degli Haunebt cioè "la signora delle regioni delle isole mediterranee - Grecia e isole dell'Egeo")
Alcuni propongono l'origine di tali popoli dal nord e dalle isole del mar Baltico.

È però da ricordare che il libro della Genesi ai capitoli 6-9 con l'evento del diluvio, di fatto, propone la sorgente di tutti i popoli nell'Armenia e precisamente dall'Ararat, sito sull'altopiano dell'Anatolia ai piedi della città di Dogubeyazit, (ora estrema parte orientale della Turchia al confine con l'Iran e l'Armenia) dove s'arenò l'arca e ne scesero gli otto salvati, Noè con la moglie ed i 3 figli con le rispettive mogli.
L'Ararat è un vulcano antico estinto, un complesso, con più coni.
Genesi 8,4 appunto precisa che trattasi di più di un monte, sono quelli i monti Ararat.


La vetta tocca i 5.165 m. ed è ricoperta da ghiacciai e nevi perenni, al lato della vetta principale s'erge un cono secondario, il "Piccolo Ararat".
Le lettere ebraiche dicono "monti dai maledetti occhi chiusi ", cioè monti con crateri, come uno dei mitici ciclopi, simile al il famoso Polifemo che la mitologia pone in Sicilia alla base dell'Etna, descritto così in Omero: "Era un mostro gigante; e non somigliava a un uomo mangiator di pane, ma a picco selvoso d'eccelsi monti, che appare isolato dagli altri." (Omero, Odissea, libro IX, vv. 187-192)
"Essere torto, essere scosceso" in ebraico ha il radicale ed il radicale di un modo per dire "maledire ed essere maledetto" è .
Si può, quindi, presumere, e di fatto così sono quei monti, "maledettamente scoscesi".
Sotto l'aspetto del racconto biblico quelle lettere , riferite dell'aprirsi di un nuova epoca per gli uomini, ci dicono che i nostri antenati erano di fatto in preda del maledetto serpente a causa del peccato originale, ma che il segreto desiderio del Signore è di perdonarli, infatti:
"partoriti () risono i maledetti per amore ".
Escono così dalla terra come un nuovo frutto prodotto da quei vulcani e scendono a valle dove però riappare il nemico.
Questo è nascosto vicino a Babilonia accadde che, di fatto, si presentò nella piana di Sennar , "di nuovo () il nemico " e il Signore decise la dispersione delle nazioni e delle lingue.

Per la tradizione talmudica e midrashica (Bemidbàr Rabbà) i popoli fondamentali sono 70, deducibili dall'elencazione del capitolo 10 del libro della Genesi (Rabbènu Bekhayè) riguardante i discendenti di Sem, Cam e Iafet.
Il testo sacro palesa un'antipatia al massimo grado nei riguardi di Canaan figlio di Cam, infatti, dice Noè in Genesi 9,25: "Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!"
Ciò è evidentemente da connettere all'evento della visione della "nudità del padre" da parte di Cam narrato in Genesi 9 ("Vino nella Bibbia: causa d'incesti e segno del Messia").
V'è, invece, un palese indice di gradimento per Sem e poi, in discesa, per Iafet, come continua a recitare la benedizione di Noè in Genesi 9,26s: "Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet ed egli dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!"
La benedizione comporta che Iafet sia bello e prospero come risulta dai radicali ebraici di e di .

"Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio. I figli di Iafet: Gomer, Magòg, Madai, Iavan, Tubal, Mesec e Tiras. I figli di Gomer: Aschenàz, Rifat e Togarmà. I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, i Chittìm e i Dodanìm. Da costoro derivarono le genti disperse per le isole, nei loro territori, ciascuna secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle rispettive nazioni." (Genesi 10,1-5)
In ebraico isola è "'i" .
Direi "uno stato ", infatti è il radicale di "essere" quindi di stare.
Un'isola è un luogo, perciò, ove può aver inizio un'esistenza.
Le stesse consonanti , comunque, per la onomatopeica "'oi" evocano anche i "guai"!
Iafet, come previsto dalla benedizione di Noè che gli auspica di dilatarsi, ha 7 figli, mentre Cam ne ha 4 e Sem 5.

I nomi dei figli e dai nipoti di Iafet sono quelli dei progenitori da cui provengono le nazioni di lingua indoeuropea.
Queste nazioni, secondo il pensiero ebraico, corrispondono così a quei nomi:
  • Gomer sarebbero Celti, Galli e Franchi (Rav Kaplan) che provenivano da est, gente di razza ariana.
  • Magog i Teutoni (Onkelos; Targum Yonatan; Divré Hayamim; Pessiktà Zutratà).
  • Madai i Medi (Talmud Yerushalmi Meghillà I,9 Talmud Yomà 10a).
  • Iavan gli Ioni altri Macedoni (Targum Yonatan; Talmud Yomà 10a).
  • Tubal corrisponderebbe agli abitanti della Bitinia (Rav Kaplan).
  • Mesec corrisponderebbe agli abitanti di Micene (Rav Kaplan).
  • Tiras sarebbero i Traci (Rav Kaplan).
  • Aschenàz è associato a un popolo della regione dell'Ararat (Yrmeiyà 51,27), ma dal X secolo è considerato termine relativo alla Germania essendo Aschenaz figlio di Gomer corrispondente ai Teutoni.
  • Rifat sarebbe le zone della antica Sarmazia, ove c'è oggi l'Ucraina.
  • Togarmà gli Armeni (Kesset Hassofer).
  • Elisa secondo Giuseppe Flavio (antichità 1,6-I) sarebbero gli Eoli o i Siculi (Targum Yonatan, Yekhezkel 27,7).
  • Tarsis secondo Flavio Giuseppe sarebbe la Cilicia ove c'era il porto di Tarso, mentre per Abravanel sarebbe la Toscana e l'Italia del nord, opinione che condivido.
  • Chittìm secondo Flavio Giuseppe erano gli abitanti di Cipro.
  • Dodanìm per il Targum Yonatan sarebbero gli abitanti di Dardania da cui presero nome lo stretto dei Dardanelli.
È da ricordare però che 1Cronache 1,5-7 dice: "Figli di Iafet: Gomer, Magòg, Media, Grecia, Tubal, Mesech e Tiras. Figli di Gomer: Ascanàz, Rifat e Togarmà. Figli di Grecia: Elisà, Tarsìs, quelli di Cipro e quelli di Rodi", onde dobbiamo è da concludere che:
  • Iavan è Grecia;
  • i Dodanim sarebbero gli abitanti di Rodi.
LE NAVI DI TARSIS
Da Tarsis figlio di Grecia o Ivan, nipote di Iafet, ebbe luogo una nazione ed una località chiamata Tarsis.
Considerato che il libro della Genesi è ritenuto una ricerca meditazione, conclusasi al rientro dall'esilio babilonese, retro - prospettica di fatti proto - storici, preparatori alla vicenda dell'esodo dall'Egitto e della occupazione delle terre di Canaan, la vera prima volta che appare il nome Tarsis sarebbe allora in 1Cronache 1.
Era questa località di Tarsis, allora, certamente sul mare, lontano dalla Palestina, perché è spesso associata alle navi.
Le famose "navi di Tarsis", "'aniiot Tarshish" , erano imbarcazioni antiche atte ad affrontare il mare aperto.
In ebraico, infatti, nave è "'aniiah" , plurale "'aniiot" le cui lettere portano anche al termine "lamento" onde pare essere una parola onomatopeica che imita lo stridore, il lamento delle navi in legno quando oscillano sollecitate dal moto ondoso.
La nave è l'unico mezzo che consente di arrivare ad un'isola o terra lontana.
Tenuto conto che la lettera ebraica n = ha per origine la N egizia che è un'onda come quella del mare la nave è come una isola che si sposta sulle acque.
Certo è che la parola nave evoca + cioè l'incontrare () IH , il Signore IHWH .
Il profeta Giona (VIII secolo a.C.) fugge dal Signore per non predicare a Ninive "...si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore" (Genesi 1,3)
Tarsis evidentemente era dalla parte opposta a Ninive e Giona intendeva allontanarsi da Ninive il più possibile, ma con la nave incontra il Signore.
La storia gli fece cambiare idea.
D'altronde, "Io Sono", la definizione con cui spesso si presenta il Signore, sinteticamente è "'anì" che ha le consonanti di nave.
Si può al riguardo dire che Lui è proprio perché è "l'Unico che ha l'energia dell'Essere ".
Questa allegoria della nave o meglio di una grande barca per pescare è ripresa dallo stesso Gesù nei Vangeli in cui manifesta la sua gloria spesso con una barca, nella tempesta, nella pesca, ecc.

Mi sono chiesto dove potesse essere questa località di Tarsis.
Certezze non ve ne sono anche se molti credono di poterla individuare con una città - porto che chiamano Tartasso, dell'oceano Atlantico, forse oggi sotto il livello del mare, in Andalusia in Spagna, comunque oltre le colonne d'Ercole.
Col nome di Tartesso, infatti, i Greci chiamavano l'estremo Occidente, dal quale provenivano i metalli, in particolare l'argento e lo stagno.
Il profeta Ezechiele parlando dei traffici della città fenicia di Tiro informa: "Tarsis commerciava con te, per le tue ricchezze d'ogni specie, scambiando le tue merci con argento, ferro, stagno e piombo. Anche Iavan, Tubal e Mesec commerciavano con te e scambiavano le tue merci con schiavi e oggetti di bronzo. Quelli di Togarmà ti fornivano in cambio cavalli da tiro, cavalli da corsa e muli. Gli abitanti di Dedan trafficavano con te; il commercio delle molte isole era nelle tue mani: ti davano in pagamento zanne d'avorio ed ebano." (Ezechiele 27,12-15)
Qui Ezechiele afferma che appunto Tiro commerciava con le isole dei pagani e oltre Tarsis ricorda vari altri nomi di figli e nipoti di Iafet quali Iavan, Tubal, Mesec, Togarmà e Dedan con chiaro riferimento e che Tarsis forniva essenzialmente metalli.
Occorre quindi chiedersi quali fossero i bacini metalliferi più prossimi e noti da cui estrarre in particolare il ferro.
Siamo infatti agli albori della civiltà del ferro ed al tramonto di quella del bronzo.
Certo la ricerca di metalli necessari per produrre il bronzo, lega di stagno e rame, e poi dei minerale di ferro, partì dalle località più vicine, ma per le necessità sempre crescenti il reperimento si dovette estendere sempre più verso lidi lontani.
Occorrevano perciò navi robuste e di grande stazza per trasportare i minerali, poderose imbarcazioni per quel tempo, più grandi del normale con robuste e grandi stive rispetto alle navi da guerra o per trasporto di derrate.

