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ATTESA DEL MESSIA...

 
VISIONE DI EZECHIELE DEL III TEMPIO - CHIESA DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL PROFETA EZECHIELE E LA VISIONE DEL TEMPIO
In passato mi sono già interessato del profeta Ezechiele ed ho decriptato alcuni scritti attribuiti a lui dell'omonimo libro della Bibbia.
Riporto l'indicazione del titolo degli articoli e dei capitoli che ho decriptato:

Quando andai a scrutare nel testo di Ezechiele mi colpì che nell'ambito del capitolo 21 si trova, pressoché agli inizi dei 37 versetti che lo compongono, il versetto 5 che recita:
"Io dissi: Ah! Signore Dio, essi vanno dicendo di me: Non è forse costui uno che parla per enigmi?"

Con l'dea nella mente di quanto esposto in "Scrutatio cristiana del Testo Masoretico della Bibbia" m'è nato il desiderio di approfondire, visto che quel versetto parla di enigmi e si poteva considerare l'avviso di un testo di 2° livello particolarmente importante da estrarre.
Quella pagina di Ezechiele, stante quel esplicito avviso, poteva perciò presentare anche un secondo volto che la scuola di quel profeta, piena di immaginazione, come dimostrano le descrizioni delle visioni del testo, ha inserito con le lettere ebraiche usate come icone.
Parlare per enigmi nel caso specifico è "memasshel meshalim" dal radicale MSHL che indica sia essere simile o il proporre un proverbio o una parabola da cui "mashal" per detto arguto, parabola, proverbio, ma anche per signoreggiare.
Gesù Cristo nei Vangeli è sicuramente un "memasshel meshalim" che appunto parla con parabole, ma anche con autorità, cioè signoreggia.
Ce n'era abbastanza per destare la mia curiosità di investigare.
C'era in quelle pagine un testo nascosto come ho provato con gli articoli citati.

Poco si sa sulla figura storica di Ezechiele ricavabile dal suo stesso libro che così ha inizio: "Il cinque del quarto mese dell'anno trentesimo, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del canale Chebar, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine. Il cinque del mese - era l'anno quinto della deportazione del re Ioiachin - la parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele figlio di Buzi, nel paese dei Caldei, lungo il canale Chebar. Qui fu sopra di lui la mano del Signore." (Ezechiele1,1-3)
Nacque verso la fine del regno di Giuda intorno al 620 a.C., era di famiglia sacerdotale e fu deportato in Babilonia nel 597 a.C. ove cinque anni più tardi verso il 593 a.C., ebbe la chiamata alla missione di profeta.
Lo Spirito di Dio lo sollevava e lo trasportava, come faceva con Elia e poteva vedere fatti che si verificavano a Gerusalemme, distante più di 2000 km.
Accusava gli Israeliti per i loro peccati e li invitava alla conversione, si considerava pastore che doveva vegliare sul popolo, insomma un precursore del Messia.
Il termine "Figlio dell'uomo" o "Figlio d'uomo", infatti, in Ezechiele è usato 93 volte contro le 81 dei Vangeli, 4 nel Nuovo Testamento, 2 in Isaia, 2 in Geremia e 1 in Daniele, oltre che nei Salmi 3 volte e nel libro dei Numeri 1 volta.
Nei Vangeli poi quel termine "Figlio dell'uomo" è usato per citare se stesso solo da Gesù, quindi è evidente che Gesù si riferiva alle profezie di Ezechiele tra cui particolarmente importante è quella del Tempio futuro.
Nabucodonosor, dopo la conquista di Gerusalemme del 597 a.C., deportò a Babilonia molti ebrei con il nostro Ezechiele.
Erano tutti uomini di qualità che quel monarca riteneva utili per la loro sapienza e furono fatti insediare a Tel Aviv (colle della primavera, in accadico colle del diluvio) sulle rive del canale Chebar, affluente dell'Eufrate presso l'antica città di Nippur.
Ezechiele nacque verso la fine del regno di Giuda, intorno al 620 a.C., deportato in Babilonia nel 597 a.C., cinque anni dopo ebbe la chiamata alla missione di profeta e 22 anni dopo la chiamata era ancora vivo, ma non si sa quando morì.
Secondo la tradizione sarebbe sepolto nell'Iraq centrale a Kiffle presso Najaf e vi è una sinagoga sulla tomba (sembra che il Corano gli attribuisca il nome di Dhou-i-Kiffle).


