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di Alessandro Conti Puorger
 

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ONORA TUO PADRE E TUA MADRE
Essendo il comandamento del rispetto dovuto per i genitori la cerniera tra le questioni tra Dio e il prossimo ho voluto approfondirlo.
D'altronde, della vita che abbiamo ricevuto loro, i genitori, sono l'anello che ci collega direttamente a Dio.
Il primo passo dell'accettazione riconoscente del dono della vita al Creatore, quindi, non può non iniziare che con il continuo ringraziamento e amore verso i genitori che hanno appunto avuto la funzione di iniziarci al rapporto ordinato con noi stessi, con Dio e con il prossimo.
L'amore e la gratitudine nei riguardi dei genitori è la premessa, infatti, per un buon rapporto con Dio stesso.
Dio, infatti, è il nostro primo genitore, padre e madre nello stesso tempo.
Nel Talmud - Kiddushin 30b - è scritto al riguardo: "Tre sono i soci nella creazione di un essere umano: Dio, il padre e la madre. Hashem considera colui che onora i suoi genitori come se onorasse Lui stesso.".
Il comandamento nei riguardi dei genitori dovrebbe così comportare un rispetto e modi simili a quello voluti per Dio come:

  • accettarne l'autorità,
  • non giurare falsamente nel loro nome,
  • servirli senza egoismo od interesse,
  • accettarne i precetti tramandati dagli avi il che, essendo garanzia che il patto sarà osservato anche dalle generazioni successive, non potrà altro che essere apportatore di felicità.
Esaminando il testo di Deuteronomio 5,16, "Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giornimn e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà", mi pare che la prima importante considerazione su questo comandamento è come inizia, quel "Kabbed" , ossia "Onora", infatti, è da tenere conto che, con altra vocalizzazione, quelle tre lettere ebraiche indicano anche "kobed" "peso" e "kabod" "gloria".

Occorre quindi "dare il giusto peso ai genitori" e tale peso è sottolineato nel patto stesso col fatto che questo è il primo dei comandamenti che viene dopo quelli strettamente riguardanti Dio, e come quelli è tra i "positivi", mentre tutti gli altri che riguardano il prossimo esprimono divieti.
È poi da "dare al padre ed alla madre gloria" e ringraziamento, perché in definitiva non sono stati egoisti ed hanno permesso, forse anche senza esserne coscienti fino in fondo, di collaborare con Dio per la nostra nascita e l'essere così introdotti in una storia che non avrà fine con la morte fisica, ma che seguirà le sorti che Dio ha pensato per noi.
Il comandamento poi in aggiunta e a chiarimento del comportamento da tenere, dice "come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato", che è molto di più del solo sentimento.
Il Talmud, Ha'amek Davar, sostiene che i genitori, infatti, non debbono essere onorati per sentimento, perché i sentimenti sono fragili e mutevoli, ma perché è proprio un comandamento di Dio che ne esige il rispetto.
Dice, infatti, al riguardo Levitico 19,3 "Ognuno di voi rispetti sua madre e suo padre; osservate i miei sabati. Io sono il Signore, vostro Dio".
Lì il rispetto è uguale a timore, come il timor di Dio, tanto che questo versetto l'associa al rispetto della normativa tutta del Sabato, cioè al concetto di sacralità, al giorno del Signore.
Conferma il libro del Siracide: "Chi teme il Signore rispetta il padre e serve come padroni i genitori. Onora tuo padre a fatti e a parole, perché scenda su di te la sua benedizione." (Siracide 3,7)

