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SAMUELE GIUDICE, SACERDOTE E PROFETA
di Alessandro Conti Puorger

I LIBRI DETTI DI "SAMUELE"
Col presente articolo intendo investigare ancora sugli scritti detti di Samuele, in ebraico ed in particolare in alcuni capitoli del 1 libro che riguardano tale personaggio.
Il 1° e 2° libro di Samuele della Bibbia hanno preso, infatti, il nome dall'omonimo giudice, sacerdote e profeta, vissuto in Palestina nell'XI secolo a.C. in sintonia con il Talmud che pensò d'attribuire quei due libri a Samuele anche se il personaggio con quel nome opera solo nel primo libro e lì muore, e non può perciò aver narrato le vicende successive.
Il mio intento non è la divulgazione o l'esposizione di nozioni, bensì quello consono al tema della ricerca di questo mio sito, vale a dire scrutare tra quelle pagine, entrandovi dentro anche con letture di secondo livello, per trovare profezie messianiche ulteriori rispetto a quanto già ho presentato in altri articoli prodotti e già nel sito stesso.
Il che è in linea con le idee, i criteri e le regole gia esposte con:
Quel personaggio, Samuele, è presentato, appunto, con le sue vicende nel 1° libro detto di Samuele inserito tra libri storici della Bibbia cristiana e nella Tenak o Bibbia canonica ebraica assieme ai libri di Giosuè, dei Giudici, di 2Samuele e di 1Re e 2Re tra i "nebi'aim", i Profeti e precisamente tra i "rashonim".
Quel libro, assieme al 2° Samuele e ai due libri dei Re in pratica costituiscono un'opera unica che la Vulgata di San Girolamo definisce "i 4 libri dei Re".
Il complesso dei due libri di Samuele e dei Re ha una redazione definitiva Deuteronomista, vale a dire post esilio o giù di lì, attorno al VI secolo a.C. e riferisce la storia "ispirata" di 5-6 secoli di Israele, dalla fine dell'epoca dei Giudici alla fine della monarchia con l'invasione babilonese di Nabucodonosor.
Tale storia è interpretata, perché, pur riportando, in genere, fatti storici, li integra con racconti e midrash e legge gli avvenimenti in chiave religiosa con lo specifico intento d'evidenziare la stretta correlazione tra le vicende d'Israele e il disegno divino.
Fu l'ultimo dei giudici d'Israele, infatti:

"Samuele fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua vita. Ogni anno egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e Mizpa, esercitando l'ufficio di giudice d'Israele in tutte queste località. Poi ritornava a Rama, perché là era la sua casa e anche là giudicava Israele. In quel luogo costruì anche un altare al Signore." (1Samuele 7,15-17)
Di lui tesse le lodi il libro del Siracide: "Quanto ai giudici, ciascuno con il suo nome, coloro il cui cuore non commise infedeltà né si allontanarono dal Signore, sia il loro ricordo in benedizione! Le loro ossa rifioriscano dalle tombe e il loro nome si perpetui sui figli, poiché essi sono già glorificati. Samuele, amato dal suo Signore, di cui fu profeta, istituì la monarchia e consacrò i principi del suo popolo. Secondo la legge del Signore governò la comunità e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. Per la sua fedeltà si dimostrò profeta, con le parole fu riconosciuto veggente verace." (Siracide 46,11-15)

Al riguardo è opportuno rammentare che Il profetismo fu fenomeno tipico di tutto il medio oriente.
I Sumeri in particolare avevano introdotto l'arte mantica o divinatoria che investigava sui voleri della divinità in special modo attraverso l'osservazione delle viscere di animali appositamente sacrificati e questa rapidamente si divulgò nelle vicine culture.
L'Israele biblico però prese altre vie.
Il pensiero è che il profeta entri in comunicazione con il soprannaturale onde questi può conoscere ciò che normalmente non si può conoscere e può interpretare la volontà di IHWH.
Più che cercare di sapere cosa accadrà l'intento è d'intravedere quale sia il comportamento da tenere in certe occasioni importanti.
In Israele, come ci riferisce l'Antico Testamento, il profetismo si presentò in due forme la profezia estatica e la profezia intuitiva.
La "profezia estatica" era preceduto da riti propiziatori, danze e canti sacri per invitare divinità a manifestarsi e accadeva che alcuni entravano in estasi, forse semplicemente in trance e per "l'essere fuori di sé" venivano ritenuti invasi da uno spirito estraneo che li rendeva "credibili" come profeti.
I gesti e le parole di questi erano poi interpretati da altri "profeti" in grado di chiarire il significato della profezia (1Samuele 10,5 e 19,11 ss).
La "profezia intuitiva" si manifestava invece in una sola persona.
Il profeta era dunque l'inviato di Dio e la sua missione poteva essere temporanea o durare tutta la vita.
L'elezione di Dio li portava a comportarsi come se fossero in trance, oppure a dire verità scomode o ad avere visioni che poi interpretavano.
Il linguaggio di tali immagini profetiche aveva molti punti di contatto con il linguaggio dei sogni (visione - elezione profetica di Isaia capitolo 6).
Il profeta era indicato con più nomi:
  • nabi'a, cioè messaggero, interprete, persona che Dio ha chiamato ad adempiere un compito particolare (Ezechiele 7,10; 2 Re 4,9);
  • uomo di Dio il significato affine a quello nabi'a (1Samuele 9,7);
  • servo di Ihwh, chi mette completamente la vita a servizio di Dio (Giosuè 14,6; 1Re 17,18; 2Re 4,16; 9,7; 17,13);
  • veggente, che ha delle visioni (1Samuele 9,9; Amos 7,12);
  • profeta è il termine usato dalla versione greca dei LXX.
Il mio intento, come accennavo, è cercare ulteriori profezie sul Cristo, il Messia, forte dell'avviso del kerigma di Pietro al capitolo 3 degli Atti degli Apostoli che presenta Samuele come profeta messianico, anche se pare poco evidente a letture di primo livello.
Quel kerigma, infatti, chiama in causa proprio Samuele come primo dei profeti che annunciò i giorni di Cristo: "Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti...Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunziarono questi giorni... Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità". (Atti 3,18-26)
Ritengo, perciò, che in quegli scritti relativi a Samuele si trovino profezie riferibili ai Vangeli ed alle vicende di Cristo più totalizzanti e non solo quelle indirette recepibile dal Cantico di Anna in 1Samuele 2 o perché ha unto re Davide in 1Samuele 16, da cui gli ebrei attendono il Messia.

Ora, il primo libro di Samuele, in 31 capitoli, tratteggia il passaggio dal governo indipendente delle singole tribù alla nascita della monarchia con:
  • Nascita di Samuele (1-2);
  • Vocazione di Samuele (3);
  • Il giudice Samuele (3-7);
  • Saul è eletto re di (8-10);
  • Regno di Saul (11-15);
  • Samuele unge re Davide (16);
  • Imprese giovanili di Davide (17-18);
  • Peregrinazioni di Davide (19-27);
  • Samuele muore e viene fatto evocare da Saul (28);
  • Fine di Saul (29-31).
In estrema sintesi i fatti salienti di Samuele sono la sua nascita "miracolosa", la sua chiamata da parte di Dio e il servizio al Signore al santuario di Silo presso il sacerdote e giudice Eli che ha però dei figli empi.
Questi sono puniti e muoiono sconfitti dai filistei che prendono anche l'Arca dell'Alleanza, quindi Samuele diviene giudice e guida gli Israeliti che vincono a Mizpa.
Israele chiede di avere un re come gli altri popoli, perché anche i figli di Samuele non erano come il padre.
Samuele prima tentennò, poi cedette e nominò re Saul, della tribù di Beniamino la più piccola tribù, così che non potevano nascere invidie tribali.
Saul fu riconosciuto re dal popolo dopo che sconfisse gli Ammoniti a Iabes, ma iniziò a fare di testa propria, offrì un olocausto autoproclamandosi di fatto sacerdote, poi non passò per le armi Agag, re degli Amaleciti.
Samuele allora si recò a Betlemme e consacrò re Davide, il più giovane dei figli di Iesse, un pastorello della tribù di Giuda.
Così termina il racconto su Samuele e si passa alle vicende di Saul e Davide.
Uno "spirito maligno" tormenta Saul, forse con emicranie ed epilessie onde Davide è chiamato alla reggia perché suoni la cetra e lo plachi.
Dopo l'episodio del combattimento in cui David uccise il gigante Golia, Davide cresce e Saul diminuisce.
David diviene grande amico di Gionata figlio di Saul e sposa Micol, figlia dello stesso Saul, ma questi non sopporta d'essere di fatto soppiantato e tenta di assassinare Davide che fugge.
Davide si mette al servizio dei re Filistei e in vicende alterne per due volte (1Samuele 24,1-23 e 26,9) risparmierà la vita di Saul.
S'avvicina la fine per Saul, i Filistei ammassano un forte e numeroso esercito, Saul ha paura, sente che non ha più il sostegno del Signore, Samuele glielo aveva predetto e, contro ogni regola, contravvenendo alle proprie stesse leggi, Saul fa evocare lo spirito del defunto Samuele dalla negromante di Endor (1Samuele 28,3-20) che gli predice la morte sua e dei suoi figli.
Sul monte Gelboe Gionata muore in battaglia e Saul si uccide (1Samuele 31,1-7).

Che le pagine di 1Samuele si possano aprire con una seconda lettura è stato già comprovato, perché di vari eventi di questa storia con le mie solite finalità mi sono già interessato in più occasioni con i seguenti articoli:
SAMUELE FA INTRAVEDERE IL MESSIA
Fu Samuele il figlio tanto desiderato dalla coppia Elkana - Anna, nato in vecchiaia nonostante lei fosse sterile.
Sono quelli i nomi dei suoi genitori, profetici in ebraico, perché in Anna "Channah" c'è la parola "chen" = "la grazia" e in quello del marito Elkana si dice, "Dio ha formato ".
I due prefigurano il prototipo della coppia ideale da cui l'umanità attende il frutto della grazia da parte di Dio onde finisca l'esilio dal suo Regno.
Sotto questo aspetto tutte le coppie sono sterili e non lo possono concepire se non volontà e per intervento divino.
Sono perciò in qualche modo legati alla speranza d'Israele, cioè al Messia che porterà la grazia di Dio e il perdono nei riguardi del peccato dell'umanità, ma anche alla distruzione della causa prima, quella dell'istinto bestiale, che ha provocato la sua attuale condizione.
Grande fu la fede di quella donna, che effettivamente partorì per grazia di Dio.
Siccome in "nomen omen", cioè il nome è un presagio, vale a dire nel nome c'è il destino, anche nel caso di questa donna s'attua quanto insito nel nome Anna, perciò "una grazia le uscirà ".

Aveva lei pregato nel pellegrinaggio annuale al santuario che si trovava allora a Silo per avere la grazia.
Se le fosse nato un figlio maschio l'avrebbe votato come nazireo al Signore.
La vide pregare il sacerdote Eli, la rassicurò: "Và in pace e il Dio d'Israele ascolti la domanda che gli hai fatto". (1Samuele 1,17)
E' comprovato che Dio ascoltò, "Così, alla fine dell'anno, Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. Perché, diceva, dal Signore l'ho impetrato". (1Samuele 1,20)
Fu questi per loro effettivamente una grazia!
"lo chiamò Samuele " onde il nome "Samuele" spezzando la parolasi può anche pensare, indipendentemente dalla vocalizzazione, come "lo chiamò a Dio ", e proprio in questo senso quel versetto 1,20 lo spiega suggerendo poi il radicale del verbo chiedere/impetrare .

Quel fanciullo fu portato per voto per servire il Signore nel santuario a Silo; là secondo la legge di Mosè gli Israeliti andavano in pellegrinaggio per le tre feste principali.
Dai tempi di Giosuè la Tenda del convegno che conteneva l'arca dell'Alleanza era stata, infatti, eretta a Silo (Giosuè 18,1) oggi Khirbet Seilun in Cisgiordania, che fu la capitale religiosa di Israele per circa 250 anni fino al trasferimento dell'Arca al tempo di Davide Gerusalemme.


Al tempo degli eventi il giovane Samuele là aiutava il sommo sacerdote Eli, e stava sempre con lui come ai tempi dell'esodo Giosuè stava con Mosè.
Ciò è riferito nei capitoli 1 e 2 del libro 1Samuele.
"Samuele prestava servizio davanti al Signore per quanto lo poteva un fanciullo e andava cinto di efod di lino. Sua madre gli preparava una piccola veste e gliela portava ogni anno, quando andava con il marito a offrire il sacrificio annuale." (1Samuele 2,18s)
Già da piccolo Samuele aveva una dignità speciale come sta a significare questo discorso sull'efod e sulla veste.
"Eli allora benediceva Elkana e sua moglie ed esclamava: Ti conceda il Signore altra prole da questa donna per il prestito che essa ha fatto al Signore. Essi tornarono a casa e il Signore visitò Anna, che partorì ancora tre figli e due figlie." (1Samuele 2,20s)
Da questi versetti si evince che in definitiva Anna dopo Samuele ebbe altri 3 figli e 2 figlie, 6 in tutto compreso Samuele.
La stessa Anna all'inizio del capitolo 2 di tale libro (1 Samuele 2,1-10) aveva pregato e proclamato un proto - Magnificat, ossia un inno di esaltazione al Signore che pare ispirare quello riportato nei Vangelo di Luca 1,46-55 ivi proclamato da Maria, la madre di Gesù il Cristo.
Là Anna, tra l'altro, dice "La sterile ha partorito sette volte" e dà gloria al Signore che "abbassa ed esalta".
Certamente si deve pensare che quel sette stia ad indicare un numero che è sinonimo di abbondanza come nel versetto Genesi 41,17 del racconto del sogno del Faraone a Giuseppe dove c'è per dire "sette anni di annondanza", però si può anche pensare che Anna parli in senso profetico.
In effetti lei, Anna, ne ha avuti solo 6 di parti, ma da una ulteriore Anna verrà la grazia per tutti che sarà certamente a scaturire da quella donna sterile di fatto, perché non ha conosciuto uomo, che partorirà il Messia.
Conclude, infatti, con l'invocazione messianica, "Il Signore giudicherà gli estremi confini della terra ed eleverà la potenza del suo Messia." (1Samuele 2,10b)
Il figlio che manca ad Anna in effetti sarà la figlia che nascerà da un'altra Anna, la omonima madre di Maria secondo i Vangeli apocrifi.
Sarà lei la piena di grazia da cui appunto nascerà il Messia.
Questa è la sintesi della profetica storia di Samuele che ungerà Re Davide il progenitore dalla cui casa verrà il Messia.

LA CHIAMATA DI DIO
Già le lettere del Nome "Shem" = e di Dio "'El" di questo inizio della storia di Samuele, che formano il suoi nome si stanno ordinando per costruire poi negli anni la sua storia, infatti:
  • dalla madre fu chiesto a Dio e questo fu il suo nome, "Samuele";
  • si verificherà, come vedremo, capitolo 3 di 1Samuele, che sentì chiaramente che "Dio lo chiamò ".
Poi quelle stesse lettere si articolano in altre parole che saranno costitutive della storia successiva:
  • in "l'ho impetrato" del radicale che fa trapelare l'idea di Saul ;
  • infine, ci porta allo "sheol" , che ha le stesse lettere di Saul, quando il capitolo 28 racconta di Saul, che morto Samuele, lo farà evocare da una strega, la pitonessa di Endor.
In contrasto con i figli di Eli che avevano comportamenti contrari alla volontà del Signore, di cui poi dirò più avanti, il Capitolo 2,26 aveva sittolineato che, nel servizio a Silo nel santuario, "...il giovane Samuele andava crescendo ed era gradito al Signore e agli uomini".
Sono quelle più o meno le stesse parole usate nei riguardi di Gesù dodicenne nel Vangelo di Luca 2,52: "E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini."

Vediamo ora i 21 versetti del capitolo 3 di 1 Samuele che riguardano la chiamata del Signore.
Tale capitolo è divisibile nelle seguenti quattro parti:
  • 1a parte, nella notte, la chiamata vera e propria, versetti 1-10;
  • 2a parte, le parole del Signore, versetti 11-14;
  • 3a parte, al mattino, Samuele racconta, versetti 15-18;
  • 4a parte, nel prosieguo Dio in Silo si confiderà con Samuele, versetti 19-21.
Riporto parte per parte il testo della traduzione C.E.I..
  • 1a parte, 1Samuele 3,1-10
    "Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. Allora il Signore chiamò: Samuele! ed egli rispose: Eccomi, poi corse da Eli e gli disse: Mi hai chiamato, eccomi! Egli rispose: Non ti ho chiamato, torna a dormire! Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: Samuele! Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: Mi hai chiamato, eccomi! Ma quello rispose di nuovo: Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire! In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: Samuele! per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: Mi hai chiamato, eccomi! Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta. Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: Samuele, Samuele! Samuele rispose subito: Parla, perché il tuo servo ti ascolta."

    Questi versetti hanno una grande quantità di parole ripetute:
    • i nomi, del Signore 11 volte, di Samuele 12 e di Eli 7;
    • il dormire, radicale ebraico , 7 volte;
    • il chiamare, radicale ebraico , 11 volte;
    • eccomi, 4 volte.
    Le lettere di dormire portano al pensiero "luce spenta ()", e il chiamare ha in se con le immagini delle lettere quella di uno che "si piega, si siede per vedere ()".
    Pare di vedere la scena si sente il nome nel buio da sdraiati sul letto ci si mette seduti e si ascolta, anzi si vede accanto a sé il Signore.
    Il Signore si fa riconoscere anche nel buio della notte e si fa vedere anche a luce spenta "Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui" dice, infatti, il versetto 10.
    Il capitolo aveva esordito col dire "in quei giorni, le visioni non erano frequenti", invece un fanciullo puro può vedere il Signore anche di notte!
    Vuol dire che la generazione si stava corrompendo.

    Il Signore lo chiama per nome e quando il Signore chiama è certo, quel nome è scritto nel libro della vita.
    Chiamò Samuele non una volta, ma tante volte, in più occasioni anche ripetendo il nome.
    E' notte e Samuele ed Eli dormivano nel Tempio.
    Per ben tre volte Samuele si sente chiamare e crede che sia Eli che lo chiama e va nel posto dove Eli dorme: Mi hai chiamato, eccomi!
    Eli finalmente capisce: è il Signore che chiama Samuele.
    Glielo disse e alla quarta volta Samuele fu ad ascoltare il Signore.
    Samuele aveva preso la voce del Signore per quella del maestro, ma finalmente comprese che il Signore aveva parlato finora con lui con la voce del maestro, d'ora in poi però Dio gli parlerà direttamente.
    Il maestro spirituale che è utile s'incontra quando si è pronti per riceverne l'insegnamento e se è un maestro vero si riconoscerà, perché porterà al colloquio diretto col Signore.
  • 2a parte, 1Samuele 3,11-14
    "Allora il Signore disse a Samuele: Ecco, io sto per fare in Israele una cosa che risuonerà negli orecchi di chiunque l'udrà. In quel giorno compirò contro Eli quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. Gli ho annunciato che io faccio giustizia della casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti. Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata la colpa della casa di Eli, né con i sacrifici né con le offerte!"

    Praticamente questo discorso è l'elezione di Samuele, in quanto proprio, appunto per esplicita volontà di Dio, il Signore stesso certifica la pratica deposizione di Eli da primo sacerdote e giudice, sostituito in pieno in quelle sue funzioni da Samuele.
    Inoltre gli dà anche la prima occasione per essere profeta credibile, perché quanto annuncia si verificherà.
    Al riguardo è da premettere che, il capitolo 3 di 1Samuele, aveva riferito che gli occhi di Eli cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere e ciò riguardava sia la funzione fisica propria degli occhi, sia quella degli occhi della mente, cioè il discernimento; infatti, era debole nell'opporsi alle soperchierie che compivano i suoi figli, sacerdoti corrotti e donnaioli.
    Nei primi tempi Eli li aveva ammoniti, 1Samuele 2,22-26, ma ormai non ascoltavano più il padre.
    C'era stato un oracolo da parte di un non meglio specificato uomo di Dio che contestò ad Eli di aver avuto maggior riguardo per i figli che del Signore e gli profetizzò che i due figli, Cofni e Pìncas moriranno tutti e due nello stesso giorno.
    Tale avviso a Samuele è la conferma del Signore che disse: "compirò contro Eli quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa", che pronunciò, appunto cioè tramite la bocca di quell'uomo di Dio che parlò in 1Samuele 2,27-36.
    Chi resterà?
    Solo Samuele che Eli aveva allevato e istruito come un figlio e che era stato obbediente.
  • 3a parte, 1Samuele 3,15-18
    "Samuele dormì fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele però temeva di manifestare la visione a Eli . Eli chiamò Samuele e gli disse: Samuele, figlio mio. Rispose: Eccomi. Disse: Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio faccia a te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha detto. Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. E disse: È il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene."

    Eli non può che rassegnarsi alla volontà del Signore.
    In quei tempo gli Israeliti decisero di portare l'arca in battaglia contro i Filistei perché assicurasse loro la vittoria, ma vennero sconfitti e l'arca fu catturata dal nemico (1Samuele 4,1-11).
    Al Capitolo 4,11-18 viene riferito a Eli che i filistei hanno preso l'arca di Dio e che i suoi figli erano stati uccisi; lui cade indietro con la sedia, batte la nuca e muore.
    Di fatto con la sua morte finì anche il santuario di Silo tanto più che l'arca era stata presa dai Filistei.
    Una grave pestilenza che si verificò fu attribuita dai Filistei alla presenza tra loro di quell'arca e dopo sette mesi volontariamente la restituirono (1Samuele 5-6).
    Fu posta nella città di Kiriat-Iearim (1Samuele 7,1) ove rimase finché il re Davide la fece trasferire a Gerusalemme (2Samuele 6).
  • 4a parte, 1Samuele 3,19-21
    "Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore. Il Signore continuò ad apparire a Silo, perché il Signore si rivelava a Samuele a Silo con la sua parola."

    Samuele è colui che ungerà re sia Saul che poi Davide.
    E' considerato un profeta della importanza di Mosè.
    A Mosè Dio si rivolgeva nel Tabernacolo, ma a Samuele si rivolgeva anche fuori, nella sua stessa camera.
    Dirà Gesù nel Vangelo di Matteo: "...quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto ti ricompenserà." (Matteo 6,6)
1SAMUELE 3 - DECRIPTAZIONE
Appena ho provato a decriptare, leggendo lettera per lettera e non più parola per parola, quella scrittura ebraica con i significati delle lettere-icone del già detto criterio in "Parlano le lettere" si è rivelato che quel testo porta nascosta l'idea dell'incarnazione del Figlio di Dio.
Questi verrà per estirpare il peccato del mondo in cui un angelo ribelle s'è inserito per fuggire all'ira del Signore divenendo un parassita che vive assorbendo la vita agli esseri umani.
Questo è il pensiero che si trova ripetuto nei discorsi di secondo livello che tende a spiegare l'istinto malvagio congenito nell'uomo.

Ecco, come mi s'è presentato il primo versetto:

1Samuele 3,1 - Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti.




E nel mondo l'energia in azione in un povero vivente portò Dio .
Per servire venne () il Signore .
Dal serpente in persona () fu l'Altissimo a portare la Parola .
Il Signore nel mondo fu ad entrare .
Fu a versarsi in un corpo per abitare nei giorni dei viventi .
Al mondo uscì dalla Madre l'Unigenito .
Fu l'energia nel petto () a portarLe .
Le inviò l'energia il Verbo ; nel corpo Le scese .

"Al mondo uscì dalla Madre l'Unigenito" è ovviamente una lettura che risente della teologia cristiana, ma "al mondo usci da madre da primogenito" o "al mondo uscì da una madre l'Unico" sono tutte equivalenti e possibili.

Riporto tutta di seguito la decriptazione dei 21 versetti di 1Samuele 3.

1Samuele 3,1
E nel mondo l'energia in azione in un povero vivente portò Dio.
Per servire venne il Signore.
Dal serpente in persona fu l'Altissimo a portare la Parola.
Il Signore nel mondo fu ad entrare.
Fu a versarsi in un corpo per abitare nei giorni dei viventi.
Al mondo uscì dalla Madre l'Unigenito.
Fu l'energia nel petto a portarLe.
Le inviò l'energia il Verbo; nel corpo Le scese.

1Samuele 3,2
E fu nel mondo a stare ad abitare.
Un giorno al mondo Lui si portò.
L'Altissimo dal riposare dentro un vivente sorse.
E si portò per agire a stare dall'angelo portandosi nel mondo.
Nella prigione del serpente portò la rettitudine ad entrare e completo il rifiuto fu a portargli.
Per rendere perfetti i corpi l'Unigenito vi si portò finalmente.

1Samuele 3,3
E l'energia in un corpo di Dio entrò a stare in un vivente.
In un cuore, per il verme che c'è spengere, recò il fuoco.
Nei viventi porterà Dio il fuoco (della risurrezione) per spengere dentro al mondo l'esistenza del maligno.
Per la perversità delle origini sradicare dai viventi l'Unigenito nel corpo si portò.
Per l'angelo la maledizione fu in un vivente.

1Samuele 3,4
Ed il Diletto dell'Unico fu la calamità della maledizione ad accendere in un vivente ed al primo serpente la portò che fu all'origine dell'essere ribelle l'energia ad inviare nell'esistenza.

1Samuele 3,5
E si compiacque Dio, dall'alto fu a portare a stare l'Unigenito a vivere in un corpo nel mondo.
Dall'angelo inviato fu con la rettitudine il Diletto a venire.
La potenza fu a portare nell'esistenza l'Unigenito a vivere in un corpo; il rifiuto gli versò.
In un corpo venne a stare per rimuoverlo.
Dal riposare si portò a stare in cammino portando il forte fuoco della rettitudine dentro.

1Samuele 3,6
E fu in pienezza il soffio del Signore a versarsi in un corpo.
L'Unigenito per il peccare sbarrare con la risurrezione recidendolo fu a versarsi in un vivente.
Per bruciarlo nei viventi si portò dal primo serpente.
Fu in cammino la maledizione dell'Altissimo a portargli.
E fu per l'Unigenito a vivere in un corpo nel mondo l'energia che inviata fu con la rettitudine.
Il Diletto venne la potenza nell'esistenza a recare.
Fu per la prima volta a vivere nel corpo la potenza dell'Unico che ad incontrare venne nell'esistenza a casa l'angelo (ribelle).
Sarà il fuoco a portargli a casa; con la risurrezione lo spengerà.

1Samuele 3,7
E la risurrezione in un vivente portò Dio nel cuore.
Nel corpo di un vivente fu per aiutare in azione a venire.
Il Signore per amore ai viventi sarà a rivelarsi.
Dall'alto fu a portarsi; per aiutare abitò in un corpo il Signore.

1Samuele 3,8
E sarà per strappar via dall'esistenza la perversità che si versò nel corpo di una donna.
A vivere si portò Dio dentro una placenta.
Alla luce alla fine si portò.
Fu a versarsi dalla Madre e fu in cammino Dio dall'alto a stare e fu ad iniziare a vivere nel corpo nel mondo.
L'energia degli angeli fu con la rettitudine ad essere versata in un corpo dall'Unigenito completamente.
Il Potente fu a portare nell'esistenza il Figlio.
Dall'alto fu così a stare il Signore per incontrare il primo serpente in un fanciullo.

1Samuele 3,9
Portato fu l'Unigenito dalla Madre dal corpo in vista di notte.
Alla luce la Madre portò Dio in cammino; dal riposarsi si portò nel mondo a stare.
Uscì da primogenito della Madre il diletto Unigenito.
La maledizione fu così portata dall'Unigenito per la ribellione.
Per aiutare il cibo portò al mondo della rettitudine che sarà a risorgere i viventi.
In azione, per servire, la rettitudine portò a chi è in cammino che a bruciare nei viventi porterà il primo serpente ma sarà in chi riposa (nella morte) dentro da vita (in quanto) il risorgere porterà.

1Samuele 3,10
E fu dentro l'Unigenito a stare nel mondo.
Si portò per la perversità dall'esistenza finire.
Fu giù dentro a recare la forza per abbatterla dai corpi.
Dell'Unigenito con la rettitudine il soffio agirà nei viventi.
Dentro il soffio agirà per salvare i viventi.
Porterà Dio la risurrezione per reciderla.
E sarà l'Unigenito l'essere ribelle a bruciare nei viventi recandogli la maledizione.
Dal Verbo la rettitudine che gli brucia nel seno agendo dentro lo fiaccherà.

1Samuele 3,11
E fu dall'Unico il ribelle per la perversità maledetto.
Il Nome portò la maledizione all'angelo (ribelle) nel mondo.
Per incontrarlo con la rettitudine fu in azione per incendiare il mondo il Verbo.
In una casa d'Israele dell'Unico il principe una sposa alla luce dal seno portò.
E finalmente giù dal serpente fu l'energia ad entrare per bruciarlo completamente.
Fu l'Unigenito per colpire l'angelo la forza a portare.

1Samuele 3,12
Dentro un giorno uscì Lui, l'Unigenito per vomitare dalla vita il primo serpente.
Dall'alto fu a venire nella prigione col fuoco per calpestarlo dentro i corpi finendone l'esistenza.

1Samuele 3,13
E nel mondo in cammino per aiutare tutti fu.
Al serpente portò la rettitudine che sarà a bruciarne il soffio nei cuori.
Per incontrarlo fu a venire in un Tempio portandosi dall'eternità per il peccare del serpente nei viventi.
Dentro per il peccare dell'angelo l'Unigenito con il fuoco nel corpo fu per sbarrarlo in azione.
La rettitudine sarà da bastone per il serpente che sarà con la parola ad entrare nei viventi.
Dentro l'energia sarà a portare ed il rifiuto ne spengerà dentro la vita.

1Samuele 3,14
Portata la potenza della rettitudine l'energia dell'angelo brucerà dentro al tempo.
E' nei cuori a stare a sviare il serpente.
Vi sta dalle origini a vivere.
L'oppressione col soffio del male recò l'angelo dentro l'esistenza.
Finalmente l'Altissimo dentro per ucciderlo gli si portò in casa da vivente.
L'angelo dalla prigione uscirà per sempre con la perversità dai viventi.

1Samuele 3,15
E fu alla luce in un agnello vivente a portarsi Dio.
Dall'eternità uscì.
Dentro si versò in un corpo.
E fu per liberare a venire in un povero prescelto.
E finalmente (in questi come in un) tempio il Signore si portò.
E, oggetto di meraviglia, si portò Dio a stare nel corpo.
L'Unigenito tra i viventi entrò in cammino per esser loro d'aiuto. Venne dei viventi alla vista nel mondo Dio Altissimo.

1Samuele 3,16
Ed il Diletto Unigenito dall'alto fu a venire per accendere un vivente.
E la maledizione portò dell'Unico all'essere ribelle per la distruzione portargli.
Di Dio il Figlio fu a portarsi.
Fu l'Unigenito a vivere in un corpo nel mondo.
Inviato all'angelo fu...

1Samuele 3,17
...per riportare la forza delle origini nei viventi (affinché) il verme uscisse per l'aiuto dentro ai corpi.
Per l'Unigenito scapperà.
Ricreerà la potenza che c'era che affliggerà il serpente.
Riinvierà delle origini completo il vigore nel sangue dei viventi, l'energia sarà della rettitudine a rientrare, sarà ad operare nel mondo in cammino.
La maledizione sarà dai viventi portata così fuori.
Sarà riportata la pienezza che c'era dal soffio dell'Unigenito nei viventi.
La completa rettitudine racchiuderà nel sangue.
Nei viventi l'angelo sarà bloccato dalla purezza che rivivrà in tutti, usciranno per l'aiuto ricreati.
Scapperà da dentro i corpi l'originario serpente in forza della rettitudine.

1Samuele 3,18
E sarà la gloria a portare della risurrezione ai viventi.
Li porterà dèi, con l'originaria perfezione.
Dal Verbo sarà ai viventi riportata la potenza.
Ricomincerà il vigore nel sangue dei viventi ad abitare.
E sarà per il primo ribelle una calamità.
Fuori lo porterà l'Unigenito ad uscire dai cuori.
E da dentro per le preghiere l'angelo porterà a spazzare con la risurrezione che entrerà.

1Samuele 3,19
E sarà il cammino sbarrato al serpente dalla risurrezione che a recidere lo porterà.
Portatagli sarà una calamità nel mondo ad esistere.
Fuori per l'azione nei viventi si porterà.
E per il rifiuto uscirà il soffio che c'era del serpente nei viventi.
La rettitudine rinata dentro i corpi sarà a portarlo dalla terra ad uscire.

1Samuele 3,20
Portato sarà lo sbarramento in azione al maligno con la risurrezione dei corpi.
Dio nei viventi sbarrerà l'angelo che porterà l'azione di sbarramento con l'Unigenito nei corpi nel settimo (giorno).
Così sarà per l'angelo l'amen.
La risurrezione nei viventi riporterà di Dio la potenza.
Per l'angelo dentro sarà la maledizione del Signore.

1Samuele 3,21
E sarà strappato dal Signore il serpente.
Li rigenererà con l'amore per vivere in tranquillità con la rettitudine che sarà inviata.
Si rivelerà il Signore Dio che risorto ai viventi porterà all'Unico camminando a vivere tranquilli.
Li condurrà da solo dentro il corpo il Signore.

L'UNZIONE DI SAUL
Samuele fu l'uomo di Dio, il veggente, il profeta, che unse entrambi i primi due re d'Israele, prima Saul, poi Davide.
Vediamo nel dettaglio come avvenne per Saul.
Il capitolo 8 di 1 Samuele riferisce: "Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici d'Israele i suoi figli. Il primogenito si chiamava Gioele, il secondogenito Abia; erano giudici a Bersabea. I figli di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro il guadagno, accettavano regali e stravolgevano il diritto." (1Samuele 8,1-3)
Bersabea era a sud ovest di Hebron a circa 50 km, ai limiti nord del Negheb, località lontana per l'ormai anziano Samuele.
Si verificò, però, una problematica simile a quella che s'era presentata con i figli di Eli; infatti, i figli di Samuele, stabiliti laggiù da Samuele stesso come giudici d'Israele, si comportavano da giudici iniqui.
Il popolo mormorava e mandò una delegazione a casa di Samuele per chiedere un re che regnasse su di loro: "Si radunarono allora tutti gli anziani d'Israele e vennero da Samuele a Rama. Gli dissero: Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non camminano sulle tue orme. Stabilisci quindi per noi un re che sia nostro giudice, come avviene per tutti i popoli." (1Samuele 8,4s)
Ciò toccava l'amor proprio di Samuele che aveva stabilito giudici i propri figli, e: "Agli occhi di Samuele la proposta dispiacque, perché avevano detto: Dacci un re che sia nostro giudice. Perciò Samuele pregò il Signore." (1Samuele 8,6)
I Signore invece interpreta in modo più radicale la richiesta del popolo.
Non aveva forse detto riguardo alla terra di Canaan: "Io vi prenderò come mio popolo e diventerò il vostro Dio. Voi saprete che io sono il Signore, il vostro Dio, che vi sottrarrà ai gravami degli Egiziani. Vi farò entrare nel paese che ho giurato a mano alzata di dare ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, e ve lo darò in possesso: io sono il Signore!". (Esodo 6,7s)
Il Signore in quel modo in pratica aveva detto, vi condurrò io, io sarò di fatto il vostro re.
Che i filistei nel contrastare la conquista di quella terra sono virulenti, il Signore lo sa bene, ma ciò avviene, perché nel popolo d'Israele - questa è la lettura dei fatti che fa la Sacra Scrittura - era scarsa la fede nei suoi confronti, perciò come rimedio Dio ritiene che sia il caso di tirarsi indietro per un momento onde far comprendere che non sarà un re terreno che risolve la questione.
"Il Signore disse a Samuele: Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro. Come hanno fatto dal giorno in cui li ho fatti salire dall'Egitto fino ad oggi, abbandonando me per seguire altri dèi, così stanno facendo anche a te. Ascolta pure la loro richiesta, però ammoniscili chiaramente e annuncia loro il diritto del re che regnerà su di loro". (1Samuele 8,7-9) e prima che accada fa enumerare quale sarà il peso di avere un re che non sia Dio stesso.
Samuele fu così che, guidato dal Signore, scelse un uomo d'Israele che fosse re e c'è il racconto di Saul alla ricerca degli asini perduti di suo padre (1Samuele 9,1-25), l'incontro con Samuele e la sua unzione (1Samuele 10,1-16).
Secondo il comando del Signore Samuele avvertì di nuovo (1Samuele 10,17-19) il popolo a Mitspa sulla colpa per aver rigettato la teocrazia, ma la sua personalità imponente lo facevano ritenere una scelta promettente, (1Samuele 10,23s) perché Dio l'aveva scelto con gli occhi del popolo.
Samuele stabilì il Regno, (1Samuele 10,25), e Saul tornò a Ghibea, e riportò le prime vittorie sui Filistei perché Saul fu investito dallo Spirito di Dio per liberare Israele in un modo simile a quello dei primi giudici 1Samuele 11,6).
Egli chiamò alle armi Israele ed ottenne una grande vittoria sugli Ammoniti e l'acclamazione a Ghilgal come re (1Samuele 11,8-15).

La scelta fu portata verso un individuo grande e grosso, il più alto degli Israeliti, scelta che poi fu confermata al popolo con una estrazione a sorte. Questa cadde su un "...figlio di un Beniaminita (di Kish), un prode. Costui aveva un figlio chiamato Saul, alto e bello: non c'era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo" (1Samuele 9,1s)
Era una scelta che seguiva i criteri umani, come poteva piacere agli occhi del popolo e questi verrà ben accolto dal popolo stesso.
Non viene detto nulla però di doti diverse da quelle fisiche.
Aleggiava una richiesta del popolo!
Ricordo che per i verbi richiedere e domandare il radicale ebraico è . Allora viene scelto da Dio uno il più forte degli Israeliti che si chiamava "il richiesto", "il domandato", sottinteso a Dio, cioè "Shaul" ossia Saul.

Samuele al capitolo 12 dirà: "Ora eccovi il re che avete scelto e che avevate chiesto . Vedete che il Signore ha costituito un re sopra di voi. Dunque se temerete il Signore, se lo servirete e ascolterete la sua voce e non sarete ribelli alla parola del Signore, voi e il re che regna su di voi vivrete con il Signore vostro Dio. Se invece non ascolterete la voce del Signore e sarete ribelli alla sua parola, la mano del Signore peserà su di voi, come pesò sui vostri padri...vi persuaderete e constaterete che grande è il peccato che avete fatto davanti al Signore chiedendo un re per voi". (1Samuele 12,13-17)
Voleva Dio dimostrare che senza la sua presenza gli Israeliti non potevano far nulla; anche il più forte di loro sarebbe stato impotente e non li avrebbe potuti condurre alla conquista completa della terra promessa.
Ciò fu chiaro con l'episodio del gigante Golia... il campione dei filistei era molto più alto del più alto degli Israeliti, cioè Saul, ed era chiaro che con le sole dote umane gli Israeliti non avrebbero vinto tanto è che Saul non andò a sfidarlo, serviva l'aiuto del Signore!
Fu, è vero, che Saul fu unto, cioè fu un consacrato, un "meshiah", ma fu solo il "meshiach" del popolo non del Signore, come Barabba in luogo di Gesù.
Saul aveva 30 anni quando iniziò a regnare e regnò per 20 anni su Israele.
Vi furono vicende alterne e Saul divenne orgoglioso, voleva fare in modo autonomo e non rispettava né Samuele né i comandi del Signore, li filtrava nella sua testa non rispettandoli nella sostanza, ammorbidendoli a suo tornaconto.
Due furono le occasioni palesi che provocarono l'ira del Signore e, quindi, di Samuele nei confronti di Saul.

Il primo avvenimento, ne parla il capitolo 13, fu dopo due anni che regnava, quando ammassò delle truppe, perché era certo che i filistei avrebbero attaccato.
Correva il timore tra il popolo e le truppe che aveva riunito potevano disperdersi, ma Saul doveva attendere l'arrivo di Samuele per sacrificare al Signore, ma tardava e Saul temendo defezioni, sacrificò lui al Signore.
Fu così che quando Samuele arrivò s'indignò e profetizzo l'ira del Signore nei riguardi di Saul.
L'altra occasione si verificò nella guerra contro il re Agag.
L'evento è riportato in 1Samuele 15:
  • 1Samuele 15,18 e 19 "Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti. Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?"
  • 1Samuele 15,26 "...il Signore ti ha rigettato, perché tu non sia più re sopra Israele".
Pian piano uno spirito maligno s'era impossesso di lui e finì che Saul s'uccise in battaglia per non cadere in mano dei filistei.
Il nome di Saul di fatto si spezza e assume un altro significato insito nelle stesse lettere pur con diversa vocalizzazione.
Ecco che "Saul" si può dividere in + + , onde tenendo conto che "sh" è la lettera di fuoco, e quindi di accendere, la lettera "elle" di potenza, si può leggere "si accende il desiderio () di potenza ".
Attenzione però che da a "stolto, empio" ed a "pazzo" il passo è breve, infatti, così opererà lo spirito maligno in Saul, lo farà impazzire con momenti di epilessia che non potrà controllare.
Il suo destino è allora lo "sheol" il mondo dei morti.
Questo si può pensare, considerato che è anche in forma traslata "corpo", là dove "brucia il corpo ".
Ecco che viene in mente la distruzione, l'olocausto, la famosa "sho'a" che in forma contratta è , ed allora lo "she'ol" diviene il luogo prescelto dal Signore perché sia "la distruzione , portata al serpente ".

L'UNZIONE DI DAVID
Mentre si compiva il destino di Saul, Dio aveva preparato quello che sarà il condottiero, Davide che porterà la capitale del regno a Gerusalemme.
Subito dopo i fatti narrati nel capitolo 15, infatti, Samuele è mandato dal Signore a Betlemme dalla famiglia di Iesse per ungerne re un figlio: "Il Signore disse a Samuele: Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l'ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d'olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re... ungerai per me colui che io ti dirò". (1Samuele 16,1-4)
Il primo figlio di Iesse, Eliab, per Samuele poteva ben essere il prescelto essendo il primogenito alto e grosso... d'altronde per Saul non s'era comportato così ed aveva avuto l'assenso del Signore?
Fu fermato dal Signore che "...replicò a Samuele: Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore". (1Samuele 16,7)
A Dio, infatti, non interessa il vigore e la possanza fisica, ma la fede e soprattutto se vi è carità e timor di Dio nel cuore dell'uomo.
Si conferma così che Saul fu una scelta che rispecchiava i criteri del popolo che purtroppo vede solo l'apparenza.

La scena si ripeté sette volte per tutti i figli presenti di Iesse finché fu fatto venire l'ottavo Davide il pastorello.
Iesse "Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: Alzati e ungilo: è lui! Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi." (1Samuele 16,12s)
Poi il testo al versetto 18 commenta "...il figlio di Iesse il Betlemmita: egli sa suonare ed è forte e coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di bello aspetto, e il Signore è con lui".
Sono così sovvertiti completamente i criteri della prima unzione.
Appena unto Davide "Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul e cominciò a turbarlo un cattivo spirito, venuto dal Signore" (1Samuele 16,14), direi in quanto anche così traducibile "Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul e cominciò a turbarlo un cattivo spirito, per la venuta via del Signore."
Se va via il Signore entra il demonio, come dice il Vangelo di Luca "Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quel uomo diventa peggiore della prima". (Luca 11,25s)

Saul, così, rimase solo un povero uomo schiavo del maligno, come d'altronde lo è ciascun uomo quando non s'appoggia saldamente nel Signore.

Il racconto poi passa ad interessarsi di Davide e quando Davide fuggì da Saul, andò da Samuele a Rama (1Samuele 19,18-24).
Là morì e fu sepolto Samuele (1Samuele 25,1).
Saul poi lo fece evocare dal regno dei morti (1Samuele 28).
Riferimenti a Samuele si trovano in 1Cronache 26,28; 29,29; 2Cronache 35,18; Salmo 99,6; Geremia 15,1 e Atti 3,24.

Abbiamo così visto che Samuele fu uno strumento del Signore, fallace senza la sua guida, come d'altronde tutti gli uomini.
L'unzione porta con se un carisma di stato che ha effetto anche in Saul per un certo tempo, ma l'elezione se non supportata da perseverante comportamento può venire negata.
Dice, infatti, San Paolo: "Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso." (2Timoteo 2,10-13)

Il succo di questa storia è pertanto in 1 Samuele nei capitoli 15, di 35 versetti e 16, di 23 versetti.
Questi non possono che contenere un testo messianico abbastanza completo ottenibile per decriptazione come peraltro ho avuto prova almeno per il capitolo 16, prova presentata con "Davide e la spada di Golia" tra gli articoli in .pdf di "Ricerche di Verità", ove ho inserito la decriptazione sia dei capitoli 16 dell'unzione di Davide sia del 17 del combattimento di Davide con Golia.
Presento ora qui di seguito, facendola precedere dal testo di primo livello della ultima traduzione C.E.I., la decriptazione del capitolo 15 di 1Samuele.

1SAMUELE 15 - TESTO C.E.I.
1Samuele 15,1 - Samuele disse a Saul: Il Signore ha inviato me per ungerti re sopra Israele, suo popolo. Ora ascolta la voce del Signore.

1Samuele 15,2 - Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalèk a Israele, come gli si oppose per la via, quando usciva dall'Egitto.

1Samuele 15,3 - Và, dunque, e colpisci Amalèk, e vota allo sterminio quanto gli appartiene; non risparmiarlo, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini.

1Samuele 15,4 - Saul convocò il popolo e passò in rassegna le truppe a Telaim: erano duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda.

1Samuele 15,5 - Saul venne alla città di Amalèk e tese un'imboscata nella valle.

1Samuele 15,6 - Disse inoltre Saul ai Keniti: Andate via, ritiratevi dagli Amaleciti prima che vi distrugga insieme con loro, poiché avete usato benevolenza con tutti gli Israeliti, quando uscivano dall'Egitto. I Keniti si ritirarono da Amalèk.

1Samuele 15,7 - Saul colpì Amalèk da Avìla in direzione di Sur, che è di fronte all'Egitto.

1Samuele 15,8 - Egli prese vivo Agag, re di Amalèk, e sterminò a fil di spada tutto il popolo.

1Samuele 15,9 - Ma Saul e il popolo risparmiarono Agag e il meglio del bestiame minuto e grosso, cioè gli animali grassi e gli agnelli, tutto il meglio, e non vollero sterminarli; invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e patito.

1Samuele 15,10 - Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore:

1Samuele 15,11 - Mi pento di aver fatto regnare Saul, perché si è allontanato da me e non ha rispettato la mia parola. Samuele si adirò e alzò grida al Signore tutta la notte.

1Samuele 15,12 - Al mattino presto Samuele si alzò per andare incontro a Saul, ma fu annunciato a Samuele: Saul è andato a Carmel, ed ecco si è fatto costruire un trofeo, poi è tornato passando altrove ed è sceso a Gàlgala.

1Samuele 15,13 - Samuele raggiunse Saul e Saul gli disse: Benedetto tu sia dal Signore; ho eseguito gli ordini del Signore.

1Samuele 15,14 - Rispose Samuele: Ma che è questo belar di pecore che mi giunge all'orecchio, e questi muggiti d'armento che odo?

1Samuele 15,15 - Disse Saul: Li hanno condotti qui dagli Amaleciti, come il meglio del bestiame grosso e minuto, che il popolo ha risparmiato per sacrificarli al Signore, tuo Dio. Il resto l'abbiamo votato allo sterminio.

1Samuele 15,16 - Rispose Samuele a Saul: Lascia che ti annunci ciò che il Signore mi ha detto questa notte. E Saul gli disse: Parla!

1Samuele 15,17 - Samuele continuò: Non sei tu capo delle tribù d'Israele, benché piccolo ai tuoi stessi occhi? Il Signore non ti ha forse unto re d'Israele?

1Samuele 15,18 - Il Signore ti aveva mandato per una spedizione e aveva detto: Và, vota allo sterminio quei peccatori di Amaleciti, combattili finché non li avrai distrutti.

1Samuele 15,19 - Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore e ti sei attaccato al bottino e hai fatto il male agli occhi del Signore?

1Samuele 15,20 - Saul insisté con Samuele: Ma io ho obbedito alla parola del Signore, ho fatto la spedizione che il Signore mi ha ordinato, ho condotto Agag, re di Amalèk, e ho sterminato gli Amaleciti.

1Samuele 15,21 - Il popolo poi ha preso dal bottino bestiame minuto e grosso, primizie di ciò che è votato allo sterminio, per sacrificare al Signore, tuo Dio, a Gàlgala.

1Samuele 15,22 - Samuele esclamò:
Il Signore gradisce forse gli olocausti e i sacrifici
quanto l'obbedienza alla voce del Signore?
Ecco, obbedire è meglio del sacrificio,
essere docili è meglio del grasso degli arieti.

1Samuele 15,23 - Sì, peccato di divinazione è la ribellione,
e colpa e terafìm l'ostinazione.
Poiché hai rigettato la parola del Signore,
egli ti ha rigettato come re.

1Samuele 15,24 - Saul disse allora a Samuele: Ho peccato per avere trasgredito il comando del Signore e i tuoi ordini, mentre ho temuto il popolo e ho ascoltato la sua voce.

1Samuele 15,25 - Ma ora, perdona il mio peccato e ritorna con me, perché possa prostrarmi al Signore.

1Samuele 15,26 - Ma Samuele rispose a Saul: Non posso ritornare con te, perché tu stesso hai rigettato la parola del Signore e il Signore ti ha rigettato, perché tu non sia più re sopra Israele.

1Samuele 15,27 - Samuele si voltò per andarsene, ma Saul gli afferrò un lembo del mantello, che si strappò.

1Samuele 15,28 - Samuele gli disse: Oggi il Signore ha strappato da te il regno d'Israele e l'ha dato a un altro migliore di te.

1Samuele 15,29 - D'altra parte colui che è la gloria d'Israele non mentisce né può pentirsi, perché egli non è uomo per pentirsi.

1Samuele 15,30 - Saul disse: Ho peccato, ma onorami ora davanti agli anziani del mio popolo e davanti a Israele; ritorna con me perché mi possa prostrare al Signore, tuo Dio.

1Samuele 15,31 - Samuele ritornò con Saul e questi si prostrò al Signore.

1Samuele 15,32 - Poi Samuele disse: Conducetemi Agag, re di Amalèk. Agag avanzò in catene verso di lui e disse: Certo è passata l'amarezza della morte!

1Samuele 15,33 - Samuele l'apostrofò: Come la tua spada ha privato di figli le donne, così tra le donne sarà privata di figli tua madre. E Samuele abbatté Agag davanti al Signore a Gàlgala.

1Samuele 15,34 - Samuele andò quindi a Rama e Saul salì a casa sua, a Gàbaa di Saul.

1Samuele 15,35 - Samuele non rivide più Saul fino al giorno della sua morte; ma Samuele piangeva per Saul, perché il Signore si era pentito di aver fatto regnare Saul su Israele.

1SAMUELE 15 - DECRIPTAZIONE
1Samuele 15,1
E fu l'Unico in una madre povera a vivere portò la Divinità.
Dio le accese il corpo.
A venire fu per liberare chi vive.
Portò ad entrare la potenza nel Messia con la rettitudine, perché in cammino dall'alto ai popoli le portasse.
Dall'alto, in Israele si recò nel tempo del mondo alla luce.
Un seno la potenza sperata partorì da dentro un corpo; era il Signore.

1Samuele 15,2
Con la rettitudine entrata con l'Unigenito al ribelle una calamità scese in casa.
L'Unico gli portò per finirlo il Verbo.
Per versargli la legge divina fu a venire in una donna; nel corpo in azione col fuoco entrò.
Si vedrà spiccare il serpente con la rettitudine di Dio.
Dell'Unico il Principe per bruciare nei viventi il serpente si portò solo con in corpo la rettitudine; agendo, il serpente a finire porterà nei viventi.
A vivere nell'angustia fu tra i viventi.

1Samuele 15,3
Nel tempo entrò per il serpente ardere con la rettitudine che fu ad indicare al mondo.
Venne per la perversità abbatterne portandolo nel mondo allo sterminio in tutti i viventi.
L'Unigenito nell'oppressione la felicità del Potente recò, ma per il serpente venne con l'ira potente dell'Altissimo e porterà fuori dai morti ad uscire; rivivranno gli uomini nell'eternità.
Dell'Unico la risurrezione al mondo a vivere in un fanciullo portò e si vide in mano allattato dalla Madre presso un bue.
Portò l'Eterno una luce; uscirono magi che dalla Madre accompagnò che lo videro con un asino.

1Samuele 15,4
Recati furono da una luce la Madre a vedere (dalla quale) alla luce col corpo nel primogenito prescelto uscì.
Alla vista dei viventi lo portò bello.
Versato nel sangue abitava l'agnello tenero dell'Unico, da Madre in vita venuto per stare tra i viventi.
Di Dio il Verbo col corpo a rivelarsi fu!
E videro il Principe!
L'indicò Dio con la parola.
Fu tra i viventi a venire in un uomo il Signore per aiutarli nel mondo.

1Samuele 15,5
E fu in una casa da una donna l'Unigenito a portarsi del serpente alla vista per la conoscenza che c'era stata del male nei viventi dal serpente versato.
E fu nel corpo ad abitare il Figlio nella prigione del serpente.

1Samuele 15,6
E l'Unigenito visse in povero corpo per la maledizione vomitare all'angelo (ribelle).
Fu in cammino a portarsi per la ribellione che (l'angelo) portò nei corpi con l'impurità ai mortali.
Reca la rettitudine; nella perversità a versarla sarà.
Nelle persone l'Unigenito distruggerà l'azione che nei viventi (l'angelo) ha recato.
I guai al mondo gli agiranno con la risurrezione che sarà alla fine ad uscire.
La misericordia agirà; i viventi tutti figli saranno, essendo risorti i corpi da Dio.
A casa in alto porterà tutti i viventi a vivere.
Dall'angustia dov'erano i viventi li porterà a stare nella pienezza con i corpi.
Abbattuto dall'esistenza l'angelo, sarà agli uomini riportata la rettitudine; la vita potente riverserà.

1Samuele 15,7
E sarà con la rettitudine il fuoco l'Unigenito a portare al serpente; verrà la perfidia abbattuta alle midolla e saranno per la fiamma riportata delle origini per rettitudine simili con i corpi all'Unigenito.
Avendo bruciato il cattivo serpente il soffio inviato risarà della vita; su con i corpi risaranno a vivere.

1Samuele 15,8
E saranno, per la fine del superbo venuta per l'Unigenito nel cammino, beneficati dalla rettitudine i popoli; (questa) il serpente avrà abbattuto dalla vita, riportando l'originaria perfezione ad agire nei viventi.
Uscirà per l'ardore dai viventi il serpente in cenere che nei corpi abitava.

1Samuele 15,9
E saranno stati perdonati dalla risurrezione che l'Unigenito avrà portato (in quanto) del serpente avrà recato fuori l'azione del male operare che all'origine nel cammino con l'orgoglio agì, perché fu nei cuori dentro ad entrare.
Giù l'Unigenito l'energia porterà ad entrare un mattino ed usciranno salvati dall'angelo che è nei viventi.
E l'azione potente entrerà della rettitudine nei corpi.
Sarà nei viventi riportata in azione la potenza.
Per la rettitudine il serpente uscirà dai cuori.
E dentro si porterà il rifiuto del Padre ed entrerà l'ardore che nei viventi lo reciderà spengendolo.
La pienezza della rettitudine entrerà con energia nei viventi; dentro colpirà la perversità dell'angelo.
Dalla prova verranno fuori.
Dalle tombe con i corpi saranno vivi a riportarsi.

1Samuele 15,10
E saranno fuori a ristare per l'aiuto.
Avrà mangiato la forza della perversità del maledetto il fuoco che nei viventi avrà portato Dio per il rifiuto all'essere ribelle.

1Samuele 15,11
L'angelo racchiuso negli uomini sarà con bruciature ad uscire vivo camminando.
Per la fine sarà a venire nello scéhol/inferno, perché (lì) il serpente così sarà a bruciarvi.
A casa vivi i fratelli col corpo saranno portati dall'Unico tutti; aiutati dentro al corpo saranno a guizzare dell'Unigenito.
Al sorgere (dell'ottavo giorno) portati saranno a chiudersi nel corpo del Potente.
Risorti, vivi, li porterà; di Dio porterà a stare questi alla vista.
Abbattuto il maledetto col Signore tutti usciranno dalla notte del mondo.

1Samuele 15,12
E sarà il fuoco della rettitudine che salverà i viventi, recato da Dio per il serpente abbattere.
Si vedranno tutti risorti dall'Unigenito portati nel cuore.
A casa li verserà dal corpo.
Li porterà dall'affliggere liberati (in quanto) la risurrezione avrà reciso il serpente che dall'origine vive nei corpi.
Dentro l'Unigenito i risorti all'Unico porterà.
Del Potente entreranno nel giardino.
Dal mondo li porterà ad entrare tra gli angeli.
Dal mondo i viventi su saranno ad abitare; accompagnati saranno alla porta.
E saranno stati per la conversione portati a stare nell'aldilà e lanciati dalla porta entreranno camminando dal Potente che si rivelerà.

1Samuele 15,13
E sarà stato dentro al colpevole portata la maledizione da Dio con il fuoco dal corpo e sarà stata l'origine dell'essere ribelle per la potenza portata a bruciare.
Dell'origine si riporterà la potenza.
La benedizione riverrà.
Il serpente dal Signore uscirà vomitato.
Saranno gli uomini a stare dall'Unico tutti; aiutati dentro il corpo per il Signore gli entreranno.

1Samuele 15,14
E saranno nell'Unico a vivere con i corpi risorti i viventi.
L'Unigenito accompagnerà i viventi che dal mondo speravano dal Potente rientrare.
Su per incontrarlo questi entreranno dentro l'Unigenito.
Questi dagli angeli sarà a portarli.
A versare li porterà dal Potente.
Usciranno una mattina.
Beati "Io sono" ascolteranno.

1Samuele 15,15
E sarà stata dall'Unigenito l'amarezza per la distruzione portata al serpente, dal seno spiccato.
Il carico sarà all'Unico riportato vivo.
Nell'originaria luce, per misericordia del Potente, entreranno i popoli in alto.
A vivere gli staranno nel cuore dentro.
Dal mondo su ad incontrarlo li porterà dal mondo un mattino.
Il Potente i viventi vedranno tra gli angeli.
Ucciso il serpente sarà per la perversità, che maledetto al mondo fu.
La rettitudine portò l'Unigenito in croce, nel mondo fu a recarla.
Dal Crocifisso dal corpo uscì lo sterminio che all'angelo recò.

1Samuele 15,16
E fu l'Unigenito a rivivere con il corpo risorto.
La vita gli riportò Dio.
La divinità riaccese l'Unigenito, riportò potenza.
Riuscì guarito; in camminò rifù.
L'aiuto uscì dal Potente per la rettitudine; ne venne dall'Unico risorto il corpo.
Dalla porta a casa col corpo il Signore rientrò.
Dio era, rientrò nella notte.
Che al mondo portato s'era parlò.
Ed al serpente portò per sbarrarlo da casa un corpo/Chiesa.

1Samuele 15,17
E fu dall'Unigenito a vivere un corpo di illuminati viventi che portano Dio nel mondo.
Li accompagna l'Unigenito che per agire nella Madre versò nel cuore l'energia.
Venne da casa in azione a stare con gli apostoli.
Fu un retto corpo/Chiesa l'Unigenito risorto ad accendere.
Dentro i cuori è la rettitudine di Dio a venire.
Portata fu dal Messia la rettitudine.
Sarà al mondo a riportarsi.
Rientrerà in potenza il Re dall'alto in Israele.

1Samuele 15,18
E fu alla luce per il serpente un amo.
Il Signore da solo in un corpo la rettitudine portò che c'era alle origini.
A vivere col corpo in cammino si portò nel mondo.
A chiudersi nel corpo di un uomo entrò.
Venne a chiudersi nel cuore di un primogenito.
Fu nel seno della Madre a guizzare.
A versare vi portò d'un angelo il vigore.
In un uomo dentro si portò l'Eterno.
Da una sposa che si portava pura venne in vita.

1Samuele 15,19
E la potenza in un vivente entrò.
Guizzò da donna a vivere nel tempo in una casa che lo aspettava.
Del serpente fu per la perversità portare a finire nell'agire.
Nel cuore, di Dio, entrò il fuoco potente.
Al serpente lo reca per finirne l'azione.
Per bruciarlo nel mondo entrò in un corpo ad agire.
In casa rovine ad inviargli sarà il Signore.

1Samuele 15,20
E fu primogenito di Madre povera l'Unigenito, ma la potenza Dio vi accese.
In un vivente si portò Dio.
Da donna col corpo alla luce dal seno al segno/tempo fu in una casa/famiglia a versarsi e la potenza il Signore vi recò.
E la maledizione della rettitudine dentro per aiutare nel corpo per affliggerlo risorgendo i corpi mandò all'angelo.
Fu il Signore portato dal Padre che è l'Unico.
Venne l'Unigenito in cammino a retribuire con la rettitudine la perversità.
A versarla la recò l'Unigenito agli sviati viventi.
Il serpente abbatterà.
Uscirà sterminato del tutto dall'esistenza.

1Samuele 15,21
E fu a versarsi nella prigione del mondo per agire da vivente.
Dai viventi entrò per liberarli dal serpente.
Giù per incontrarlo dentro si versò in un corpo.
Dal corpo d'una donna fu finalmente al mondo in una grotta.
In un vivente guizzò per uccidere il serpente da cui fu la perversità.
Dio al mondo fu con la rettitudine.
Dentro il cammino il Potente si rivelerà.

1Samuele 15,22
A recare fu l'Unigenito all'essere ribelle un fuoco vivo.
Reca la maledizione racchiusa che soffierà giù con potenza al serpente (quando) il Signore dentro ad innalzare porterà in croce ed ucciso sarà.
Per i viventi la rettitudine sorgerà dal seno.
Da dentro la verserà e per il serpente sarà una calamità.
Entrerà l'energia nel mondo.
Sorgerà dal seno dell'ucciso.
Dal chiuso del cuore la porterà; da dentro guizzerà fuori.
Verserà in dono da casa la Madre che ad ammalare dentro con l'Unigenito sarà il serpente che sta nei viventi.

1Samuele 15,23
La rettitudine fu dal chiuso del cuore l'Unigenito dalla croce a versare dal foro con la Madre.
La Madre un corpo/Chiesa sarà a recare per l'Unigenito portandosi con gli apostoli.
E dal Crocifisso per guarire nell'esistenza i viventi uscì con il soffio giù un corpo/la Chiesa per spazzare l'angelo dai viventi.
Iniziò in giro del Crocifisso a venire la parola che il Signore portatosi s'era per ricusarlo con la retta vita dai viventi nel cammino.

1Samuele 15,24
E fu l'Unigenito a rivivere col corpo risorto.
L'Unico gli recò la potenza di Dio; con la risurrezione in vita lo riportò.
Dell'Unico il vigore nel cuore gli venne a stare per la rettitudine che c'era dell'aldilà.
Nel Crocifisso fu a rivenire il soffio; era il Signore!
Gli venne in aiuto dentro al corpo la forza della rettitudine.
Così fu la forza nel corpo a rivenirgli.
Fu a rivenire alla vista della Madre.
E l'Unigenito risorto in seno dentro a versare Le portò la potente vita.

1Samuele 15,25
E nel tempo rientrò per il risorto Unigenito l'energia delle origini.
Venne per i peccati finire; fu portata per la conversione dei popoli.
Fu a recare la Donna il Crocifisso ad annunciare nel mondo la potenza del Signore.

1Samuele 15,26
E fu a dire che Dio risorse un vivente recandolo Dio.
Dio con la risurrezione iniziò a recare al serpente il "no".
La Donna recò da casa in azione tra i popoli la rettitudine; così fu il rifiuto del Crocifisso ad uscire.
Venne la parola del Signore a recare.
Fu il rifiuto con la rettitudine del Signore nei viventi ad entrare.
Fu a recarla il Crocifisso con la Madre in cammino.
Innalzato fu il risorto col corpo da Dio.

1Samuele 15,27
E fu per la conversione il Risorto la Madre a recare.
Dio al serpente la potenza della rettitudine del Crocifisso recò.
Fu dal petto a versarla.
La rettitudine agli apostoli soffiò in seno.
Fu ad accompagnarli; li portò il Diletto in azione.

1Samuele 15,28
E fu a dire che Dio sarebbe stato a recare la risurrezione ai viventi.
La portò da maledizione a versare al cattivo.
Fu una calamità a venirgli.
La Madre ai viventi in cammino recò il Crocifisso da Israele (onde) il male operare fosse spento un giorno.
La recò con gli apostoli ai confini per guidare un corpo/Chiesa che agisse con rettitudine nel mondo.
dal cuore recò dentro la Madre ai viventi con la rettitudine.

1Samuele 15,29
E in cammino dalla Madre il succo della rettitudine di Dio a guizzare negli uomini che versata nel corpo/Chiesa reca il serpente ad annullare nelle assemblee.
La vita retta è il "no" dell'Unigenito nel sangue alla perversità.
Da Dio uscì per l'angelo il veleno.

1Samuele 15,30
Ed è dell'Unico per la Madre nel corpo/Chiesa l'amore a venire.
E' nel tempo entrata la rettitudine che da sola figli gli origina.
Gli apostoli nel cammino aiutano questi a formare.
Nell'esistenza dei popoli è riportato lo splendore con l'aiuto della rettitudine di Dio.
E la conversione dei popoli è portata nel mondo con la risurrezione del Crocifisso.
Annunciano: E' il Crocefisso il Potente, il Signore!
Dio del mondò è per la rettitudine!

1Samuele 15,31
E sarà il Risorto dentro la risurrezione ai viventi recare.
Di Dio fratelli per il corpo saranno; la distruzione recherà al serpente e sarà bruciato in tutti.
Annunciano la risurrezione dei corpi per la potenza del Signore.

1Samuele 15,32
E sarà l'originaria vita dei corpi la risurrezione ai viventi a riportare; il maledetto fuggirà.
Saranno simili a Dio.
Saranno a rivenire dell'Unico al tetto.
Il Re nei popoli la potenza verserà.
E saranno in cammino di Dio ad essere condotti all'unico tetto.
I viventi all'Eden tutti porterà.
Saranno con l'Unigenito a vivere col corpo in un unico tetto.
L'originaria rettitudine rinvierà la pienezza ai corpi.
L'amarezza uscirà della morte.

1Samuele 15,33
E saranno con l'Unigenito a vivere con i corpi luminosi i viventi.
Condurrà Dio così tra i beati nella luce la sposa.
Tra gli angeli la porrà.
Entreranno le moltitudini rette così tra gli angeli per il Crocifisso risorto che ai viventi avrà inviato il dono della vita originaria dalle piaghe portate nell'essere trafitto.
Risorti i viventi recherà da/(come) Dèi a venire all'unico tetto del Potente al cospetto.
Che fu il Signore dentro al cammino il Potente rivelerà che...

1Samuele 15,34
...a recare fu al serpente il fuoco; ne recise nel mondo il verme (in quanto) da tutti la perversità bruciò nei corpi.
Ad innalzarli di Dio alla casa fu.
La fine recò al superbo.
L'atto finale di distruzione avrà recato al serpente.

1Samuele 15,35
Portò del serpente l'origine ad essere strappata via con la risurrezione dai viventi con la portata maledizione.
Del Potente alla vista li ha portati tutti.
Venne la risurrezione dei corpi per sempre ad essere portata ai viventi; dalla morte li ha riportati alla retta esistenza.
Rientrata la vita potente in forza della rettitudine venne la risurrezione desiderata.
Dal Potente in alto stanno con i risorti corpi in Dio.

DECRIPTAZIONI O MIDRASH
In ebraico il verbo ricercare, domandare, investigare, viene dal radicale DRSh "daresh" , perciò tutto ciò che è una ricerca nel testo biblico e comunque un prodotto a questo agganciato dà luogo a ciò che in modo ampio si definisce "midrash" o al plurale "midrashim".
Nella Tenak o testo biblico ebraico due sole volte si trova il termine "midrash", entrambe nel libro 2Cronache:
  • 2Cronache 13,22 - "Le altre gesta di Abia, le sue azioni e le sue parole sono descritte nella memoria del profeta Iddo."
  • 2Cronache 24,27 - "Quanto riguarda i suoi figli, la quantità dei tributi da lui riscossi, il restauro del tempio di Dio, sono cose descritte nella memoria del libro dei Re..."
Il termine più esatto rispetto a "memoria" in questo caso, in effetti, è "commentario e, in pratica, tutti i libri detti "storici" della Bibbia sono commentari di fatti storici visitati sotto la luce della fede.

Il "midrash" tuttavia ebbe il suo massimo sviluppo in ambito rabbinico all'epoca detta tannaitica (I-II secolo d.C.) con R. Gamaliel I e Jonatan Ben Zakkai e poi con R. Jehuda ha-Nassi e la redazione della Mishna poi con l'epoca amoraica (III-VI secolo) e la chiusura del Talmud.
Mentre il rabbinismo ha regole ermeneutiche precise per elaborare dei midrash questi da parte degli evangelisti e di San Paolo sono più liberi.
Ciò avviene tutte le volte che citano versetti dell'Antico Testamento a cui applicano poi una spiegazione cristocentrica.
Matteo è uno scriba che conosce l'ebraico e il greco, le citazioni vengono dalla traduzione dei LXX, ma alcune anche dalla Tenak ed è l'evangelista che ha il maggior numero di citazioni dell'Antico Testamento, ben 62, Luca ne ha solo 31, Marco 15 e Giovani 10.
Di fatto quello di Matteo è un ampliamento del Vangelo di Marco, che è poi la raccolta della predicazione di Pietro.
Questo, infatti, è stato ampliato, integrato, interpolato e, in definitiva, commentato a modo di midrash; basta pensare ai primi capitoli sull'infanzia di Gesù ove ricorre a piene mani, come farà anche Luca, agli scritti dell'Antico Testamento a partire dalla genealogia.
Matteo intende dimostrare così che la storia è condotta e voluta Dio e che Gesù di Nazaret, che porta a compimento la Torah e la storia di Israele, tramite la paternità legale di Giuseppe, e colui che è il Messia atteso da Davide e da Abramo.
I fatti sono quelli che sono e la storia di Gesù fa si che i suoi eventi possono venir rivisitati a modo di midrash con la formula "perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per messo del profeta..." andando alle profezie delle Sacre Scritture ebraiche che risultano indispensabiliper comprendere l'uno e le altre.
Quando, infatti, citano passi dell'Antico Testamento lo scopo è solo quello di trovare in loro e attraverso di loro la conferma del credo cristiano nella storia della salvezza.
La figura di Cristo e quanto da Lui prodotto tra i primi cristiani è così il punto di partenza che provoca l'esposizione dei testi dell'Antico Testamento.

In "Vangeli, profezie attuate dal Cristo" ho, peraltro, verificato che decriptando dall'ebraico le citazioni riportate dai vari evangelisti, in genere, s'ottengono profezie più ampie e le pagine di secondo livello derivate sono effettivamente intonate al racconto del Vangelo che lo riferisce.
I testi di decriptazione che estraggo dallle Sacre Scritture sono quindi dei veri e propri "midrashim" che annovero nella categoria "protovangeli", perché ne sono dei precursori, in quanto densi di profezie sul Cristo che si trovano compiute poi nei Vangeli canonici.
Ciò che produco è una lettura spirituale della Bibbia col pensiero fisso alla figura universale del Cristo, lettura che si basa sulla Sacra Scrittura, arrivando fino alle midolla delle lettere che la costituiscono che cerca di giungere, alla spirito intimo supporto della Sacra Scrittura stessa.
Tutto ciò per arrivare, in modo integrale, al senso più profondo del testo che non può essere avulso dallo scopo generale della Sacra Scrittura, parlare delle vicende della salvezza e quindi, appunto della venuta del Cristo.

a.contipuorger@gmail.com

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