Tomba di Dhou-i-Kiffle (Ezechiele?)


Ezechiele in ebraico è Jechoezeq'el , ove è il radicale del verbo che ha più significati "star fermo, aderire, essere o diventare forte, vincere, superare, fortificare, aiutare, restaurare", verbo che è unito con il biletterale "Dio" "'El" , quindi, si deduce che il nome significa "Dio è la mia forza", "sarà forte con Dio", "starà fermo in Dio", "Dio conforta", ma anche "sarà a restaurare per Dio".


Ezechiele peraltro così ha anche un nome programmatico, nel senso di "nomen omen", atto a delineare il messaggio teologico fondamentale del libro.
Nella Bibbia è citato solo un altro Ezechiele in 1Cronache 24,16, un sacerdote dei turni che Davide stabilì per il culto nella Tenda dove stava l'Arca.
La sua chiamata ha inizio con la visione della "gloria di Dio" che gli appare sul "carro di fuoco", la cui descrizione impegna tutto il Capitolo I° del suddetto libro del profeta Ezechiele.
Il senso immediato è che il Signore non s'è dimenticato del suo popolo e viene a riprendere i deportati, dovunque questi si trovino e, di fatto, suscita il profeta Ezechiele che così l'annuncia e ne rende concreta la speranza del ritorno a Gerusalemme, che storicamente si concretizzò con l'editto di Ciro nel 538 a.C..
Importante è poi la profezia del risveglio delle ossa inaridite al Capitolo 37.

Altro elemento che si sa su Ezechiele e che gli morì la moglie, fatto che Ezechiele annette a segno divino: "Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell'uomo ecco, io ti tolgo all'improvviso colei che è la delizia dei tuoi occhi: ma tu non fare il lamento, non piangere, non versare una lacrima... La mattina avevo parlato al popolo e la sera mia moglie morì. La mattina dopo feci come mi era stato comandato e la gente mi domandava: Non vuoi spiegarci che cosa significa quello che tu fai? Io risposi: Il Signore mi ha parlato: Annunzia agli Israeliti: Così dice il Signore Dio: Ecco, io faccio profanare il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e amore delle vostre anime. I figli e le figlie che avete lasciato cadranno di spada... Ezechiele sarà per voi un segno: quando ciò avverrà, voi farete in tutto come ha fatto lui e saprete che io sono il Signore." (Ezechiele 24,15-24)

Ciò che è strano è che non v'è nessuna altra volta che il nome di Ezechiele è richiamato nella Bibbia, ma delle sue visione si trova eco nel libro dell'Apocalisse ed i simboli associati ai Vangeli ed agli evangelisti, peraltro, provengono da un passo del profeta Ezechiele accolto dall'Apocalisse sulla visione della Merkabah:
  • "Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d'uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d'aquila." (Ezechiele 1,10);
  • "In mezzo al trono e intorno al trono quattro animali pieni d'occhi davanti e di dietro. Il primo animale simile a un leone, il secondo animale simile a un vitello, il terzo animale con la faccia come d'uomo, il quarto animale simile a un'aquila che vola." (Apocalisse 4,6-7)
San Girolamo nel IV secolo, fu primo ad associare i quattro evangelisti ai quattro simboli:
  • Matteo con l'uomo alato, perché all'inizio del Vangelo propone la genealogia umana di Cristo.
  • Marco con il leone alato, perché all'inizio parla di Gesù che "stava con le fiere e gli angeli lo servivano". (Marco 1,13)
  • Luca con il toro alato, perché comincia con Zaccaria, che offrire anche vitelli al Signore, nel Tempio, secondo il turno della sua classe.
  • Giovanni, con l'aquila, perché si eleva nelle regioni più alte della conoscenza, come l'aquila s'innalza a volo verso il sole.
Si deve concludere che Ezechiele, vissuto nell'esilio babilonese, dove ha svolto il suo ministero con l'annuncio e la parola scritta, avrà pur avuto dei discepoli, la "scuola di Ezechiele", discepoli e successori che possono essere diventati anche redattori postumi che ne riordinarono e integrarono l'opera.
Il Talmud babilonese, Baba bathra, dice che il libro di Ezechiele è da attribuire agli "uomini del Grande Sinodo", cioè al collegio riunito attorno a Esdra e Zorobabele dopo l'esilio.
In definitiva questo libro, scritto in ebraico, avrebbe avuto la redazione finale in Giudea nel V a.C., forse dopo la ricostruzione del II Tempio, su oracoli proferiti nel Regno di Giuda e nell'Esilio di Babilonia attribuiti al profeta Ezechiele nel periodo tra il 592-571 a.C. circa.
Il libro di Ezechiele si può dividere in tre grandi parti:
  • capitoli 1-24 - Riguarda la denuncia dei peccati del popolo e il castigo di Dio, con la caduta di Gerusalemme;
  • capitoli 25-32 - È relativa all'annuncio della rovina dei popoli idolatri;
  • capitoli 33-48 - In cui da Dio è affidato ad Ezechiele il richiamare il popolo alla conversione e l'annunciare il futuro con la visione di una nuova Gerusalemme, sotto la guida di un nuovo pastore, un nuovo Davide, vale a dire il Messia.
In questa terza parte è importante ai fini escatologici ed apocalittici la visione dei capitoli 40-48 detta "La Torah di Ezechiele", in cui:
  • capitoli 40-42 - È descritto il Tempio futuro o Terzo Tempio;
  • capitolo 43 - È detto del ritorno del Signore e della consacrazione dell'altare;
  • capitolo 44 - Su regole d'ammissione al Tempio, leviti e sacerdoti;
  • capitoli 45 e 46 - Circa le feste di Pasqua e delle Capanne e regolamenti vari;
  • capitolo 47 - Relativo alla sorgente del Tempio;
  • capitolo 48 - Riguarda la divisione del paese e le porte di Gerusalemme.
Nel presente articolo m'interesso particolarmente della descrizione del III Tempio di cui ai capitoli 40-42.
Considerato il periodo storico contestuale al libro vi può esser il dubbio se Ezechiele parli del II Tempio, che doveva essere ricostruito, o se sia piuttosto la visione tempio riguarda quello della fine dei tempi.
Quando Zerobabele, davidico, e Giosuè, il levita, ritornarono in patria e si misero a costruire tra tante difficoltà il nuovo Tempio, perché non edificarono il santuario sul modello del libro di Ezechiele?
Nasce il dubbio che la profezia del Terzo Tempio sia successiva alla costruzione del secondo Tempio.

Nel Midrash Tanchuma vi è il seguente dialogo tra Dio ed Ezechiele:
"Ezechiele disse: Sovrano dell'Universo! Perché mi dici di andare a parlare ad Israele della forma del Tempio?.... Ora essi sono in esilio nella terra dei loro nemici. C'è forse qualcosa che possono fare? Lasciali stare finché non ritorneranno dall'esilio, poi andrò ad informarli.
Dio rispose: La costruzione della Mia Casa dovrebbe forse essere ignorata perché i miei figli sono in esilio? Dio dichiarò: Lo studio del progetto del Tempio equivale alla sua effettiva costruzione. Vai da loro e comanda di studiare la forma del Tempio. Come ricompensa per questo studio e per il loro impegno, io farò come se avessero davvero costruito il Tempio!
"

Se si guarda poi alla descrizione il Tempio, privo dell'arca della testimonianza e del velo, ha dimensioni eccezionali e pare essere piuttosto simbolico e contenere un messaggio criptico.


Tentativo di rappresentazione del Tempio di Ezechiele


Nel 14° anno dalla distruzione di Gerusalemme, 56 anni prima della fine dell'esilio, Ezechiele racconta che "In visione divina mi condusse nella terra d'Israele e mi pose sopra un monte altissimo, sul quale sembrava costruita una città, dal lato di mezzogiorno." (Ezechiele 40,2)
In particolare vide un tempio glorioso di proporzioni gigantesche con 6 porte, 30 stanze, il Santo, il Santissimo, un altare di legno e un altare per gli olocausti, il tempio spirituale di Dio, Tempio mai costruito, quindi che si attuerà in qualche modo nel futuro, comunque promessa che la pura adorazione sarebbe stata ristabilita.
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