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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
GIOSUÈ E LA CONGIURA DEI RE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA COALIZIONE CONTRO GABAON IMPEGNA ISRAELE
Il re di Gerusalemme Adonì-Sedek, infatti, appena venne a sapere che quelli di Gabaon avevano fatto una pace separata con gli Israeliti, mandò messaggeri agli altri 4 re della coalizione amorrea e chiese di attaccare tutti uniti la città di Gabaon.

A quelli di Gabaon non rimase che inviare "...questa richiesta a Giosuè, all'accampamento di Gàlgala: Dà una mano ai tuoi servi! Vieni presto da noi a salvarci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei, che abitano le montagne. Allora Giosuè salì da Gàlgala con tutto l'esercito e i prodi guerrieri. " (Giosuè 10,6s)
L'esercito Israelita marciò tutta la notte e piombò all'improvviso col massimo dell'effetto sorpresa sugli Amorrei come riferisce Giosuè 10,9.
I nemici, che accerchiavano la città, fuggirono a precipizio e gli Israeliti l'inseguirono.
Il Signore, come aveva annunciato in Giosuè 10,8 mise i nemici in mano a Giosuè ed alle sue truppe, inviando una forte grandinata con chicchi grossi come pietre che uccisero più Amorrei di quanti ne riuscirono a finire gli Israeliti, mentre fuggivano per il passo di Bet Coron e si gettavano giù verso l'altopiano della Sefela.

Prima campagna di Giosuè

Prima campagna di Giosuè

A questo punto Giosuè invocò il Signore e disse "...alla presenza d'Israele: Fermati, sole, su Gabaon, luna, sulla valle di Àialon. Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto? Stette fermo il sole nel mezzo del cielo, non corse al tramonto un giorno intero. Né prima né poi vi fu giorno come quello, in cui il Signore ascoltò la voce d'un uomo, perché il Signore combatteva per Israele." (Giosuè 10,12-14)

Per lungo tempo questo fu considerato l'attuazione di un evento eccezionale quello di un giorno più lungo di tutti gli altri col sole fermo su Gabaon e la luna ferma su Aialon a metà della discesa di Bet Coron.
Cioè l'astro maggiore e quello minore si sarebbero fermati nel loro arco che compiono nel cielo per chi guarda dalla terra per consentire la disfatta dei nemici per mano del Signore e degli Israeliti che combattevano assieme.
In definitiva quello sarebbe stato un giorno particolare, di durata doppia.
L'argomento del miracolo fu utilizzato nel Rinascimento per confutare il modello copernicano e per perseguitare i suoi assertori, in particolare Galileo Galilei.
Dice al riguardo il Galilei "È per aderire al senso comune, dunque, che nelle Scritture si afferma che il Sole gira intorno alla Terra immobile o che Dio "fermò" il Sole assecondando l'invocazione di Giosuè" (1615 lettera alla granduchessa Cristina di Lorena).

Uno scienziato, l'ebreo russo Immanuel Velikovsky, sulla scia del bestseller "La Bibbia aveva ragione" di W. Keller, negli USA, ebbe ad immaginare nel suo libro "Mondi in collisione" (1950 Macmillan) che ciò fosse avvenuto per effetto di una cometa.
Il "fèrmati, o sole!" di Giosuè potrebbe essere una semplice iperbole letteraria, una licenza poetica, un dire in modo comune e non scientifico, tanto più che subito dopo è richiamato un testo poetico sulla storia di Israele "Il libro del Giusto" (Giosuè 10,13)
Ad esempio l'"Iliade" (canto II) Agamennone fa una preghiera come quella di Giosuè: "Oh Zeus, non tramonti il sole e non sopravvengano le ombre prima che si distrugga Troia".
Non diciamo anche noi che il Sole sorge e tramonta eppur ormai sappiamo bene che è la terra a muoversi intorno al Sole!

