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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
LA LIBERTÀ È UN CAMMINO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA LIBERTÀ È GESÙ
Dice l'angelo del Signore in sogno a Giuseppe su Maria "...il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo." (20)
Essendo Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo - tre persone eguali e distinte è da considerare che, come asserisce San Paolo "Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà." (2Corinzi 3,17)
Ecco che seguire Gesù è andare verso la libertà.

A tale riguardo commenta così Sant Agostino "...lo Spirito di Dio, che ci fa giusti con il dono di sé e ci fa piacevole non peccare, è dove c'è la libertà, come senza questo Spirito è piacevole peccare e c'è la schiavitù, dalle cui opere ci si deve astenere, cioè si deve santificare il sabato. Questo Spirito Santo, mediante il quale si riversa nei nostri cuori la carità che è il pieno compimento della legge, viene chiamato nel Vangelo anche Dito di Dio. Poiché dunque dal Dito di Dio furono scritte quelle tavole e il Dito di Dio è lo Spirito di Dio che ci santifica, perché vivendo di fede operiamo il bene mediante la carità, chi non rimarrebbe colpito da questa coincidenza e insieme da questa differenza? Cinquanta giorni si contano dalla celebrazione della Pasqua che Mosè comandò di fare con l'uccisione dell'agnello simbolicamente a indicazione della futura passione del Signore fino al giorno in cui Mosè ricevette la legge in tavole scritte dal Dito di Dio. Similmente, compiuti cinquanta giorni dall'uccisione e risurrezione di colui che 'fu condotto all'immolazione come una pecora', il Dito di Dio, cioè lo Spirito Santo, riempì di sé i fedeli tutti radunati insieme. In tale mirabile coincidenza c'è questa grande differenza: là s'impedisce al popolo con orrendo terrore d'accostarsi al luogo dove la legge veniva data, qui invece lo Spirito Santo discende su coloro ai quali era stato promesso e che per aspettarlo si erano riuniti insieme in un sol luogo. Là il Dito di Dio operò in tavole di pietra, qui nei cuori degli uomini. Là dunque la legge fu proposta esternamente perché fossero da essa spaventati gli ingiusti, qui fu data interiormente perché gli ingiusti fossero da essa giustificati. Infatti tutto ciò che fu scritto su quelle tavole: 'Non commettere adulterio, non uccidere, non desiderare, e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore' (Romani 13, 9-10). L'amore non fu scritto nelle tavole di pietra, ma 'è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato' (Romani 5,5). Legge di Dio è dunque la carità. Alla carità non si sottomette la sapienza della carne e neanche lo potrebbe. Ma quando per spaventare questa sapienza della carne si scrivono nelle tavole le opere della carità, allora si ha la legge delle opere e la lettera che uccide il trasgressore; quando invece la carità stessa si diffonde nel cuore dei credenti, allora si ha la legge della fede e lo Spirito che dà vita al fedele esecutore della carità."
(Sant Agostino Lo Spirito e la lettera)

Nei Vangeli poche volte si trova tradotta dal greco la parola libertà.
Questa in particolare è detta da:

  • Gesù, quando in Luca 4,18s, all'inizio del proprio ministero pubblico, nella sinagoga di Nazaret, pronuncia la profezia di Isaia sulla promulgazione dell'anno di giubileo di "libertà degli oppressi".
  • Ponzio Pilato, quando in Marco 15,6-19 e nei passi paralleli degli altri Vangeli, nel processo a Gesù propone la liberazione di Barabba e poi in particolare in Giovanni 19,10 dice a Gesù "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?", e in tale occasione Gesù conclude precisando che ogni libertà può venire solo dall'alto.
La libertà e un combattimento giornaliero che fa uscire dalla non esistenza e porta ad essere liberi cittadini del Regno di Dio, infatti, la richiesta fondamentale della preghiera del Padre Nostro insegnata da Gesù è "...venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra." (Matteo 6,10)

Di fatto tutto il creato fisico è soggetto ad un continuo divenire con un decadimento di energia, a cui lo stesso uomo da solo non può sottrarsi ed attende la liberazione.
Sostiene al riguardo San Paolo nella lettera ai Romani: "La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.

"Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo." (Romani 8,18-23)

Gesù ci ha riaperto la via per arrivare al Padre: "Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne..." (Ebrei 10,19s)
Ecco poi una sequenza di citazioni del Nuovo Testamento in cui le colonne fondamento della Chiesa, Pietro e Paolo, parlano di libertà:
  • Galati 5,1
  • - "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi."
  • Galati 5,13
  • - "Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri..."
  • 1Pietro 2,16
  • - "Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio."
Gesù stesso chiarisce che la dimostrazione della schiavitù a cui è soggetto l'uomo è proprio l'impossibilità dell'uomo stesso di non cadere nel peccato, infatti "non c'è nessuno che non pecchi" (1Re 8,46) e "chiunque commette il peccato è schiavo del peccato" (Giovanni 8,34) occorre perciò seguire Lui per conoscere "la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8,32) e una sola è la verità infatti poi dirà: "Io sono la via, la verità e la vita." (Giovanni 14,6b)

Potendo oggi incontrare Cristo nel prossimo l'aforisma che recita "La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri" è capovolto "La mia libertà comincia dove comincia quella degli altri", perché Lui solo è libertà e Lui si trova nel prossimo.
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