Fenici ed Etruschi sul mare

Per contro è da ricordare che in contemporanea con la nascita della nazione d'Israele, XIII secolo a.C. alla fine dell'Età del Bronzo intorno 1300-1200 a.C., accettando la datazione di Eratostene, vi sarebbe stata la mitica guerra di Troia e le storiche folate d'emigrazioni verso le coste del sud del mediterraneo da parte dei popoli del mare, ricordate in monumenti egizi (Stele di Merenptah e Medinet Habu) tra cui appare il nome di "Teres" o "Tursa" (Etruschi).
Il nome Tarsis potrebbe voler proprio dire i Teres sono e il termine Etruschi trova tutte le proprie consonanti in Tarsis le cui lettere si possono vocalizzare anche così TRuShì(Sh).
Peraltro TR sono consonanti che hanno grande rilievo in Etruria se si pensa alla citta di TaRquinia e alla famiglia dei TaRquini.
L'attuale Baratti, vicino alla antica Populonia, città etrusca, fu certamente un porto d'accumulo e deposito per lo smercio sia del materiale di ferro proveniente dall'Isola d'Elba nonché di rame e di argento provenienti delle cave dalla zona estrattifera antica, appunto degli etruschi, del retroterra della vicina Campiglia marittima e dalla colline metallifere della Toscana.
Vaste escavazioni antiche provate dall'accumulazione di scorie cuprifere che si osservano nelle valli di Cancello ed a Fucinaia ora portano il nome di Cava del Temperino, di Gran Cava e di Pozzo Coquand. (Queste cave furono rimesse in funzione tra1953-1976 e si ricavarono anche 23 tonnellate d'argento.)
Tutto ciò porterebbe ad individuare una primitiva Tarsis proprio in tale località Etrusca che iniziò la sua attività agli inizi dell'età del ferro nel IX secolo a.C. come certificano alcuni scavi che hanno accertato di tale epoca le più antiche presenze etrusche in zona.
I popoli si rifornivano ed in cambio fornivano le loro ricchezze più disparate, onde gli Etruschi erano noti per la loro raffinatezza.
(È narrato in 1Re 22,49 che ai tempi di Giosafat re di Giuda, proprio nel IX secolo a.C. furono costruite navi del genere di quelle dette di Tarsis, per andare a cercare l'oro in Ofir, quindi evidentemente facendo il periplo dell'Africa, per questo occorrevano navi grandi.)
Certo è che con l'aumento di necessità di minerali le ricerche si allargarono, vi furono poi altre località più lontane che fornirono il necessario, ma il nome di quelle navi rimase... le navi di Tarsis.
A Cortona nel museo archeologico su un sarcofago etrusco è stata trovata la seguente iscrizione che Nermin Vlora Falaski, scrittrice e ricercatrice albanese, ha tradotto servendosi della lingua albanese nel dialetto tosco del sud che era la lingua degli illiri provenienti dai pelasgi da cui deriverebbero gli etruschi.


La segnalo perché vi è la parola nave, ania in albanese, oania in etrusco, molto vicino al termine ebraico di "'aniah".
Ora, le navi di Tarsis erano quanto di meglio l'uomo col proprio ingegno aveva potuto produrre per cercare di dominare la natura e gli elementi contrari, quindi, rappresentavano l'espressione dell'orgoglio dell'umanità.
Divennero queste navi espressione del commercio e della ricerca del lusso e facevano lunghi percorsi per raccogliere e trasportare il meglio della produzione mondiale allora conosciuto e non solo generi di necessità.
Parlando, infatti, del lusso del re Salomone è detto "...le navi del re andavano a Tarsìs, guidate dai marinai di Curam; ogni tre anni tornavano le navi di Tarsìs cariche d'oro, d'argento, di avorio, di scimmie e di babbuini." (2Cronache 9,21)
È da intendersi che non andavano a Tarsis, ma erano navi dello stesso tipo come tonnellaggio e robustezza di quelle dette di Tarsis e uscivano anche dalle colonne d'Ercole e facevano il periplo dell'Africa per andare a raccoglier ricchezze ad esempio in Ofir nel corno d'Africa.
Nel pensiero biblico si coglie un avvenuto mutamento di destinazione di tali navi che da carico sono divenute mezzi per appagare appunto il lusso, manifestazione dell'alterigia umana.
Dice, infatti, al riguardo il profeta Isaia: "Poiché ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad abbatterlo; contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro tutte le querce del Basan, contro tutti gli alti monti, contro tutti i colli elevati, contro ogni torre eccelsa, contro ogni muro inaccessibile, contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le imbarcazioni di lusso. Sarà piegato l'orgoglio degli uomini, sarà abbassata l'alterigia umana; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno e gli idoli spariranno del tutto." (Isaia 2,12-18)
Chi domerà queste navi sarà il vento d'oriente.
Il vento d'oriente "ruach qadim" rappresenta lo Spirito del Signore, quello che:
  • in Genesi 41,6 fece produrre le spighe vuote nel sogno del faraone raccontato a Giuseppe;
  • in Esodo 14,21 provocò l'apertura del mar Rosso per far passare a piedi asciutti gli Israeliti;
  • in Salmo 78,26s fece cadere le quaglie per cibare gli Israeliti nel deserto;
  • in Giona 4,8, in modo afoso colpì Giona;
  • in Salmo 48,8 squarcia le navi di Tarsis.
SALMO 48 - DECRIPTAZIONE
M'è parso importante seguire la traccia delle navi di Tarsis procedendo alla decriptazione dei 15 versetti del Salmo 48 con i criteri di "Parlano le lettere";.
Riporto il testo completo secondo l'ultima traduzione C.E.I.

Salmo 48,1 - Cantico. Salmo. Dei figli di Core.

Salmo 48,2 - Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. La tua santa montagna,

Salmo 48,3 - altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re.

Salmo 48,4 - Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato.

Salmo 48,5 - Ecco, i re si erano alleati, avanzavano insieme.

Salmo 48,6 - Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti.

Salmo 48,7 - Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente,

Salmo 48,8 - simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis.

Salmo 48,9 - Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio; Dio l'ha fondata per sempre.

Salmo 48,10 - O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio.

Salmo 48,11 - Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all'estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra.

Salmo 48,12 - Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi.

Salmo 48,13 - Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri,

Salmo 48,14 - osservate le sue mura, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura:

Salmo 48,15 - questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre; egli è colui che ci guida in ogni tempo.

I versetti 7 e 8 mi sono parsi particolarmente espressivi per una decriptazione.
Presento come ho proceduto.

Salmo 48,7 - Là uno sgomento li ha colti, doglie come di partoriente,



Salmo 48,7 - Il male lo batté nel mondo , (ma fu) il primo che dalla tomba con le ferite della croce rivisse risorto . Ai viventi la vita potente con la rettitudine sarà a recare . Il serpente battuto n'uscirà .

Salmo 48,8 - simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis.



Salmo 48,8 - Dentro lo Spirito verserà d'aiuto . Saranno i morti a risorgere ricreati da "Io sono" Recherà a tutti il Crocefisso dal corpo in dono la risurrezione .

Presento allora i 15 versetti decriptati tutti di continuo.

Salmo 48,1 - Risorti saranno i corpi dei viventi. Questi li cambierà. La potenza il Figlio sarà a versare nei corpi nelle tombe.

Salmo 48,2 - La fortuna riporterà con la potenza il Signore che si porterà a recidere il serpente che nei viventi all'origine s'insinuò. Rovine nei corpi il maledetto con l'opprimere recò. Entrato in un corpo si verserà in aiuto; la risurrezione recherà.

Salmo 48,3 - Sarà il Verbo ad entrare con gli angeli, porterà il soffio ai viventi. A salvarli si porterà, risorgerà la sposa. In terra gli entreranno nel corpo. Lassù sarà a portarli con gli angeli. Saranno con i corpi retti tutti nell'esistenza su dal Verbo portati. Innocenti con i corpi saranno alla fine nel Regno le moltitudini.

Salmo 48,4 - Dio nel mondo fu a vivere dentro di un primogenito nel corpo. Alla madre un angelo recò l'indicazione che sarebbe stato nel mondo l'energia a recarLe. Per aiutare, dall'alto la vita accese, le scorse dentro.

Salmo 48,5 - Della rettitudine fu ad entrare l'energia nel mondo. Uscito dal Regno, dalla destra si portò. A farsi conoscere si portò. Tra gli Ebrei si recò. Fu l'Uno a portarsi.

Salmo 48,6 - Nel mondo, da madre partorito, in un primo recò la rettitudine degli angeli. L'integrità di nascosto recò, dall'angelo aborrita, ma guiderà il Verbo (in modo) che questa si riporti.

Salmo 48,7 - Il male lo batté nel mondo, (ma fu) il primo che dalla tomba con le ferite della croce rivisse risorto. Ai viventi la vita potente con la rettitudine sarà a recare. Il serpente battuto n'uscirà.

Salmo 48,8 - Dentro lo Spirito verserà d'aiuto. Saranno i morti a risorgere ricreati da "Io sono". Recherà a tutti il Crocefisso dal corpo in dono la risurrezione.

Salmo 48,9 - La rettitudine delle origini accenderà nei corpi la risurrezione che in seno l'energia porterà. La rettitudine l'angelo (ribelle) nei corpi annullerà e dentro a riagire sarà nei corpi il Signore. Le schiere (dei risorti) si porteranno tutti dentro la Città di Dio. Dal mondo dove sono gli angeli li porterà; con Dio usciranno dai giorni. Arso l'angelo, angeli usciranno per l'eternità. Nella pienezza del Potente entreranno.

Salmo 48,10 - Nel sangue sarà il rifiuto per il serpente entrato. Ci risarà nei viventi l'amore che aveva spento. Riverserà nelle moltitudini del mondo la forza della rettitudine per camminare.

