BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2015  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheSan Giuseppe - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

VANGELI E PROTOVANGELI...

 
VANGELI INIZIO, PRIME PAROLE DI GESÙ
E ULTIME DALLA CROCE

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

L'INIZIO DEI VANGELI CANONICI »
LE PRIME FRASI DI GESÙ NEI VANGELI »

LE ULTIME PAROLE DI GESÙ SULLA CROCE
In Matteo
"Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: Costui chiama Elia. E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo! E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono." (Matteo 27,45-52)

Molto è stato detto su quelle parole "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" fino a considerarle un dubbio umano finale di Gesù sulla propria missione, visto il mancato intervento di Dio Padre che lascia crocifiggere il Figlio e pare non intervenire.

Nel mio articolo "I Salmi, conforto del crocifisso", ove peraltro ho presentato decriptato col mio metodo l'intero Salmo 22, ho evidenziato che questo episodio dei Vangeli spesso è citato ponendo in risalto come in quel momento Gesù fosse così angosciato che avrebbe lanciato questo grido quasi di disperazione.
È questo sì un grido di reale ed umana sofferenza, ma non è di disperazione.
Tutt'altro, in effetti, Gesù sulla croce stava pregando e recitava un salmo profetico, quel Salmo 22, proprio sul servo sofferente.

Questo Salmo 22 cita peraltro fatti espliciti che si compivano sotto la croce, segnalati dai Vangeli:

Salmo 22,7 - Ma io sono verme, un uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.

Salmo 22,8 - Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo:

Salmo 22,9 - Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico.

Salmo 22,12 - da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta.

Salmo 22,15 - Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle mie viscere.

Salmo 22,16 - È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai deposto.

Salmo 22,17 - Un branco di cani (i pagani, Romani) mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi,

Salmo 22,19 - si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.

E termina con i versetti 26-31 con un inno di lode.

Il Salmo successivo, che pare proprio il naturale prosieguo è "Il Signore è il mio pastore", ove c'è un'esplicita dichiarazione di fede nell'amore del Padre e la visione del premio atteso.

Salmo23,1 - Salmo. Di Davide. Il Signore è il mio pastore; non manco di nulla;

Salmo23,2 - su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.

Salmo23,3 - Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.

Salmo23,4 - Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.

Salmo23,5 - Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.

Salmo23,6 - Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

Tutto ciò era sulla bocca di Gesù in croce!
Dopo ciò Gesù emise un alto grido e spirò.

Quando Israele alzò il proprio grido al Signore il Signore li ascoltò, racconta il libro dell'Esodo.

"...Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido (zaa'q ) dalla schiavitù salì a Dio. Allora Dio ascoltò il loro lamento, si ricordò della sua alleanza con Abramo e Giacobbe. Dio guardò la condizione degli Israeliti e se ne prese pensiero." (Esodo 2,23-25)

Il grido "zaa'q" propone con le lettere ebraiche un'immagine: "dal colpito si sente al roveciarsi ".
IHWH aprì il mare, li fece come risorgere e fuggirono dalla schiavitù d'Egitto.
Tanto più al Figlio!

Ma c'è di più.
È, infatti, da ricordare il grido di guerra degli Israeliti, cui seguì la caduta delle mura di Gerico, città simbolo del male, prima vittoria per l'entrata nella Terra Promessa.
(Vedi: "La conquista di Gerico")

"Quando si suonerà il corno dell'ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo entrerà, ciascuno diritto davanti a sé." (Giosuè 6,5)

Il Vangelo di Matteo, infatti, propone un terremoto e l'apertura del velo del Tempio: "Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: Davvero costui era Figlio di Dio!" (Matteo 27,51-54)

Il grido del fedele è ascoltato da Dio; ecco due esempi:

  • Salmo 5,3 - "Ascolta la voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché ti prego, Signore."
  • Salmo 40,2s - "Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto dalla fossa della morte, dal fango della palude; i miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi."
In Marco
Il Vangelo di Marco è in perfetta sintonia con quello di Matteo.
La narrazione, infatti, è la seguente.
"Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: Eloì, Eloì, lemà sabactàni? Che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: Ecco, chiama Elia! Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!" (Marco 15,33-39)

Nel greco del Vangelo di Marco il grido è "anabao" ed in Matteo è "krazo" con le varie sfumature del grido di dolore o di guerra.
Il centurione, uno straniero, che probabilmente era stato spettatore di gran parte della passione, si era reso conto di essere di fronte ad un condannato speciale, tanto che alla fine esclama: quest'uomo era Figlio di Dio!

