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SAN GIUSEPPE...
IL PRIMO MATRIMONIO COL SIGNORE
di Alessandro Conti Puorger
parti precedenti:
TESI IN DISCUSSIONE »
ADAMO, CHI ERA COSTUI? »
EVA, PERCHÈ TALE NOME? »
IL DIVORZIO NELL'ANTICO TESTAMENTO »
I DURI DI CUORE »
IL MATRIMONIO CHE DÀ FRUTTO
Il pensiero sintetico della Chiesa sul divorzio è lo stesso del Signore.
Tale pensiero fu sinteticamente espresso dal profeta Malachia e anticipa e prepara i discorsi di Gesù al riguardo.
Ed il pensiero è questo: "...io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d'Israele, e chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli." (Malachia 2,16)
Quel brano, poco prima, conferma che il matrimonio secondo Dio è un patto che trasforma in unica persona i coniugi, un corpo e un'anima sola, "un essere solo dotato di carne e soffio vitale" quando dice: "Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest'unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza." (Malachia 2,14s)
Ricordo poi due articoli fondamentali del Catechismo della Chiesa Cattolica sul matrimonio:
1643 - L'amore coniugale comporta una totalità in cui entrano tutte i componenti della persona - richiamo del corpo e dell'istinto, forza del sentimento e dell'affettività, aspirazione dello spirito e della volontà -; esso mira a una unità profondamente personale, quella che, al di là dell'unione in una sola carne, conduce a non fare che un cuore solo e un'anima sola; esso esige l'"indissolubilità" e la "fedeltà" della donazione reciproca definitiva e si apre sulla "fecondità". In una parola, si tratta di caratteristiche normali di ogni amore coniugale, ma con un significato nuovo che non solo le purifica e le consolida, ma anche le eleva al punto di farne l'espressione di valori propriamente cristiani.
1661 - Il sacramento del Matrimonio è segno dell'unione di Cristo e della Chiesa. Esso dona agli sposi la grazia di amarsi con l'amore con cui Cristo ha amato la sua Chiesa; la grazia del sacramento perfeziona così l'amore umano dei coniugi, consolida la loro unità indissolubile e li santifica nel cammino della vita eterna.
Abbiamo però considerato come fallì, non dando frutto, quel primo matrimonio voluto da Dio con la prima coppia.
Era quindi da attendersi per la vittoria del bene sul male il rinnovarsi del tentativo con una famiglia capace di risultare vittoriosa in questo mondo, perché costruita da Dio stesso su una coppia fedele alla volontà di Dio.
Ecco che la Chiesa alla luce dei Vangeli riconosce l'avvento di una famiglia nuova; questa è la Santa Famiglia di Nazaret continuata poi dalla Chiesa stessa:
1655 - Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla santa Famiglia di Giuseppe e di Maria. La Chiesa non è altro che la famiglia di Dio. Fin dalle sue origini, il nucleo della Chiesa era spesso costituito da coloro che, insieme con tutta la loro famiglia, erano divenuti credenti. (Atti 18,8) Allorché si convertivano, desideravano che anche "tutta la loro famiglia" fosse salvata. (Atti 16,31; 11,14) Queste famiglie divenute credenti erano piccole isole di vita cristiana in un mondo incredulo.
Gesù quando disse di Mosè "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma" (Marco 10,5) aveva ben presente un matrimonio giusto in cui uno, che conosceva bene, Giuseppe, suo padre putativo, per la legge ebraica delle origini s'era comportato da giusto e non aveva usato dell'istituto del divorzio, sciogliendo il fidanzamento che lo legava, credendo quindi alla moglie e soprattutto allo Spirito Santo, tagliando così quel filo rosso che aveva portato dal matrimonio al divorzio per la durezza del cuore degli uomini.
Ciò era parte essenziale della storia della salvezza, che ci fosse cioè finalmente un matrimonio "giusto" da cui potesse nascere Lui, il Figlio di Dio, come chiaramente propone il Vangelo di Matteo.
"Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù." (Matteo 1,18-25)
Giuseppe, come il primo sposo del "midrash" della Genesi, si svegliò dal sonno e prese con sé Maria per sposa seguendo il consiglio dello Spirito Santo.
Questa è la coppia nuova che entra nel matrimonio voluto da Dio: infatti, l'angelo ne pronuncia i nomi Giuseppe e Maria e dà il nome anche al frutto di quel matrimonio, Gesù.
Si perviene così al fine della creazione, l'incarnazione di Dio stesso, onde: "Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio. " (Salmo 67,6s)
Lo sposalizio di Giuseppe e la Vergine - Raffaello
Di ciò si può trovare avviso dai primi versetti della decriptazione dello stesso Deuteronomio 24 che istituisce il divorzio alla quale ho proceduto secondo il mio metodo in " Parlano le lettere" e di cui dò la dimostrazione del primo versetto e riporto poi in Deuteronomio 24 il risultato tutto di seguito.
Ripropongo il primo versetto di Deuteronomio 24 anche con il suo testo ebraico.
Deuteronomio 24,1 - Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che ella non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa.
Deuteronomio 24,1
La rettitudine
dell'Essere
fu
a riversarsi
di nascosto
in un uomo
.
Una donna
la portò
in una famiglia/casa
.
Dall'alto
al mondo
si portò
.
L'esistenza
delle origini
piena
in tutti
i viventi
ridiscenderà
.
Ricomincerà
la grazia
.
Dentro
una sorgente
sarà
a portarsi
di rettitudine
.
Fu
da una madre
a scendere
in un primogenito
di una famiglia
del mondo
.
Si vide
al corpo
portarsi
dalla prescelta
la Parola
.
Si portò
dalle Scritture
il Potente
fuori
dal libro
.
L'Agnello
fu
dalla prescelta
.
Un'indicazione
recò
un angelo
alla prescelta
.
L'angelo
in casa
fu
dalla porta
ad entrare
e
l'illuminò
che il Potente
di nascosto
per entrare
tra i viventi
dentro
sarebbe stato
nella prescelta
a portarsi
.
L'annuncio è che ciò che profetizzano le scritture in modo palese, con le profezie esterne, e in modo criptico nel substrato delle lettere "Si portò
?
dalle Scritture
il Potente
fuori
dal libro
."
questi è il Messia che disse: "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza." (Giovanni 5,39. Vedi: " Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche".)
Può qui così concludersi per il momento questa mia meditazione.
Raccomando di leggere attentamente la decriptazione.
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