Salmo 48,11 - Come un fuoco nei viventi affliggerà il serpente. Gli uscirà la forza dalla piaga che l'angelo in croce gli aprì. I potenti con oppressione l'innalzarono. Riversò, giù recò un fiume, scese dal giusto la pienezza nel mondo. Ci fu dalla destra la rettitudine.

Salmo 48,12 - Saranno nella gioia i viventi sul monte Sion. A tutti si rivelerà. Con gli angeli nel mondo il Figlio si riporterà. Tutti da Giuda aiuterà ad uscire. Dal Potente in seno l'invierà. Salverà soffiando nei cuori la forza della rettitudine.

Salmo 48,13 - A ritornare li porterà alla Sion (di lassù) e dal mondo a versarli sarà il Verbo che li porterà ad uscire dal foro. A fruttificare porterà i viventi che nella gloria saranno ad entrare.

Salmo 48,14 - Il Risorto sarà tutti a recare nel cuore così a vivere dal Potente. Nell'assemblea saranno del Potente ad entrare. Il Verbo nei gironi a camminare li condurrà, nella luce vivranno. Nei pascoli col Crocifisso saranno ad entrare. Il Potente da vivi vedranno tra gli angeli. Tutti alla pienezza il Verbo con i corpi avrà portate al Potente le generazioni. Il fratello col corpo li porterà tra gli angeli.

Salmo 48,15 - Così sarà per Questi ad entrare la divinità a stare nei viventi. In Dio entreranno per stare nei pascoli per sempre. Li porterà all'eternità Lui che sarà con gli angeli a riaprire il giardino in alto ai morti.

N'è così uscita una succinta, chiara, profetica pagina che tratteggia l'azione del Cristo nonché la sua missione apocalittica alla fine dei tempi.
La conclusione è che il testo esterno serve da tessuto con immagini colorate che possono attrarre il lettore, ma comunque, nascosta nella trama della storia, c'è l'evento della venuta del Messia.

L'ORGOGLIO DI TIRO
Tiro con Sidone, fu una delle due grandi città della Fenicia.
Era sul Mediterraneo, a 40 chilometri a sud di Sidone e fu fondata secondo uno storico greco nel 2700 a.C..
Tiro assieme a Sidone, al momento della spartizione dei territori conquistati ai tempi di Giosuè (Giosuè 19,29), erano comprese nei territori di confine nord della tribù di Aser.
Era Tiro una città edificata su due grandi scogli.
Pare, infatti, che originariamente era costituita da due isole unite nel X secolo a.C., poi collegate alla terraferma da una diga fatta costruire da Alessandro Magno.
Era costruita sulla roccia, in ebraico "sur" da cui prese in ebraico il nome di Sor o le cui lettere ci dicono "alza la testa " e dà così l'idea di una città orgogliosa; da qui pensarla anche città adoratrice di idoli, "sir" , ovviamente ci corre poco.
La città era sulla costa, ma sull'isola fortificata a mezzo chilometro di fronte aveva molti depositi commerciali e cantieri navali, e una rocca dove spesso gli abitanti si rifugiavano in caso di pericolo.

Ai tempi di David e di Salomone il re di Tiro aiutò nella costruzione del palazzo e del tempio di Gerusalemme 2Samuele 24,7; 5,11; 1Re 5,1; 7,13; 9,11s; 1Cronache 22,4; 2Cronache 2,3.11-14.
Col commercio, grazie ai suoi porti, Tiro diventò molto ricca: Salmo 45,12; Isaia 23,8; Ezechiele 27,27.
Aveva, infatti, due i porti, Siconio a nord, ed Egiziano a sud, con un complesso sistema di frangiflutti e moli, con torri e bacini.
Erano questi i porti delle navi per Tarsis.
L'economia locale si basava sulla navigazione, la tintura delle stoffe, il legno, e il vetro. Tiro è spesso condannata dai profeti Salmo 83:7; Isaia 23; Geremia 25,22; 27,3; 47,4; Ezechiele 26-29; Gioele 3,4; Amos 1,9; Zaccaria 9,2-3.
Perse parte del suo territorio in occasione della conquista della Palestina settentrionale da parte di Tiglatpileser III (733-732 a.C.) e fu inglobata nella provincia assira nel 662 a.C. con Assurbanipal.
Era Tiro una città pagana, ricca, potente e famosa per il culto orgiastico e crudele di Baal, incarnazione delle forze della natura.
Contro questa città furono rivolti gli strali dei profeti Isaia ed Ezechiele, questi nel 586 a.C., l'anno che precedette la sua caduta.

L'ORACOLO DI ISAIA 23 CONTRO TIRO - DECRIPTAZIONE
Il testo C.E.I. dei 18 versetti di Isaia 23 recita come in appresso.

Isaia 23,1 - "Oracolo su Tiro. Fate il lamento, navi di Tarsis, perché è stata distrutta: è senza più case. Mentre tornavano dalla terra dei Chittìm, ne fu data loro notizia.

Isaia 23,2 - Ammutolite, abitanti della costa. I mercanti di Sidone, che attraversavano il mare, ti affollavano.

Isaia 23,3 - Attraverso le acque profonde giungeva il frumento di Sicor, il raccolto del Nilo, che era la sua ricchezza. Tu eri il mercato dei popoli.

Isaia 23,4 - Vergognati, Sidone, perché il mare, la fortezza marinara, ha parlato dicendo: Io non ho avuto doglie, non ho partorito, non ho allevato giovani, non ho fatto crescere vergini.

Isaia 23,5 - All'udirlo in Egitto, si addoloreranno per la notizia su Tiro.

Isaia 23,6 - Passate a Tarsis, fate il lamento, abitanti della costa.

Isaia 23,7 - È questa la vostra città gaudente, le cui origini risalgono a un'antichità remota, i cui piedi la portavano lontano per fissarvi dimore?

Isaia 23,8 - Chi ha deciso questo contro Tiro, la dispensatrice di corone, i cui mercanti erano prìncipi, i cui trafficanti erano i più nobili della terra?

Isaia 23,9 - Il Signore degli eserciti lo ha deciso, per svergognare l'orgoglio di tutto il suo fasto, per umiliare i più nobili sulla terra.

Isaia 23,10 - Solca la tua terra come il Nilo, figlia di Tarsis; il porto non esiste più.

Isaia 23,11 - Ha steso la mano verso il mare, ha sconvolto i regni, il Signore ha decretato per Canaan di abbattere le sue fortezze.

Isaia 23,12 - Egli ha detto: Non continuerai a far baldoria, o vergine, duramente oppressa, figlia di Sidone. Alzati, và pure dai Chittìm; neppure là ci sarà pace per te.

Isaia 23,13 - Ecco la terra dei Caldei: questo popolo non esisteva. L'Assiria l'assegnò alle bestie selvatiche. Vi eressero le loro torri d'assedio, ne hanno demolito i palazzi, l'hanno ridotta a un cumulo di rovine.

Isaia 23,14 - Fate il lamento, navi di Tarsis, perché è stato distrutto il vostro rifugio.

Isaia 23,15 - Avverrà che in quel giorno Tiro sarà dimenticata per settanta anni, quanti sono gli anni di un re. Alla fine dei settant'anni a Tiro si applicherà la canzone della prostituta:

Isaia 23,16 - Prendi la cetra, gira per la città, prostituta dimenticata; suona con abilità, moltiplica i canti, perché qualcuno si ricordi di te.

Isaia 23,17 - Ma alla fine dei settanta anni il Signore visiterà Tiro, che ritornerà ai suoi guadagni; essa trescherà con tutti i regni del mondo sulla terra.

Isaia 23,18 - Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sarà ammassato né custodito il suo salario, ma andrà a coloro che abitano presso il Signore, perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro."

In questo vaticinio si parla della caduta di Tiro, ad opera degli Assiri e si fa riferimento spesso a Tarsis.
Per ben due volte si parla del lamento per Tiro delle navi di Tarsis, versetti 1 e 14, lamento evidentemente evocato dall'idea che ho già accennato onomatopeica delle lettere ebraiche per nave e per lamento del fasciame di queste.
In effetti, ormai quello, più di un lamento, è un urlo "heilil" , idea ripetuta anche al versetto 6, e che richiama l'idea di "heilel" , Lucifero, di cui Isaia ha detto in 14,12-15: "Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell'aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nella vera dimora divina. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!"

La vittoria contro il male, di cui Tiro come Babilonia rappresentano le roccaforti, avverrà con l'avvento del Messia che è annunciato dalla pagina di secondo livello conseguibile dalla decriptazione che tutta di seguito presento.

Isaia 23,1 - In vita sorto l'Unigenito. A scendere in un corpo al mondo fu di notte. Dell'Unico gli angeli dell'esistenza portano il segno. Indicano il corpo con un luce, sono alla capanna, è sorto, alle mammelle della madre. Dentro è il segno che in vita in un casa/famiglia si portò l'Unigenito a vivere in terra; così finalmente è in vita lo splendore potente al mondo. Il Potente ai viventi si porta.

Isaia 23,2 - Nel sangue ha portato ad esistere la luce. In una casa è l'Unigenito, è accerchiato stretto dal corpo, sceso è per il giudizio, dall'aldilà è in vita. In pienezza ha portato la rettitudine.

Isaia 23,3 - Portato dentro in vita è stato dalla Madre. Col corpo dentro è il Vivente a colpire il male col fuoco. Con stridore di denti, gli idoli saranno alle fiamme tutti dentro portati dall'Unigenito; al niente alla fine lamenti con pieno tremare gli porterà l'esistenza il Vivente.

Isaia 23,4 - Dell'ignominia è a caccia. Portato inviato così è l'Unigenito da Maria dal seno. E questi uscito è in vita al serpente antico che l'amarezza al Potente originò, l'ammalare completo fu a recare. Con la nascosta potenza la fine è per portare al serpente delle origini. Partorito è stato, si porta senza magnificenza, tutto è dentro ai lini bianchi, è con la Madre. Esaltata completamente è stata la Vergine (), ha portato il segno (Isaia pare richiamare la profezia della "a'lmah" in Isaia 7,4.)

Isaia 23,5 - Così, l'Unigenito per sradicarlo dai viventi di nascosto sceso col corpo è in vita, è al dolore per portare il retto fuoco in azione all'avversario.

