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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
RITORNO AL SINAI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DESTARE LA MEMORIA
C'è poco da fare... ineluttabile conseguenza dell'esistenza di Dio è che:

  • "Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato." (Geremia 1,5)
  • "Sei TU che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno." (Salmo 139,13-16)
Questo Salmo 139 è stato poi da me decriptato e lo propongo nel prossimo paragrafo.

Scrivevo quanto in appresso in "Il "tempo" pedagogia di Dio, palestra d'eternità in attesa del Messia".
Tutto il tempo dalla creazione del mondo ad ora rispetto all'eternità è come un punto su una retta, così che quanto avviene nel tempo si può considerare contemporaneo, infatti: "Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo" (2Pietro 3,8) come dice il Salmo 90,4 "Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte."
Il filosofo cattolico Antonio Rosmini (1797-1855) ebbe a dire: "Nulla si può dire che è, se non si possiede preventivamente l'idea dell'essere o dell'esistenza in generale. E poiché l'idea dell'essere precede non solo le sensazioni, ma tutte le altre idee, l'idea dell'essere non può essere frutto di un'operazione dello spirito umano... ma se non può essere un'operazione dello spirito umano, bisogna che l'idea dell'essere sia innata e posta nell'uomo direttamente da Dio... In generale parlando, l'origine delle idee viene da Dio, il quale le fa risplendere alla mente umana; ne possono venire dall'uomo o dalle cose esteriori, perché gli esseri finiti non hanno quei caratteri sublimi, e nessuno da quel che non ha." (Breve schizzo dei sistemi di filosofia moderna e del proprio sistema)
Per il Rosmini l'idea dell'eternità in noi non viene da un'estrapolazione visto che ritiene che in noi vi sia una scintilla divina che ci da l'dea del nostro essere.
Un midrash ebraico propone che si trascorre 9 mesi nel seno materno come con una candela accesa in testa; è l'arcangelo Gabriele che insegna tutta la Torah, orale e scritta, e quando si è pronti si esce alla luce del mondo.
Un istante prima della nascita l'angelo spegne con un soffio la fiammella e il bambino dimentica tutto; tutta la sua vita dovrà essere dedicata allo studio della Torah, a cercare di ricordarsi quello che aveva già imparato.
Il neonato alla nascita piange perché... perché non sa più, ha dimenticato tutto, e per tutta la vita cercherà di ricollegarsi al sapere perduto.
Questa idea è simile a quella della reminiscenza dell'anima di Platone.
Per gli ebrei, come per gli antichi greci, la vera sapienza è "recuperata" e sapienza, filosofia ed esperienza esistenziale sono un unicum"...
...infatti: "Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore. Sapienza, senno e conoscenza della legge vengono dal Signore; carità e rettitudine sono dono del Signore." (Siracide 11,14s)

Quel midrash di Rabbi Shimmai è il seguente:
"A cosa somiglia un embrione nel ventre della madre? A un documento arrotolato. Ha le mani sulle tempie, i gomiti tra le gambe e i talloni sulle natiche. La testa riposa tra le ginocchia, la bocca è chiusa e l'ombellico è aperto. Mangia ciò che mangia la madre, beve ciò che ella beve. Non produce escrementi, altrimenti l'ucciderebbe. Appena nasce gli organi che erano chiusi si aprono e ciò che era aperto si chiude. Se questo non avviene, il bambino non vivrebbe nemmeno per un istante. Un lume arde sopra la testa ed egli contempla il mondo da una estremità all'altra, poiché è detto: 'Potessi tornare com'ero ai mesi andati, ai giorni in cui Dio vegliava su di me, quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre' (Giobbe 29,2.3)... Qual è in effetti il periodo che si conta in mesi e non in anni? La gravidanza, appunto! L'intera Torah viene insegnata all'embrione perché è detto: 'Egli mi istruiva e mi diceva: Il tuo cuore ritenga le mie parole; custodisci i miei precetti e vivrai.' (Proverbi 4,4) e anche: '...nei giorni del mio rigoglio, quando Dio proteggeva la mia tenda' (Giobbe 29,4) Qual è l'utilità di queste citazioni? Potresti pensare che si tratta unicamente del profeta? Allora ascolta: 'Quando Dio proteggeva' significa appena il bambino viene al mondo, un angelo si avvicina e gli dà una pacca sulla bocca che gli fa dimenticare tutta la Torah..."
L'angelo custode però se la ricorda, perché interamente istruito direttamente dal Signore e siede accanto a ciascuno per suggerire l'interpretazione volta per volta al momento che occorre!