È veramente estremamente grave se si pecca contro questo comandamento, gravità simile a quella di chi maledice Dio.
La Torah segnala i peccati gravi col ricordare che sono suscettibili di pena di morte, sicuramente spirituale e potenzialmente anche fisica e parla di pena di morte per l'omicidia (Esodo 21,12), per il rapimento (Esodo 21,16), per la bestialità (Esodo 22,19), per l'adulterio (Levitico 20,10), per l'omosessualità (Levitico 20,13), per chi è un falso profeta (Deuteronomio 13,5), per la prostituzione, per lo stupro (Deuteronomio 22,4).
Come per i bestemmiatori contro Dio sono passibili di morte: "Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte" (Levitico 24,16), dalla Torah la stessa pena è fissata anche nei riguardi di chi maledice il padre o la madre, "Colui che percuote suo padre o sua madre sarà messo a morte... Colui che maledice suo padre o sua madre sia messo a morte." (Esodo 21,17)
Il maledire o maltrattare il padre o la madre comporta di essere maledetti, con le relative conseguenze, infatti:
  • Deuteronomio 27,16 - "Maledetto chi maltratta il padre e la madre! Tutto il popolo dirà: Amen."
  • Proverbi 20,20 - "Chi maledice il padre e la madre vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre."
E chi fu il primo ad essere maledetto?
Fu il serpente, figura del cattivo e del male, infatti: "Allora il Signore Dio disse al serpente: Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto..." (Genesi 3,14)
Il libro di Tobia poi associa al comandamento dell'onorare i genitori anche l'onore ai suoceri: "Poi abbracciò Sara sua figlia e disse: Onora tuo suocero e tua suocera, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita. Và in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo, finché sarò in vita". (Tobia 10,12)

L'onorare, in ebraico abbiamo visto porta al pensiero della gloria, quindi è da dare gloria ai genitori comportandosi in maniera confacente atta ad evitare ogni diminuzione del loro onore e con particolare sensibilità facendo si che no si possano riflettere per causa propria critiche nei loro riguardi.
La gloria poi porta a considerare la gloria del Signore ed a tutte le sue manifestazioni, quindi alla risurrezione che si presenterà come dono anticipato, nella forma di fede preziosa ed efficace già durante la vita a chi assolve con fedeltà quel comando unitamente alla promessa è che si prolungheranno i giorni e felicità, concetti entrambi che fanno intravedere vita eterna e beatitudine.

Riprendo il testo Deuteronomio 5,16 e lo riporto con affianco le lettere ebraiche relative onde procedere ad una "scrutatio" per decriptazione secondo regole e significati delle lettere di cui al metodo di "Parlano le lettere":

"Onora tuo padre e tua madre,
come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato,
perché si prolunghino i tuoi giorni
e tu sia felice nel paese
che il Signore, tuo Dio, ti dà."

Riporto il testo decriptato con la dimostrazione:
"Alla gloria verranno () del Padre . Sarà la rettitudine a venire () portata dall'Unigenito dalla piaga (). Per la rettitudine dell'Unigenito risorgeranno i corpi , su si riporteranno . Retti saranno dal mondo portati fuori . Dal maledetto () ad uscire saranno dalla vergogna i miseri (). Un fiume sarà di rettitudine inviata nei giorni per ardere () il serpente in seno () tra i lamenti . Gli saranno nel cuore , a casa del Potente retti l'innalzerà (), uscirà l'umanità dal mondo felice col Signore . In Dio entreranno essendo retti che avrà donato loro la potenza rettitudine ."

Per comodità di lettura riporto tutto di seguito senza i segni ebraici.

"Alla gloria verranno del Padre. Sarà la rettitudine a venire portata dall'Unigenito dalla piaga. Per la rettitudine dell'Unigenito risorgeranno i corpi, su si riporteranno. Retti saranno dal mondo portati fuori. Dal maledetto ad uscire saranno dalla vergogna i miseri. Un fiume sarà di rettitudine inviata nei giorni per ardere il serpente in seno tra i lamenti. Gli saranno nel cuore, a casa del Potente retti l'innalzerà, uscirà l'umanità dal mondo felice col Signore. In Dio entreranno essendo retti che donato loro la potenza della rettitudine."

È sorprendente, sembra proprio che il comandamento dell'onore dovuto ai genitori nasconda un segreto!
Siamo stati introdotti in questo mondo dai genitori che hanno in definitiva aiutato Dio consentendo la nostra entrata nella vita.
Cosa manca però per far parte della famiglia di Dio?
L'onore cioè la rettitudine sola !
La Sua sostanza, appunto, che definisco rettitudine, quella natura venuta dal soffio del suo Spirito che l'istinto animalesco, venuto tramite i genitori ed il mondo, ha tentato di cancellare.
Dio stesso ci ridarà "l'onore" , ossia come dice il senso del decriptato, con la rettitudine dentro aiuterà e ci fa passare dall'uomo animale all'uomo nuovo a immagine e somiglianza con Dio.
Verrà reintegrato l'onore originario che abbiamo perduto.
Ciò che ci è mancante verrà reintegrato dal Signore.
Aiuterà gli handicappati, cioè tutti noi, miseri di questo mondo.

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