Isaia 23,6 - Dall'aldilà si porta finalmente nel corpo a rallegrare il mondo, il dolore è al serpente a portare, è col fuoco alla casa; sono guai!"

Isaia 23,7 - Esce a colpire l'Unigenito completamente in cammino il misfatto, è per colpirlo al mondo dei viventi, è in vita per ardere il marcio dal sangue, finire dal mondo l'invecchiare. E al mondo con il corpo, a rivelare è d'uscire all'essere ribelle per stringerlo e bruciarlo nel pellegrinare.

Isaia 23,8 - La vita è! È stata dall'albero questa originata. Indica che dall'alto scende col corpo al mondo. In azione il cuore è, dal corpo esce la felicità in pienezza. Chiuso nel corpo è il Principe, è all'abitazione dei poveri uscito. Degli angeli la gloria è in terra.

Isaia 23,9 - Il Signore giù in una casa ha iniziato a portare il segno, è in azione a strillare, ha chiuso la potenza, del serpente l'orgoglio così schernisce. Dentro è del Potente al mondo la voce. Un angelo retto tra i lini è l'Unigenito nel corpo sceso.

Isaia 23,10 - Tra gli Ebrei è in terra. Così la rettitudine è iniziata in un corpo dentro prescelto, segno che in un corpo la luce è accesa. L'Unigenito è inviato ai viventi; questi si chiude da testimonio.

Isaia 23,11 - E per il giudizio il cuore ad uscire dall'alto al mondo. È nei viventi ad uccidere l'esistenza della scelleratezza, la vita del serpente così portare alla fine; il Signore l'ha decretato. Inizia in cammino inviato a coabitare col serpente, a distruggere dai viventi dall'agire il fornicare (con altri dei) è al mondo.

Isaia 23,12 - Ed inizia l'amarezza per il serpente. L'Unigenito indica di portarsi in pienezza. La Parola è il testimonio del Potente all'agire al serpente, che ha recato a rendersi abominevole, facendo violenza nel mondo. (Giovanni 12,48 "Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna; la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno.") Nella Vergine da arca scende, è per il giudizio così a completare con forza. È dalla Madre sorto. È in vista il cibo in cammino per i viventi; brucerà dai viventi i serpenti l'Unigenito. Ci sarà pace in cammino.

Isaia 23,13 - Uscito a rigettarlo, sceso a casa del demonio, è in vita a colpirlo al mondo. Esce ad affaticarsi l'Unigenito, fuori è al nemico per rifondare il mondo. Al serpente giù è, è in vita al mondo, lo statuto ha portato da casa, la bellezza si è portata nella pelle. Col corpo si porta l'Unigenito dal verme a dimorare. Il segno è uscito che un fuoco vivo esce al serpente per vagliarlo dal mondo.

Isaia 23,14 - Uscita la calamità, la porta l'Unigenito con i lamenti, è stato portato il segno, indica col corpo alla luce che è un aculeo che è il demonio a far piangere colpendolo con retta energia.

Isaia 23,15 - Porterà ad uscire il peso in quel giorno dal mondo. Fuori porterà la menzogna, brucerà il vigore alla fine del nemico, nel settimo (giorno) è per liberare inviato al mondo. Così è in vita, è con i viventi in cammino, l'Unigenito racchiuso nel sangue versatosi giù per il giurare che era del Vivente di bruciare l'angelo del mondo. Iah è uscito al serpente nemico. Il retto fuoco è in un corpo per finire al mondo il prostituirsi.

Isaia 23,16 - Versata in vita la retta luce per la conversione, per spazzare, tirare colpi, portare lamenti con energico fuoco. Il vigore esce al mondo, il forte cuore è dentro, è inviato, scorre un fiume dentro di forte luce. È col corpo al serpente da confutazione. Indica che un puro corpo esiste.

Isaia 23,17 - E uscito è al mondo dei viventi. Infine l'aveva giurato sarebbe stato un vivente. La luce ha inviato al mondo, è a visitare il Signore Unigenito finalmente il nemico. Porta il fuoco con il terrore in dono. Esce a recarlo alla prostituzione del mondo. Inizierà la perfezione per i viventi. Il regno (dei cieli) si aprirà in terra. Dall'alto la Parola inviata è entrata in un uomo del mondo. (Esodo 3,16 "Và! Riunisci gli anziani d'israele e dì loro: Il Signore, il Dio dei vostri padri mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, e di Giacobbe, dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che viene fatto a voi in Egitto." Al riguardo, dice lo Shemòth Rabbà: "Quando avrai detto loro paqòd paqadti etkhèm; "io vi ho visitato" "vai tranquillo, non avere incertezze, non dubitare, essi ti daranno subito ascolto, perché questa è la formula loro nota e sanno che chiunque dica queste parole d'ordine è il vero Goèl - il salvatore - che il Signore ha deciso di mandare." Infatti, queste sono le parole che Giuseppe disse sul letto di morte ai figli d'Israele in Genesi 50 e per due volte: "Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Giuseppe fece giurare ai figli d'Israele così: Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa." Genesi 50,24.25)

Isaia 23,18 - E uscito, s'è rifugiato nel corpo al mondo. Reca in dono al mondo la santità. Al serpente è uscito. Si porta a farlo ammalare. È l'Unigenito sceso col corpo, si porta al serpente delle origini, s'è chiuso in un roveto dal maligno a bruciargli la casa è in vita la potente Parola inviata; è il Signore. È uscito! È al mondo lo scudo potente. L'Unico a rendere compiuto il settimo (giorno) il mondo si porta il Potente in vita dal trono. Nel tempo s'è versato.

ORACOLI DI EZECHIELE CONTRO TIRO
Il libro del profeta Ezechiele ha ben tre capitoli, il 26 il 27 e il 28, per complessivi 83 versetti (21+36+26) in cui presenta la volontà di Dio contro Tiro.
Riporto la sintesi della traduzione C.E.I. di quei tre capitoli di Ezechiele.

Capitolo 26 - In questo brano si trova la parola del Signore contro Tiro per ben tre volte c'è così dice il Signore, Oracolo del Signore, precisamente ai versetti 5, 14 e 21.

"Nell'anno undicesimo (586 d. C.), il primo del mese, mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell'uomo, poiché Tiro ha detto di Gerusalemme: Bene! Eccola infranta... ebbene, così dice il Signore Dio: Eccomi contro di te, Tiro. Manderò contro di te molti popoli, come il mare solleva le onde, e distruggeranno le mura di Tiro, demoliranno le sue torri: spazzerò via da essa anche la polvere e la ridurrò a un arido scoglio. Essa diverrà, in mezzo al mare, un luogo dove stendere le reti, poiché io ho parlato. Oracolo del Signore. Essa sarà data in preda alle nazioni... allora sapranno che io sono il Signore. Perché così dice il Signore Dio: Io mando da settentrione contro Tiro Nabucodònosor, re di Babilonia, il re dei re, con cavalli, carri e cavalieri... Ti renderò simile a un arido scoglio, a un luogo dove stendere le reti; tu non sarai più ricostruita, poiché io, il Signore, ho parlato. Oracolo del Signore Dio. Così dice a Tiro il Signore Dio... le isole del mare sono spaventate per la tua fine. Poiché così dice il Signore Dio... avrò fatto salire su di te l'abisso e le grandi acque ti avranno ricoperto... Ti renderò oggetto di spavento e più non sarai; ti si cercherà, ma né ora né mai sarai ritrovata. Oracolo del Signore Dio."

Capitolo 27 - V'è un'elencazione dei popoli che commerciavano con Tiro e che ne piangeranno la caduta.

"Mi fu rivolta questa parola del Signore: Orsù, figlio dell'uomo, intona un lamento su Tiro. Di' a Tiro, alla città situata all'approdo del mare, che commercia con i popoli e con molte isole: Così dice il Signore Dio: Tiro, tu dicevi: Io sono una nave di perfetta bellezza... Le navi di Tarsis viaggiavano portando le tue mercanzie. Così divenisti ricca e gloriosa in mezzo ai mari... Ora tu giaci travolta dai flutti nelle profondità delle acque."

Capitolo 28 - Ancora contro Tiro, poi contro Sidone.
Si trova per tre volte "Mi fu rivolta questa parola del Signore" per tre volte ai versetti 1,11 e 20.

"Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell'uomo, parla al principe di Tiro: Così dice il Signore Dio: Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio... così dice il Signore Dio: Poiché hai reso il tuo cuore come quello di Dio, ecco, io manderò contro di te i più feroci popoli stranieri; snuderanno le spade contro la tua bella saggezza, profaneranno il tuo splendore... e morirai della morte degli uccisi in mare... Per mano di stranieri morirai della morte dei non circoncisi, perché io ho parlato. Oracolo del Signore Dio. Mi fu rivolta questa parola del Signore... Figlio dell'uomo, intona un lamento sul principe di Tiro e digli... Accrescendo i tuoi commerci ti sei riempito di violenza e di peccati; io ti ho scacciato dal monte di Dio e ti ho fatto perire, o cherubino protettore, in mezzo alle pietre di fuoco... Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell'uomo, volgiti verso Sidone e profetizza contro di essa... peste... i miei giudizi su tutti coloro che intorno li disprezzano, e sapranno che io sono il Signore, loro Dio."

In effetti questa profezia si è realizzata in due fasi.
Nel 585 a.C., l'anno successivo di quello in cui Ezechiele all'inizio del capitolo 26 dice di profetare, Nabucodonosor, il re di Babilonia, pose l'assedio a Tiro la saccheggiò e distrusse e la parte di città sulla terra ferma, ma non disponendo di mezzi navali sufficienti non riuscì a far cadere l'isola di fronte a Tiro, roccaforte dei superstiti.
Negli anni successivi la nuova città sull'isola rifiorì e s'ampliò mentre sulla costa rimasero le antiche rovine fino alla conquista greca.
Alessandro Magno assediò Tiro nel 332 a.C. e riuscì a costruire un collegamento con l'isola costituito da un argine lungo circa 600 - 700 m. e largo almeno 50 m., poggiato su un tombolo sub marino con la sommità a 2 m dal livello mare, sfruttando materiali e rovine della città distrutta sulla costa e riuscì così a farsi una strada per prendere l'isola.
Fece uccidere 8.000 cittadini, di cui 2.000 furono crocifissi (Edward Farr, History of the Persians, pag 252, Robert Carter, 1850).