Guardiamo con attenzione il testo in ebraico dei versetti in cui dice:

"Quando il Signore consegnò gli Amorrei in mano agli Israeliti, Giosuè parlò al Signore e disse alla presenza d'Israele: Fermati, sole, su Gabaon, luna, sulla valle di Àialon. Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto? Stette fermo il sole nel mezzo del cielo, non corse al tramonto un giorno intero. Né prima né poi vi fu giorno come quello, in cui il Signore ascoltò la voce d'un uomo, perché il Signore combatteva per Israele." (Giosuè 10,12-14)

quando dice:
  • seconda parte del versetto Giosuè 10,12 "Fermati, sole, su Gabaon, luna, sulla valle di Àialon."


  • prima parte del versetto Giosuè 10,13 "Si fermò il sole e la luna rimase immobile..."


  • parte finale del versetto Giosuè 10,13 "Stette fermo il sole nel mezzo del cielo"


Gustave Dorè: Giosuè fa fermare il sole

Gustave Dorè: Giosuè fa fermare il sole

Tutto si gioca su quei verbi si fermò e stette immobile che tra l'altro sono analoghi perché riguardano il sospendere una attività in corso.
Il primo, in "fermati " e "stette fermo ", provengono come imperativo e passato del radicale che indica lo star fermo e il cessare un'azione già iniziata e nel caso specifico può riguardare sia il suo moto apparente nel cielo sia il sospendere l'irradiazione della luce e dei dardi infuocati e luminosi.
Il secondo, "rimase immobile " può anche riguardare il cessare e lo star quieto.
Se poi si collega questo all'evidenza di un temporale in atto con grandine è da concludere che luna e sole non furono più visibili per tutto il giorno oscurati da lungo temporale.

La storia della vittoria sulla coalizione, che il libro di Giosuè pare affermare essere avvenuta in un sol giorno, di fatto è da considerare un artificio letterario del redattore, perché storicamente la conquista, come peraltro racconta la Bibbia nello stesso libro di Giosuè, Capitoli 13-17 nonché nel libro dei Giudici, è da ritenere che avvenne in tempi lunghi con più episodi e non da parte degli Israeliti tutti assieme, ma grazie a più azioni singole ad opera di delle varie tribù. Il Signore poi infatti disse a Giosuè: "Rimane molto territorio da occupare" (Giosuè 13,1), affermazione che presuppone un più complicato processo storico rispetto alla conquista di Canaan è presentata come un unico evento.
Ciò che in fin dei conti interessava il redattore era il quadro d'insieme, di dimostrare che il tutto avvenne ad opera del Signore e in tempi brevi.
Questo è peraltro anche il parere della Bibbia di Gerusalemme che si legge alla nota ai capitoli 10 e 11.
In effetti il miracolo per i redattore del libro di Giosuè ci fu, il tempo si dilatò per tutti, come se magicamente la giornata si fosse allungata, ma quello che storicamente accadde fu che un lungo periodo durasse come un solo giorno intero.

Questo pensiero mi porta alle parole del famoso Inno delle Lodi mattutine del tempo ordinario che come vedremo c'entra eccome:

"O giorno primo ed ultimo,
giorno radioso e splendido
del trionfo di Cristo!
"


Col metodo della decriptazione, visto e considerato che il testo nascosto, criptato nella Bibbia grazie alle lettere usate dell'alfabeto ebraico, riguarda tutto e soltanto l'epopea del Messia, vediamo allora a quale giornata eccezionale si riferiscono quei versetti.
Beh! Quei versetti come si può controllare parlano del giorno della risurrezione di Cristo, fatto che prepara la disfatta del nemico.
Per far ciò riporto il testo in ebraico di quei tre versetti, ma per snellezza dò una dimostrazione semplificata, non indicando il significato di quanto relativo ad una sola lettera e riportando solo l'indicazioni dei termini ebraici costituiti da due o più lettere che procedendo da destra verso sinistra s'incontrano e magari, pur appartenendo a parole separate nel testo di primo livello, vengono a risultare utili in quello nascosto.

Giosuè 10,12 - Quando il Signore consegnò gli Amorrei in mano agli Israeliti, Giosuè parlò al Signore e disse alla presenza d'Israele: Fermati, sole, su Gabaon, luna, sulla valle di Àialon.





