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IL RITIRO DI GIOSUÈ
Si legge al capitolo 19 del libro di Giosuè che "Quando gli Israeliti ebbero finito di ripartire il paese secondo i suoi confini, diedero a Giosuè, figlio di Nun, una proprietà in mezzo a loro. Secondo l'ordine del Signore, gli diedero la città che egli chiese: Timnat-Serach, sulle montagne di Efraim. Egli costruì la città e vi stabilì la propria dimora." (Giosuè 19,49s)
Tale località è identificata con l'odierna Khirbet Tibnah, a 40 Km circa a sud ovest di Sichem, l'odierna Nablus, al bordo occidentale della regione montagnosa che guarda verso la pianura costiera.
In 1Maccabei 9,50s tale città è detta Tamnata: "Bàcchide tornò in Gerusalemme ed edificò fortezze in tutta la Giudea: le fortezze di Gèrico, Emmaus, Bet-Coròn, Betel, Tamnata, Piraton e Tefon con mura alte, porte e sbarre e vi pose un presidio per molestare Israele."
Da quell'inciso "Secondo l'ordine del Signore, gli diedero la città che egli chiese" rivela che tale luogo era particolarmente caro a Giosuè, perché qualche evento era legato a quel luogo.
Qui proprio lui, Giosuè, vi costruì la città, che quindi prima era solo una località della regione montuosa di Efraim.
È evidente che fu lui stesso a dare il nome alla città.
Dal testo risulta che la chiamò
Timnat-Serach.
C'è un evidente riferimento ad un punto cardinale, il sud, il mezzogiorno per l'indicazione "teman" o "teiman"
.
Inoltre, "serach"
viene dal radicale che ha sia il significato di "avanzare, ricadere, ridondare" sia di "dispendersi, espandersi" come se là ci fosse o si volesse ricordare un mezzogiorno che si allarga, che si espande, insomma il famoso evento raccontato in Giosuè 10,12s "...quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli Israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: "Sole, fèrmati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon. Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici."
Scrive il profeta Abacuc nel libro omonimo "Dio viene da Teman, il Santo dal monte Paràn. La sua maestà ricopre i cieli, delle sue lodi è piena la terra." (Abacuc 3,3)
Là in quella città che aveva costruito: "...Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni e lo seppellirono nel territorio della sua eredità, a Timnat-Serach, sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas."(Giosue' 24,29s)
Nel villaggio di Timnat in arabo Kifl Haress, la tradizione, nella piana sotto il monte Gaas, ritiene vi siano le tombe di Caleb, di Giosuè e di Nun, perché il territorio fu eredità di Giosuè che vi costruì la città in cui fu sepolto.
Questa montagna Gaas, che in effetti è "Ga'sh"
,
pare fosse un antico vulcano, nome ricordato anche in 2Samuele 23,30 "Iddài di Nahale-Gaàs".
Le lettere di "Ga'sh"
,
infatti, confermano: "scorrere
si vede
il fuoco
".
Il profeta Isaia in 28,21 quando dice "Poiché come sul monte Perasìm si leverà il Signore; come nella valle di Gàbaon si adirerà per compiere l'opera, la sua opera singolare, e per eseguire il lavoro, il suo lavoro inconsueto.", pare proprio che parli di quel fatto come se fosse provocato da un vulcano ove "Har perizi"
"
è un monte che si rompe
,
quindi come un vulcano, sinonimo di quel "har gaash".
Alcuni così concludono che Giosuè in definitiva sapeva che si trovava ai piedi di un vulcano e desiderava che i suoi fumi oscurassero la zona, quindi, non "fermati sole", ma "oscurati sole"!
Ecco che quel "serach"
,
se letto con i segni, confermerebbe, in quanto starebbero a dire, "i cerchi
(del sole e della luna) un corpo
(ad esempio il fumo del vulcano) nascondesse
".
È poi da segnalare che in Giudici 2,8s che è un parallelo di Giosuè 24,29s è scritto: "Poi Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni e fu sepolto nel territorio della sua eredità, a Timnat-Cheres, sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas."
Qui, però "Timnat serech"
è scritto con le lettere permutate "Timnat cheres"
e ricorda indirettamente un modo di definire il sole in Giobbe 9,7 ove scrive: "Comanda al sole
ed esso non sorge e alle stelle pone il suo sigillo", onde qui in Giudici 24,29s chiaramente il testo richiama il miracolo del nascondimento del sole.