Anche di quei tre capitoli 26-28 del libro del profeta Ezechiele ho provveduto alla decriptazione col mio metodo e la presento qui appresso tutta di seguito.

EZECHIELE 26
Ezechiele 26,1 - Per portarsi a stare nel mondo, ove sarà ad operare, illuminò una prescelta che vide una luce.
Con un corpo da cui usciva luce un angelo le entrò in casa.
Che l'Unico Potente in modo nascosto aiutasse l'illuminò.
Uscì un "sia", entrerà la Parola, il Signore Dio, ad essere il primogenito che le vivrà nel corpo.

Ezechiele 26,2 - Un figlio d'Adamo sarà.
Sentito l'angelo, nella donna nel corpo iniziò a vivere un corpo.
L'entrò giù nel corpo l'Altissimo.
In un povero la potente vita entrò.
Ricominciò la grazia a riaccendersi dentro un corpo nel mondo.
Aiuto del Potente per tutti porterà.
Tutti del mondo i popoli alla destra torneranno di Dio.
Sarà a ricominciare la pienezza uscita dal mondo.
La prigione alle moltitudini aprirà.

Ezechiele 26,3 - Nel cammino invierà la rettitudine.
Uscirà da quel primo, in cui vivrà nel corpo, il Signore Dio.
Nel mondo l'energia inviata sarà dall'Altissimo che la rettitudine giù nei corpi recherà nel mondo.
Innalzato sarà in croce.
Sarà dall'innalzato che sarà la rettitudine a scorrere; ne porterà un mare.
Nel corpo dentro gli stava.
Da una piaga uscirà dall'innalzato per un'asta che nel crocifisso entrerà.
Sarà la vita potente a rivelare; sarà a recarla.

Ezechiele 26,4 - Ma la risurrezione lo strappò via riportandolo dalla tomba e dalla morte.
Su, col corpo, si riportò per il mondo.
Con il corpo forato si riportò ai viventi glorioso.
Fu per la rettitudine portata dai fori che la vita nel Crocifisso ci rifù.
In azione a far frutto tra i viventi la madre inviò che per il mondo si portò con gli apostoli ai confini.
Il crocifisso fu il primo che si riportò dalla croce.
Ne uscì potente, si rialzò vivo dalla tomba, in (Lui) la pienezza della potenza agì.

Ezechiele 26,5 - Nella madre il Risorto l'amore aveva racchiuso.
Nelle assemblee i corpi dei viventi sono nelle acque per scelta ad entrare.
È ad entrare dentro ciò che il Crocifisso recò.
La rettitudine entra che fu dalla piaga nell'esistenza.
Ad incontrare sono la Parola che il Crocifisso è.
Gli apostoli uniti alla madre del Signore Dio portano nel mondo con forza il Crocifisso.
Entra nei cuori Questi con potenza nei popoli.

Ezechiele 26,6 - E figli reca tutti ad essere.
Esce da quel primo risorto un corpo.
Da dentro il demonio esce.
Dentro le assemblee le moltitudini del Crocifisso entrano nel corpo, in cammino con gli apostoli nel mondo portano ad esistere la conoscenza.
Recano la rettitudine che è di "Io Sono", il Signore.

Ezechiele 26,7 - La rettitudine sarà a spengere chi originò l'essere ribelli.
Dalla nube con gli angeli risarà il Signore nel mondo per inviare l'energia.
Chi è nei viventi ad abitarli che vi fu dall'origine, al maledetto avversario, l'energia dentro recherà della rettitudine.
Per l'aiuto si vedranno rialzarsi i corpi dei viventi in cammino da dentro il logorarsi vivi.
Giù del Verbo si porterà l'energia nei viventi.
Per la potenza della rettitudine i viventi in cammino risaranno.
Rivivrà dentro la pienezza e a riempirli si riporterà la benedizione.
Dentro si porteranno ad abitare nel Verbo.
Nel corpo del Risorto saranno a vivere.
Vi si porterà un'assemblea/Chiesa di popoli immensa.

Ezechiele 26,8 - Dentro l'energia portata dal Crocifisso sarà a spegnere il demonio.
Gli entrerà dentro una spada che l'ucciderà.
Porterà l'angelo col drago che ha sollevato ad essere dalla rettitudine battuti.
Obbediente lo porterà per il fuoco che soffierà di rettitudine l'Altissimo.
Rigetterà del serpente la perversità.
Vomitato dai viventi si vedrà il serpente.
In forza della rettitudine scenderà l'angelo (ribelle) fuori.

Ezechiele 26,9 - Sarà nelle midolla a portarsi a versare dentro la potenza e ci risarà in tutti l'energia ad abitare per il veleno finito.
Essendo retti si riporterà la vita gloriosa in tutti.
Saranno così ad essere alla fine sollevati.
Eletti a casa si porteranno; il Crocifisso sarà a portarli.

Ezechiele 26,10 - I salvati dal Verbo dal tempo alla pienezza li condurrà.
Nel foro saranno a portarsi da dove ci fu la rettitudine.
(In una festa) delle capanne al Padre verserà i viventi.
Dalla putredine li porterà potenti.
Il Verbo nel corpo i risorti porterà in cammino dal Potente.
In cammino li accompagnerà (facendosi) da carro.
Finito il male, rinnovati dalla tomba i riportati dalla morte saranno così dentro ad abitargli e all'Unico condurrà a casa i risorti che si rivedranno con i corpi in cui c'è la rettitudine.
Anelavano a casa di portarsi dell'Unico.
Saranno alla Città (di lassù) i viventi a casa; riversati si vedranno dal mondo.

Ezechiele 26,11 - Dentro del Verbo il corpo riempiranno e tutti dal foro si porteranno.
Alla pienezza sarà a recare, chi era nel corpo provato, all'originaria perfezione.
I racchiusi porterà su e col crocifisso saranno così i popoli tra i retti eletti ad abitare (in quanto) saranno usciti i corpi dalla fossa dentro portatisi nel Crocifisso al vederlo.
Questi dalla prigione col corpo li solleverà, tutti i corpi aiuterà.

Ezechiele 26,12 - Porterà a casa questi allontanatisi.
Tutti il Crocifisso retti riporterà.
Partoriti alla pienezza, ricondotti dalla tomba.
Riportati dalla morte, saranno alla rettitudine ricondotti.
A casa tutti saranno nelle delizie dall'oppressione in cui erano.
Tutti su porterà e dal Padre tra gli angeli saranno così condotti.
Portò dal legno la forza della rettitudine e agendo avrà fruttificato.
A spengere in tutti avrà portato il desiderare dei giorni; nella luce saranno i viventi portati.

Ezechiele 26,13 - Portati all'uscita di un sabato saranno dal mondo.
Li condurrà tra gli angeli con i risorti corpi.
Saranno così al portarsi della voce del Figlio e i corpi gli staranno di tutti gli uomini in seno avendo sentito che porterà aiuto.

Ezechiele 26,14 - E invierà alla fine il Crocifisso a stare tutti su a vivere nell'assemblea nei gironi del Potente.
Vedranno i salvati l'amore con cui li ha custoditi.
Consacrata in perpetuo sarà degli uomini l'esistenza.
Del Potente verranno figli.
Uscito col peccare la fiacchezza saranno con "Io sono" a stare.
La perversità insinuata nei corpi, finita sarà: oracolo del Signore Dio.

Ezechiele 26,15 - Spento l'origine dell'essere ribelle, sulla nube con gli angeli staranno. Il Signore potenti giù avrà portato i corpi nel mondo.
Col rifiuto nei viventi versato avrà recato del serpente la caduta.
Per la rettitudine dentro ricomincerà l'energia che porrà la potenza nei cuori.
Sul monte in cammino gli entreranno nel corpo sull'altura della croce.
Da dove portò la rettitudine, retti saranno con i corpi alla vista simili.
N'entrerà in quel primogenito a stare un mare!

Ezechiele 26,16 - Portati che si saranno nel corpo, aiuterà a recare i viventi lassù al trono dell'Unico.
Li condurrà integri; tutti angeli luminosi saranno con l'Unico.
Sarà ad uscirne un mare ed entreranno nei gironi ove saranno a saziarsi.
Verranno in seno a stare del Potente.
Saranno ad entrare i viventi portati a venire dentro alla fortuna per starvi con i corpi; dai morti vivi saranno col Verbo risorto.
Nel cuore li porterà a chiudersi con i corpi; per l'essere impuro finito gli saranno nel cuore.
Il Risorto li porterà ad innalzare dalla terra.
Saranno dall'esilio riportati e lo spavento recato dal serpente, dai corpi fuggito, con le rovine avrà strappato via dai viventi.
Nei viventi riporterà l'Altissimo la rettitudine!

Ezechiele 26,17 - Si riporterà l'energia nei risorti che all'origine aveva portato l'Altissimo con la rettitudine che vomitata fu per l'angelo (ribelle).
Lui l'essere ribelle portò nel cammino con i guai che affliggono.
Dentro per legge divina l'angelo portò a stare in esilio, onde tutti i viventi nei giorni vissero del mondo.
La rovina nei corpi entrò con l'entrata del serpente, la potenza uscì.
La felicità ad uscire fu da tutti, entrarono nelle strette, nei ceppi entrarono, da dentro fu la vita ad uscire.
Fu l'Unico che (allora) si portò a stare in esilio.
Fu nel mondo da una donna nel corpo l'energia.
Al termine si portò di nascosto dalla prescelta che fu indicata per madre.
Al serpente maligno portò il fuoco dentro a stargli nel mondo.

Ezechiele 26,18 - Nel tempo del mondo sarà ad ardere l'essere impuro che uscirà annullato; Sarà portato dai viventi alla caduta dalla rettitudine portata.
Spaventato si porterà.
Ad uscire dai guai saranno i viventi felici.
Dentro l'acqua bollente scenderà l'origine dell'oppressione.

Ezechiele 26,19 - Così sarà spenta l'origine dell'essere ribelli.
Dall'Unico giudicato sarà stato.
Il Signore in casa (sua) alla fine lo finirà.
Sarà a venirgli dalla rettitudine la rovina.
Nei corpi l'angelo (ribelle) una spada finirà.
Per la rettitudine che agirà nei corpi saranno i viventi felici.
Annullato chi li infermava che dentro portavano, dentro uscito in olocausto, li porterà il Crocifisso in alto.
Saranno così a venire dall'abisso condotti al trono portati tra i retti ove entreranno vivi per starvi a vivere; entrerà una moltitudine immensa.