Dell'Unigenito questi furono l'aiuto, da cibo portarono il Risorto - che innalzato () fu dalla perversità . Che dentro fu portato dagli uomini in croce il Signore - vennero ad iniziare i viventi. Sulle (loro) teste fu il potente soffio dagli apostoli, furono dentro ad inviare la forza della risurrezione; in azione dal serpente si portarono. Fu l'Unigenito all'essere ribelle () del Potente la rovina ad inviare. Furono ad illuminare le menti sul primo serpente, la risurrezione per liberare () dalla fossa ( = ) dentro del peccare () con l'impurità () recarono ai viventi. Furono a portare nel corpo (Chiesa) in seno () i popoli . Il vomito fu al serpente portato dagli apostoli.

Giosuè 10,1 - Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto? Stette fermo il sole nel mezzo del cielo, non corse al tramonto un giorno intero.





Portata fu nel sangue ad entrare la risurrezione. Un vivente, un simile (), rifù col corpo dalla tomba risorto , dell'Eterno fu riversata la vita, in cammino riportato fu. Dall'Unico fu a casa ad essere riportato, riuscì la potenza che alle origini uscì, fu a ricominciare, come è scritto sul libro ad uscire fu la risurrezione dei corpi portata, fu visto vestito uscire di luce. Libero (), da dentro la tomba ad alzarsi fu. Dal cielo portò la potenza l'Unico all'Unigenito. Giù nel cuore la riportò. La prima (volta) così fu riportato un morto in vita per essere un Vivente.

Giosuè 10,14 - Né prima né poi vi fu giorno come quello, in cui il Signore ascoltò la voce d'un uomo, perché il Signore combatteva per Israele.




Portò la potenza il Padre un giorno ad entrare in Lui . La potenza in una persona () fu a portare e all'Unigenito nella tomba nel corpo fu a riportare la potenza. Risorto in vita si rivide il Signore . Dentro a versare portò la potenza in un uomo , così fu all'esistenza a riuscire, gli portò ad entrare degli angeli il vigore . La Parola () fu risorta alla vista possente.

Giosuè 10,12 - Dell'Unigenito questi furono l'aiuto, da cibo portarono il Risorto - che innalzato fu dalla perversità. Che dentro fu portato dagli uomini in croce il Signore - vennero ad iniziare i viventi. Sulle (loro) teste fu il potente soffio dagli apostoli, furono dentro ad inviare la forza della risurrezione; in azione dal serpente si portarono. Fu l'Unigenito all'essere ribelle del Potente la rovina ad inviare. Furono ad illuminare le menti sul primo serpente, la risurrezione per liberare dalla fossa dentro del peccare con l'impurità recarono ai viventi. Furono a portare in un corpo (Chiesa) in seno i popoli. Il vomito fu al serpente portato dagli apostoli.

Giosuè 10,13 - Portata fu nel sangue ad entrare la risurrezione. Un vivente, un simile, rifù col corpo dalla tomba risorto, dell'Eterno fu riversata la vita, in cammino riportato fu. Dall'Unico fu a casa ad essere riportato, riuscì la potenza che alle origini uscì, fu a ricominciare, come è scritto sul libro ad uscire fu la risurrezione dei corpi portata, fu visto vestito uscire di luce. Libero, da dentro la tomba ad alzarsi fu. Dal cielo portò la potenza l'Unico all'Unigenito. Giù nel cuore la riportò. La prima (volta) così fu riportato un morto in vita per essere un Vivente.

Giosuè 10,14 - Portò la potenza il Padre un giorno ad entrare in Lui. La potenza in una persona fu a portare e all'Unigenito nella tomba nel corpo fu a riportare la potenza. Risorto in vita si rivide il Signore. Dentro a versare portò la potenza in un uomo, così fu all'esistenza a riuscire, gli portò ad entrare degli angeli il vigore. La Parola fu risorta alla vista possente.