Poi ci fu la sepoltura che avvenne in fretta prima della notte.
"Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato - chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via." (Giovanni 19,31)

In effetti, fu tolto dalla croce, per comando della Torah.
Gli ebrei davanti ai loro occhi avevano un impedimento per concludere su quel condannato nel senso del centurione a motivo della stessa Torah.
L'appeso al legno, infatti, per la Torah è una maledizione di Dio, come dice il Deuteronomio 21,23 "Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai messo a morte e appeso a un albero, il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull'albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno, perché l'appeso è una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese che il Signore, tuo Dio, ti dà in eredità."

Su questo argomento torneremo più avanti.
San Paolo cogliendo tale aspetto scrive nella lettera ai Galati: "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno". (Galati 3,13)

In effetti, chi era maledetta, perché schiava del peccato inoculato dal serpente, era l'umanità tutta intera, invasa appunto del demonio a cui Dio aveva detto il primo maledetto: "Allora il Signore Dio disse al serpente: Poiché hai fatto questo, maledetto..." (Genesi 3,14)

In Luca
In questo Vangelo Gesù, appena crocifisso, ebbe a dire: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". (Luca 23,34)
Gesù appare così in tutta la sua misericordia, come sommo sacerdote e vittima di espiazione per i peccati al massimo grado, anche di quelli che stanno compiendo un'estrema ingiustizia, uccidendolo.
Ama i propri nemici e s'interessa della loro vita futura.
Del pari poi il Vangelo di Luca in 23,46 segnala il gran grido e registra, come di seguito, le ultime parole di Gesù prima della morte:

"Gesù, gridando a gran voce, disse:
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
Detto questo, spirò."

Affida a Dio Padre la propria sorte in linea con quanto recita il Salmo 31:

"Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele." (Salmo 31,6)

Atto di un uomo pio e pieno di fede o c'è altro?
Ancora un Salmo sulla bocca di Gesù le cui parole rivelano la sua comunione continua con Dio.
Quel "mio spirito" nel Salmo è "ruachi" , è lo Spirito del Signore che "al corpo portava la vita ".
Gesù, sul monte degli Ulivi, di fatto, aveva liberamente accettato la propria sorte quando, sudando sangue, aveva detto "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà." (Luca 22,42)

Accogliendo in pieno la propria missione voleva, infatti, morire come ogni altro figlio di Adamo per essere pienamente accumunato alla sorte di chi voleva salvare e dimostrare l'inettitudine del demonio, che avrebbe ucciso il "giusto".
È il demonio, infatti, che della morte ha il potere, come chiaramente abbiamo letto in Ebrei 2,14s: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita."
Pare quasi potersi concludere che Gesù, vero Dio e vero uomo, proprio per poter subire pur senza peccato, la sorte d'ogni figlio di Adamo, soggetto alla maledizione del demonio, e morire, non voleva detenere alcuna prerogativa vantaggiosa rispetto agli altri uomini, se non i meriti degli atti del proprio vivere da uomo nella giustizia, quindi, innocente, affidandosi al cielo, sceglie di non godere della natura divina che era in Lui.
Difatti, Gesù, consegnato lo spirito, morì!
È così da verificare se ammissibile teologicamente che lo spirito divino che era in Gesù che pure era vero uomo, è restituito al Padre, perché si compia ogni giustizia, cioè perché l'uomo Gesù possa effettivamente morire come ogni uomo e si possa esplicitare la volontà divina, quella che definivo cielo, che se riterrà di accogliere il sacrificio di questo uomo risorgendolo, gli riconsegnerà, come avvenne, il suo spirito immortale, per donare la stessa sorte, vale a dire proprio quel suo stesso spirito, a tutta l'umanità perdonata e redenta dalla sua morte in croce, onde Adamo e tutti i suoi figli morti nel peccato possano uscire dagli inferi.

