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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
IL KÉRIGMA DI CRISTO RISORTO
NELL'ANTICO TESTAMENTO

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL LIETO ANNUNZIO RIVELA UN MISTERO
Due volte, in Romani 16,25 e 2Timoteo 4,17, delle sei volte che nelle lettere di San Paolo si trova la parola Kérigma questa è associata al termine "Vangelo" enaggeliou che letteralmente serve per dire "lieto annunzio" ovvero "buona notizia".
In definitiva il Kèrigma è la proclamazione della buona notizia di Gesù Cristo!
Vediamo più nel dettaglio quei due brani delle lettere di San Paolo.
Il primo, Romani 16,25-27, così recita:

"A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni,ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell'eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all'obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen."

Sottolinea così San Paolo che su Gesù Cristo c'è un mistero, avvolto nel silenzio nei secoli passati, che è stato rivelato solo di recente, da poco tempo, "ora", manifestato nelle Scritture dei profeti e che Dio ha decretato di rivelare a tutti i popoli con la predicazione.
Il mistero da poco tempo, infatti, è stato rivelato nelle Sacre Scritture, perché queste in definitiva sono disponibili da pochi secoli; gli scritti del profeta Mosè secondo la tradizione avevano XIII secoli, ma rivisitati da Esdra e Neemia V secoli prima, e gli ultimi profeti come Daniele e Malachia sono di 2 secoli prima rispetto al periodo in cui predica Paolo, ben poco tempo considerati i lontani tempi delle origini dell'umanità.
Aggiungo che quei testi che aprono al mistero sono leggibili da parte dei cultori di quelle Scritture solo se la fede apre un occhio nuovo come accadde a lui, San Paolo, nemico della setta cristiana, quando, battezzato da Anania (Atti 9,18), gli caddero le squame dagli occhi ed a Damasco "subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio." (Atti 9,20).
Visto il Risorto, pur senza altra preparazione sapeva tutto di Lui, perché la sua epopea evidentemente è completa nelle Sacre Scritture e Paolo era stato un buon lettore, ma nel leggerle anche nel modo più attento non aveva prestato sufficiente fiducia, ma l'aveva ritenuta una favola finché non ebbe una prova diretta.
C'è quindi un mistero nascosto nelle Sacre Scritture!
Nel suo Kèrigma di 1Corinzi 15,3-9 in precedenza citato San Paolo per ben due volte cita le Scritture in modo generico, ma quelle profezie sono nei testi assai celate e i commentatori non sciorinano citazioni come fanno in genere.

Il secondo brano, 2Timoteo 4,17-18, poi conferma che San Paolo ha portato l'annuncio, ossia il Kérigma, a tutte le genti e fa comprendere quale sia la conseguenza della buona notizia, ossia il cambiare radicalmente natura ed entrare a far parte degli aspiranti del cielo, infatti: "Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen."

In definitiva quale è la buona notizia?
C'è un fatto certo!
Lo riportano testimoni veraci.
Un uomo, morto accertato, sepolto, dopo tre giorni è uscito dal cimitero con un corpo glorioso ed è tornato a casa.
È stata vinta la morte.
Esiste la vita eterna.
L'umanità è passibile di divinità.
Un uomo è stato assunto in cielo.
Un uomo retto, ucciso ingiustamente, pur se morto, è tornato in vita.
Conseguenza, ha pagato per tutti, perché la morte, giusta punizione per il peccato "mortale", è stata ingiusta.
La morte stessa, di fatto, per la sua stessa regola, perciò doveva morire ed è morta.
Il nemico dell'umanità, che l'affligge ostentando d'essere giusto e presenta continuamente a Dio l'ingiustizia dell'umanità, è risultato ingiusto.
Il peccato originale dell'umanità è quindi annullato.
L'umanità ha quindi ricevuto grazia.
I "cattivi", da latino "captivus", ossia i prigionieri, cioè i presi, gli schiavi del demonio, saranno liberati.
La divinità che in quel primo risorto s'è rivelata nella carne passerà a tutti.
Tutti gli uomini sono di Lui fratelli e Lui è ora il nostro avvocato presso il Padre.
Ha lasciato da madre la Chiesa con gli apostoli.
In essa si può rinascere sin d'ora fratelli di Lui col battesimo.
Tutti risorgeranno, poi Messia nella gloria tornerà e ci sarà il giudizio, quindi, distrutto ciò che è del demonio, saranno portati in cielo per la vita eterna presso Dio nel Paradiso del cielo.

Be' tutto ciò è anche il mistero rivelato che si trova negli antichi testi scritti in ebraico dell'Antico Testamento.
Dove?
Lo disse Gesù stesso, in questo modo, quando apparve risorto ai discepoli di Emmaus:

"Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme." (Luca 24,44-47)

Tutto ciò è proprio così chiaro?
O più precisamente: dove e come trovarlo.
Per dare una risposta torno alle origini della mia ricerca.
Tutto ciò, infatti, porta agli argomenti discussi dai miei articoli della rubrica "Lettere ebraiche e Codice Bibbia" nel mio sito "Bibbiaweb.net":

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