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ATTESA DEL MESSIA...

 
GIOBBE IN PROSA, SATANA E IL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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UN GIUDICE GIUSTO »
GIOBBE CONTESTA »
LA TENTAZIONE E IL PADRE NOSTRO »
APPENDICE A - GIOBBE 1 - TESTO C.E.I. E DECRIPTAZIONE »

APPENDICE B - GIOBBE 2 - TESTO C.E.I. E DECRIPTAZIONE
Giobbe 2,1 - Accadde, un giorno, che i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, e anche Satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore.

Giobbe 2,2 - Il Signore chiese a Satana: Da dove vieni? Satana rispose al Signore: Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo.

Giobbe 2,3 - Il Signore disse a Satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. Egli è ancora saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui per rovinarlo, senza ragione.

Giobbe 2,4 - Satana rispose al Signore: Pelle per pelle; tutto quello che possiede, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita.

Giobbe 2,5 - Ma stendi un poco la mano e colpiscilo nelle ossa e nella carne e vedrai come ti maledirà apertamente!

Giobbe 2,6 - Il Signore disse a Satana: Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita.

Giobbe 2,7 - Satana si ritirò dalla presenza del Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo.

Giobbe 2,8 - Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.

Giobbe 2,9 - Allora sua moglie disse: Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!

Giobbe 2,10 - Ma egli le rispose: Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male? In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

Giobbe 2,11 - Tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà, e si accordarono per andare a condividere il suo dolore e a consolarlo.

Giobbe 2,12 - Alzarono gli occhi da lontano, ma non lo riconobbero. Levarono la loro voce e si misero a piangere. Ognuno si stracciò il mantello e lanciò polvere verso il cielo sul proprio capo.

Giobbe 2,13 - Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.

Giobbe 2,1 - A portarsi fu nel mondo. Fu ad entrarvi. Un giorno vi si portò a stare dentro. Dell'Unico si portò il Figlio che fu nel mondo dal maledetto a stare.
La Parola a scegliere fu di scendere da casa.
Dall'alto il Signore si portò.
Fu a casa a portarsi dal triste per aprire l'accusa dentro per l'oppressione ai viventi dal serpente nel mondo.
Per finirne l'esistenza scese a casa alla vista del serpente il Signore.

Giobbe 2,2 - Porterà ad esistere dell'Unico al ribelle la calamità della maledizione.
L'accusa terribile a colpirlo gli uscirà alla fine in casa.
L'Unigenito gliela recherà (quando) sarà oppresso da satana.
L'Unigenito in croce sarà dalla perversità portato.
Risarà per l'Unico a vivere.
Col corpo vivo risorto, per amore dentro la terra si riporterà.
Dai viventi del mondo alla fine uscirà il serpente spento.

Giobbe 2,3 - A portargli sarà per l'Unico amarezze essendo stato per la perversità maledetto. L'accusa uscirà bruciante da un uomo dal cuore retto che ha agito dal serpente da servo.
Gli saranno i guai portati in casa.
Dalla rettitudine sarà annullata così dai viventi la perversità che dentro alle origini nei corpi scese.
Gli uomini alla purezza recherà.
Saranno illuminate le menti/teste della paura originata dal serpente nel mondo che fu ai viventi a portare la ribellione per vivervi il cattivo.
Ma l'Eterno l'energia portò in un vivente a chiudersi.
Questa fu a versata in una figlia d'uomo e portatosi nella scelta della pienezza ci fu il segno del frutto.
Ed al serpente per distruggerlo si portò con la grazia per i viventi.

Giobbe 2,4 - Ed è alla vista un angelo Le uscì per illuminarla che per amore l'energia Le veniva dal Signore per essere dell'Unigenito la Madre.
In un corpo con la pelle dentro l'eternità in azione si recò a sbarrarsi e dalla sposa l'Unigenito sorse col corpo.
Il rifiuto sarà ad accendere nell'esistenza per il drago.
Dentro in azione a sbarrare l'angelo superbo si portò.

Giobbe 2,5 - Nel corpo della Madre accese il vigore.
L'energia dell'Unigenito fu ad essere sbarrata, così si portò in cammino alla vista.
Dio dall'albero della vita si portò, e Dio nella carne si recò per ricominciare la pienezza.
Dio in persona fu così a starle nel figlio.
Un retto da una retta!

Giobbe 2,6 - Ed fu nel primogenito a vivere nel corpo il Signore.
La maledizione a satana uscì.
Dell'angelo si portò a casa ove sarà fiaccato.
Contristato, dalla croce invierà il soffio della risurrezione che porterà a risorgere i corpi.