Ezechiele 26,20 - E dal mondo li porterà nel corpo.
Li aiuterà il Crocifisso a starvi gli afflitti.
Così verranno a scendere quando saranno a casa e vedranno il Potente i popoli; alla vista si porterà il Potente dei viventi portati dal mondo e nella luce dentro tutti saranno.
Così gli abitanti della terra tutti stapperà via.
Saranno portati dal Crocifisso con vigore le moltitudini e tutte in seno le condurrà del Potente a vivere.
Verranno a scendere per stargli in casa e con i corpi dal Potente in seno l'invierà.
Dal Potente verranno dall'esilio ove sono stati portati dall'angelo (ribelle).
Tutti alla fine saranno nello splendore.
Chi abitava la terra; vivrà l'esistenza del Vivente.

Ezechiele 26,21 - A casa (nel mondo) il serpente per la perversità alla fine verrà ucciso.
Lo porterà all'annientamento la rettitudine e finirà dentro rovesciato nel fuoco che sarà portato al serpente che verrà dai viventi a scendere.
L'Unico a spazzare lo porterà.
Libererà dal peccare del serpente i viventi. Oracolo del Signore Dio!

EZECHIELE 27
Ezechiele 27,1 - A portarsi fu al mondo onde fosse d'aiuto dentro un corpo il Signore.
La divinità sarà a rifiutare l'essere ribelle.

Ezechiele 27,2 - E venne il Figlio in un uomo per la distruzione.
Agirà sul serpente nemico.
Vomiterà l'angelo (ribelle) che sta nel mondo.

Ezechiele 27,3 - E iniziò a vivere nel corpo di una prescelta il Potente.
Giù di portò in un corpo nel mondo nel sabato (della creazione) per spazzare il serpente dai viventi.
In una famiglia si portò da primogenito dalla prescelta che fu la madre.
Fiacco di potenza scelse di entrare in azione tra i viventi.
Fu in un vivente la divinità per la prima volta a stare per cambiare dentro l'esistenza dei viventi.
Spengerà l'origine dell'essere ribelle il Signore Dio giù portandosi nel corpo.
Venne a parlare alla prescelta dell'Unico un angelo.
Un 'sia' dalla sposa ci fu.
Il Potente a segnarla fu col Verbo l'esistenza.

Ezechiele 27,4 - Dentro il Potente abitò i giorni con la Madre.
A scorrere dentro portò il Potente a stare la rettitudine nel figlio.
Fu così la sposa ad accompagnare la bellissima per rettitudine.

Ezechiele 27,5 - In una casa povera era la madre che viveva con un illuminato angelo.
Fu nel corpo il figlio a portarLe il Potente così prima del termine di sposa.
(Con quel illuminato angelo, allora, era solo fidanzata)
Il Potente si chiuse di nascosto.
Il segno fu vivo di un primogenito nel corpo di questa.
Una parola dentro un angelo recò (la notizia) all'angelo (il fidanzato).
Per il Potente gli versò l'annuncio.
Il Potente aveva agito!
L'illuminato si portò con la prescelta per l'indicazione nella mente da parte dell'angelo di lassù; era un retto.

Ezechiele 27,6 - Dio porterà all'angelo (ribelle) le acque bollenti dentro col fuoco che invia in azione.
La risurrezione porterà.
Salverà riportando nei cuori a stare la rettitudine.
Verserà nei corpi con la risurrezione la rettitudine che agirà da fuoco portandosi a bruciare l'angelo.
Dentro la prescelta donna nel corpo stava a vivere la vita da primogenito.
C'era la forza della rettitudine di cui la prescelta sarà la madre.

Ezechiele 27,7 - Una luce s'accese sulla casa; lampeggiante per i viventi uscì.
Dalla madre la vita scese dal corpo.
Fu con l'acqua ad uscire.
Fu al mondo dalla madre il Verbo.
Dal corpo scese della sposa che il "sia" aveva portato alla scelta.
Nel cammino del Potente gli angeli intorno indicavano che la sposa prescelta aveva portato il primogenito.
In un corpo per camminare con i viventi si portava inviato a vivere nel primogenito "colui che è".
Era Dio che è luce del mondo, al mondo ad essere uscito.
Viveva la rettitudine in una capanna!

Ezechiele 27,8 - Era nello stare in esilio con chi ci stava.
Giù s'era per aiutarli portato per rifiutare nei corpi chi si portò.
Aiuto nel mondo sarà a recare accendendo nei cuori la forza in chi vive nel cammino.
Un amo per i viventi sarà di rettitudine che giù ha recato col corpo.
Al mondo è a portare a spengere nei viventi entrando in seno il serpente con la forza della rettitudine.

Ezechiele 27,9 - Questi a riversare energia sarà nel cammino.
Dentro accompagnato da sapienza sarà retto.
Nel mondo sarà a recare dentro la rettitudine nelle midolla.
Questi sarà il solo a versare la rettitudine nella prigione dell'angelo (ribelle) che sarà a portarlo alla fine.
Uscendo sarà tra i viventi a portarsi tra marinai ove sarà a vivere.
Fuori sarà a portarli di casa tutti.
Agendo sulle moltitudini in seno molta rettitudine (riversò).

Ezechiele 27,10 - Il Verbo nei corpi la pienezza portava a chi l'accompagnava.
L'essere impuro, il cui soffio portavano nei cuori, fuori era a portarsi.
Dentro il vigore della rettitudine negli uomini era a riportarsi.
Parlava alle assemblee tre gli uomini che anelavano di camminare.
Apostoli recò ardenti dentro d'agire.
Tutti l'accompagnavano.
Dentro spengeva nei viventi, entrando l'energia in tutti, dell'angelo (ribelle). Portava ad uscire con l'aiuto la fiacchezza.

Ezechiele 27,11 - Dentro tra gli apostoli c'era uno che nel corpo portava l'essere impuro.
Era nel cammino agendo da serpente.
Nascosta portava la morte.
S'era così convertito.
S'era dentro portato al cammino.
Di quella vita un basta gli viveva dentro di viverla.
Nel cammino un aiuto ai potenti recò per finirlo (in quanto) (Quegli) essendo retto, s'era portato fuori da chi signoreggia.
Era da entrare tra i morti per i potenti.
Sentito che i potenti di nascosto per portargli la morte erano, fu così che nei dintorni di casa dove abitavano all'uscire vivo in campo aperto da quel retto i potenti accompagnò.
Colui che fu alla bocca (baciato) era quel retto.

Ezechiele 27,12 - N'avrebbe indicato il corpo.
Un dono per l'illuminazione mercanteggiò per l'indicazione di quel retto vivente.
Molto per quel retto dai potenti uscì, portarono all'apostolo dentro argento.
Dentro la mente di questi i potenti da solo sarebbe stato ad accompagnare sentiva, ma si portavano per parlargli, (invece) il corpo avrebbero crocifisso.
Dall'apostolo l'indicazione dell'abitazione sentirono.
Questi dentro portò l'apostolo ove stava quel retto.

Ezechiele 27,13 - Fu a portare l'apostolo l'indicazione e dentro i potenti portarono quel Vivente.
Errò quel vivente (traditore), gli entrò nella mente il demonio che ne spense l'anima.
(Come) da Adamo si portò il demonio, il serpente (così) segnò l'apostolo scegliendolo.
L'apostolo si portò il compenso piangendo.

Ezechiele 27,14 - La vita dentro gli era finita, la fine portò a se stesso.
Quel Vivente in campo aperto accerchiarono, gli si portarono attorno, furono viventi con bastoni e dalla bocca sul corpo illuminati furono: quel vivente si portarono a dividere (dagli altri).
Stava quel vivente con gli apostoli ad abitare.
Con forza dentro portarono tra lamenti quel retto.

Ezechiele 27,15 - Dentro inviato fu.
Battuto, giudicato, fiaccato dai potenti fu che l'afflissero.
Ci furono forti amarezze.
Dentro fu quel vivente forato stretto col corpo in croce furono le mani di quel retto, rovesciato il corpo con energia lo crocifissero.
Rinnovato se ne portò fuori e a casa dagli apostoli fu vivo a rientrare, risorto era stato, a casa si portò quel primo risorto (era) l'Agnello retto.

Ezechiele 27,16 - Quel primogenito col corpo rivisse pur forato.
Dalla tomba il corpo del crocifisso per la rettitudine, che gli viveva nel corpo dentro al seno, a risorgere fu.
Il retto Figlio, il Verbo, afflitto, col corpo in cammino la madre inviò per portare un corpo/popolo versandolo nelle acque onde la perversità si portasse a scendere e il verme dell'origine finisse.
Riportandosi la rettitudine i fiacchi aiuterà.
Inviò il Crocifisso gli apostoli da casa, in azione questi portò dentro da recare l'energia d'una esistenza retta.

Ezechiele 27,17 - Dalla Giudea si portarono, per la terra furono ad accendere un corpo.
Con la divinità nel mondo la madre partorisce retti per il Potente.
È a spegnere la chiusura dei cuori con la forza delle acque inviando la forza del Crocifisso di cui portano le parole gli apostoli nel cammino e li aiutano dentro illuminandoli.
Portano del Risorto la vita energica e l'avversario è l'energia a finire.
Gli apostoli recano in vita al nemico pianti.

Ezechiele 27,18 - Col sangue bevono dal foro (del costato) nelle assemblee del corpo del Crocifisso.
La rettitudine dentro alle moltitudini dal seno del Risorto è così dalla madre.
Alle moltitudini la rettitudine del Potente entra portando energia dentro col vino. Nelle assemblee nei cuori si porta l'energia e scendendo diviene forte nelle assemblee il popolo/corpo.

Ezechiele 27,19 - A recare in aiuto degli apostoli portò lo Spirito Santo (la colomba) che i viventi desiderano.
Questi nei cuori agisce.
Questi dentro reca l'energia che è la rettitudine a donare e dentro i corpi di questi la potenza agisce, illuminazione reca sul Crocifisso, versa aiuto, la perversità rovescia, angeli escono.
Dentro in seno al popolo abita la rettitudine che rientrata è nel mondo.