San Paolo nelle sue lettere è convinto che ci sia un disegno di Dio sugli uomini:
  • Efesini 1,3-6 - "Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, 6secondo il beneplacito della sua volontà."
  • Romani 8,29s - "Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati."
La Predestinazione nel pensiero cattolico è la decisione presa per amore da Dio dall'eternità di una via di salvezza nella storia, onde tutti gli uomini, se lo vogliono, credendo in Dio ed amando, possano entrare nella gloria di figli, il che intendesi salvezza.
Il cammino di salvezza poi altro non è se non la mediazione salvifica di Gesù Cristo, diretta o tramite la Chiesa.
Dio stabilì questo suo disegno eterno includendo però la risposta libera di ogni uomo alla sua grazia.
La predestinazione è un termine che, in effetti, non compare nei libri del Nuovo Testamento, ma vi si parla, appunto, di disegno, proposito, elezione.
È lì però usato il verbo "predestinare", sia nel libro degli Atti degli Apostoli (Atti 4,28) che nelle lettere di San Paolo (Romani 8,29.30; 1Corinzi 2,7; Efesini 1,5.11).

Tornando alla Torah ed in particolare alle Dieci Parole, pare proprio che le stesse siano una dote pronta per l'uomo già da prima dei tempi e che l'amare Dio e il prossimo, loro sintesi essenziale, sia suscitabile rispetto all'istinto animale, perché ciascuno, in definitiva, è predisposto per essere pronto a riceverlo essendo essenziale per il felice esito della propria vita.
Pare trovarsi una conferma nel Deuteronomio quando è detto per conto di Dio: "Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire e lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica." (Deuteronomio 30,11-14)
Tali parole dette da Mosè prima dell'episodio della sua morte sono come un lascito, un testamento spirituale e si possono interpretare almeno in due modi.
La Torah è per gli uomini e degli uomini, vicino alla loro bocca, perché sia trasmessa alle generazioni da padre a figlio, e al loro cuore per essere studiata con amore e assiduità.
Cuore in ebraico "leb" non è solo l'organo cardiaco, ma la mente, l'intelletto, l'organo pensante intimo dell'uomo.
L'altro modo, è quello del "déjà vu" e ci riporta a quel "midrash" del bambino che apprende la Torah già nell'utero, alla nascita la dimentica e compito principale è il suo studio per riportarla alla mente, quindi nel cuore e sulla bocca; infatti, posso leggere cuore "leb" come "il Potente vi abita "... ma attenzione... perché dopo il peccato di Adamo ed Eva è accaduto che... "il serpente vi abita ".
Accade così che lo studio della Torah, soprattutto il metterne in pratica i due comandamenti essenziali, compito di tutta una vita, è un ritorno, una "teshuva", perché è un riscoprire quanto già conosciuto nel proprio intimo più segreto, quindi non estraneo e non lontano da ciascun individuo, che può riemergere con l'aiuto di Dio cancellando l'opera del serpente giustappostasi.
È così da avvicinarsi a questa con continuità, umilmente e desiderosi di seguirla, quindi, ecco il "Ricorda il giorno di Sabato per santificarlo" (Esodo 20,8) giorno da dedicare particolarmente al ritorno.
Quel ricorda non è un imperativo, ma una forma grammaticale ebraica che implica una continuità dell'azione, vale a dire "Permani nel ricordo dello Shabbat", quindi, un imperativo del futuro e del mondo futuro, prepararsi cioè all'incontro col Messia.
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