IL PRIMO MATRIMONIO COL SIGNORE
di Alessandro Conti Puorger
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Il capitolo 3 del libro della Genesi inizia con un versetto con cui è presentato sinteticamente un personaggio strano: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna..." (Genesi 3,1a)
Qui il testo ebraico per "astuto, furbo" porta "ar'um"
.
Ecco che quel un filo rosso, di cui dicevo prima, si sviluppa.
Col capitolo Genesi 2 ci siamo fermati al fatto che la coppia umana appena sposata era nuda
e praticamente ora, quindi, quasi subito dopo, troviamo un altro essere che è
anche lui.
Le stesse lettere
però qui valgono per "astuto, furbo" se si considerano provenienti dal radicale
appunto "essere astuto, furbo" ed anche "accumularsi" (di acque) da
=
= alto, vale a dire "vedere alto", quindi vedere prima degli altri.
Comprende in sé però anche un senso di orgoglio e di superbia in quanto "si vede
alzarsi
",
ma il significato più semplice è che di fatto è un nemico "a'r"
= tsar
,
onde "un nemico
si portò
dall'acqua
"
(Vedi: "Il midrash della pesca gloriosa")
Ecco che con Genesi 3,1 entra in scena il serpente, figura del demonio, che interroga la donna "...È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?"
Questi, il nemico potenziale, vestito di sapienza e conoscenza, qualità del resto attribuite nei miti antichi al serpente, apre bocca con una domanda che contiene una falsità!
Lui, infatti, è mentitore fin da principio!
Gesù, infatti, dirà: "...voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna." (Giovanni 8,44)
La donna risponde con un eccesso di zelo ed ogni eccesso è radice d'errore, infatti, aggrava il comandamento di Dio perché "Rispose la donna al serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete." (Genesi 3,2s)
Forse era stato un commento che aveva fatto la coppia, le cui lettere erano però profetiche in quanto "non lo dovete toccare" è "vel'ò tigge'ù"
e tali lettere lette in altro modo portano a pensare anche: "portandosi
il serpente
verrà
()
a scorrere
il peccare
()".
Tentazione d'Adamo ed Eva - Michelangelo - Cappella Sistina
Dobbiamo evitare di cadere nel maschilismo perché per il matrimonio davanti a Dio "i due saranno una carne sola" (Genesi 2,24) onde fu il matrimonio della coppia "'Adam" che per voce della donna disse quello che disse al serpente e non è da accusare solo la donna.
In quel modo troppo zelante fu a cadere proprio 'Adam, ciò l'intera coppia, perché tra loro avranno pur parlato e commentato l'ordine di Dio.
Se il marito avesse avuto qualcosa da ridire avrebbe potuto rettificare, infatti, certamente era presente anche lui, come ben sottolinea il Buonarroti nella Cappella Sistina con l'immagine che ho sopra riportato.
Per il commentatore biblico Rashi "'Adam" aggiunse un precetto e così finì per peccare, in quanto "
non devi aggiungere nulla alle Sue parole". (Bereshit Rabbà 19,3)
Il serpente stando sull'albero li spinse a toccarne il legno (infatti nella immagine della Sistina l'uomo tocca l'albero) e il serpente secondo il midrash avrebbe detto "
come non sei morto toccandolo non morirai mangiandone i frutti". (Mishlé 30,6)
Il serpente, figura di Satana, s'insinua furbescamente, ed evidentemente attorcigliato all'albero disse una mezza verità: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male." (Genesi 3,4s)
Dio, infatti, fa perfetta distinzione tra bene e male, ma il mangiare di un frutto di un albero ibrido che non dà frutti differenziati di bene e di male è pericoloso, perché in chi lo mangia s'insinuerà anche il male.
Il segreto è ancora nelle lettere, infatti, il verbo ebraico di "mangiare" in ebraico ha per radicale
che comprende il bi-letterale kol
cioè "tutto", onde si arriva al pensiero "unificare
il tutto
";
quindi, appunto come dicevo, unificare senza fare differenza bene e male è male.