Al riguardo è chiarificatore quanto è detto poi dal Vangelo di Giovanni in occasione della festa delle Capanne: "Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti, non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato." (Giovanni 7,37-39)
Lo spirito di Gesù, garanzia di risurrezione, fu poi alitato dal Risorto sui dodici e nella notte della prima Pentecoste cristiana discese come colomba con lingue di fuoco sulla Chiesa nascente riunita nel cenacolo.

In Giovanni
Nel Vangelo di Giovanni il racconto dell'ultima ora di Gesù in croce è il seguente:
"...Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: Ho sete. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: È compiuto! E, chinato il capo, consegnò lo spirito." (Giovanni 19,28-30)

In primo luogo è da sottolineare che l'evangelista pone in evidenza che Gesù intende compiere le Scrittura anche con le ultime parole che sta pronunciando in croce.
Altro elemento importante da evidenziare quel "consegnò lo spirito" che pare proprio confortare quanto ho prima detto dello stesso episodio nel Vangelo di Luca.
Poi, per quel "Ho sete" di Gesù sono almeno da ricordare due fatti.
  • In ebraico "sete" è "tzam'a/tzam'ah" o "sale la mia vita all'Unico " come offerta gradita e "scenderà acqua dell'Unico per il mondo " e per berla "saliranno le centinaia ", infatti "...un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Giovanni 19,37) e Gesù stesso disse "Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno". (Giovanni 7,37s) ed alla Samaritana ebbe a dire "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna". (Giovanni 4,13s)
  • Questi passi dei Salmi:
    - Salmo 42,2s - "Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?"
    Pare proprio che anche il Salmo 42 fosse recitato da Gesù in croce. Nell'ultimo paragrafo presenterò decriptato anche tale Salmo.
    - Salmo 69,22 - "Hanno messo nel mio cibo veleno e quando avevo sete mi hanno dato aceto."
Ecco, infine, la frase finale di Gesù in croce "È compiuto!", in greco tetelestai, cioè ho portato al limite, alla fine la mia missione terrena.
Con quell'idea confermata dal Vangelo, di intravedere nelle parole finali di Gesù un'eco delle Sacre Scritture ed una conferma d'attuazione di profezie in esse contenute, pare proprio opportuno ricordare le parole del libro della Genesi al termine dei sei giorni della creazione: "Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere." (Genesi 2,1)
Il Signore là pare riposarsi nel settimo giorno, giorno che, di fatto, dura tutt'ora.
Continuò invece la creazione tessendo la storia di salvezza fino ad incarnarsi per salvare l'uomo che nel frattempo, comportandosi incautamente, era stato schiavizzato dal maligno.
Vi sono accenni nelle Scritture che compirà atti e farà segni importanti.
  • Giuditta 9,5s - "Tu hai preordinato ciò che precedette quei fatti e i fatti stessi e ciò che seguì. Tu hai disposto le cose presenti e le future e quello che tu hai pensato si è compiuto. Le cose da te deliberate si sono presentate e hanno detto: Ecco ci siamo; perché tutte le tue vie sono preparate e i tuoi giudizi sono preordinati."
  • Salmo 37,5s - "Manifesta al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua opera; farà brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo diritto."
  • Salmo 78,3s - "Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai loro figli; diremo alla generazione futura le lodi del Signore, la sua potenza e le meraviglie che egli ha compiuto."
Gesù nel suo ministero aveva più volte accennato alla sua missione ed alla necessità di portare un compimento ed aveva iniziato la sua predicazione annunciando che era il tempo del compimento, infatti:
  • Marco 1,14s - "Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".
  • Luca 12,50 - "C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!"
  • Luca 22,37 - "Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori (Isaia 53,12). Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine".
  • Luca 24,44-47 - "Poi disse: Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme."
  • Matteo 5,17s - "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto."
vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2015 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  VANGELI E PROTOVANGELI...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy