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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL GIUSTO E I GIUSTI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL SACRIFICIO DEL GIUSTO
Il Salmo 58, come peraltro tanti altri passi dei libri sapienziali della Bibbia, lamenta la mancanza di giustizia sulla terra da parte dei potenti che hanno la delega di comandare sugli uomini.
Ad esempio si legge nel Salmo 58, versetti 2 e 3:

"Rendete veramente giustizia o potenti,
giudicate con rettitudine gli uomini?
Voi tramate iniquità con il cuore,
sulla terra le vostre mani preparano violenze..."

L'attesa di giustizia era ed è grande, sì che maturò l'idea che l'agire in modo giusto non sarebbe stato irrilevante e che Dio sarebbe sceso a fare giustizia, come peraltro dice lo stesso Salmo al versetto 12:

"Gli uomini diranno: C'è un premio per il giusto,
c'è Dio che fa giustizia sulla terra!"

Il Salmo 72 poi attende un re giusto ed eterno, il Messia:

"Il suo regno durerà quanto il sole,
quanto la luna, per tutti i secoli.
Scenderà come pioggia sull'erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e abbonderà la pace,
finché non si spenga la luna." (Salmo 75,5-7)

E questi, il re Messia, sarà discendente di Davide!

"Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo." (Salmo 85,9-12)

Era altresì attesa la vittoria della giustizia sulla morte:

"...la giustizia libera dalla morte." (Proverbi 10,2 e 11,4)

"Chi pratica la giustizia si procura la vita,
chi segue il male va verso la morte." (Proverbi 11,19)

Perché la giustizia è salda per sempre!

D'altronde di Dio "il Giusto", "sadiq" , già le lettere lo dicevano "scenderà in aiuto di chi è rovesciato ".

La lettera agli Ebrei al capitolo 10 così chiaramente propone:
"Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà. Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre." (Ebrei 10,5-10)

Quello del Signore Gesù è l'unico sacrificio gradito a Dio, sacrificio che si compie sull'altare del suo corpo.
Lui è il Giusto che tutti giustifica, cioè rende giusti.
Chi si ispira a quel sacrificio diviene giusto e ben accetto a Dio.
Chi lo segue e appartiene alla sua Chiesa, perciò fa parte del suo corpo: "Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?" (1Corinzi 6,15)

In forza di ciò sussiste l'antifona del rituale delle lodi al salmo 51.
"Tu gradisci il sacrificio del giusto, sopra il tuo altare, Signore."

Il Salmo 51, infatti, nel ricordare che il Signore non gradisce olocausti e sacrifici propone:

"Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode.
Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
Nella tua bontà fa' grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi, l'olocausto e l'intera oblazione;
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare." (Salmo 51,17-21)

San Paolo nella lettera ai Romani 12,1-2 esorta i fedeli cristiani in questo modo: "Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto."

Il Salmo 118 prevede una porta per l'entrata dei giusti:

"Apritemi le porte della giustizia:voglio entrarvi e rendere grazie al Signore.
È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti .
Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi." (Salmo 118,19-23)

Ed è lui, Gesù, la porta e la pietra angolare!
"In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore." (Giovanni 10,7)
"Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù." (Efesini 3,19s)

Ciò si collega all'idea di un sacrificio spirituale che veniva detto "sacrificio di lode" a cui era associato il pensiero di ricevere la salvezza di Dio il cui anticipo s'attuava evidentemente col perdono dei peccati:

  • "Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all'Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno della sventura: ti salverò e tu mi darai gloria". (Salmo 50,14s)
  • "Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio." (Salmo 50,23)
Dal libro del Levitico s'apprende che c'erano sacrifici cruenti di animali e incruenti, frumento, vino ed olio.
I sacrifici cruenti potevano essere dati in olocausti totale, cioè arsi completamente o parziali cioè, bruciata una parte, il resto era lasciato nella disponibilità del sacerdote sacrificante.
A questi si aggiungeva lo stato d'animo dell'offerente.
Levitico 7,11-27 accenna ai sacrifici di lode, intesi come ringraziamento.
Ciò che pare intenerire particolarmente il Creatore è che sia riconosciuto il suo amore; quindi è buona entratura un rendimento di grazie con animo lieto e nella gioia: "Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza." (Salmo 100,2)
Dice la lettera agli Ebrei: "Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo. Infatti i corpi degli animali, il cui sangue vien portato nel santuario dal sommo sacerdote per i peccati, vengono bruciati fuori dell'accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città. Usciamo dunque anche noi dall'accampamento e andiamo verso di lui, portando il suo obbrobrio, perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome." (Ebrei 13,10-15)
La fede nella risurrezione ha fatto comprendere che l'essenza del sacrificio di lode è quello che l'umanità celebrerà nel "mondo che deve venire" al banchetto eterno della comunione con il Signore, nella pienezza della rivelazione e nella vittoria definitiva sulla morte (Isaia 25,6-9).
"Nella sera in cui fu tradito", Gesù accettò di compiere la volontà del Padre, donando se stesso fino alla morte di croce e "Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito." (1Pietro 3,18)
Con l'ultima cena anticipò con chi l'aveva seguito quel sacrificio di lode che egli avrebbe aperto, con la sua risurrezione, per l'eternità.
La Chiesa così, con lo stesso spirito celebra l'eucaristia.
È la comunità del Risorto di quaggiù che si unisce al suo Signore nella lode perenne di lassù.
In ogni eucaristia i cristiani si propongono perciò di aderire al sacrificio di Gesù unendo il proprio sacrificio di lode nella certezza che il loro dare la vita per Cristo e il Vangelo è la via che conduce alla risurrezione propria ed è propiziatoria per l'umanità intera.
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