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ATTESA DEL MESSIA...

 
GIOBBE IN PROSA, SATANA E IL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SATANA NEL LIBRO DI GIOBBE »

METTERE ALLA PROVA
Dopo quanto detto mi pare ora naturale procedere al confronto del racconto di Giobbe con l'episodio del "sacrificio di Isacco" in Genesi 22.

Quell'episodio di Abramo ed Isacco inizia così:
"Dopo queste cose, Dio - 'Elohim - mise alla prova Abramo e gli disse: Abramo, Abramo! Rispose: Eccomi! Riprese: Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò." (Genesi 22,1-2)

Nel caso specifico, per mettere alla prova, è usato "nissah" .
Chi agisce e mette alla prova Abramo è Dio, ma siccome Abramo si sente chiamare, è sottinteso che un angelo gli è stato mandato e chi l'ha inviato è "'Elohim" , il Dio della giustizia nel suo completo assetto, l'assemblea con a capo il Dio di tutte gli esseri che posseggono l'energia della divinità, visto che "'Elohim" è in definitiva un plurale, con dentro le energie tutte, quindi potenzialmente anche il Satana del racconto di Giobbe, convocati con gli altri angeli, detti appunto figli per l'energia di Dio che contengono .
È da ricordare che in tale assemblea, nel libro di Giobbe, Satana era immaginato come l'angelo che impersonava l'accusa.

I Cananei, tra cui Abramo risiedeva, avevano un idolo infernale, Molok (chiamato anche Molek, Milcom o Malcam, spesso confuso col dio siro-palestinese Baal), antica divinità fenicia o cananea, venerata anche dagli Israeliti durante il periodo dell'idolatria (dal regno di Salomone 970-930 a.C. a quello di Giosia 640-609 a.C.) a cui sacrificavano in olocausto, sgozzandoli prima, figli primogeniti, a Tofet o nella valle di Ben-Innom.
Mossi dalla cecità del proprio egoismo, a quei tempi, alcuni usavano tale orrendo sistema ritenendo di ingraziarsi la divinità.
Gli stessi potenti, purtroppo davano il cattivo esempio, infatti, tale sacrificio fu praticato alcune volte anche da re (2Re 21,6; 2Cronache 28,3; Salmo 106,38; Ezechiele 20,26).
La Bibbia ricorda ed aborrisce tale comportamento in Levitico 18,21 e 20,2-5; 2Re 23,10; Geremia 32,35; Sofonia 1,5.
Il libro del Levitico in particolare così lo condanna: "Il Signore disse ancora a Mosè: Dirai agli Israeliti: Chiunque tra gli Israeliti o tra i forestieri che soggiornano in Israele darà qualcuno dei suoi figli a Moloch, dovrà essere messo a morte; il popolo del paese lo lapiderà. Anch'io volgerò la faccia contro quell'uomo e lo eliminerò dal suo popolo, perché ha dato qualcuno dei suoi figli a Moloch con l'intenzione di contaminare il mio santuario e profanare il mio santo nome. Se il popolo del paese chiude gli occhi quando quell'uomo dà qualcuno dei suoi figli a Moloch e non lo mette a morte, io volgerò la faccia contro quell'uomo e contro la sua famiglia ed eliminerò dal suo popolo lui con quanti si danno all'idolatria come lui, abbassandosi a venerare Moloch." (Levitico 20,1-5)

In definitiva, tenuto presente quanto sopra, Abramo fu colto da una tentazione diabolica?
Il testo attribuisce, però, ad Abramo ovviamente la "buona fede".
Abramo, in definitiva, credette veramente che quella ispirazione venisse dal suo Dio, ma era una prova "nissah" , e le lettere suggeriscono che un angelo l'aveva circuito nel mondo , ben bene.
Abramo stava per provvedere al sacrificio, "Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: Abramo, Abramo! Rispose: Eccomi! L'angelo disse: Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente!" (Genesi 22,11-12)
L'angelo del Signore qui è però il mal'ak IHWH , proprio Lui, il capo dell'Assemblea di "'Elohim", il Signore misericordioso, che restituì al padre il figlio Isacco come risorto da una morte ormai certa e decisa da parte di Abramo.

Si comprende bene così perché quel "midrash" sui nomi di Dio dice "allorché Io esercito la giustizia mi chiamo Elohim", infatti, mentre giudica deve comprendere anche l'accusatore, ma "quando mostro la pietà verso il mio mondo mi chiamo IHWH", perché è solo a Lui che compete la grazia.

Il pensiero dell'autore del libro di Giobbe suggerisce che quel mettere alla prova della Torah: "...il Signore vostro Dio vi mette alla prova per sapere se amate il Signore vostro Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima" (Deuteronomio 13,4) rivela anche il suggerimento di Satana che vuol dimostrare che nessuno è giusto.
C'è comunque una grande differenza tra il provare e mettere alla prova e il tentare, il primo è atto pedagogico di Dio e il secondo è atto perverso che Dio punirà.
Il Signore IHWH, infatti, è attento, anche l'operato di Satana.
Lui stesso lo scruta con attenzione, conosce ormai bene le sue traviazioni e si allea col suo popolo e gli vuole assicurare la grazia e il suo aiuto.
Tante sono le occasioni in cui nella Bibbia si trova l'espressione di mettere alla prova e in particolare si trova ancora nella Torah:

  • Esodo 20,20 - "Mosè disse al popolo: Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore vi sia sempre presente e non pecchiate".
  • Deuteronomio 8,2 - "Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi."
In questo esame, pare rilevante ricordare il versetto 18 del Salmo 118 "Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte" che pare proprio ben calzare col racconto di Giobbe.
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