Ezechiele 27,20 - L'aiuto sbarra all'angelo il corpo della sposa del Crocifisso con la rettitudine che l'abita.
Da dentro scappa per l'aiuto che c'è nelle assemblee il superbo serpente che nel corpo/popolo/Chiesa si spegne.

Ezechiele 27,21 - Per l'azione recata dalla sposa con gli apostoli sugli uomini, obbedienti generazioni escono.
I viventi che entrano riempiono le assemblee.
Irrigati sono.
Da fiacchi dentro ad agnelli sono nel vivere.
Ed ai guai per il serpente ai viventi che si portano nel tempo recano aiuto.
Essendo i viventi dentro le tentazione stretti al corpo sono retti.

Ezechiele 27,22 - Nel corpo/popolo tutti sono stati illuminati dentro dall'Unico che li ha portati dal male. ove vivevano. ad uscire.
Nel mondo dai viventi esce dal corpo il maligno.
Così li ricrea il Risorto, retti nel cuore.
La risurrezione ai viventi porterà dentro a tutti il Padre, l'energia sarà a riversare. Col corpo nel mondo da Questi uscirà il Figlio.
Indicheranno gli angeli che si porta.
La forza dentro porterà; ad inviarla sarà cosi.

Ezechiele 27,23 - Nelle tombe ai corpi l'energia porterà della rettitudine.
L'energia entrerà, si porterà in azione a battere l'angelo (ribelle) nei corpi.
Il maligno arderà dentro.
Ricomincerà dell'Unico il fuoco che porterà con i corpi di tutte a rivivere le generazioni, tutte finalmente rette.

Ezechiele 27,24 - Usciranno i viventi ri partoriti.
Tutti saranno retti dentro.
La vita della perfezione saranno a vivere.
Dentro riscorrerà la potenza essendo in tutti dentro il serpente finito.
I corpi avranno riversato chi vive nella perversità e dentro riscorrerà l'energia.
In questi sarà dentro ai corpi a riportarsi la vita che c'era.
L'abitante nascosto che corrompeva, che stava nelle midolla, dentro bruciato sarà stato.
I viventi si riporteranno con gli originari corpi.
Ci risarà la vita dentro che vivevano.
La fiacchezza per il serpente avrà finito la rettitudine.

Ezechiele 27,25 - Incontro saranno a portarsi dal Crocifisso tutti i corpi dei risorti.
Saranno i risorti nel luminoso corpo a portarsi del Crocifisso.
Gli saranno così in seno le moltitudine rette.
Le porterà tutte alla pienezza.
Saranno tutti nella gloria a stare per vivere sulla nube.
A casa del Potente abiteranno i giorni i viventi.

Ezechiele 27,26 - Dentro i viventi avrà cambiato.
Dentro sarà nei viventi entrata a ri abitare, dall'Unico riportata, la rettitudine che uscì, riaccesi i cuori saranno dei viventi, all'origine portati all'oppressione.
Dallo Spirito rientrato rovesciatosi in aiuto saranno salvati.
Dentro i corpi la rettitudine ri abiterà i cuori per i giorni dei viventi.

Ezechiele 27,27 - Fuori portatosi l'angelo (ribelle) arso, la forza dentro si riporterà, l'energia che erano ad anelare riagirà.
Nelle moltitudini per la rettitudine rivivrà il vigore, sarà così a riportarsi in grembo la potenza che sarà così nelle midolla.
Questi obbedienti risaranno.
Solo rovesceranno arso il nemico che dentro sta in seno.
Le moltitudini così si riporteranno dalla prigione dell'angelo.
Con la risurrezione sarà la guerra finita.
L'afflizione avrà bruciato dalle moltitudini.
Così li porterà dal pianto al Potente.
Un'assemblea di retti alla felicità dentro tutti porterà come retto è il Verbo che li accompagnerà a casa.
Nel cuore gli staranno i viventi.
Saranno i viventi dentro un giorno a vivere nel Verbo del Potente che crocefissero pur se retto.

Ezechiele 27,28 - Potenti con la sperata potenza questi si vedranno versati dal Crocifisso in grembo.
Dal Potente saranno così lanciati.
Si vedranno nella luce portati a vivere.
(Anche) gli stranieri a risorgere porterà tutti.

Ezechiele 27,29 - Ed a scendere porterà le centinaia.
Tra gli angeli sarà a portarli.
Nel Crocifisso saranno entrati dalla piaga con cui i potenti lo segnarono.
Il Verbo porrà i risorti portandoli nel cuore per vivere dal Potente nell'assemblea.
Saranno a vivere tutti in grembo al Potente.
Ad entrare saranno i viventi in Dio.
Gli usciti dalla terra sarà al rifugio a portare.

Ezechiele 27,30 - I portati dal mondo risorti da vivi saranno a vederlo.
Si porterà l'Altissimo come dentro speravano.
I viventi portati saranno da Questi.
Lo vedranno in alto col corpo che nel mondo portava (quando) fu innalzato e vedranno il Verbo.
Il corpo innalzato vedranno con cui a risorgere fu nel mondo.
Dei viventi a casa all'Unico il frutto della croce meraviglioso dei risorti avrà recato.

Ezechiele 27,31 - I portati dal mondo a sedersi con i corpi saranno nell'assemblea e Dio sarà così a sedersi (con loro).
I corpi nell'assemblea delle origini porteranno per la festa, dai corpi però per la risurrezione vomitato dai viventi portandosi nel pianto si porterà il maledetto che sarà spento tra le amarezze.
All'angelo superbo tentatore il Verbo avrà impedito di vivere nei corpi.

Ezechiele 27,32 - Portato l'angelo alla distruzione, portata la maledizione ad essere spenta, l'energia sarà a rientrare nei viventi avendola riacquistata con la perversità rovesciata.
Li porterà tra gli angeli nei pascoli dell'Altissimo per la retta vita che ci risarà.
Così giù si porterà la fiacchezza dal sangue.
Rientrerà dentro tutti a riportarsi la rettitudine che uscita era dai viventi.

Ezechiele 27,33 - La casa di lassù verranno a vedere questi per abitarla e con gli angeli saranno; l'anelavano!
Dai giorni i viventi usciranno del settimo (della creazione) alla fine.
I popoli cambiati dentro saranno a vivere.
Dentro le moltitudine dal mondo portate tra gli angeli saranno così.
Porterà i viventi alla sera e così usciranno a vedere la luce.
Nel corpo del Crocifisso nel Regno saranno dalla terra.

Ezechiele 27,34 - Si vedranno tutti angeli risorti dentro corpi integri stare i viventi.
Da dentro al seno i viventi avranno vomitato chi li viveva.
Nell'acqua bollente il nemico tra i pianti si porterà.
Tutti avranno versato fuori il serpente spento.
Il Crocifisso avrà portato così la rettitudine che ad abortire lo porterà.

Ezechiele 27,35 - Per il maligno nello stare in esilio sono ad uscire guai da cui saranno salvati i viventi.
Riporterà l'Altissimo la rettitudine e nel Regno saranno ad entrare i viventi.
Risorti si vedranno con i corpi portarsi, bruciato il nemico cattivo.
I viventi porterà il Verbo tra gli angeli ove staranno a vivere.

Ezechiele 27,36 - Nei cerchi dell'assemblea (celeste) con i corpi saranno a vivere dentro i popoli; saranno salvati, da una fune innalzati.
Retti a casa del Potente entreranno portati dal Crocifisso dal mondo dove stavano.
Sarà stato in tutti portato ad annullare dalla rettitudine per sempre il peccare del serpente nei viventi.

EZECHIELE 28
Ezechiele 28,1 - E fu al mondo a stare la Parola del Signore.
In un primogenito di notte iniziò a vivere nel corpo.

Ezechiele 28,2 - In un figlio d'uomo iniziò a vivere nel corpo del Potente l'energia.
Nel cammino fu per aiutare a scendere.
Fiacchi nel mondo dall'origine vivevano i corpi dall'origine impediti da un angelo (ribelle) che ci stava.
Il Signore per spazzare l'angelo in cammino dentro al mondo in un cuore la rettitudine aveva portato nella prescelta in cui iniziò a vivere nel corpo.
Dio "Io sono" alla madre portò una illuminazione a casa.
Dio al mondo nei giorni illumino quella figlia sarebbe stato ad abitarle nel cuore, ne sarebbe stato madre.
Il "sia" la madre portò.
Venne da uomo a portarsi il Potente nel primogenito.
Dio le portò l'indicazione indicandogliela con un angelo.
Nel cuore la rettitudine della sposa abitava.
Dio nel mondo stava nella madre.

Ezechiele 28,3 - Uscito l'angelo, l'energia entrò con la sapienza, venne nella madre. L'aiuto dell'energia di Dio la sposa riempì.
Il segno portò la madre non nascosto.

Ezechiele 28,4 - In una casa nel nascosto la rettitudine un uomo retto dentro portava in un arca e l'energia nell'oppressione avrebbe agito da dono per tutti nel cammino.
Tra i viventi il Potente di portare aveva scelto in azione la risurrezione.
Questi entrò in una casa portò dal trono il Verbo che dentro desiderava scendere in un corpo per portare a tutti la forza della rettitudine.

Ezechiele 28,5 - Dentro un corpo abitò nascosta la rettitudine in un uomo.
Con la rettitudine la benedizione del Potente nell'oppressione entrò.
In un corpo dentro ci fu un segno di vita nel cammino che porterà forza per camminare dentro al mondo.
Nei cuori dentro spengerà il vivere del serpente con la rettitudine.

Ezechiele 28,6 - Il Potente con la rettitudine l'ucciderà.
All'origine l'essere ribelle dall'Unico giudicato è stato.
Il Signore spazzerà l'angelo da tutti con l'oppressione venuta nei cuori.
Il pianto per il serpente alla casa di Dio entrò da chi era in vita.

Ezechiele 28,7 - Nel cammino l'energia entrò inviata per i lamenti dei viventi.
In quella casa fu nel primogenito l'Altissimo così di questi nel corpo.
Fu per il nemico ad essere giù.
Fu in cammino a portarsi per stare con i viventi.
E a chiudersi in un corpo, obbediente, si portò.
In una grotta dentro lo portò al termine la madre.
Dell'Altissimo il Verbo si era chiuso così in un uomo per ardere chi ammala.
Dal serpente si portava.
Era il Verbo nel tempo con la rettitudine.