Giobbe 2,7 - Ed è giù dall'Unico ad uscire l'accusa, in vita venuta persona.
S'è il Signore portato per essere, pur retto, uno in croce osteggiato, con vergogna (poi) nella tomba, oppresso dal cattivo.
In un vivente in un villaggio si rivelò l'Eterno per rovesciare nella polvere l'essere impuro.

Giobbe 2,8 - E fu a versarsi nel mondo.
Di nascosto dal serpente, portò in un carpentiere la potenza.
D'uscire scelse da pellegrino per aiutare.
Dentro si portò d'un uomo ad abitare in una famiglia/casa scelta che si portava retta nel mondo che con quel primogenito faceva frutto.

Giobbe 2,9 - E scelse l'Unigenito che le amarezze al serpente le recasse una Donna che avesse scelto di portare l'Eterno.
Così la vita in petto fu a versarLe dentro in modo puro.
Scelta per la rettitudine la benedizione di Dio sarà la madre portata per gli uomini.

Giobbe 2,10 - E fu ad iniziare a vivere col corpo Dio che fu al mondo da solo. Per creare spavento allo stolto che lo porterà alla fine scelse il Verbo di stare in cammino.
Dalla Madre venne dall'utero portato.
Col Figlio dal ventre al serpente a vivere venne la maledizione.
Fu una Madre a portargliela.
L'Unigenito finalmente uscì per il cattivo serpente per scontrarlo da ariete in casa.
Con la rettitudine il serpente colpirà l'Unigenito (una volta in croce) appeso.
Il 'no' al peccato inizierà ad essere portato dall'intimo.
Dal Calvo (Calvario), dalla croce sarà a portarlo.

Giobbe 2,11 - E sarà la risurrezione in seno a portarsi il terzo segno (giorno).
Col corpo si vedrà riessere l'Unigenito, sarà a portargliela dentro l'Unico.
Col Crocifisso tutti usciranno dal male.
Dal mondo fuori questi verranno.
Dentro l'Unigenito entreranno, dall'Altissimo li condurrà e saranno ad abitarvi.
Desideravano gli uomini di vivere in quel luogo.
Ed in Dio saranno con la Parola questi ad entrare tutti per stargli alla destra.
Vi saranno portati dentro (ri)partoriti.
Aiutati entreranno da simili (a Gesù) a vivervi e su dalla Parola con il corpo usciranno. Tra gli angeli si vedranno gli uomini essere portati.
Saranno condotti all'eternità, recati insieme, portati dal cuore, recati da Dio ad abitare, liberi.
E bastonato il serpente pentiti li porterà.

Giobbe 2,12 - E saranno i risorti all'Unico portati.
Verranno a vedere (dove) stanno gli angeli.
Usciti in vita a (ri)vivere col corpo dalle tombe li porterà.
A rovesciare avrà portato il serpente l'Unigenito.
Un fornello per la perversità avrà condotto.
Sarà il fuoco dall'Unigenito a recato.
A versarvi condurrà il serpente vivo e vi sarà tra i pianti condotto.
E a rovesciare il cattivo porterà dagli uomini che i misfatti recò portandogli forti colpi.
Dai corpi l'avrà rovesciato e dalla polvere si alzeranno.
Con i corpi risorti saranno ad uscire.
Vivi dal mondo in cielo entreranno.

Giobbe 2,13 - E saranno nella luce a casa riportati.
L'Unigenito col corpo li condurrà.
Il serpente in terra bruciare dentro si vedrà completamente.
Saranno i viventi ad essere al Vivente riportati, il settimo segno (alla fine del settimo giorno della creazione).
Della notte porterà la fine che portava il guaio dell'impurità dentro i corpi.
A Dio saranno (ri)portati per mano.
Del Benedetto saranno alla vista.
Li riporterà retti saranno stati dal serpente con la rettitudine liberati.
Così dal Padre vivranno sulla nube.

(Si rientra perciò alla fine del giorno 7°, nel giorno 8° senza tramonto. La parola notte evoca il nome di Lilit personaggio femminile diabolico della cultura rabbinica causa della mestruazione nelle donne e della morte di neonati. Dal Dizionario di usi e leggende ebraiche di Alan Unterman riporto uno stralcio dalla voce "Lilith": "La prima moglie di Adamo, demone, regina della notte. Lilith esigeva di essere eguale al marito e quando si rese conto che non lo sarebbe mai stata pronunciò il nome di Dio e volò nell'aria fino al Mar Rosso...è diventata la moglie di Sammaele, il signore delle forze del male.")

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