Giosuè 10,15 - E sarà la risurrezione dentro che Gesù porterà al maligno per bruciarlo nei corpi. Dio in azione in un vivente gli porterà la maledizione. Per i viventi la grazia uscirà nel mondo in cammino con potenza a rivelarsi.

Qui di seguito riporto il testo dell'ultima traduzione C.E.I. dei primi 15 versetti di Giosuè 10.

Giosuè 10,1 - Quando Adonì-Sedek, re di Gerusalemme, venne a sapere che Giosuè aveva conquistato Ai e l'aveva votata allo sterminio e che, come aveva fatto a Gerico e al suo re, aveva fatto ad Ai e al suo re, e che quelli di Gabaon avevano fatto pace con gli Israeliti e si trovavano ormai in mezzo a loro,

Giosuè 10,2 - ebbe grande paura, perché Gabaon era grande come una delle città regali, ed era più grande di Ai e tutti i suoi uomini erano valorosi.

Giosuè 10,3 - Allora Adonì-Sedek, re di Gerusalemme, mandò questo messaggio a Oam, re di Ebron, a Piram, re di Iarmut, a Iafìa, re di Lachis e a Debir, re di Eglon:

Giosuè 10,4 - Venite ad aiutarmi per attaccare Gabaon, perché ha fatto pace con Giosuè e con gli Israeliti.

Giosuè 10,5 - Questi cinque re amorrei - il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut, il re di Lachis e il re di Eglon - con tutte le loro truppe si radunarono insieme, andarono ad accamparsi contro Gabaon e le mossero guerra.

Giosuè 10,6 - Gli uomini di Gàbaon inviarono allora questa richiesta a Giosuè, all'accampamento di Gàlgala: Dà una mano ai tuoi servi! Vieni presto da noi a salvarci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei, che abitano le montagne.

Giosuè 10,7 - Allora Giosuè salì da Gàlgala con tutto l'esercito e i prodi guerrieri,

Giosuè 10,8 - e il Signore gli disse: Non aver paura di loro, perché li consegno in mano tua: nessuno di loro resisterà davanti a te.

Giosuè 10,9 - Giosuè piombò su di loro all'improvviso, avendo marciato tutta la notte da Gàlgala.

Giosuè 10,10 - Il Signore li disperse davanti a Israele e inflisse loro una grande sconfitta a Gabaon, li inseguì sulla via della salita di Bet-Oron e li batté fino ad Azekà e a Makkedà.

Giosuè 10,11 - Mentre essi fuggivano dinanzi a Israele ed erano alla discesa di Bet-Oron, il Signore lanciò dal cielo su di loro come grosse pietre fino ad Azekà e molti morirono. Morirono per le pietre della grandine più di quanti ne avessero uccisi gli Israeliti con la spada.

Giosuè 10,12 - Quando il Signore consegnò gli Amorrei in mano agli Israeliti, Giosuè parlò al Signore e disse alla presenza d'Israele: Fermati, sole, su Gabaon, luna, sulla valle di Àialon.

Giosuè 10,13 - Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto? Stette fermo il sole nel mezzo del cielo, non corse al tramonto un giorno intero.

Giosuè 10,14 - Né prima né poi vi fu giorno come quello, in cui il Signore ascoltò la voce d'un uomo, perché il Signore combatteva per Israele.

Giosuè 10,15 - Giosuè e tutto Israele ritornarono verso l'accampamento di Gàlgala.

I cinque re si nascosero in una grotta a Makkeda e Giosuè li fece bloccare dentro con massi all'ingresso.
Dopo la battaglia, li fece uscire, i comandanti Israeliti misero loro il piede sul collo, e furono impiccati, quindi i corpi furono gettati nella stessa grotta che fu sigillata.

In "Gerusalemme la città del gran re" ho riportato tutta di seguito la decriptazione dei 43 versetti di Giosuè 10.
Si vedano anche gli articoli in .pdf "Melchisedek, personaggio enigmatico, e il Messia" e "Personaggi enigmatici. I Magi incontrano il Messia".

a.contipuorger@gmail.com

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