Ezechiele 28,8 - Dal Potente, con un fuoco nascosto, alla fine scende per portarsi ad ardere da uomo nel mondo nei vivente la morte.
Saranno gli uccisi in casa del serpente dentro i giorni a rivivere.

Ezechiele 28,9 - Riuscirà l'originaria vita nei corpi finita per l'inizio dell'essere ribelle che maledetto fu nei viventi da "Io sono".
Il serpente le persone fu ad uccidere.
Arso verrà nel mondo da un uomo che gli porterà il rifiuto.
In quel primogenito nel cuore sta il sangue che l'ucciderà con la rettitudine.

Ezechiele 28,10 - La morte che fu per il nemico serpente a stare negli uomini finirà.
La morte dentro sarà impedita, colpita nei corpi sarà dei viventi.
La rettitudine ci risarà di "Io Sono".
La Parola a finirla sarà. Oracolo del Signore Dio.

Ezechiele 28,11 - A portarsi fu nel modo per essere da cibo onde recare la divinità nell'esistenza da rifiuto per l'essere ribelle.

Ezechiele 28,12 - Un Figlio d'uomo la distruzione vomiterà sull'angelo (ribelle) nel mondo. Dall'alto, dal Regno scese per portarsi nel corpo.
Si portò in un primogenito a vivere nel corpo accompagnato dalla rettitudine.
Entrò in quel primogenito a vivere nel corpo il Signore che fu nel mondo a portare ad entrare l'inizio della fine del mondo secondo il modello di perfezione.
Pieno di sapienza si portò così di notte.
Il Potente era, il Verbo era!

Ezechiele 28,13 - Da dentro l'Eden, il giardino di Dio, ad uscire furono i viventi.
Usciti furono tutti nella prigione del serpente, ove dentro l'angelo (ribelle) stava che versandosi nei corpi entrò nei viventi onde la pienezza della rettitudine finì.
Così nell'uomo il soffio nel cuore sbarrò con la perversità, fu ad uscire la potenza dagli uomini.
Una povera esistenza nel sesto (giorno) uscì per i viventi.
A portare sarà il risorgere il Verbo nel mondo che a far perire sarà nei corpi l'angelo.
Il Verbo ad ardere lo porterà dentro nei corpi che lo rovesceranno alla fine e in questi rientrerà ad abitare la pienezza della rettitudine in tutti.
A tutti il Verbo sarà la rettitudine a recare.
L'innocenza dentro ci risarà con la rettitudine che dentro l'avrà spento.
In quel giorno n'uscirai ricreato.
La rettitudine ad ardere con energia l'angelo porterà.

Ezechiele 28,14 - Venne l'Agnello a portarsi a casa dei viventi.
Il Messia nel mondo pieno si portò di rettitudine per ardere l'angelo (ribelle).
In tutti a finirlo sarà.
Lo spengerà dentro i corpi.
La santità di Dio a rientrare sarà nei viventi.
Nel mondo ci fu la forza in una arca per tutti portata della rettitudine dal Padre inviata che sarà ad originare un fuoco nel mondo.
Da tutti uscirà il serpente per la rettitudine alla fine.

Ezechiele 28,15 - L'integrità sarà nei viventi a rientrare.
Verrà dentro le generazioni la rettitudine che è desiderata.
Essendosi a riportare, i viventi n'usciranno ricreati, retti per sempre.
L'angelo dai viventi da sterco col peccare per il Potente alla fine uscirà da dentro per la rettitudine.

Ezechiele 28,16 - Dentro i corpi la benedizione del Potente completa della rettitudine i viventi accompagnerà.
A tutti porterà la rettitudine col vigore. Il tentare avrà a recare alla fine con il peccato e per quel fratello la potenza in cammino nei viventi rientrerà.
Nei corpi la divinità ad entrare sarà nei viventi.
Il Padre in aiuto il retto Agnello portò.
Da dentro, apertogli un foro con un'asta, la rettitudine quel retto uomo portò, così il Padre ad inviare fu a quel primogenito la risurrezione.

Ezechiele 28,17 - Su un'altura fuori gli uscì dal cuore la rettitudine che dentro stava nel Verbo.
Sarà così il fuoco che strapperà via dalle tombe retti i viventi tutti.
Come l'Altissimo il Verbo crocifisso si vedrà così innalzarsi dalla terra.
Uscirà lampante nel cammino il Crocifisso essere per tutti il Verbo inviato.
Del Re alla destra posta sarà la sposa che si vedrà portata a casa retta.

Ezechiele 28,18 - Nei viventi dentro nei corpi l'iniquità sarà spenta col peccare del serpente.
Dai corpi di tutti l'oppressione con l'ammalare del serpente finirà.
I viventi santi saranno per la rettitudine riportata che all'origine portò a scendere l'Unico.
Quel primo risorto agli uomini recherà così la rettitudine che ad uscire fu all'origine col (fatto del) magiare.
Chi l'oppressione portò verrà ucciso.
Rifiuterà il Verbo il male che il serpente ha aperto nella terra.
Potente una sorgente ci sarà per tutti, dal corpo di quel primogenito ci sarà la rettitudine.

Ezechiele 28,19 - A tutti sarà a recare aiuto.
Nelle rovine, così, dentro agirà la vita, saranno salvi i viventi.
La vita riporterà l'Altissimo.
Con la rettitudine la consunzione si porterà alla fine.
A rientrare sarà la forza in tutti e annullerà così per sempre il peccare del serpente nei viventi.

Ezechiele 28,20 - A recare fu nel mondo un forte aiuto dentro i corpi il Signore.
Per il maledetto ci sarà il rifiuto a vivere nei corpi.

Ezechiele 28,21 - In un figlio d'uomo lo porrà.
Il Verbo inviato fu ad affliggere il serpente.
A scendere fu per contendere recando nel mondo l'energia.
Dentro un primogenito l'Altissimo entrò.

Ezechiele 28,22 - Si portò in quel primogenito dall'essere ribelle nell'oppressione del mondo l'Unico in un vivente per vederla.
Giudicato sarà dal Signore nel mondo l'angelo (ribelle).
L'energia per spazzare il serpente sarà la rettitudine che giù sarà per contendere.
Si porterà ad ucciderlo da solo.
A finirlo sarà dentro tutti portando la rettitudine che ad arderlo sarà.
Sbarrerà il peccare. Bruciature inizieranno all'angelo per il Signore.
Dentro agirà con la risurrezione che porterà a tutti.
Sarà dentro ad entrare da fuoco.
Il Verbo nei cuori sarà ai viventi a portarla.
L'energia della santità in tutti sarà dentro ad entrare.

Ezechiele 28,23 - Porterà la risurrezione il vigore in tutti.
Sarà dentro ad entrare l'aiuto.
Dentro i corpi si porterà nel sangue.
Dentro chi si nasconde porterà a scendere ed alla fine sarà ad uscire.
Porterà ad abortire il serpente che la malattia ai cuori di tutti ha recato. Spengerà dentro chi si nasconde nei corpi.
Da dentro in olocausto sarà ad uscire.
Ai viventi la pienezza dentro risarà.
Dentro si porterà la forza per impedire il peccare.
Così sarà!
Ricomincerà l'energia a starvi del Signore.

Ezechiele 28,24 - E rifiutata sarà l'esistenza del peccare.
Impedito nei cuori sarà per tutti essendoci stata con la risurrezione dei corpi la divinità a riempirli.
Il Potente riporterà l'energia nei viventi; nei viventi ricomincerà a stare nei corpi. Porterà da fune giù per i viventi la rettitudine.
Dal Padre i viventi tutti a tornare saranno a casa integri.
Entreranno nel Risorto nel cuore che sarà i viventi all'Unico a condurre.
Nel Crocifisso i viventi si porteranno. Saranno a riconoscere che chi portò loro la rettitudine era "Io Sono", il Signore!

Ezechiele 28,25 - Da retti entreranno in quel primogenito.
Da vivi col corpo alla nube ad inviarli sarà.
Sarà dal mondo a portarli ad uscire.
Dentro nel ventre gli scenderanno.
Saranno nell'Unigenito da arca a stare.
Tutti staranno nel Risorto nel corpo.
A Dio i viventi invierà.
Entreranno dei popoli a stare le centinaia nel risorto corpo.
Con gli angeli il Verbo su li porterà a casa.
I viventi porterà tra gli angeli, nel santuario.
Dal Crocifisso saranno da dentro i viventi a guizzare.
Una sorgente sarà ad uscire di popoli che riportati saranno dallo stare in esilio e in alto gli uomini integri felici tra gli angeli tutti col Crocifisso staranno.
Del Potente il servo il serpente avrà spazzato dal (loro) ventre.

Ezechiele 28,26 - E saranno i risorti a casa portati dall'Altissimo.
La sposa dentro al cuore racchiusa porterà il Figlio.
Porterà a casa tutti quelli che furono i viventi e li invierà dal cuore.
Alla vista si porterà l'Agnello che tra i viventi fu a vivere che a recare fu la risurrezione che dentro li ha portati dal Potente dentro al cuore racchiusi.
A casa vedranno che il Risorto che li portò il Crocifisso era.
Giudicati che saranno stati i viventi tra i pianti il serpente uscirà per la distruzione.
Dal cuore saranno i viventi a venire vivi dalla tentazione a casa.
Saranno a casa tutti a vivere condotti e saranno alla conoscenza portati di quel retto che è "Io sono".
Saranno dal mondo portati ad entrare nella divina esistenza i viventi.

Si lascia al lettore paziente commenti al riguardo.
È comunque la rettitudine, sinteticamente definita dalla lettera kaf = = a fine parola, ad indicare nel criptato la sostanza divina.
Si pensi che l'angelo in ebraico, il "mal'ak", promanato da Dio, è un essere appunto "pieno di rettitudine ".
Il sapiente poi è chi "racchiude rettitudine nella vita ".
Questa sostanza divina della rettitudine non può morire ed aprirà la risurrezione dei morti da parte del Messia.
Tutte le decriptazioni sono improntate su tale idea che spunta dalle decriptazioni stesse, vedi, ad esempio, Ezechiele 28,14 "Il Messia nel mondo pieno si portò di rettitudine per ardere l'angelo (ribelle)."

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