Il serpente è furbo perché inizia a parlare con la donna, in genere più curiosa e ciarliera di un uomo, e doveva essere così anche allora, con una domanda con cui "ingenuamente" propone qualcosa d'errato per coinvolgerla e perché desse una risposta: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?" (Genesi 3,1b)
Il Talmud Baba Batra 16° afferma che "
il serpente è Satan" questi inculca nell'uomo l'istinto, il seme del male, il verme che conduce alla morte.
Tra l'altro nascosto nelle lettere ebraiche che definiscono "animali selvatici" "chaiiat hasshadoe"
,
di cui dice il testo era il più furbo, vi si trovano le lettere che indicano il demonio "shad"
e questi doveva così proprio esserne il capo.
Dove era il marito quando il serpente parlò con la donna?
Forse era andato a cercare cibi sopraffini e s'erano allontanati tra loro per cercarli, oppure semplicemente era proprio là vicino, tant'è che appena lei s'è convinta gli offre di mangiarne, ma senza alcun discorso e lui ne mangia, perché ha sentito ed anche lui è stato ingannato.
Si è, infatti, tanto abituati all'uso, entrato anche nel galateo, della norma maschilista onde è l'uomo il soggetto a cui è opportuno rivolgere domande da parte di un estraneo, che si è stati portati a pensare che l'uomo "'adam" in quella occasione non fosse presente, così la donna fu ritenuta la prima colpevole.
È mia motivata opinione che non è così.
Opportunamente, infatti, la traduzione C.E.I. come del resto le traduzioni fatte nell'ebraismo, riporta: "Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al
marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò." (Genesi 3,6)
"
Era attraente agli occhi: il cuore e gli occhi sono due intermediari del peccato" (Talmud Yerushalmi Berakot 1,8) ed al riguardo Rashi spiega: "
sono le spie del corpo e gli intermediari dei peccati: l'occhio vede, il cuore desidera e il corpo commette i peccati" (Bemidbar 15,39).
Il testo subito dopo (Genesi 3,7) segnala: "Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e
conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture."
Se avesse mangiato prima la donna e non avessero mangiato in contemporanea perché l'uomo non era lì si sarebbe dovuta vergognare prima lei mentre il testo al riguardo prevede una contemporaneità.
Qui, nudi è "e'irummim"
,
lettere che segnalano un evento in quanto con "la rovina
del verme
(
)
vivranno
"
e questo è il destino dell'umanità dopo il peccato, subire la corruzione, vale a dire essere mangiata dai vermi.
È da ricordare che ora spesso "'adam" segnala l'uomo, perché spesso è nominato accanto alla moglie, ma alcune volte è anche l'intera coppia.
Quel versetto è da porre in contrapposizione al seguente che si trova dopo il colloquio di Dio con la coppia: "Il Signore Dio fece all'uomo e a sua moglie
tuniche di
pelli e li vestì." (Genesi 3,21)
In effetti, Dio fece delle tuniche "katenot"
che ricordano le vesti rituali in lino bianco con cui si coprono i sacerdoti, gli sposi e con cui gli ebrei vestono i loro morti.
Il testo poi non dice pelli, ma pelle al singolare "o'r"
.
La prima coppia si era coperta perché nuda e ora si parla di pelle che segnala il "peccare
(
)
col corpo
",
ma Dio stesso la riveste con abiti nunziali e il Talmud segnala che Dio "
non solo fece loro dei comodi indumenti, ma egli stesso li rivestì per dimostrare che li amava ancora, malgrado il peccato" (Rabbenu Bekaiè).
(Vedi: "
Il vestito d'Adamo")
Nell'ebraismo c'è proprio il pensiero che il matrimonio, crei appunto una nuova realtà; quindi, preparati col bagno rituale, appena dopo sposati i due sposi sono senza peccato.
Ecco che s'apre il discorso del vestito del perdono di Dio che copre i peccati e giustifica i peccatori pentiti e che sarà la veste che coprirà i fedeli nel giudizio finale di cui parla San Paolo e che rivela le attese dell'ambiente ebraico del tempo: "Sappiamo, infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda,
riceveremo da Dio un'abitazione,
una dimora non costruita da mani d'uomo, eterna, nei cieli. Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste
purché siamo trovati vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E chi ci ha fatti proprio per questo è
Dio, che
ci ha dato la caparra dello Spirito." (2Corinzi 5,1-5)
Siamo al colloquio di Dio con la coppia e poi col serpente: "Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma
il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: Dove sei? Rispose: Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto. Riprese: Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?
Rispose l'uomo: La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato. Il Signore Dio disse alla donna: Che hai fatto? Rispose la donna: Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato." (Genesi 3,8-13)
Inizia con "Ma il Signore chiamò l'uomo"... beh qui molti intendono che chiamò il maschio della coppia, ma in effetti dopo quanto esposto pare proprio che Egli chiami la prima coppia "'Adam", infatti entrambi avevano trasgredito ed entrambi s'erano nascosti e per Lui erano proprio un unicum.
Risponde però per prima il maschio, onde si pensa che Dio volesse parlare proprio con lui; il maschio, infatti, si sbrigò a parlare per primo e lo fece per sopraffare la parte più debole.
Sì, parlò per primo, ma per accusare la moglie e Dio stesso che gli aveva posta accanto la donna.
Il demonio ha ottenuto il risultato a cui voleva arrivare: rompere quel primo matrimonio, ridividere quell'unicum.
La prima coppia "'Adam" ora non è più un unicum, ma s'è creato il muro dell'inimicizia.
Il primo effetto è che non si aiutano più, non c'è più solidarietà!
Già la sola solidarietà umana è una grande difesa: infatti, è: "Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto." (Qoelet 4,9-12)
Il demonio però ha fatto di più, è riuscito ad incrinare il loro patto, che era come una muraglia di difesa, infatti, oltre che sposi erano più che fratelli.
Viene in mente così la traduzione dei LXX del versetto Proverbi 18,19 che è la seguente: "
Un fratello aiutato da suo fratello è come una città fortificata ed elevata, è forte come un bastione regale", " "Frater qui adiuvater a fratre quasi civitas firma..."
A rafforzare questo avvicinamento agli sposi del rapporto anche di fratellanza c'è anche il fatto che proprio pochi versetti dopo il libro dei Proverbi sostiene il concetto che: "Chi ha trovato una moglie ha trovato una fortuna, ha ottenuto il favore del Signore." (Proverbi 18,22)
Ecco che questo fatto è segnalato in modo chiaro dal marito che è come dicesse alla sorella moglie: "accidenti a me e a quando ti ho dato retta, vedi che cosa ci hai procurato" e il testo sottolinea: "L'uomo
chiamò sua moglie Eva
,
perché ella fu la madre di tutti i viventi." (Genesi 3,20)
Eva non è il nome che Dio dà alla donna, è invece ora il nome che "'adam" dà alla moglie, ma dopo il peccato.
La coppia non è più l'"'Adam", ma ora sono due divisi e come sono stati dati i nomi agli animali lui la chiama non più "isshah" come aveva detto in Genesi 2,23, ma con un nome diverso, Eva, "Chava"
.
In pratica le dice l'uomo che l'ha incolpata: avevamo davanti a noi tutto aperto
,
ma per colpa tua abbiamo ricevuto una chiusura
,
il cielo per noi si è chiuso, porterai
tutti alla tomba
.
Questo è graficamente ciò che ispirano le lettere del nome "Eva"
se confrontate col radicale del verbo esistere
in cui la lettera dell'esistenza
è aperta
da entrambi i lati; quindi, ormai gli uomini e le donne avranno una esistenza limitata, rattrappita, in quanto sono scesi indietro nella scala della creazione al livello solo animale.
Da questa coppia divisa, cacciata dal Paradiso, in quanto autoesclusasi dal matrimonio originario, nascono tutte le generazioni seguenti.
Siamo di conseguenza tutti figli di una coppia divisa, non nati dal matrimonio voluto da Dio, onde per Dio iamo figli illegittimi fino a che la misericordia divina non ci avrà regalato una madre nuova che sia anche una perfetta sposa.
Quel primo matrimonio non dette frutto.
Di fatto ci fu un declassamento da uomo ad un essere vivente che nelle strette
si porta
per il mondo
".
In definitiva né Adamo, l'uomo, né Eva, la donna separata dall'uomo, hanno nomi decisi da Dio, ma solo la coppia primigenia unita ha il nome di "'Adam".